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Prima ora della giornata.
Palestra.
Una materia semplice eppure nello spoiatoio femminile non si parlava d'altro che di Chloè. Il suo essersi dichiarata lesbica aveva agitato tutti gli studenti e depresso Kim che da anni le faceva la corte in vano, senza strapparle neanche un gelato nei pomeriggi più torridi di Parigi.
La concentrazione di tutte fu distolta dalla presenza di Marinette che radiosa come il sole entrò splendente in palestra.

Kagami guardò la ragazza in modo geloso.
-Come fai a sorridere?- le chiese Kagami avvicinadosi. Il suo casco di capelli corvini striato di blu era in disordine, sia perché aveva tolto la maglietta sia perché era arrivata di corsa quella mattina per non vedere Adrien.
-In che senso?- le chiese Marinette.
-Stai con un ragazzo gay e mi chiedi anche in che senso intendo?- le rispose Kagami senza essere sentita dalle altre.
-Lui non è gay. È pansessuale.- le sorrise Marinette. Luka le si era espressamente raccomandato di non dire a nessuno che fosse tutta un'idea di Adrien e, a giudicare dalla reazione di Kagami capiva perché lo avesse fatto.

Nello spoiatoio maschile tutti i maschi della classe, fatta eccezione per Nathaniel e Luka, si era accerchiata attorno ad Adrien per capire come avesse potuto lasciare Kagami e perché proprio con Luka.
-Tua sorella mi ha raccontato tutto.- disse Nathaniel a Luka.
-In realtà lei mi vede come un mostro vero?- chiese Luka abbattuto.
-Luka tu non sei un mostro per lei. Ti vuole molto bene e la cosa non cambierà mai.- gli rispose Nathaniel. -Basta che non ti metti a limonare con me.- ironizzò poi cercando di tirare su l'amico.
-Ok... ma se la fai soffrire poi te ne faccio pentire.- disse Luka serio.

Quella giornata di scuola passò in fretta, in una dolorosa fretta che Kagami non visse in modo sereno, in realtà non riusciva neanche a seguire la lezione proprio a causa del suo ex ragazzo e nel cercare di distogliere i suoi pensieri da Adrien, da quel fisico da modello, dai suoi capelli biondi e i suoi occhi di un verde felino, urtò contro un ragazzo. Gli occhi castani di Kagami si abbassarono.
-Scusami, ero distratta.- disse Kagami.
-Non sei tu a dovermi chiedere scusa.- le disse il ragazzo contro cui aveca sbattuto.
Kagami alzò gli occhi. Era Luka.
-Sai, Marinette mi ha detto tutto. Sei un panda sessuale.- dice cercando di ricordare il termine.
-Si dice pansessuale.- la corresse il ragazzo.
-Si quello...- annuì poi Kagami.
Luka si sedette dolcemente accanto a lei ed iniziò a spiegarle bene, omettendo il fatto che fosse un piano di Adrien, spiegandole in ogni dettaglio l'accaduto.
E più il ragazzo spiegava più gli occhi castani di Kagami non smettevano di fissare il giovane ed il suo caldo sorriso, un sorriso caldo e ben distaccato sebbene nascosto in quelle parole molto dolorose.
Luka non diceva nulla del fatto che era un piano di Adrien ma più Luka parlava bene del biondo, più lei si vedeva dentro capendo quello che era successo.

La mente di Kagami iniziava a galoppante a buttar giù teorie e la più accreditata fra i neuroni del suo cervello era che, la pansessualità di Luka avesse contaggiato Adrien che ora il ragazzo si concedesse a chiunque gli interessasse per davvero.
Kagami stava ancora considerando questo quando una ragazza dai capelli corvini con una ciocca di capelli viola si accostò a Luka. Sono io, Juleka.
-Fratellone andiamo?- gli chiesi baciando Luka sulla guancia.
-Juleka ora arrivo... devo prendere un libro.- disse Luka andando un attimo in aula a prendere il libro in questione lasciandoci sole.
-Posso farti una domanda?- le chiesi. Kagami rimase immobile alla mia richiesta. -Ti piace mio fratello?- dissi andando diretta al punto.
-Beh è carino ma...- iniziò Kagami a disagio.
-Ascoltami. Lui è pansessuale, ma non frequenta più di due persone alla volta. Credo sia meglio se tu metta gli occhi su un ragazzo che sia come lui, dolce e sensibile, ma soprattutto libero.- le dissi volendo mettere in guardia Kagami.
Speravo che Kagami capisse che agivo nell'interesse di mio fratello non in modo quasi sentimentale e poco fraterno, ma tenevo un comportamento quasi materno che Kagami non disprezzò visto il sorriso che mi fece.

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