[50]•°•No More Secrets•°•
L'imponente edificio della Yuei era uno spettacolo visto al tramonto.
La luce arancione che pian piano sfumava in rosa si rifletteva nella scuola, dando all'ambiente circostante un aria surreale.
Pareva un dipinto. Non ti sembrava nemmeno possibile che quella fosse veramente la scuola che frequentavi.
<Sono fortunata ad essere qui..> riflettesti ad alta voce, appoggiata al tronco di un albero vicino all'ingresso. Da lì avevi una visuale migliore.
<Dovrei rammentarmelo più spesso>
<Hai ragione, tutti gli studenti dovrebbero farlo>
Ti girasti di scatto, vedendo Hitoshi appoggiato ad un muro non molto distante dal tuo albero.
<Hitoshi! Sei tu...> borbottasti dopo un primo momento di sbigottimento <Non ti avevo sentito arrivare>
<Non volevo farmi sentire infatti> ammise il ragazzo, guardandoti un po' malinconico. <Avevi un'aria così serena che non me la sono sentita di chiamarti>
<Hitoshi..> sospirasti mortificata. Sapevi di essere te la causa di quella tristezza. <Io non... Non so come scusarmi per quello che è accaduto oggi pomeriggio>
<Se ti riferisci all'attacco del criminale non ti preoccupare. Nessuno poteva sapere che sarebbe venuto> ti rassicuró. Lo vedesti arricciare le labbra <Sono io quello che dovrebbe scusarsi per due cose>
Lo guardasti interrogativa <Scusarti te? E per cosa?>
<Per prima cosa, per aver origliato la tua conversazione con i professori> disse dispiaciuto. Non che la cosa ti avesse fatto piacere, ma non trovavi necessario che ti chiedesse scusa.
<Secondo, per averti obbligato ad uscire con me>
I tuoi occhi si spalancarono per la sorpresa. <Per avermi obbligata.. A uscire con te?> ripetesti incredula.
Per te non era stato un obbligo. Certo, avresti preferito un uscita da semplici amici senza un secondo fine, ma il termine 'obbligare' era decisamente pesante in quel contesto.
<Non mi hai obbligata!> ribattesti <Te me lo hai chiesto e io ho accettato!>
Si guardó i piedi avvilito <Si ma il mio intento non era quello di passare una giornata da amici> disse confermando ogni tua teoria <Non mi sono comportato bene. Non ti avevo vista parlare con il bicolore per due giorni interi e quindi avevo deciso di farmi avanti, credendo di avere qualche speranza. Ma mi sbagliavo>
"Qualche speranza..." ripetesti mentalmente. Deglutisti il nodo che ti si era formato alla gola, sentendo il senso di colpa aumentare secondo dopo secondo.
"Ti scongiuro... Non lo dire-"
<Mi piaci T/n. E anche da tanto ormai> rivelò finalmente, alzando lo sguardo e incrociando il tuo. Ciò che più temevi di sentire era stato confermato. <Più o meno da quando mi hai dato ripetizioni a inizio anno>
Prima che avessi anche solo il tempo di elaborare una risposta aggiunse sofferente <Ma te provi gli stessi sentimenti per un altro ragazzo, e me ne resi conto al rientro delle vacanze estive>
Le sue parole ti ferivano. Ti mortificava renderti conto del dolore che immaginavi stesse provando in quel momento.
<Hai tanti amici maschi, ma non c'è nessuno che guardi come guardi Todoroki. E questo non mi è mai andato giù>
"Se è così evidente allora perché non se ne é accorto anche lui?" ti veniva da pensare, ma questo questito purtroppo non aveva ancora risposta.
<Non ho la minima idea del perché abbiate litigato, ma ammetto che mentirei se dicessi che mi dispiace>
"Devo rispondere" ti dicesti mentalmente "Non si merita tutto questo silenzio"
<È successo un 'incidende' durante l'esame per la Licenza Provvisoria, e ciò non ha fatto che confermare che lui mi vede come una amica> rivelasti a disagio. Non sapevi se era giusto parlargli di una cosa simile. <Me la sono presa molto, e ammetto di aver esagerato. E lui non sa nemmeno perché io mi sia arrabbiata>
Shinso non era convinto di ciò che dicevi. Nel senso, credeva a ciò che gli avevi raccontato, ma a giudicare da cosa aveva visto il bicolore fare per te, pensava che la vostra fosse solo una grossa incomprensione.
Comunque, cosa voleva fare Todoroki non lo riguardava minimamente.
<Visto che siamo nella stessa situazione, puoi ben capire che effetto mi farebbe la frase 'Vorrei che restassimo solo amici'> disse mettendosi le mani nelle tasche. Quell'affermazione ti fece dolere il cuore.
Non volevi perdere la sua amicizia. Anche se non avevate mai vissuto insieme molte esperienze rimaneva una persona a te cara, e non volevi perderlo. D'altra parte però, eri stata te la prima a pensare, nei giorni precedenti, che l'amicizia fra te e Shoto non sarebbe mai più stata la stessa dopo che ti aveva involontariamente rifiutata.
Sentirti la responsabile di tutto ciò ti faceva sentire ancora peggio.
Ti staccasti finalmente dall'albero, guardandolo malinconica a tua volta
<Quindi vorresti che questo sia... Un addio?>
Improvvisamente il vento si alzò, facendoti provare un po' di brividi.
Avevi ancora addosso la leggera maglia che avevi indossato all'appuntamento.
I capelli del ragazzo si erano arruffati e in quel momento ti ricordarono quelli di Izuku <Non propriamente un addio. Io ci tengo a te, e non intendo arrendermi per un no> ribatté convinto.
<Ho solo bisogno di un po' di tempo per lasciarmi scivolare il rifiuto di dosso> concluse rivolgendoti un ultimo dolce sorriso, prima di voltarsi e andarsene <Perlomeno potrò essere felice di essere stato il tuo primo bacio>
E così finì per lasciarti sola, con un senso di colpa di poco più leggero.
Non era un addio definitivo alla fine.
Non ti sentisti nemmeno di dirgli che in realtà avevi già baciato un ragazzo. Sapevi che era meglio per entrambi abbandonare tutti i pensieri negativi.
Quando anche te lo immitasti, decidendo di tornare nel tuo dormitorio, il ragazzo si girò un' ultima volta. Eri così lontana che ti vedeva a malapena.
<Cara T/n.. Desidero solo che un giorno tu possa guardarmi come guardi lui>
...
Il sole era oramai tramontato, e tutti gli alunni della UA si preparavano per cenare.
I ragazzi di turno quella sera cucinavano accompagnati da un' allegra atmosfera formata dal brusio generale.
L'unico che non era ancora sceso giù era Shoto. Non se la sentiva ancora di scendere giù, aveva ancora una faccenda da sistemare.
"Ce la posso fare.. L'ho promesso a me stesso"
Il bicolore si trovava proprio davanti alla tua porta. Il cuore gli batteva furiosamente nel petto.
Aveva paura. Paura che non gli avresti aperto il tuo cuore.
Si sentiva in colpa per avere origliato, ma la cosa che gli premeva maggiormente era il fatto di non essersi mai accorto prima del tuo dolore.
Te lo avevi aiutato sempre, anche se lui non te lo aveva chiesto. Ora era il suo turno.
Bussò, ma nessuno rispose. Sapeva che la porta era aperta, ma non aveva intenzione di entrare senza il tuo permesso.
<T/n... Sono io...> provò a bussare ancora, ma te non rispondesti. Ciò lo fece preoccupare, e non poco.
Prese un profondo respiro, e provò un'ultima volta. Si mise a sperare con tutto sé stesso.
<Se sei lì, per favore... Fammi entrare> ti pregò da dietro la porta
<Voglio solo parlare>
Per l'ennesima volta, nessuna risposta.
Shoto si sentì tremendamente abbattuto. Eri uscita un attimo? Se si per fare cosa? Tutti gli altri erano scesi giù, e nel corridoio non c'era nessun altro.
"Che mi stia ignorando?"
Il bicolore iniziò a pensare al peggio, ma per fortuna sentí una voce provenire dalla tua camera, accompagnata da del rumore.
<Aspetta un minuto! Arrivo!> il tuo tono frettoloso sollevò il povero ragazzo, che ebbe la conferma che non lo stavi evitando.
Anzi, a giudicare dal tuo tono sembravi sembravi tornata al tuo solito.
<Chi è? Sappi che non ho risposto perché->
Non appena apristi la porta, la voce ti rimase in gola. I tuoi occhi si incantarono su quelli del bicolore, e tutti e due sentiste una gioia indescrivibile nello stesso istante in cui realizzaste che la figura davanti a voi non era frutto della vostra immaginazione.
Teoricamente vi eravate visti e parlati lo stesso giorno, ma ad entrambi pareva di non considerarvi da un eternità.
Al ragazzo venne da sorridere nel vederti rilassata. In quel momento si capiva decisamente che eri uscita da poco dalla doccia, perché avevi ancora addosso il profumo del bagnoschiuma e un asciugamano sulla testa, quello con cui probabilmente ti eri asciugata i capelli.
<Shoto.. Ehi..> dicesti sorridendogli dolcemente <Scusa se non ti ho aperto subito, mi stavo finendo di asciugare i capelli>
<Non ti preoccupare> rispose lui, non dando peso alla faccenda. Si fece nuovamente coraggio e poi prese parola <Vorrei parlarti se non ti dispiace. Non é che..>
Non lo lasciasti nemmeno terminare <Non mi dispiace affatto. Prego, entra> ti mettesti di lato, facendolo passare.
<Ti ringrazio> disse una volta che si sedette sul bordo del tuo letto. Te chiudesti la porta, appoggiasti l'asciugamano e poi ti sedesti accanto a lui, sentendoti finalmente pronta ad affrontare la conversazione successiva.
<Noto con piacere che stai meglio> disse lui, guardando le tue mani <Ti sei potuta addirittura togliere le fasciature>
Te le guardasti anche te, abbozzando un sorriso <Già. Le cure di Recovery Girl sono miracolose> concordasti.
Girasti la testa nella sua direzione, incrociando i suoi occhi. Trovavi divertente, in un certo senso, come un semplice sguardo di quel ragazzo sapeva confortati e metterti in imbarazzo nello stesso momento.
<Ti ringrazio di cuore per ciò che hai fatto oggi> dicesti riconoscente.
<Anche se non si può negare che hai rischiato grosso. Non è un tipo da sottovalutare>
Shoto sembrava cosciente di ciò <Lo so, ma dopotutto...> ti ricordò sorridendoti dolcemente <Te lo avevo promesso>
I tuoi occhi si spalancarono leggermente. Il cuore iniziò a battere alla stessa velocità che impiegarono i ricordi per raffiorare.
Eravate a casa tua quando aveva pronunciato quelle parole, la sera del salvataggio di Bakugo.
"Inoltre, se mai si ripresentasse, non sarai da sola" aveva detto lui con convinzione "Te lo posso assicurare"
Inoltre, per ironia della sorte, era anche il giorno in cui avevi capito di esserti innamorata di lui.
<Che dire... Sei stato di parola> mormorasti ridacchiando lusingata.
Entrambi, senza che l'altro se ne accorgesse, vi prendeste qualche secondo di silenzio e poi diceste in coro:
<Mi dispiace><Mi dispiace>
Confusi, vi guardaste come se foste alieni.
"Questo si che è imbarazzante"
<Perché mai dovresti essere dispiaciuta?> chiese sbigottito, non riuscendo proprio a capire il motivo.
<Potrei chiederti la stessa cosa...> ribattesti te.
<Io lo sono perché ho origliato la tua conversazione con i professori...> rivelò. <Sul serio, non hai idea di quanto mi senta in colpa>
<Non devi invece> lo interrompesti <Molto probabilmente lo avrei fatto anche io se si fosse trattato di uno di voi...>
La tua non era una scusa per alleviare il suo senso di colpa. Ti conoscevi, e sapevi che se i ruoli fossero stati invertiti avresti agito nella stessa maniera.
Decidesti poi di spiegare il perché del tuo dispiacere.
<Sono mortificata per avervi mentito. Io non volevo farlo, ma non avevo altra scelta...>
<Nessuno di noi ce l'ha con te per questo. Te lo posso assicurare>
<Si, però avreste voluto saperlo prima non è così?> chiedesti per controbattere, e il bicolore non poté darti una risposta.
Avrebbe detto una bugia se avesse risposto che non era vero, ma allo stesso tempo voleva farti stare meglio.
Cosa poteva fare?
Di colpo, ebbe un'idea.
<Facciamo così: > disse sicuro di sé <Io ti farò una domanda, a cui tu dovrai rispondere sinceramente, e te farai lo stesso. Per te va bene?>
<Cosa sarebbe, un gioco da campeggio?> ironizzasti. Non che l'idea di dispiacesse troppo, ma era piuttosto insolito sentire Shoto avere una simile idea.
<Puoi chiamarlo nel modo in cui preferisci, ma vorrei che rispondessi seriamente. Ci stai?>
Ci pensasti un poco, e poi finalmente accettasti <Si. Nessun problema>
La domanda che ti pose era facilmente immaginabile <Perché non mi hai detto prima la verità sul tuo potere? Temevi che avrei avuto paura?>
La tua agitazione aumentò nuovamente <In parte è anche per quello in effetti, ma credo che la ragione più plausibile che mi ha spinto a mentire a tutti fino a oggi sia che... In qualche modo... Speravo di ingannare anche me stessa>
<Vuoi dire...> cercò di capire lui <Che provavi a convincerti da sola che ciò che raccontavi era reale? E che il quirk fosse veramente tuo?>
<Beh per quello non ho bisogno di convincermi> commentasti <Non l'ho mai rifiutato perché sono riuscita a farlo mio quasi immediatamente. Provavo a convincermi di non avere mai avuto niente a che fare con il criminale più famoso del secolo..>
Sospirasti, sentendo fortunatamente che la tristezza che provavi prima non era più così forte <Volevo sentirmi... Normale. Credo>
<Non essere ordinari non è per forza un male. Anche se tu fossi nata con un quirk saresti stata diversa>
Il suo voleva essere un complimento, ma inizialmente faticasti a interpretarlo come tale. Aggrottasti le sopracciglia confusa, e Shoto capí di non essersi espresso correttamente.
<Perdonami, non intendevo diversa in senso offensivo!> si agitò. Il modo in cui le sue guance arrossirono leggermente ti fece tenerezza<Io intendevo fuori dal comune. Insomma... Speciale>
"Speciale.." in quel momento anche le tue guance arrossirono "Per lui sono speciale.."
<Grazie per avermi risposto> concluse cambiando argomento. Era arrivato il tuo momento di fargli una domanda <Cosa mi vorresti chiedere?>
Iniziasti a rifletterci con estrema serietà. Quella poteva essere un'opportunità per poter conoscere ancora meglio Shoto, ma non ti venivano in mente domande che avessero una risposta che già non conoscevi.
Poi all'improvviso ti venne in mente di una cosa. Un dubbio che risaliva ai tempi in cui vi eravate conosciuti.
I tuoi occhi scrutarono la bruciatura sul suo occhio sinistro. Ti era capitato spesso all'inizio dell'anno di fissarla, ma più tempo passavi con lui e più ti sembrava un particolare come qualsiasi altro.
Ogni cicatrice aveva la sua storia, e lui non ti aveva mai raccontato la sua.
E così, la curiosità ebbe la meglio <Come mai hai odiato il tuo lato sinistro per così tanto tempo?>
Lo vedesti molto sorpreso. Giurasti anche di vedere un ombra oscurargli le iridi eterocrome, e ciò ti fece pentire di averlo chiesto.
<Scusami, non voglio riportare a galla simili ricordi, ma adesso mi sembri stare molto meglio, e->
<Non ti preoccupare> ti rassicurò. Sembrava tornato come prima <Hai tutto il diritto di saperlo. Sono passati quasi cinque mesi da quando ho iniziato ad usarlo>
Il velo di tristezza minacciò di coprire nuovamente i suoi occhi, ma una volta che questi ultimi incontrarono i tuoi, il dolore si affievolí.
<Hai mai sentito parlare di 'matrimoni di unicità'?> chiese seriamente.
Una brutta sensazione ti pervase.
<No...>ammettesti a bassa voce.
<Dalla seconda e terza generazione hanno iniziato ad essere un grosso problema. Gli individui che possedevano un quirk potente sceglievano e obbligavano al matrimonio un consorte al solo scopo di potenziare l'unicità della generazione successiva..>
Il disprezzo con cui disse le parole successive ti fece tornare indietro nel tempo. Ti sembrava di essere in presenza del vecchio Todoroki che ti sopportava a seconda della giornata.
<Mio padre, con la sua ricchezza e la sua fama, ha convinto la famiglia di mia madre a concederla in sposa. E tutto questo solo per mettere le mani sul suo quirk..>
"E lui avrebbe fatto una cosa così meschina..." pensasti con disprezzo "Per avere un erede come Shoto?"
<Il più grande desiderio di quell'uomo è che io faccia ciò che lui non è mai riuscito a fare, ovvero superare All Might. E per realizzare questo suo egoista desiderio sono stato addestrato sin da bambino> la malinconia nella sua voce ti spezzava il cuore. <Nei miei ricordi mia madre piange sempre...>
La madre. Adesso ricordavi che dopo il Festival dello Sport aveva detto qualcosa a proposito di una persona a lui cara a cui doveva promettere di diventare un eroe.
Sapevi inoltre che non viveva con lui, e che ogni tanto la andava a trovare.
E infine, la parte peggiore arrivò <È stata lei a procurarmi questa bruciatura sai?> disse tristemente <Mi ha versato dell'acqua bollente in faccia, dicendo che il mio lato sinistro era inguardabile>
"Ha sofferto talmente tanto da perdere la ragione e fare del male al proprio figlio?" rimuginasti su ciò che avevi appena sentito "Povera donna..."
Il pensiero che Shoto avesse vissuto quell'inferno nella casa accanto a quella in cui eri cresciuta te ti sembrava quasi incredibile.
<Questo é il motivo per cui ce l'ho con mio padre, e prima, con me stesso. Ma venendo qui ho conosciuto persone che mi hanno fatto capire che vivere solo di rancori non è la soluzione migliore per andare avanti> rivelò, piegando gli angoli della bocca all'insù. <A partire da Midoriya, che mi ha aiutato a capire che non devo trascurare ciò che provo, a Iida, che nonostante a volte prenda i suoi doveri di rappresentante troppo seriamente, è un amico su cui si può contare. Anche C/a e Uraraka mi stanno simpatiche, e il fatto che non siano più intimorite da me mi rende felice. Mi piace anche la compagnia di Kirishima, e perfino quella di Bakugo non mi infastidisce>
Sarebbero potuti passare anche altri trent'anni, ma l'emozione di vedere il suo viso così radioso era forte come la prima volta che glielo avevi visto fare.
<E quella che mi ha aiutato più di tutti sei tu> concluse con tono dolce <Te mi hai fatto capire che non è il quirk a determinare una persona, ma é la persona stessa a dargli valore>
Posò la sua mano sulla tua, e quel calore a te così familiare rischiò di sciogliere il tuo cuore.
<Inoltre mi hai insegnato a fare amicizia, e non starmene sempre in disparte. Dubito che sarei stato quello che sono oggi se non ti avessi incontrata>
Non c'era che dire. Quel ragazzo sapeva sempre cosa dire o fare per farti stare meglio <Grazie Shoto, davvero>
Avevi perso il conto di quante volte lo avevi ringraziato, ma non ti importava. Non ti saresti mai stancata di farlo.
<Non ce n'é bisogno> rispose lui <Però promettimi una cosa>
<Qualunque cosa>
<Da oggi in poi non avremo più segreti. Nessuno dei due> disse solennemente. Sapevate entrambi che era una cosa difficile da mantenere, ma avrwste fatto entrambi del vostro meglio per riuscirci.
<Te sei stata sincera con me e io lo sono stato con te. E sarà così per sempre, d'accordo?>
<Te lo prometto> giurasti senza esitazione.
<Sono felice che sia tutto risolto> sorrise teneramente il ragazzo. Alzò gli occhi al soffitto, come se stesse vagando nei ricordi.
<A ripensarci adesso mi viene quasi da ridere> inizió il bicolore <Nemmeno sei mesi fa detestavo la tua unicità perché era troppo simile a quella di mio padre, e adesso sto lavorando per cercare di utilizzare nello stesso momento entrambi i miei quirk>
<Il tempo passa velocemente quando si è felici> concordasti. Tutti quanti eravate cresciuti in questo arco di tempo. Certo, c'erano stati momenti che avresti voluto volentieri evitato, ma alla fin fine i ricordi felici erano di gran lunga superiori a quelli tristi.
<Hai parlato con gli altri?> chiese Shoto <Intendo riguardo a cosa è successo oggi>
<Ho avuto modo di parlare solo con Hitoshi. Avrei voluto farlo anche con gli altri, ma quando sono tornata qui non erano ancora rientrati> rispondesti pensierosa. Volevi trovare al più presto il momento per parlare con loro, possibilmente non con tutti insieme.
Preferivi parlare con loro un poco per volta.
Il bicolore trasalii quando nominasti Shinso. Avere un dialogo così profondo con te dopo tanto tempo gli aveva quasi fatto dimenticare che eri uscita con lui quel giorno.
<E.. che vi siete detti?> chiese senza pensarci due volte. A quella domanda ti girasti nuovamente verso di lui.
<Intendi... Riguardo a->
<Uscirete insieme ancora immagino, visto che questo primo appuntamento non è finito nella maniera migliore>
La sua voce si era fatta aspra, come se il solo pensare all'argomento lo facesse stare male.
Anche te ti rattristasti un poco, pensando alla triste confessione/addio del ragazzo dai capelli viola.
<Non ci sarà più alcun appuntamento. Né amichevole né... Qualcosa di più> gli comunicasti. Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, non credendo a cosa avevi detto.
<Cosa.. Cosa vuol dire?> domandò
<Prima, fuori da scuola, si è... Dichiarato> l'ultima parola la dicesti a voce molto bassa, non essendo particolarmente entusiasta di dirglielo <E subito dopo ha detto che è meglio se non ci vediamo per un po', perché ha bisogno di tempo persuperare la delusione. Non posso nemmeno dargli torto>
<Delusione?> il suo viso si era come riilluminato <Ciò vuol dire che lo hai..>
<Rifiutato. Si> concludesti la sua frase <Non l'ho mai visto come un possibile interesse romantico>
"A differenza di qualcuno che in questo momento è seduto accanto a me" pensasti, ma ti dovesti mordere la lingua per non dirlo.
<Capisco...> borbottó Shoto.
Non che fosse dispiaciuto del fatto che non vi foste messi insieme, ma in un certo senso gli dispiaceva per lui.
In un certo senso.
Il ragazzo strinse i pugni ai pantaloni, raccogliendo tutto il suo coraggio.
<So che suonerà inopportuno dopo quello che mi hai detto, ma ho urgente bisogno di dirti che-
Il ragazzo venne interrotto dalla notifica di un messaggio. I vostri cellulari, evidentemente, squillavano proprio al momento sbagliato.
<Scusami, controllo solo un secondo> ti scusasti afferrando il telefono. Guardasti il messaggio, e vedesti che era di N/a.
N/a❤️:
T/n, Mina ci ha detto che hai cercato
me e Ochako quando sei rientrata.
Scusa se non ci siamo fatte trovare, potresti scendere adesso o sei occupata?
"Cara N/a in teoria lo sarei.."
<Le ragazze vorrebbero parlarti, è comprensibile> mormorò Shoto. Cercava di parlare normalmente, ma riuscisti comunque a percepire la delusione.
"Ti pareva.." aveva pensato "Finisce così ogni volta che ci provo"
<Vai da loro> ti consigliò <Vorranno vederti con una certa urgenza>
Questo era vero, ma non lo trovavi comunque giusto.
Per una volta volevi portare a termine una conversazione con lui senza venire interrotta.
<Ma Shoto, tu->
<Non ti preoccupare. Finiremo il discorso più tardi> ti tranquillizzò, dovendo controvoglia togliere la sua mano dalla tua.
Si alzò andando verso l'uscita, e nell'esatto momento in cui si girò, entrambi vi sentiste sconsolati.
"Avrei voluto rimanere con te un altro po'.." pensasti disperatamente.
<Dopo ci vedremo, non è vero?> chiedesti pregando per una risposta positiva. Il bicolore annuì.
<Senz'altro> disse <A dopo T/n>
Non appena il ragazzo si richiuse la porta alle spalle, sentì un profondo vuoto nel petto.
"Accidenti.. Questa volta c'ero andato vicino.."
Era riuscito a dirti la verità sul suo passato, e anche a riappacificarsi per i litigi dei giorni passati. E allora perché aveva tralasciato proprio la cosa fondamentale?
Anche te, da dietro la porta della tua stanza, eri pervasa da questo sentimento.
Ripensaste entrambi all'esame per la licenza, e a quando successe quel fatidico fatto che stravolse entrambi i vostri cuori.
Il ricordo del bacio era indelebile per te quanto per lui. Sapevate benissimo che nessuno dei due lo avrebbe dimenticato.
"Che cosa sto aspettando a dirglielo?"
il medesimo pensiero vi si accese nella mente, tanto da far scattare te in piedi, e far girare nuovamente Shoto verso la tua porta.
Se nessuno di voi due lo avrebbe dimenticato, che c'era di tanto male nel provare?
Il ragazzo stava per aprire la porta, ma tu lo precedesti. Purtroppo però, gliela sbattesti direttamente in faccia.
<Eh? SCUSAMI TANTO!> esclamasti quando ti rendesti conto dell'errore <Non l'ho fatto apposta, volevo solo finire un discors- cioè iniziarlo... Nel senso-> iniziati a farneticare, ma Shoto ti interruppe subito.
<Non ti preoccupare, non mi sono fatto niente. E comunque anche io devo parlarti> il tono frettoloso con cui pronunciò queste parole ti fece battere il cuore <Devo assolutamente finire ciò che stavo dicendo prima>
"Non é che..." iniziasti a sperare "Anche lui vuole parlare della stessa cosa?"
Lo sentisti deglutire appena prima di riprendere parola <Sono solo un ipocrita. Ti ho chiesto di essere sempre sincera con me, ma io non lo sono stato con te> rivelò addolorato <E come risultato abbiamo litigato>
Restasti in silenzio, capendo che si riferiva all'incidente dell'esame.
<Non ho mentito sul potere della ragazza. Mi aveva stordito, e non ero pienamente cosciente di quello che facevo> spiegò dettagliatamente <Ma tutto ciò che ricordo era che non avevo più nessun filtro. Ho detto tutte quelle cose perché in quel momento le stavo pensando >
"T/n, sei tu?... Menomale, non mi sarei sentito a mio agio con qualcun'altro"
"Onestamente non mi da fastidio... Mi piace starti vicino"
"Credi che riuscirò mai ad essere così importante per te?"
Il rossore sulle sue guance aumentò, ma riuscì comunque a mantenere un contatto visivo. <Dopodiché ti ho baciata...>
Ripensasti a quanto c'eri rimasta male quando ti aveva detto che lo aveva fatto contro la sua volontà, e quasi non riuscivi a credere che tutto ciò stava accadendo seriamente.
"Che qualcuno mi dia un pizzicotto, non mi sembra vero!"
<Ti ho baciata perché lo desideravo fare. E anche da un po'> concluse finalmente.
Il tuo cuore sembró fermarsi per un minuto.
"Lo desiderava..."
Quella parola venne ripetuta in continuazione nella tua testa, e più realizzavi che l'aveva detta sul serio e più velocemente sentivi il tuo cuore battere.
<Tu mi piaci T/n> disse, chiarendo il concetto <E non più solo come amica. Non riesco più a considerarti tale>
Volevi disperatamente dire qualcosa, per fargli capire che anche te provavi la stessa cosa, ma le parole non uscivano dalla tua gola.
"Se non riesco a parlare allora... C'è solo una cosa che posso fare"
<So di aver detto qualcosa di sconvolgente, ma ti chiedo per favore di credere alle mie parol->
Non gli lasciasti il tempo di finire che ti mettesti in punta di piedi, appoggiandogli delicatamente la mano sulla guancia e dandogli un veloce ma tenero bacio sulle labbra, lasciandolo sbalordito.
"Per certe cose, le parole si possono anche lasciare indietro"
Era la seconda volta che le vostre labbra si toccavano, ma quella fiamma di gioia e sentimento era ardente come la prima volta.
Piano piano, vi separaste, continuando però a guardarvi negli occhi l'un l'altro. Le vostre iridi sembravano incollate come due calamite.
<Avremmo fatto meglio a parlare sin dall'inizio al posto di fare i babbei non trovi?> commentasti sarcastica. Shoto notò che il tuo modo di scherzare era tornato quello che usavi di solito <Ci sarebbero state molte meno incomprensioni>
Eri tornata quella di sempre, e questo lo fece sorridere di gioia.
<È questo lo chiami bacio?> chiese ironico poggiandoti le mani sui fianchi
Aggrottasti le sopracciglia <Scusa se non l'ho mai dato uno in vita mia> rispondesti a tono. Te ne avevano dati due era vero, ma non era stata tua l'iniziativa <Come puoi vedere non sono un'esperta>
<Ma non é stato male> ammise ancora meravigliato. Anche a lui sembrava di trovarsi un sogno <Non mi sarei mai aspettato di essere così fortunato>
"Nemmeno io..."
<Mi piaci Shoto Todoroki> ti dichiarasti <Ormai il termine 'amico' è diventato troppo riduttivo> Nonostante il bicolore lo avesse fatto prima di te, sentire quelle parole gli fece comunque sentire le stesse farfalle nello stomaco che avevi avvertito tu.
<Chissà quanto tempo mi ci vorrà per abituarmi> si domandò Shoto ridendo
<Mi ci sono voluti tre mesi per capire cosa voleva dire veramente essere amici, adesso dovrò imparare ad essere 'qualcosa di più'>
Come risposta alzasti leggermente le spalle <Dubito che dovremmo stravolgere completamente le nostre abitudini> dicesti <Le uniche cose che i fidanzati fanno di diverso dai semplici amici sono baciarsi o uscire insiem-.. Insieme>
Ti ammutolisti per un istante quando realizzasti cosa avevi appena detto.
"Ho appena definito noi due 'fidanzati'.." tutto il sangue affluito in viso ti faceva somigliare ad un pomodoro "Caspita che effetto fa..."
Anche le sue guance si tinsero di rosso, ma l'atmosfera imbarazzante non sembrava infastidirlo.
Al contrario, sembrava divertirlo.
<Non importa quanto ci metteremo. Ho intenzione di essere il miglior fidanzato che ci possa essere. Te lo prometto>
Detto questo, esattamente come pochi giorni prima, ti baciò nuovamente. Chiudesti gli occhi anche tu, mettendogli le braccia al collo.
In quei giorni ti eri chiesta in continuazione se quel sentimento fosse stato giusto o meno, ma in quel momento la sensazione delle sue calde e morbide labbra posate sulle tue, insieme a quella delle sue forti braccia che ti stringevano a sé, era come un sogno. Non potevi e non volevi svegliarti per nessun motivo.
In quell'esatto momento niente sembrava sbagliato.
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