[48]•°•Kitsune•°•
<Cosa... Cosa ci fai tu qui?!> esclamasti incredula. Le tue gambe avevano iniziato a tremare più visibilmente secondo dopo secondo.
L'uomo alzò le spalle, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Nel suo viso era dipinta la stessa espressione apparentemente serafica che era riuscita ad ingannarti fin da quando avevi memoria.
<Sono solo passato per visitarti mia cara T/n. Dopotutto è tanto tempo che non ci vediamo..> il suo tono di voce era freddo e profondo. Nonostante le apparenze, te sapevi bene che dietro quella maschera di calma si nascondeva un pazzo.
<Non me la racconti giusta> borbottó Hitoshi, che prima di parlare aveva provato a mettere a fuoco l'uomo, provando a capire chi potesse essere.
<Chiunque tu sia, sei pregato di andartene>
<E perché mai?> chiese con finta sorpresa e finto dispiacere <Non posso semplicemente salutare una vecchia amica?>
Hitoshi lo guardó di traverso <Dici? A me non sembra che T/n gradisca la tua presenza>
Le labbra di Saibara si curvarono leggermente, e i suoi occhi scrutarono il ragazzo dalla testa ai piedi alla ricerca di ogni minima debolezza.
E, da come pronunciò le parole successive, sembró averla trovata:
<Non male il tuo fidanzatino T/n cara, ma devo dire che il mio preferito resta il bicolore> commentò ridacchiando. Notasti Hitoshi bloccarsi sul posto, avendo ricevuto un colpo amaro.
Ti sentisti gelare il sangue. Come conosceva Shoto? Avrebbe potuto averlo già visto, ma come sapeva della vostra amicizia?
L'uomo si avvicinò ancora di più nella tua direzione, e te istintivamente ti allontanasti. Avresti potuto chiamare aiuto, affrontarlo o chissà cosa, ma sapevi che non avresti retto uno shock simile.
<Non devi avere paura di me, te l'ho già detto no?> mormorò cupamente. Ogni sua parola ti provocava i brividi, come fanno le unghie quando grattano una lavagna.
I ricordi di quel terribile giorno della tua infanzia riaffiorarono. Da allora, niente era più come prima.
<Ho sempre saputo che tu fossi una bambina speciale> continuava con il solito ritmo agghiacciante <Se sei quello che sei ora è solo per merito mio. Dovresti essere grata al tuo sensei>
Da una parte, avresti voluto sputargli in un occhio per avere tradito la fiducia della tua famiglia, ma dall'altra...
<Stai zitto! Non ti avvicinare!> gli intimasti, con voce più bassa di quello che desiderasti <Sei solo un bugiardo traditore!>
Dall'altra trovavi che avesse un minimo di ragione.
<Lasciala stare!> disse Hitoshi, mettendosi fra te e lui. Gli fosti davvero riconoscente per il tentativo, ma temesti per la sua vita. Si trovava davanti ad un pazzo uscito di prigione, non poteva permettersi di fare mosse azzardate.
<Non so chi tu sia o cosa tu abbia a che fare con T/n, ma ti impedisco di fare un altro passo> gli intimò. Qualcosa nel suo tono di voce suonava diverso, tanto più che ti sembró di notare una vena ipnotica in ogni parola da lui pronunciata.
<D'altronde, cosa potrebbe fare un povero morto di fame come te contro due aspiranti eroi?>
La mente ti si illuminò. Non avesti più dubbi.
"Ma certo!" esclamasti mentalmente "Sta cercando di usare il suo quirk!"
Senza farti notare da Saibara, decidesti di dare il tuo contributo al piano di fuga: nascondesti le mani dietro la schiena, afferrando il telefono che tenevi nelle tasche posteriori. Volevi fare come aveva fatto Izuku con Stain, ovvero mandare la tua località a qualcheduno dei tuoi compagni, in modo che chiamassero i rinforzi.
"Accidenti, non mi sono mai allenata abbastanza per questo!"
Purtroppo, sia per te che per il ragazzo dai capelli viola, il tuo ex sensei non si fece ingannare così facilmente.
Interruppe quel breve ma intenso contatto visivo con Hitoshi per poi rivolgersi a te, rispondendo però a lui: <È inutile che proviate a fregarmi con simili giochetti. Io conosco il tuo quirk ragazzo, e inoltre non mi prenderei il disturbo di risponderti in nessun caso>
Hitoshi spalancò gli occhi, incredulo. <Come diamine-?!>
<E per quanto riguarda te, mia cara T/n..> richiamò la tua attenzione, facendoti sussultare <Sono sicuro che sia papino che mammina ti abbiano detto che usare il telefono mentre qualcuno ti parla è da maleducati>
Ti mordesti il labbro, cercando di mantenere le lacrime di frustrazione. Non ce l'avevi fatta. Eri stata fin troppo lenta anche per prendere solamente il cellulare.
<Non la passerai liscia!> dicesti dopo svariati secondi di silenzio glaciale <Te ne ritornerai in prigione, ed anche molto presto!>
<Non fare finta di esserti preoccupata del fatto che io fossi o meno in prigione. So bene che l'adolescenza porta problemi ben più importanti> il tono con cui evidenziò quelle parole ti fece comprendere che riguardasse la tua vita privata, e ciò ti fece preoccupare.
"Oh mio dio... Prima aveva nominato Shoto..." pensasti intimorita. Il solo pensiero che potesse averlo incontrato in qualche modo ti spaventava a morte. "E se avesse intenzione di fargli del male?!"
Prima che potessi aggiungere qualcosa, l'uomo diede un occhiata ai dintorni, come per assicurarsi del fatto che non ci fosse nessuno oltre a voi. O forse il contrario, pensasti.
<Non vi conviene giocarmi brutti scherzi. Non sono venuto qui del tutto solo...>
A quelle parole, perfino Hitoshi sbiancò, avvicinandosi a te come per trovare a sua volta riparo.
Le tue gambe continuavano a tremare senza sosta, tanto che reggerti in piedi sembrava un impresa. Dove trovasti la forza di fargli quella domanda proprio non lo sapesti.
<Chi.. Chi altro è con te?>
L'uomo di guardó di traverso, e un sorriso maligno gli si dipinse sul volto.
<Nessuno di importante...> borbottó incrociando le braccia al petto <Un paio di burattini che mi sono stati regalati da vecchi amici. Nomu freschi direttamente dall'Unione dei Villain>
....
<Ma dove diamine saranno andati!?> nel frattempo, il povero Shoto stava vagando per la città completamente spaesato e senza la benché minima idea su dove tu e Hitoshi vi trovaste.
<Accidenti a me!> continuava a rimproverarsi. I rumori delle auto o delle persone che camminavano sul suo stesso marciapiede erano come un fastidioso brusio di sottofondo per il bicolore, un brusio che non lo lasciava concentrare sulle cose importanti <Se fossi uscito prima li avrei sicuramente trovati all'uscita del cinema...>
Nonostante dicesse così, sapeva che in realtà la cosa più sbagliata che aveva fatto era lasciarti andare. Lui stesso si definiva idiota per questo.
La sera precedente non avrebbe voluto dirti parole così cattive o pesanti, ma non appena gli avevi detto che saresti uscita con un altro ragazzo, la rabbia aveva preso il sopravvento. O per meglio dire, la gelosia.
"Per favore, ripensaci" pensava a ciò avrebbe dovuto dire, anche se ormai era troppo tardi per formularle "Resta con me"
Era esattamente la cosa desiderava maggiormente, ed era intenzionato a dirtelo.
Conoscendoti, sapeva che dopo un uscita ti piaceva sederti in una panchina di un giardino, rilassarti e, la maggior parte delle volte, mangiare qualcosa.
Fortunatamente era riuscito a sapere il nome del cinema perché lo aveva sentito dire da Uraraka e N/a, così sarebbe riuscito a trovare un parco nelle vicinanze in poco tempo.
Durante il tragitto, rimuginava su cosa avesse potuto dirti per convincerti a dargli ascolto.
Era uscito di fretta perché voleva sistemare le cose, ma non aveva riflettuto sul modo con cui fare tutto ciò.
Non poteva semplicemente apparire dal nulla e portarti via.
"Potrei provare a parlarle quando rimane sola, sempre sperando che quella sanguisuga dai capelli viola la lasci sola per almeno un minuto..." pensó amaramente, non potendo sopportare il modo in cui Shinso si approcciava a te.
Insomma, si credeva tanto superiore al resto della classe e detestava tutti, ma con te si fingeva educato e amabile solo perché aveva una cotta per te.
Ancora non riusciva a capire come mai tu fossi uscita con lui. Uno come Shinso, a suo parere, non sarebbe mai potuto essere il tuo tipo.
Più proseguiva nella giusta direzione, meno persone incontrava sul suo cammino. Da una parte, il fatto che non ci fosse meno gente attorno a lui lo faceva stare meglio, ma dall'altra, quella via silenziosa che terminava in un parco così grazioso e assurdamente pacifico lo metteva a disagio.
Non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse.
Il parco non era particolarmente grande, quindi quando non riuscì a localizzarti subito iniziò a preoccuparsi.
Non poteva essersi sbagliato. Non avrebbe saputo dove cercarti altrimenti.
Si guardó un po' intorno, vedendo una signora che guardava il figlio giocare sullo scivolo.
In una situazione normale non sarebbe certamente andato a chiederle niente, ma vista la fretta, decise di farlo:
Le si avvicinò e le chiese, il più gentilmente possibile <Mi scusi signora, saprebbe dirmi se ha visto due ragazzi della mia età passare da queste parti?>
La donna, una volta giratasi nella sua direzione, si tenne il mento con due dita, come se ci stesse seriamente riflettendo. <Due ragazzi hai detto?>
<Non sono due maschi, una di loro e una femmina> rispose prontamente <Il ragazzo ha i capelli giola disordinati, mentre la ragazza li ha c/c> spiegò, mimando anche la tua altezza, per farle capire meglio di chi stesse parlando.
<Grazie mille per la descrizione. Credo proprio di avere visto le persone che stai cercando..> rispose finalmente la donna, dopo esserselo ricordato.
Il volto di Shoto si illuminò <Davvero?! E dove sono?!> chiese non potendo più attendere.
La donna gli indicò un punto impreciso alle loro spalle, verso i confini del parco. <Li ho visti andare da quella parte una ventina di minuti fa, insieme ad un altro signore>
Shoto corrugò le sopracciglia <Un altro signore? Intende dire che è andato nella loro stessa direzione o li ha proprio seguiti?>
La donna fece spallucce, guardandolo dispiaciuta <Mi spiace, non saprei dirtelo con precisone, ma mi è sembrato abbastanza intenzionato a non perderli di vista> gli raccontò cosa aveva visto <Non ho fatto molta pubblicità, ma non mi convinceva moltissimo. Era anche tutto vestito con abito scuri e coprenti, quasi come se non volesse farsi riconoscere... Cielo, spero di essere nel torto...>
La donna continuò a mormorare fra sé e sé tutte le possibili identità dell'uomo, ma Shoto ormai non la stava più ascoltando. Aveva un idea di chi poteva essere, ma sperava ardentemente anche lui di stare sbagliando.
<La ringrazio infinitamente per l'aiuto, è stata molto gentile> disse facendole anche un inchino sbrigativo. <Figurati figliolo, ma mi raccomando, fa attenzione! Non vorrei che->
Non aveva nemmeno finito di parlare che il ragazzo si era diretto a passo spedito nella direzione precedentemente indicata.
"Dio ti prego..." pensó affrettando il passo più che poteva "Fa che non le sia successo nulla..."
E così, dopo pochi minuti, intravide tre figure poco più avanti a lui.
Tutte e tre sembravano rispondere alla descrizione datagli dalla donna.
Riusci a riconoscere Shinso avvicinarsi a te, arretrando sempre più dallo sconosciuto.
Istintivamente si nascose dietro uno dei tanti alberi, iniziando ad ascoltare cosa l'uomo staba dicendo.
<Nessuno di importante...> aveva borbottato incrociando le braccia al petto <Un paio di burattini che mi sono stati regalati da vecchi amici. Nomu freschi direttamente dall'Unione dei Villain>
Oramai non gli servivano altre prove per capire la sua identità:
Vi trovavate difronte a Saibara, tuo ex maestro dinarti marziali nonché l'uomo che aveva cercato di rapirti quando eri ancora solo una bambina.
Senti il sangue ribollirgli nelle vene:
Non sarebbe rimasto lì a guardarlo mentre provava a spaventarti.
La voce che sentí subito dopo fu la tua, e il suo cuore si strinse non appena sentí la tua disperazione e il tuo terrore <Sei in combutta con l'Unione dei Villain?>
<Più che in combutta sono un loro vecchio alleato di lunga data> spiegò precisamente. Lo sguardo che ti lanciò fu disarmante, tanto che ti sentisti mancare il pavimento da sotto i piedi. <Tu in particolare dovresti sapere che conosco bene il loro grande boss>
In nemmeno un secondo, tutte le immagini e i ricordi del giorno peggiore della tua vita raffiorarono, e ti lasciasti cadere a terra.
<T/n!> ti chiamò Hitoshi, ma te non rispondesti. L'unica cosa su cui riuscivi a concentrarti era la paura che ti aveva fatto aumentare il battito cardiaco cento volte più forte.
<Lui è in prigione adesso...> dicesti sentendo la tua voce sul punto di infrangersi <All Might lo ha sconfitto... Tu non vali niente senza di lui..>
<È davvero così?> disse alzando un sopracciglio in tono scettico <O è solo il tuo modo per affrontare la realtà, mentendo continuamente?>
La sua voce era sempre più basse, e le sue parole più taglienti di un rasoio. Sentivi tutto il tuo autocontrollo vacillare sempre più, sul punto di andare perso.
<Non é che in realtà, sei te quella che non vale niente senza me o il grande All for One?>
Ti mettesti le mani sulle orecchie, non potendo più sopportare la sua voce.
<Falla finita!>
<Allontanati immediatamente razza di rifiuto umano!>
In un batter d'occhio, veniste avvolti da una barriera di ghiaccio. Saibara, che tutto si sarebbe aspettato tranne che questo, provò a indietreggiare, ma i suoi piedi vennero intrappolati in quella barriera glaciale.
"Ghiaccio..?" ti togliesti le mani dalle orecchie e ti girasti. Non appena i tuoi occhi incontrarono quelli del vostro salvatore il tuo cuore iniziò a battere tre volte più forte di prima.
<Shoto!>
Il ragazzo era uscito dal suo nascondiglio e vi aveva raggiunti, riuscendo a cogliere di sorpresa il criminale.
<Scusate se ci ho messo tanto> disse il ragazzo, rivolgendosi a te e Hitoshi <State bene?>
<Noi si ma...>
La sorpresa era così tanta che non sapevi nemmeno che cosa dire.
Al contrario di te, Hitoshi sembrava un po' contrariato. Certo, vi serviva aiuto, ma lui era forse l'ultima persona che voleva vedere.
<E i nomu?> chiese <Li hai già abbattuti?>
Shoto aggrottò le sopracciglia <Nomu? Non ne ho visto nemmeno uno> rispose confuso
<Cosa!?> esclamasti incredula <Ma.. Allora->
Venisti interrotta da una malefica risata. Per l'ennesima volta in quella giornata, sentisti la rabbia crescere a dismisura dentro di te.
Il tuo autocontrollo stava decisamente vacillando.
<Come siete ingenui voi bambini> disse l'uomo, guardandovi dall'alto in basso.
Mise la mano sulla lastra di ghiaccio alle sue spalle, e in tre secondi essa scomparve completamente.
I due ragazzi spalancarono gli occhi, mentre te restati sulla difensiva, conoscendo già il suo quirk.
<Soprattuto te T/n, dovresti saper riconoscere un mio piccolo bluff>
Quello fu il punto di rottura. Ne avevi abbastanza.
"Sensei.. Cosa stai facendo?!" i flashback continuavano ad offuscarti la mente.
"Fidati di me cara T/n. Con questo potere diventerai l'eroina più forte di sempre"
Ne avevi abbastanza. Non avresti più avuto paura.
Anche se ciò voleva dire rivelare il tuo segreto.
E così, con sorpresa di tutti i presenti, iniziasti ad attivare il tuo potere.
Lasciasti che le fiamme ti avvolgessero, con quel calore ormai a te familiare. Aumentasti sempre di più la potenza, fino a quando qualcosa in te cambiò:
I tuoi occhi erano color fuoco ardente, e il tuo corpo era come inglobato da un'aura del medesimo colore. Sembrava che avesse sembianze volpine.
Shoto e Hitoshi indietreggiarono, come se fossero spaventati. Nessuno dei due ti aveva mai vista così.
<T/n...>
L'unico che gioiva di questa improvvisa piega degli eventi fu proprio Saibara, che dopo un primo momento di stupore, piegò le sue labbra in un sorriso fra il sadico e il fiero.
<Quale gioia... Non mi aspettavo certamente di vederti usare il cento per cento del tuo potere in una simile occasione> commentò allontanandosi sempre più da te.
<Padroneggi il potere Kitsune alla perfezione>
<Non mi importa niente dei tuoi complimenti> ribattesti glaciale. Sentivi le tue energie abbassarsi sempre di più. Non esserti mai spinte oltre un certo limite certo ti rendeva più difficile controllarlo.
<L'unica cosa che volglio è spedirti in prigione, una volta per tutte!>
Ti buttasti verso di lui, ma i tuoi movimenti erano più lenti del solito.
L'uomo evitò un tuo pugno, e quando provasti ad evocare una barriera per imprigionarlo, venisti presa alla sprovvista da un vortice nero:
Non facesti nemmeno in tempo ad identificarlo che ti ritrovasti per terra, ad almeno una decina di metri più distante da dove eri prima. L'impatto con il suolo fu così forte che perdesti la concentrazione e le fiamme che avvolgevano il tuo corpo si spensero.
"Che cosa?" chiedesti stordita "Da dove è spuntato quel vortice?!"
<T/n! Stai bene?> i due ragazzi si erano avvicinati per vedere se stavi bene, ma te non rispondesti.
Non appena ti rialzasti e fosti in grado di mettere a fuoco, vedesti uno dei villain che vi aveva attaccato allo USJ. L'uomo che poteva creare degli warp gate, Kurogiri.
<Sapete...> inizió Saibara, con tono da sbruffone <Effettivamente non mi ero portato dietro dei Nomu, ma come potete vedere non sono venuto qui del tutto da solo>
<Ho visto abbastanza per oggi. Dobbiamo andare via adesso> tagliò corto Kurogiri, avvolgendo sé stesso e Saibara in un altro vortice.
Shoto provò a congelarli prima che scomparissero, ma fu troppo tardi.
I due uomini se ne erano andati con la stessa velocità con cui erano apparsi, lasciando i due ragazzi con la mente piena di dubbi, e te con una ferita alla testa e l'orgoglio ridotto a pezzettini.
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