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yuki-onna

- Ehi, ciao Narumi! Narumi? Narumi! Narumi, ma sei sveglia o hai scoperto il segreto dei pesci e ora riesci a dormire a occhi aperti? -

Come avrete intuito, il mio nome è Narumi.
La ragazza dalla lunga chioma color biondo platino e il volto di porcellana di fronte a me invece è Yukiyo.
O, come preferisco definirla io,
Yuki-onna.

Avete presente le yuki-onna?
Sono gli spiriti delle donne morte assiderate in mezzo alla neve.
Si dice che appaiano di notte in montagna o nei sentieri innevati e che siano bellissime, dai capelli lunghi e la pelle pallida, tanto affascinanti da riuscire a sedurre chiunque abbia la sfortuna di incappare in loro.
Ma al tempo stesso sono spaventose e incredibilmente crudeli.
Una volta individuata la preda, dopo averla ammaliata con dolci parole, la fanno fuori senza un briciolo di compassione.

Ecco, io sento che Yukiyo sia una yuki-onna mancata.

Quando si staglia di fronte al mio banco, con la lunga chioma illuminata dal sole, questa si illumina e diventa ancora più candida di quanto già non sia, dando l'impressione di essere gelida, ma al tempo stesso morbida, esattamente come la neve.

Ma adesso, prima di continuare, fatemi aprire una piccola parentesi.

Nonostante ciò che avete letto nello scorso capitolo, riguardo la noia che io provo nei confronti della vita (e anche della morte a dire il vero), non per questo dovete pensare che tratti tutto con noncuranza e disattenzione.
Affatto.
Anzi, forse si può dire che siano proprio i particolari ciò in cui mi ritrovo a soffermarmi più spesso.
Il problema è che mi ci soffermo fin troppo e così spesso e volentieri capita che io rimanga a fissare un determinato oggetto o una persona per minuti interi, studiandone i dettagli che più catturano la mia attenzione.
E finchè si tratta di un oggetto o di un animaletto trovato per strada non credo ci siano problemi, ma quando l'oggetto della mia attenzione è una persona le cose sono leggermente diverse.
Voglio dire, a voi non farebbe inquietudine voltarvi e scoprire uno sconosciuto intento a fissarvi?

Io non sono una stalker, questo è poco ma sicuro.
Non mi sono mai messa a pedinare la gente o a cercarla sui social (anche perchè non ne ho nessuno), ma spesso e volentieri rimango ad osservare a lungo le persone che passano per strada o si siedono di fronte a me sulla metro o si mettono di punto in bianco davanti al mio banco, chiamandomi ripetutamente alla ricerca di attenzioni.
Peccato solo che queste siano già state attirare dai sopracitati capelli.

Lunghi e sottili fili biondi, che risplendono biancastri alla luce del sole, come i fili della tela di un ragno.

Ecco, attenzioni intrappolate in quella tela di ragno che sono i suoi capelli.
...O magari impantanate in mezzo alla neve?

Ora che ci penso, non avevo aperto una parentesi poco fa?
Temo di aver dimenticato di chiuderla...
Ad ogni modo, voi fate finta che l'abbia fatto, perchè probabilmente se mi mettessi a rileggere daccapo tutto ciò che ho scritto fino a questo punto, me ne dimenticherei di nuovo, o più probabilmente non riuscirei semplicemente a trovare il punto più adatto in cui chiuderla.
Come trovare un attimo di tregua in mezzo a questo flusso continuo di pensieri?
Sarebbe come cercare di costruire una diga con dei ramoscelli nel bel mezzo della rapida di un fiume.

Ma ad ogni modo, ora sto decisamente divagando.
Meglio provare a tornare al punto di partenza.

Ovvero alle yuki-onna.

Ecco, io non credo che Yukiyo somigli a una di loro unicamente per i suoi capelli.
A dirla tutta mi sono accorta di quanto somigliassero ad un manto di neve solo dopo aver deciso che lei fosse una donna delle nevi mancata.

Il motivo principale per il quale ho preso una decisione del genere è il suo carattere.
O almeno quel poco che mi è dato conoscerne.

Yukiyo è una di quelle persone che vogliono essere costantemente al centro dell'attenzione, sempre e comunque sotto i riflettori.
Non credo di averla mai vista piangere o arrabbiarsi per qualcosa, tutt'al più può arrivare a infastidirsi un po'.
Inoltre è circondata da gente dalla mattina alla sera, quasi fosse incapace di stare da sola per più di quei due o tre minuti che ogni giorno a ricreazione passa in bagno.
È una di quelle persone agiscono d'istinto, senza pensare più di tanto alle conseguenze delle loro azioni o alle ripercussioni che queste potrebbero avere sulla gente che hanno intorno.
Diciamo che non pensa molto e basta, o perlomeno, se in realtà lo fa, non lo da molto a vedere.
Eppure, nonostante ciò, è costantemente ammirata, adorata, quasi oserei dire "venerata", da chiunque possa, non saprei dire se per fortuna o sfortuna, incappare in lei.
E una volta che sei diventato la sua vittima non potrai sfuggirle, perchè ti perseguiterà dalla mattina alla sera, ti manderà cento messaggi al minuto, ti chiamerà nel cuore della notte chiedendoti di farle compagnia, sbatterà le ciglia neanche le fosse finito qualcosa in un occhio e porterà con gesto accuratamente studiato una ciocca dei lunghi capelli biondo platino dietro l'orecchio, mentre ti ascolta annuendo leggermente con il capo, unico attimo di attenzioni che ti riserverà prima di riprendere a parlare.
E quella voce, rapida, dolce e ammaliante, ma al tempo stesso a lungo andare a dir poco martellante e fastidiosa, ti perseguiterà fino alla fine dei tuoi giorni, al punto che te la ritroverai nei tuoi incubi peggiori.
E non ci sarà modo di sfuggirle perché alla fine in qualche modo, volente o nolente, ti troverai davvero ammaliato da lei e non ti sarà più possibile mandarla via fino a che lei non ti avrà svuotato completamente, da cima a fondo, per poi passare al prossimo povero sfigato.

Come faccio a saperlo?
Facile.
Sono una di quei poveri sfigati.

Peccato solo che con me non funzionerà. Perchè, nonostante la loro bellezza a dir poco ammaliante, c'è qualcosa che tradisce le yuki-onna, rivelandole fin da subito per i mostri spietati che sono realmente: i loro occhi.
Questi sono terrificanti, vuoti, spaventosi. Come buchi neri, pronti a risucchiarti l'anima.

E lo stesso sono quelli di Yukiyo.
Due pozzi neri senza fondo.
Due profondi eterni abissi di tenebre.
Gli abissi di tenebre senza fondo più vuoti che io abbia mai visto.

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