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21.2 - Anche se mi dessero il mondo, non ti sostituirei con nient'altro...🦋

~🦋~

«È un tale destino.
Una tale punizione per me.
Anche se spari mille volte,
NON MORIRÒ

Anche se mi dessero il mondo, non ti sostituirei con nient'altro...
(Seconda parte)

(Darren POV)

Alyssa, nel bel mezzo della nostra riunione, comunicò al signor Matthew di aver trovato un articolo dove si presumeva che Oliver sarebbe stato diseredato dalla famiglia per lo scandalo del tradimento, e di tenersi pronti qualora la stampa avesse chiamato per avere informazioni dettagliate. Mio suocero non la prese molto bene. Quella gente era sempre pronta a mettere il becco in affari che non li riguardava.

«È totalmente coinvolto da questa situazione. Dice di essersi innamorato come un ragazzino. Ma non lo è più! Ormai è un uomo adulto ed è sposato!» Agitò le mani in aria. «Alyssa, si può cancellare questo?»

«Posso prendere una precauzione per non farlo divulgare in rete.»

«Fai quello che ritieni opportuno, figliola.»

Era troppo esausto per occuparsi della faccenda personalmente e andò a riposare nel suo ufficio, dichiarando conclusa la riunione di quel giorno. Thomas lo seguì, preoccupato per le sue condizioni di salute.

Alyssa parlò di voler chiedere il parere ad un avvocato e ci alzammo. Lei però si bloccò all'improvviso.

«Alyssa?» Spostò lo sguardo sul sottoscritto e sbatté le palpebre. «Ti senti bene?»

«Sì. È stato un capogiro. Devo essermi alzata troppo in fretta.» Poi, afferrò la cartella, aggirando il tavolo ovale e dovette reggersi allo schienale per non sbandare.

Preoccupato, la raggiunsi immediatamente e l'aiutai ad accomodarsi. Era pallida.

«Vuoi che ti porti l'acqua? Non hai una bella cera.»

«No, no... sto bene.»

La osservai, poco incline a crederle, infatti ebbe un mancamento. La scossi per le spalle, ma notai che aveva del tutto perso i sensi. Doveva subito vedere un medico.
Per fortuna, in hotel c'era un'infermeria e la portai lì.
Il dottore le misurò la pressione, chiedendo se avesse malattie croniche, ma negò tirandosi su dal lettino. Si era trattato di un banalissimo calo di zuccheri a detta sua, "niente di rilevante". Quando il medico abbandonò lo studio mi avvicinai a braccia conserte, mentre sistemava le maniche del tailleur.

«Helen ti ha visto in ospedale qualche giorno fa e che sei stata lì per fare degli accertamenti. Se c'è qualcosa che non va, non devi nascondercelo.»

«No, Darren, figurati. Sto bene. Non ho mangiato stamattina. Adesso mi sento molto meglio.»

La sua faccia mi suggeriva esattamente il contrario...

«Andiamo in ospedale, per sicurezza.»

«Darren, ti ringrazio, ma non serve. Sto bene.» Poggiò la mano sul mio braccio e smontò, rischiando un altro mancamento. Non mantenne l'equilibrio e dovette sedersi sul lettino.

La costrinsi ad assecondarmi, afferrandola per il braccio, ma la ragazza si liberò dalla presa, infastidita. «Darren, basta! Non sono malata!» I suoi grandi occhi scuri si riempirono di lacrime. «Io... aspetto un bambino!» Ammise tutto d'un fiato e riprese a sedersi con le mani sulla faccia. La confessione mi lasciò, in primis, turbato. Poi, metabolizzai l'accaduto e tirai un respiro. La giovane mi fissò, mordendosi il labbro, cercando conforto.

~🦋~

Quella gravidanza era stata un incidente, non aveva nessuna idea su come potesse essere accaduto. Avevano trascorso un'unica notte insieme, Thomas aveva alzato il gomito, era in crisi per il rifiuto di Nora e lei lo aveva, in un certo senso, "consolato".

Mi raccontò tutto per filo e per segno, quel bambino era una cosa reale e non poteva sbarazzarsene.

«Quindi, Thomas non sa che sta per diventare padre?»

«No, non lo sa. E non lo saprà. Non devi dirglielo, ti prego.»

«Perchè? È figlio suo. Faglielo sapere così anziché sognare una vita con i miei figli, si occuperà di quella che avrà con te.»

«È molto innamorato di Nora, giusto?»

«Purtroppo.»

«Perchè "purtroppo?". Anche tu sei innamorato della tua ex moglie, no?» Indagò la ragazza seduta accanto a me sui divanetti della hall.

«No.»

«Darren, ti prego, non mentirmi. Ti ho visto con lei e l'hai anche abbracciata. È palese che la ami.»

«Era prima. Adesso non più. Ma non stiamo parlando di me.» Trattenne un sorrisino e prese un respiro. «Thomas e Nora vogliono andarsene dalla villa e trasferirsi da un'altra parte.»

«È davvero seria?»

Feci spallucce. «Così sembra.» Mi avvicinai di più ad Alyssa. «Se fossi al posto tuo, lo direi a Thomas. Tu aspetti un figlio da lui e credo che lo debba sapere prima che faccia altri progetti con qualcun altro.»

Si fece anche lei vicina, scuotendo la testa. «No, Darren. Non lo farò. Non voglio che stia con me solo per questa gravidanza. Non dirglielo. Soprattutto, non dirlo a Helen. Rispetta la mia decisione, per favore.» Fu la sua ultima affermazione e ovviamente non potei far altro che assecondarla.

«Ok, come preferisci.»

Mi sorrise rassicurata. «Grazie.»

Mi abbandonai contro il divano, accarezzandomi il mento riflettendo sul fatto che quella notizia avrebbe potuto cambiare le cose e Thomas si sarebbe convinto a non alimentare questa sciocca idea di costruire un futuro con Nora e i miei figli.







(Thomas POV)

Vidi la bionda immobile sul patio, con le mani nelle tasche del cappotto, immersa in chissà quali pensieri.

«Nora?» Si girò, vedendomi.

«Sono uscita a prendere una boccata d'aria.»

«Che succede?»

Inspirò a fondo. «Quando ci trasferiremo nella nuova casa, Thomas? Tutti mi attaccano. Non riesco più a respirare.»

«Ho messo l'annuncio. Troveranno la casa perfetta per le nostre esigenze.»

La rassicurai.
Anche a me quelle pareti cominciavano a stare un po' strette, specie per le sfuriate di Dorothy che amava sputare veleno e puntare il dito contro mia moglie ogni singolo giorno.

«Non dev'essere perfetta. Voglio solo andare in un posto sicuro dove poter vivere tranquilli.»

«Anche io. Non vedo l'ora che ce ne andiamo. Questa casa ci ha portato un mucchio di problemi. Ma cosa dice Anna? Sei riuscita a parlare con lei?»

«Sta bene, le ho parlato.»

«Se solo sapesse cos'ha fatto e detto il suo "amorevole" padre.» Fece un cenno d'assenso e Charlie corse trafelato sul sentiero, fiondandosi da me. Gli accarezzai i capelli. Era così entusiasta del trasferimento in una casa tutta nostra e si notava a chilometri.

«Sei felice, campione?»

«Tantissimo! Tu, io, mamma e mia sorella vivremo in una casa tutta nostra! Non porteremo lì nessuno altro.»

«Sì, campione, nessun altro!»

Si incupì, guardando poi la madre. «Vedremo ancora il papà di mia sorella?»

Io e Nora ci scambiammo una veloce occhiata e poi portò la mano sulla guancia del bambino. «Certo, se lo vuoi.»

«No, non lo voglio. Ho il mio papà!» E si attaccò nuovamente al mio busto abbracciandomi. «Ti voglio bene!»

Gli lasciai una carezza fra i capelli. «Anch'io, piccolo mio.»

Nora, a sua volta, glieli accarezzò e ci guardammo a vicenda. Eravamo pronti a voltar pagina ed essere liberi.

~🦋~

«Non posso crederci! Non posso...» continuai a ripetere come una mantra, finendo per sfogarmi con mio fratello. «Nora e i ragazzi ne hanno passate di tutti i colori. Che razza di uomo è?»

Alan, dal suo canto, tolse la mano dalle labbra e si drizzò sulla poltrona. Aveva sentito peste e corna sul conto di Darren.

«Non lo so, però vorrei che tu mi dicessi la verità.»

«Ha creduto ad una ridicola bugia e accusato Nora senza pensarci due volte. Non merita quei bambini, né Nora. Non merita affatto il loro amore.»

«Fratello, non puoi farlo. Non va bene comportarsi così. Se Nora lo vuole nascondere, tu non devi seguire il suo esempio. Lui è il suo ex marito, no? Dovranno andare d'accordo per il bene dei loro figli.»

«Darren dovrebbe far parte del passato. È meglio così, Alan.»

«Per te? Ma che ti prende? Questo non sei affatto tu.»

Ruotai totalmente il busto. «Che intendi? Dimmelo francamente.»

«A te va bene che Darren creda a queste queste stronzate, eh?» Assottigliai le palpebre. «Forza, ammettilo!» esclamò, diretto. «Se Darren scoprisse la verità, cioè che Nora non è colpevole di nulla, prenderebbe lei e i bambini e scapperebbe. Lo sai. Ecco perché vuoi nascondere la verità, Thomas. Tu non vuoi perdere Nora!»

«Io farò quello che Nora mi chiederà, capisci, Alan?»

«Sei sempre stato un uomo onesto, a prescindere da tutto.» Sollevai gli occhi al cielo. «Nasconderti dietro le bugie, mentire per qualsiasi cosa ti faccia comodo... non sei tu!»

«Alan, non mi aspetto che tu capisca le mie ragioni. Con Nora vogliamo solo costruire un futuro, privo di problemi. Ho solo il desiderio di aiutarla e renderla felice, non mi importa altro.»

«Ah, non ti importa?» mi sfottè.

«No!»

«Allora nemmeno a me!» Balzò in piedi e troneggiò sulla mia figura. «E non me ne frega più un cazzo. Se non vuoi raccontarla tu la verità, lo farò io!»

«Alan, non osare.» Mi alzai anch'io. «Se lo fai, giuro che non ti parlerò più per il resto della mia vita. Ti è chiaro?» Puntai l'indice. «Non ti intromettere.» Si mise seduto sulla poltroncina del soggiorno, in religioso silenzio, e tornai seduto.

Fra di noi non volò più una mosca...





(Darren POV)

I bambini iniziarono a litigare per la plastilina, Charlie non la voleva condividere e aveva finito per spingere Kevin. Helen insinuò che l'avesse fatto di proposito per fargli quel livido violaceo. Charlie negò.

Gli passai la mano fra i ricci, abbassandomi alla sua altezza.

«Kevin è piccolino. Tu sei suo fratello maggiore. Dovrai stare più attento la prossima volta, ok?»

«Non ho fatto niente, volevo solo che mi restituisse la plastilina.»

«Ok, ma tu sei più forte. Forse sei stato un po' brusco.»

Si alzò in piedi e mi ripeté che non era stato lui. Nora, appena arrivata, si inserì nella discussione e il bambino corse da lei, abbracciandola. Abbassò lo sguardo per scrutarlo.

«E perché lo avresti picchiato? Non sei così, tesoro.» Gli prese il viso.

«Loro dicono che l'ho fatto io.»

Nora, con le pupille dilatate, spostò lo sguardo su di me.
«Che cosa?» Mi fulminò. «Forse non conoscete mio figlio, ma io sì. Non farebbe del male a una mosca.»

«Nora, l'ho visto spingere Kevin — Obiettò mia moglie — Guarda qui! Come te lo spieghi, eh?» Mostrò anche a lei il livido sul braccio del biondo.

«Sono bambini, Helen. È normale correre e farsi male alla loro età! Se Charlie dice di no, vuol dire che non è stato lui.»

Era ferma sulla sua posizione.

«Nora, tranquilla. Stavamo solo...»

«Sta' zitto, Darren. Hai fatto la stessa cosa con Anna.» Assunse un tono di rimprovero e mi puntò il dito addosso. «I miei figli non hanno niente a che vedere con il vostro. Dovrete solo aspettare un altro po', poi ce ne andremo da qui.» Detto ciò, condusse Charlie verso la sua stanza.

Helen roteò gli occhi. «Ma è pazza? Secondo lei, sto esagerando? Sì, è normale che mio figlio debba farsi male per colpa del suo, no?» Lasciò perdere la questione. Si alzò dal divano e portò via con sé Kevin.




(Nora POV)

Era da minuti che il mio bambino continuava a piangere poggiato sulle mie gambe e non sapevo cosa fare per consolarlo. Lo avevano colpevolizzato senza alcuna prova ed era molto arrabbiato.

«Tesoro, tranquillo. Presto ce ne andremo da qui.»

«Perchè non ha scelto me? Perché ha scelto Kevin? Perché mi ha incolpato? Non mi vuole bene? Non sono suo figlio?» Si arrovellò in tutte quelle domande irrisolte e la voce gli tremò per i singhiozzi. Mi si spezzò il cuore a vederlo così distrutto. Il mio povero bambino non aveva fatto nulla a Kevin.

In quel momento, Thomas entrò. «Chi non ti ama? Che succede?»

Si venne ad accomodare sul ciglio del letto e Charlie si rialzò, tirando su con il naso. Thomas portò la mano sotto il suo mento e glielo sfiorò a malapena.

«Papà, tu mi crederai sempre?»

«Che domande fai? Certo che ti crederò sempre!»

«Se ti dicessero che ho colpito Kevin, gli crederesti?»

Inarcò un sopracciglio, e ruotai il volto, facendo un sospiro.
«Ma tu non faresti mai una cosa simile. Non usi la violenza.» Thomas osservò me per avere spiegazioni, ma restai in silenzio. Gli consigliò allora di lavarsi la faccia per rimettersi in sesto e Charlie lo abbracciò di slancio, ringraziandolo. Misi il cuscino a posto, per poi incrociare le braccia. «Nora, cos'è successo? Perché Charlie stava piangendo?» Gli raccontai dell'accusa e restò scioccato, poi quello shock iniziale, si tramutò in una rabbia incontrollabile. «È normale correre e cadere! Questo è ridicolo! Mi sentirà quel tizio! Come ha potuto?!» Si fiondò fuori, senza darmi il tempo di reagire e lo tallonai, bloccandolo per il braccio.

«Thomas, lascia perdere!»

«No, non lascerò perdere. Lui ne risponderà. Darren! Darren!» Bussò energicamente alla porta della camera e poi l'aprì.

«Visto? È vuota. Se dovesse succedere di nuovo-»

Ci voltammo in contemporanea vedendo Darren tornare e Thomas partì all'attacco.

«Come osi accusare mio figlio! Perché lo devi far piangere?»

«Non l'ho incolpato. Ho visto i lividi sul braccio di Kevin e, come suo padre...»

«Darren, Charlie non farebbe male a nessuno, lo sai! È un ragazzino di sani principi. Forse tu non lo conosci, ma io sì.»

«Thomas, smettila di vedere mio figlio come il tuo, e guardati attorno! Ti stai occupando delle persone sbagliate!»

Mi trovai in mezzo, tra incudine e martello, sentendomi a disagio.

«Di che parli, eh?»

Il signor Matthew, per fortuna, interruppe il feroce battibecco, con le mani raccolte sullo stomaco, lamentando dei forti dolori che non si erano affievoliti nemmeno con le pillole prescritte. Thomas si avvicinò allarmato e con espressione sofferente l'uomo si piegò sulle ginocchia, venendo sostenuto da entrambi gli uomini.

Mentre lo accompagnarono di sotto, mi fiondai in camera.

Continuing...

Darren scopre il "segreto" di Alyssa...

È incinta di Thomas, ma la ragazza non vuole dirglielo per il fatto che Thomas resterebbe con lei per il bambino.

Darren accusa nuovamente Charlie (non impara mai la lezione) e cosa sarà invece capitato al signor Matthew?

Si sta sentendo male.

Lo scoprirete nei nuovi aggiornamenti de "Il Gioco del Destino" e non mancate!

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