26.2 - Finché morte non ci separi (FINALE) 🦋
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«È un tale destino.
Una tale punizione per me.
Anche se spari mille volte,
NON MORIRÒ.»
Finché morte non ci separi
Capitolo 26
FINALE
(Seconda parte)
(Darren POV)
«Cosa ci fai qui? Cosa vuoi?»
«In che senso, signora? Kevin è mio figlio, vive in questa casa e sono venuto a trovarlo. Niente di troppo sorprendente.»
Scosse il capo per assentire, mantenendo la stessa alterigia. «Certo. Uhm, se ti rimane del tempo... dopo averlo trascorso con Nora.»
«Lasci che le dica una cosa... non mi interessa discutere con lei.»
«Credimi, neanch'io intendo discutere con te, Darren.» Almeno su una cosa eravamo d'accordo. «Ma, ti prego, stai attento a quello che fai. Non disturbare più mia figlia.» Inarcai un sopracciglio. «Sei corso tra le braccia di Nora appena avete divorziato.»
«Sì, è quello che ho fatto. E allora? Credo di essere stato lontano abbastanza da Nora per colpa sua. Non intendo più aspettare. E a proposito, non si sorprenda, voglio che lo senta prima da me: Io e Nora ci sposiamo.»
Strabuzzò gli occhi. «Cosa? Sei impazzito?!»
«No, sto benissimo. Mai stato meglio. In effetti.» Inspirai a fondo. «Mi sembra di respirare di nuovo.»
Era bello essere libero da quelle catene. La mia prigionia ormai era terminata e nessun stratagemma mi avrebbe impedito di essere felice.
Feci per superarla, ma tese le mani in avanti per posarle sul mio petto. «Aspetta un attimo!»
«Non voglio discutere, signora. Mi faccia vedere mio figlio. Per favore, mi lasci in pace.»
«Per favore, ascoltami... Qualsiasi cosa tu voglia fare, a me non importa. Se intendi sposarti, sposati pure, ma per favore, non farlo sapere a mia figlia e a mio nipote.»
«Perché?»
«Helen ha appena iniziato a riprendersi. Abbi pazienza, ha bisogno di un po' di tempo. Non farle più del male. È stata molto male. Te lo chiedo da madre.»
Feci cenno di aver capito e, pensandoci, era meglio così. Non avrebbe comportato alcun problema e il matrimonio si sarebbe svolto senza intoppi. Le promisi che non avrei detto nulla e mi incamminai verso la villa.
Salii le scale per dirigermi di sopra e vidi il piccolino che giocava con le costruzioni sul tavolino. «Ah, guarda, chi c'è qui? Il mio bambino!» Si buttò su di me di slancio e lo presi in braccio. «Oh, mi sei mancato. Come stai?» Lo rimisi a terra dopo avergli scoccato un bacio e si sedette vicino al tavolino.
«Sto bene, papà. Perché non eri qui?»
«Mhmm... perché non ero qui? Mettiamo da parte i giocattoli e parliamo da padre e figlio.»
«Sono pronto. Parliamo.»
«Sei pronto, eh. Ascolta, Kevin, con... con la tua mamma siamo giunti alla conclusione che non andiamo più d'accordo, così abbiamo deciso di separarci. Vivrai qui con la mamma e io in un'altra casa.»
«Quindi te ne vai via?»
Schioccai la lingua e lo afferrai dolcemente per la nuca. «Andarmene? No, non me ne andrò. Non ti sto lasciando. Sarò a breve distanza. Mi chiami quando vuoi, mi dici: "vieni, papà" e correrò da te, andremo dove vorrai e passeremo bei momenti padre-figlio. Non dovrai nemmeno chiamarmi, perché verrò a trovarti tutti i giorni. Ok? Hai capito?»
«D'accordo.» Gli diedi un bacio sulla fronte. La mia ex moglie uscì dalla sua stanza e la osservai di sottecchi. «Mamma, papà se ne va, va a vivere in un'altra casa.»
«Sì, Kevin, stavo per dirtelo, ma tuo padre mi ha preceduto.» Si accovacciò accanto a lui. «Abbiamo deciso di separarci.»
«Mi ha chiesto perché non ero qui e...» spiegai a bassa voce.
«Non c'è problema.» Portò la mano sotto il mento del bambino e glielo sollevò. «Tesoro, non essere triste. Anche i genitori di alcuni tuoi amichetti sono separati. Stanno un giorno con la madre e un giorno con il padre. Cose del genere possono accedere. Va bene? Presto, andrò all'estero per qualche giorno. Forse starai con papà, ok?»
«Davvero?»
«Sì!» Si rivolse a me. «Anche per te va bene?»
«Certo. Saremo felici, vero?»
«Sì!» rispose il piccolo, ritrovando un sorriso luminoso. Gli mostrai il pugno e lo colpì. «Anche mio fratello Charlie starà con noi, giusto?»
«Ovviamente. Staremo tutti insieme.»
«Bene... allora fate pure i vostri piani. Ho alcune cose da fare.» Dichiarò Helen, mettendosi in piedi e Kevin la salutò, sventolando la manina. Restai insieme a lui e gli baciai di nuovo la testa, chiedendogli cosa stesse facendo con quelle costruzioni...
~🦋~
«Ha scelto un momento perfetto per andarsene. Infatti, se fosse possibile, potrebbe fare il giro del mondo e non tornare più!»
«Anna.» L'ammonì Nora con un'occhiata truce. «Per favore, Helen è la madre di Kevin. Non parlare così.»
Scrollò le spalle. «D'accordo, prometto che non parlerò così davanti a Kevin. Sta di fatto... che è una maniaca. Parliamo di cose più belle, che dite?» propose.
«Sono d'accordo!» Concordai, battendo la mano sul ginocchio.
«Farai l'addio al nubilato prima, mamma?»
«Che cosa? Non essere sciocca, ti prego.»
«Perchè no? Ti stai sposando un'altra volta.» insistè.
«Vero, ha ragione. Organizzati con Alyssa e Denise.»
«Anna, no, non farò nulla.»
«E perchè no? Per te è troppo, Nora del mio cuore?»
Nora alzò gli occhi al cielo, strofinando il lobo di un orecchio.
«E quindi?»
«Dovrebbe proprio.» Conclusi.
Nora continuò a scuotere la testa quando Anna ci lasciò da soli per rientrare in casa. «Voi due siete uguali... Assolutamente uguali! Padre e figlia... stessa mentalità, stessa testardaggine, stesso ingegno e...» Accostai la sedia alla sua e mi sporsi di più.
«Siamo così. Allora?» Le rubai un bacio, ma si ritrasse al volo. Si voltò indietro.
«Darren, smettila... i bambini possono vederci!»
«Cosa importa che ci vedono? Che c'è di male? Il papà sta baciando la loro mamma. Non c'è niente di strano, e, per di più..» Le presi la mano e intrecciai con le nostre dita. «Ci vedranno molto più spesso così.» Gliela baciai. «Perché ci sposeremo presto... solo altri tre giorni.»
«Per favore... Che fretta hai? Hai paura che cambi idea? Anche se posso farlo... Sappilo.»
«Sembra proprio che ti piaccia spaventarmi, eh? Lo adori...» Camuffò una risatina. «Quindi, mi farai penare, eh?»
Alzò il palmo della mano.
«Quello è da vedere.»
«Vieni qui...»
«Darren...» sussurrò.
«Vieni, dammi un bacio...» Inclinò la testa e si fece più vicina, sfiorandomi la punta del naso e sorrisi a pochi millimetri dalle sue labbra.
«Darren...» soffiò, ritraendosi. Le circondai la schiena e inspirai a fondo il profumo dei suoi capelli. Tornai ad incastrare i suoi occhi cristallini e la baciai a lungo.
Il giorno successivo, conclusi ufficialmente la transizione della nuova casa ed ebbi tra le mani le chiavi. Stavo costruendo un meraviglioso futuro al fianco della donna che avevo sempre amato e insieme ai nostri figli. Seppi, da fonti certe, che Helen era partita per il suo viaggio.
Nel nuovo giardino, decidemmo di piantare un albero di limoni. Io e Charlie raggiungemmo le ragazze con alcuni scatoloni del trasloco che mettemmo via. Poi il bambino iniziò ad innaffiare la terra, cambiò idea e decise di bagnare la sorella. Cercai di placcarlo e con quel pericoloso aggeggio ci fece indietreggiare, sulla difensiva. A quel punto, lo agguantai di peso bloccandolo per non farlo muovere, Anna gli strappò il tappo da vicino. Il ragazzino si liberò e iniziò a correre come un forsennato, nella speranza di non fare un gavettone e Anna, alla fine, riuscì a bagnarlo quasi tutto. Il giardino si riempì delle nostre risate.
Era decisamente una bella atmosfera, molto tranquilla. Non poteva essere più perfetta. Ci stringemmo in un abbraccio caloroso e Nora mi sorrise mentre la tenevo stretta a me. I due giorni successivi passarono veloci, le ragazze si immersero completamente nei preparativi.
(Nora POV)
Sbuffai. «L'ho rovinato.» Recuperai una salvietta struccante dal contenitore per cancellare il disastro. Avevo passato il rossetto, ma non ero mai soddisfatta del risultato.
«Allora lo rifaremo, cara.» mi rassicurò Denise alle mie spalle, che stava controllando le forcine nei capelli.
«Puoi farlo tu? Mi tremano le mani.»
«La mia amica è in ansia perché è la sposa?»
Tirai un sospiro. «Più che altro... sono stressata.»
«Perché, Nora? Perché sei stressata?Sta andando tutto bene, il processo di Anna è finito bene. Adesso sei libera. Hai dato a Darren un'altra possibilità. I ragazzi sono al tuo fianco. Sarai felice come prima. Sta andando tutto a gonfie vele!»
«É proprio questo di cui ti sto parlando, Denise. È come un sogno perfetto, siamo così felici. Ma... sento che sta per accadere qualcosa di brutto... e le nostre vite saranno stravolte.»
Mi fissò perplessa e sbatté le palpebre. «Nora, hai avuto un periodo difficile, giorni tristi... ecco perché ti senti così. Finora, hai vissuto solo il male di ogni situazione... e mai il buono. Ma è finita! Questi brutti giorni sono finiti, fidati di me!»
«Lo spero...»
Dovevo scacciare questo brutto presentimento che strisciava dentro di me come una chenia e godermi questa giornata.
«Ecco la camera della sposa!» Esordì Anna e mi voltai, riservandole un sorriso mentre indossavo gli orecchini.
«Anna, non riprendermi così.»
«No, mamma. Ti riprenderò anche così. I ricordi di questo giorno sono preziosi» Continuai a fissarmi nello specchio. «Dimmi... come ti senti?»
«Sono così emozionata che mi sembra che il cuore mi stia per scoppiare nel petto.»
«Perché finalmente ti sei riunita con papà?» Insinuò la ragazzina.
Denise mi riservò un'occhiata maliziosa.
«Anna! Guarda come ti stai comportando...»
Rise di gusto. «Bene, dimmi... Quanto ami me e Charlie?»
«Più di ogni altra cosa. Siete il mio tutto e vi amo più di ogni altra cosa in questo mondo.»
«Che mi dici di papà?»
Mi limitai ad osservarla e strinsi le labbra. «Ok, basta. Devo ancora prepararmi. Anna, andiamo!»
«Oh, la nostra sposa è un tantino imbarazzata?» Ridacchiò, prendendomi volutamente in giro. «Signora Denise?»
«Certo, tutte le spose sono sempre così. Non è vero?»
Passò di nuovo la telecamera su di me. «Ti voglio tanto bene, mamma.»
Mi mandò un bacio volante.
«Anch'io...» Ricambiai. Poi le cacciai via per poter indossare l'abito con calma. Le due uscirono e, alzatomi, mi specchiai ancora una volta per controllare che fossi in ordine. Sembrò non esserci nulla fuori posto, a parte questa sensazione che mi torturava lo stomaco.
(Darren POV)
«E qui, ecco a voi, lo sposo più bello del mondo!» Mi riprese mia figlia mentre mi apprestavo a salire le scale per fare una capatina dalla mia amata prima di ritrovarci all'altare.
«Grazie, tesoro. Spero che piaccia anche a Nora.»
«Di sicuro!»
«Dove stai andando, sposo?»
«A vedere la mia Nora.»
«Oh, Oh no. Porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio.»
«Non preoccupatevi, non ci succederà nulla di male.»
«Papà, hai aspettato così a lungo. Abbi un po' di pazienza.»
«Inoltre, Nora voleva stare un po' da sola.»
«Bene, aspetterò in camera mia.»
Feci per allontanarmi e, quando ebbi via libera, non persi tempo a spalancare quella porta proibita. Mi affacciai all'interno. «Nora!»
«Darren!» La richiusi, cercando la mia amata con lo sguardo. «Cosa stai facendo qui?»
«Volevo vederti. Vieni fuori.»
«Darren, non puoi vedere la sposa prima del matrimonio.»
Andiamo, era una leggenda popolare e poi dopo tutti i grattacapi che avevamo avuto... Cosa sarebbe mai andato storto se davo una piccola sbirciata?
«Ma se non ti vedo, morirò di curiosità. Se non esci, allora vengo io lì.»
Sbuffò da dietro un paravento. «Va bene, fermo, fermo lì. Okay...» Fece una pausa e ghignai. «Chiudi gli occhi.» La assecondai, anche se mi costava farlo. «Li hai chiusi?»
«L'ho fatto.» Avvertii un leggero ticchettio e increspai un sorriso. «Posso aprirli ora?»
«Aprili.» Li riaprii a rallentatore e davanti a me vidi la visione più bella che potessi anche solo immaginare. Un abito semplice, senza fronzoli, ma che impreziosiva la sua figura minuta. La contemplai per qualche secondo, scandagliai da cima a fondo e mi soffermai su ogni dettaglio presente, restando senza fiato. «Cosa ne pensi?» Non risposi, perché dovevo trovare le parole giuste. «C... Che succede? Non ti piace?»
Scossi leggermente il capo e schioccai la lingua al palato. «Lo adoro...» Dopo l'attimo di confusione e incertezza, il sorriso tornò. «Sei bellissima...»
«Anche tu non stai affatto male.»
«"Non sto affatto male"? Solo questo e basta? Non mi dici qualcosa del tipo: "sei bellissimo", "molto carismatico", "figo"... No?»
«Darren, ti prego, sta zitto. Per una volta, non adultarti.»
«Sto scherzando!» Le accerchiai dolcemente le spalle nude e mi aggiustò il papillon. «Ma l'abito da sposa ti sta benissimo a qualsiasi età. Forse dovremmo risposarci... ogni quindici anni?»
«Non dire questo. Perché? Non voglio che mi lasci di nuovo.»
«Impossibile. Anche se morissi... non me ne andrei.» Incastrai i nostri sguardi e accennò un sorriso. «Nora della mia vita... non ti lascerò mai più. Sei così bella.» Mi sollevai e le posai un bacio delicato sulla fronte.
«Ed ecco lo sposo in fuga!»
Dovetti lasciarla, quando Anna spalancò la porta e sollevai le mani in alto, in segno di resa.
«Che posso farci? Non potevo andare da nessuna parte senza vedere la mia amata...»
«Tutti vi aspettano di sotto e voi vi nascondete qui baciandovi.»
«Anna! Che stai dicendo con la telecamera accesa? Darren, eliminiamo questa parte!»
«Cosa vuoi eliminare? Tra due minuti sarai mia moglie, Nora. Non si cancella! Deve rimanere!»
Anna sghignazzò e continuai a fissare la mia futura sposa come fosse un'opera d'arte, alla luce del sole era ancora più bella e le accarezzai la guancia cosparsa di piccole lentiggini.
«Mamma... sei così bella!» Commentò Charlie, entrando.
«Oh, mio caro... tu sei bellissimo! Fatti abbracciare.»
Indietreggiò di riflesso, con le mani dietro la schiena. «No, non posso. Papà, ho bisogno di parlarti un secondo.»
«Oh... cosa c'è, giovanotto?»
«Dai, papà, dobbiamo parlare... da uomo a uomo!»
Nora roteò gli occhi e capii l'antifona. «Ah... Da uomo a uomo? Bene, allora è un argomento privato.» Il bambino uscì in retromarcia e mi girai per puntarle il dito addosso, a mo' di minaccia. «Verrò a prenderti molto presto!» Nora ridacchiò e copiò il mio gesto, sfiorandomi il dito. Le inviai un altro bacio e richiusi. «Qual è il problema?» chiesi a mio figlio.
«Papà, non ho trovato nulla con cui legarli...» Mi mostrò un mazzetto di fiori. «Li ho scelti per la mamma.»
Gli afferrai il viso paffuto.
«Sono bellissimi! Vieni, andiamo in camera. Ce ne occuperemo lì. Alla mamma piaceranno.»
(Nora POV)
Era incredibile che presto saremmo tornati ad essere sposati, ma quando Darren tornò a prendermi e scendemmo le scale, a braccetto, divenne reale. Fummo accolti dagli applausi scroscianti e Thomas urlò "viva gli sposi" mentre stavo attenta ad ogni scalino per non inciampare nello strascico dell'abito. Ci dirigemmo verso l'altare, sotto un pergolato nuziale e l'officiante era in posizione. La cerimonia si sarebbe tenuta a bordo piscina.
Salutammo con un cenno del capo e rivolsi uno sguardo ai bambini, in prima fila.
«17 anni dopo... con lo stesso amore ed entusiasmo che li ha uniti la prima volta, benvenuti in questo giorno speciale e bello in cui la nostra coppia si risposerà.» Iniziò, solennemente.
Ci fu un altro applauso.
«Gli hai detto che questo è il nostro secondo matrimonio?» chiesi a Darren.
«Sì. C'è altro di cui parlo oltre te? Ho parlato di te ad ogni sconosciuto che ho visto per strada... quindi pensa!»
Scossi il capo e risi sommessamente, per non disturbare quella cerimonia che stava continuando.
«Vi auguro che il matrimonio che si celebrerà stavolta alla presenza dei vostri splendidi figli duri tutta la vita con felicità, rispetto e amore eterno.» Guardai i due. «I bambini sono più eccitati di voi, eh?»
«Sì...» risposi, ridendo.
«Alla presenza dei nostri cari ospiti e dei testimoni... Vuoi tu, Darren Davies, prendere Nora Shepherd come tua legittima sposa, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia... finché morte non vi separi?»
Alla domanda di rito, mi guardò e non tentennò.
«Sì, lo voglio!» Urlò. Mi strappò una risatina e batterono le mani.
«E vuoi tu, Nora Shepherd, prendere il qui presente Darren Davies, come tuo sposo...?»
Sollevai lo sguardo, incrociando quello del ragazzo che da sempre era stato il fulcro della mia vita. Era stato il mio compagno di vita e mi aveva scelto dapprima che lo facessi io. Poi, la separazione sofferta e, di nuovo, eravamo finiti qui a costruire il nostro futuro nella città dove avevamo sognato di abitare.
Era stato il destino a condurmi qui, a farmelo incontrare...
Quella scelta era un salto nel buio, il mio cuore poteva ferirsi, ma... non sarebbe successo.
«Signora Nora... Posso avere la sua risposta? Vuole prendere Darren Davies come suo sposo?»
Era lì, a fremere di impazienza, e finalmente esclamai. «Sì, lo voglio!»
La tensione si sciolse in un istante e Darren, per poco, non ebbe una sincope.
«Il mio cuore stava letteralmente per scoppiare a causa tua, piccola strega!» Mi rimproverò mezzo divertito.
«Darren... il matrimonio non è ancora finito!»
«Sì, hai detto sì. È finito. Adesso sei mia moglie.» parlò a qualche centimetro dalle labbra e distolsi il volto sorridendo ampiamente.
«E voi, testimoni?» Denise e Alyssa confermarono entusiaste.
«Per l'autorità conferitomi dalla legge, vi dichiaro marito e moglie.» Applaudirono, incluso mio marito, sprizzando gioia da ogni poro. Ci chiese di firmare i documenti, poi lo passò alle testimoni. Quella firma sanciva la nostra unione in maniera indelebile. Niente e nessuno ci avrebbe separato. «Vi auguro di essere molto felici.»
«Grazie.»
«Signora Nora, congratulazioni.»
«Grazie.» bisbigliai.
«Signor Darren, vi auguro di essere felici. Spero che stavolta sarà un matrimonio pacifico in cui vi apprezzerete a vicenda.»
Mi mordicchiai il labbro e Darren assentì. «Non si preoccupi.» Si girò a guardarmi. «Capisco bene il valore della seconda possibilità di questo matrimonio.» Abbassai lo sguardo, cercando di nascondere il mio palese imbarazzo.
«Allora può baciare la sposa.»
Mi afferrò il viso per appoggiare le labbra sulle mie suggellando con un casto bacio la fine. Portò le mani sui fianchi e io sulle sue spalle e approfondimmo quel bacio tra gli applausi.
Il nostro sogno si era avverato...
Eravamo di nuovo sposati e pronti ad aprire un nuovo capitolo della nostra storia.
«Mamma... sei la sposa più bella del mondo!»
«Oh, amore mio... sei bellissimo anche tu!»
«Può esserci mai una sposa senza fiori?» Mi porse il bouquet.
«Oh... che belli!»
«Mi ha aiutato papà.» ammise e lanciai un'occhiata al complice.
«Niente abbracci per me?» Charlie si catapultò da lui e Anna da me, stringendomi forte.
«Mamma, ti voglio tanto bene.»
«Anche io, cara.» Slegammo la presa affettuosa e ci guardammo, le accarezzai la guancia. «Sii felice, va bene? Te lo meriti.» Andò anche da suo padre per abbracciarlo e Thomas ci propose di fare un selfie per immortalare il momento. Scattò più di qualche fotografia per mostrarla anche a Dayane e alla signora Abbie che, purtroppo, non avevano potuto partecipare.
Poi, ballammo a bordo piscina e dondolammo sulle note delicate di un violino.
«Sono così felice di averti, Nora del mio cuore. Non voglio che finisca, è tutto come un sogno.»
«Spero che duri tutta la vita, Darren. Anch'io sono felice!»
«Durerà. Sarà così, fidati di me.»
E ci credevo.
La musica terminò e batterono le mani.
«Darren, tolgo questo velo e torno subito.»
«D'accordo, posso fare qualcosa? Vengo ad aiutarti io?»
«No, vado da sola. Lo faccio io.»
Mi catturò per il polso. «Mi manchi già...»
«Darren... avremo tutta la vita.»
«Nora del mio cuore!» Mi richiamò mentre mi stavo allontanando e voltandomi a rallentatore, si piegò in avanti e, come da ragazzino, portò la mano al petto e mi mandò un bacio. Gli sorrisi divertita e avviai verso le scale.
(Helen POV)
«Helen, parti già?» chiese mia madre vedendomi piegare i vestiti e metterli nella valigia.
«Sì, domani. Perché aspettare?»
«Certo... hai ragione. Hai visto Darren un momento fa?»
«Sì, abbiamo parlato.»
«E di cosa avete parlato?»
«Perchè sei nervosa?»
Deglutì. «No... affatto. Non ha fatto nulla per infastidirti, no?»
«No...»
«Bene, sono contenta.»
«Ha detto a Kevin che non siamo più sposati e abbiamo parlato con lui.»
«Come l'ha presa? Era triste?»
«Un po'... poi si è distratto, si è messo a giocare e non ci ha pensato più.» Sospirai e spalancai le ante per cercare fra le grucce. Tirai fuori un vestito nero, lungo, con uno spacco sulla coscia. «Porterò questo con me. Darren me l'ha regalato per il nostro anniversario di matrimonio.»
«Tesoro, goditi la vacanza. Devi riposare. Ma... non hai messo in valigia molti vestiti.» Notò e intanto chiusi la cerniera.
«Non è necessario una valigia grande. Se ho bisogno, compro qualcosa lì.»
***
«Me la pagheranno!»
Furiosa, marciai verso la macchina, dopo aver assistito a quell'insulsa cerimonia.
"Che tu sia maledetto." pensai con lo stomaco attorcigliato. Le sue parole erano state delle menzogne, ma la loro sfacciataggine non aveva fine.
Come avevano osato...
Sbattei la portiera e agguantai la bottiglia di whisky dal sedile accanto, tracannando il contenuto senza badare troppo.
Nonostante tutto, i ricordi mi tornarono in mente, quando avevo sentito le domestiche, dalla cucina, che chiacchieravano della bellissima proposta di matrimonio.
Mi ero bloccata alla fine delle scale, stringendo così tanto la tazza rischiando di romperla fra le mani. Avevo dissimulato e chiesto un succo per colazione.
«Non permetterò mai che siano felici. Mai.» Guardai avanti, riprendendo a bere finché la svuotai. Asciugai la bocca e strizzai gli occhi. Tirai un sospiro. «Sì... è ora di darti il regalo di nozze.»
Afferrai la borsa e scesi. Non avrebbero continuato la giornata all'insegna dell'entusiasmo.
Non sarebbe finita così...
non nel modo in cui volevano.
"Continuing..."
Nora e Darren finalmente hanno realizzato il loro sogno e si sono ufficialmente sposati con un rito civile... ma ovviamente Helen ha scoperto tutto quanto e ora...
Ora è pronta a vendicarsi... medita vendetta contro entrambi per averla tradita e presa in giro.
Cosa pensate che abbia in mente questa donna psicopatica? Non riesce ad accettare che Darren ha voluto voltare pagina, ma pensate che abbia sbagliato a sposare immediatamente Nora...?
Fatemi sapere cosa ne pensate, siamo veramente agli sgoccioli di questa storia e i colpi di scena alla fine non mancheranno.
Promesso! Non perdetevi le ultime due parti che arriveranno a breve per chiudere il cerchio.
Stay tuned...
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