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Il gioco delle apparenze

Layla stava sorseggiando il suo cocktail al bancone, cercando di farsi strada tra i pensieri che la tormentavano. Si era appena trasferita a Valencia per iniziare il suo percorso in Giurisprudenza e, nonostante fosse entusiasta dell’opportunità, la nuova città le sembrava enorme e un po’ intimidatoria. Quella sera aveva deciso di concedersi una pausa. La discoteca, con la sua musica assordante e le luci psichedeliche, sembrava il posto perfetto per distrarsi un po’.

Nel bel mezzo della folla, però, c'era qualcosa che la metteva leggermente a disagio, come se una presenza la stesse osservando. Alzò lo sguardo, in un angolo della sala, dove vide un uomo che la fissava con un sorriso enigmatico. Era alto, e il suo aspetto non passava inosservato: indossava un completo scuro, impeccabile, che gli dava un’aria quasi da uomo d’affari, ma con un non so che di pericoloso. I suoi occhi verdi brillavano nel buio del locale, e Layla non poté fare a meno di notare quel contrasto tra il suo aspetto elegante e il caos circostante.

Mentre cercava di distogliere lo sguardo, sentì una voce bassa e intrigante provenire da dietro di lei. “Ehi, piccola. Sei nuova qui, vero?” disse,un sorriso mezzo sfrontato,mezzo intrigante sulle labbra.

Il tono di Carlos, a metà tra un complimento e una sfida, la fece sobbalzare, ma non riuscì a nascondere una leggera curiosità. Si girò lentamente, trovandosi faccia a faccia con quell’uomo alto e sicuro di sé, che non sembrava avere paura di sfidare le convenzioni. Il sorriso che aveva sulle labbra sembrava quasi divertito, ma allo stesso tempo, c’era qualcosa di misterioso nei suoi occhi verdi, come se stesse leggendo ogni dettaglio di lei.
"Si,sono nuova ma non sono piccola."
Carlos sorrise divertito alla sua risposta. Le piacevano le sfide a quanto pareva,questo lo incuriosiva ancora di più,
Espiro lentamente il fumo della sigaretta,fissandola con uno sguardo che sembrava scavare a fondo.
"Non sei piccola,eh?" Ripetè con tono scherzoso,inclinando leggermente la testa
"allora come ti dive chiamare,cucciola? O preferisci qualcosa di più formale?" Si avvicinò quel tanto che bastava per essere sicuro che lei potesse sentire la sua voce sopra la musica,ma senza invadere troppo il suo spazio. "Io sono Carlos."
E tu come ti chiami,nuova ragazza che non è piccola ?"
"Layla"
"Layla," ripeté lentamente, assaporando il suono del suo nome sulle labbra. "Un nome che si ricorda facilmente."
La guardò con un mezzo sorriso, facendo un cenno verso il bar. "Che ne dici, Layla? Ti offro qualcosa da bere. Prometto che sarà qualcosa all'altezza di una ragazza che non è piccola."
Le porse la mano con naturalezza, aspettando la sua risposta, ma con lo sguardo fisso su di lei, cercando di capire chi fosse davvero questa ragazza che lo stava incuriosendo più del dovuto.
"Non bevo di solito,solo nelle occasioni importanti"
gli dissi,ma ignorai il suo gesto.
Carlos lasciò ricadere lentamente la mano, senza scomporsi, e rise piano, una risata bassa e magnetica. "Occasioni importanti, eh? Allora questa non lo è abbastanza per te?" chiese, alzando un sopracciglio, il sorriso ancora sulle labbra.
Si appoggiò al bancone del bar con una sicurezza naturale, inclinando leggermente la testa mentre continuava a guardarla. "D'accordo, niente drink per adesso. Ma, Layla, lasciami dire una cosa: stasera potrebbe diventare molto più interessante... se mi concedi almeno un ballo."
Allungò una mano verso di lei, questa volta con un'aria più sfacciata. "Niente da bere, solo musica. Che ne dici?"
"Rifiuto l'offerta,ma grazie per il pensiero."
Un sorriso affiorò sulle sue labbra mentre scuoteva leggermente la testa. "Dura da conquistare, eh? Mi piaci ancora di più, Layla."
Si infilò le mani in tasca, inclinando la testa con un’aria divertita. "Va bene, niente drink, niente ballo. Ma una chiacchierata non è un'offerta che puoi rifiutare, vero? Non capita tutti i giorni che qualcuno come me incontri qualcuno come te."
Fece un passo indietro, dandole spazio. "Dove hai imparato a essere così testarda? Dev'essere una storia interessante"
"Dove hai imparato ad essere così sicuro di te stesso?"
Jackson sorrise, come se l'avesse appena compresa. "Ah, quella è una domanda interessante," rispose con tono un po' più serio, ma mantenendo sempre un sorriso affascinante. "La sicurezza viene da dove cresci, da ciò che affronti nella vita, Layla."
Si appoggiò al bancone, guardandola con intensità. "Non ho sempre avuto tutto questo, ma ho imparato a volerlo e a prendermelo. La vita ti insegna a stare in piedi e ad essere il migliore, anche quando ti sembra che tutto sia contro di te."
Fece una breve pausa, come se stesse riflettendo, poi aggiunse: "Ma non è solo questo. A volte, la vera sicurezza viene dalla consapevolezza di quello che si vuole. E io... so esattamente cosa voglio."
Si avvicinò leggermente, ma senza invadere il suo spazio. "E tu, Layla? Cosa vuoi?"quella domanda così diretta mi confuse.
"Devo tornare a casa"
Carlos
Quando Layla se ne andò dalla discoteca, Carlos rimase lì per qualche minuto, osservando la sua figura che si perdeva tra la folla. C'era qualcosa di magnetico in lei, qualcosa che lo spingeva a seguirla, ma allo stesso tempo lo faceva riflettere. Non era come le altre ragazze che cercavano la sua attenzione per interesse o per curiosità. Layla sembrava più forte, più determinata. Eppure, dietro quella facciata di serietà, Carlos intravedeva una parte di lei che voleva qualcosa di più, qualcosa che non riusciva nemmeno a spiegarsi.

Il suo telefono vibrò, interrompendo i suoi pensieri. Era un messaggio dal suo braccio destro, Tony. La mafia non dormiva mai, e Carlos sapeva che non avrebbe potuto permettersi di essere distratto a lungo.

"Devo tornare," pensò tra sé e sé, mentre si alzava dalla sedia. Ma un pensiero persistente lo fece fermare un istante: Ci rivedremo.

La sua mente continuava a tornare a Layla, ai suoi occhi verdi che sembravano nascondere mille segreti. Forse era il momento di rischiare qualcosa, di uscire dalla sua zona di comfort e scoprire cosa si celava dietro quella ragazza così diversa dalle altre.

Mentre si dirigeva verso l'uscita, Jackson non poté fare a meno di sorridere. Cucciola, aveva detto. Piccola, l'aveva chiamata. Eppure, lui sapeva che non era affatto piccola. Layla era un enigma, e gli enigmi erano sempre più affascinanti di qualsiasi cosa.

"Ci vediamo presto, cucciola," sussurrò tra sé, come se fosse una promessa che solo lui avrebbe mantenuto.
Jackson

Carlos, nel frattempo, si era tuffato nel mondo che conosceva bene: affari, telefoni che squillavano incessantemente, ordini da dare e da ricevere. Nonostante fosse immerso in tutto questo, la sua mente tornava sempre a Layla. Non era tipo da pensare troppo a una sola persona, ma lei... lei lo aveva colpito. Era diversa. E il fatto che non gli fosse andata dietro come le altre donne gli aveva dato quella sensazione, quella scintilla che lo spingeva a volerne di più.

Mentre si ritirava nel suo ufficio, in uno degli appartamenti privati della sua famiglia, la sua mente non riusciva a concentrarsi su nulla. La ragazza con gli occhi verdi. Un piccolo sorriso si formò sul suo volto mentre si lasciava andare sulla poltrona in pelle nera. La sua vita era una corsa continua, ma qualcosa in quella serata lo aveva rallentato. Aveva bisogno di vedere di più di Layla, di capire cosa si nascondesse dietro quel sorriso enigmatico e quegli occhi che sembravano sfuggenti.

La sua attenzione fu di nuovo catturata dal suo telefono. Un messaggio da Tony. Un altro problema. Carlos  chiuse gli occhi per un momento. Non c'era mai un attimo di pace. Eppure, non riusciva a scacciare quella sensazione che Layla avrebbe cambiato qualcosa nella sua vita. La verità era che lui non era un uomo che si perdeva nei sogni. Ma quella notte, con quel "magari" di Layla, qualcosa si era insinuato nella sua testa.
Rientrata a casa, Layla si sentiva un po’ confusa. La serata era iniziata come una semplice uscita per rilassarsi, ma si era rivelata molto più intensa di quanto avesse mai immaginato. Jackson. L'uomo che le aveva rivolto quei soprannomi così... familiari, così intimi. Cucciola? Piccola? Non riusciva a toglierlo dalla testa. Eppure, un’altra parte di lei lo trovava inquietante, come se non fosse del tutto sincero.

Dopo una doccia veloce, si fermò davanti allo specchio del bagno, osservandosi. Il suo viso, ancora segnato dal rosso del rossetto che si era tolta, sembrava più serio del solito. Aveva sempre avuto una vita tranquilla, ordinata. Los Angeles era stata un cambiamento radicale, un mondo che non conosceva affatto. E ora c'era Jackson, con il suo fascino oscuro, il suo potere che sembrava pervadere ogni angolo della città.

“Perché non riesco a smettere di pensare a lui?” si chiese, riflessa nel vetro. Non voleva diventare una di quelle ragazze che cadevano nella trappola di un uomo come lui. Ma c'era qualcosa in Jackson che la spingeva a voler capire di più.

“Devo concentrarmi su di me,” pensò, cercando di scuotersi. Giurisprudenza, ricordò. Era lì per studiare, non per lasciarsi distrarre.
Ma una voce nella sua testa le ripeté, come un'eco, le parole di Jackson: Ci vediamo presto, cucciola.

Layla controllò il suo cellulare,un messaggio Layla controllò il suo cellulare,un messaggio da parte di un numero anonimo.da parte di un numero anonimo.
Carlos .

Carlos si appoggiò contro la finestra del suo appartamento, guardando la città che si stendeva sotto di lui. La notte a Los Angeles sembrava avere un'energia diversa, come se ogni strada, ogni angolo fosse permeato di storie e segreti. Eppure, la sua mente era fissa su un pensiero: Layla. Non riusciva a smettere di pensare a lei, ai suoi occhi verdi, al suo sorriso enigmatico.

Il suo telefono vibrò. Era un messaggio da un numero anonimo. Probabilmente un altro affare da risolvere, pensò, ma, quando aprì il messaggio, un sorriso di soddisfazione si formò sulle sue labbra. Era Layla.

"Chi sei davvero, Carlos?"

Era una domanda semplice, ma la risposta che lui aveva in mente non lo era affatto. Per una frazione di secondo, si chiese se avrebbe dovuto raccontarle tutta la verità su di lui, sulla sua famiglia, sul suo mondo. Ma sapeva che non sarebbe stato giusto, non ora. Layla non era come le altre, e avrebbe capito che non poteva semplicemente dirle tutto. Non senza rischiare di spaventarla.

"Solo un uomo che ti ha visto e non riesce a smettere di pensarti."

Carlos si sentiva un po' più vulnerabile con quella risposta, ma era la verità, almeno in parte. E lo sapeva. Non voleva apparire come l’uomo freddo e distante che tutti conoscevano.

Aspettò qualche minuto, guardando il telefono, prima che finalmente la risposta di Layla arrivasse.

Il cellulare di Layla vibrò ancora una volta, e questa volta il cuore le balzò in gola. Era un messaggio da un numero sconosciuto. Non poteva essere lui, vero? Si sentiva un po' sciocca per averci pensato, ma la curiosità la spinse ad aprirlo.

"Solo un uomo che ti ha visto e non riesce a smettere di pensarti."

Il cuore di Layla accelerò. Era proprio lui. Carlos. Nonostante non avesse mai dato segni di volerla rivedere subito, quella frase la colpì. Come aveva fatto lui a capire che non riusciva a smettere di pensarlo? Aveva proprio ragione. Ogni volta che chiudeva gli occhi, lui era lì, nella sua mente, con il suo sorriso enigmatico e il suo sguardo profondo.

Layla scosse la testa, cercando di mantenere il controllo. Non posso farmi trascinare in questo gioco, si disse. Ma, allo stesso tempo, la sua mano scivolò sul cellulare. Scrisse una risposta, ma non sapeva nemmeno lei cosa stesse cercando di dire.

"E se io ti dicessi che non sono pronta per scoprire tutto di te?"

Il messaggio era sincero, ma la verità era che Layla non sapeva nemmeno cosa stava cercando da Carlos. Ogni sua risposta sembrava un passo verso l'ignoto, un cammino che non avrebbe mai dovuto intraprendere. Ma, allo stesso tempo, l’idea di ignorarlo sembrava impossibile.

Quando Carlos vide la risposta, un brivido gli attraversò la schiena. La sincerità di Layla era quasi palpabile, ma c'era anche una sfumatura di incertezza. "Non sono pronta per scoprire tutto di te."

Per un attimo, carlos rifletté. Era la risposta di una donna che non si lasciava trascinare facilmente, e questo lo affascinava ancora di più. Si chiese se avrebbe dovuto rispondere in modo più lieve, più distaccato. Ma sapeva che non avrebbe potuto. Non con Layla.

"Non ti preoccupare, piccola. Ti darò il tempo che ti serve. Ma sappi una cosa: a volte è il tempo che ci cambia."

Il suo messaggio non era solo una promessa, ma una sfida. E carlos sapeva che Layla non avrebbe potuto ignorarlo per molto.

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