Corsi al campo di battaglia più velocemente che potevo, ma nonostante sapessi già cosa mi attendeva non ero ugualmente pronto. Appena vidi il suo corpo insanguinato ed immobile mi sentii vuoto dentro, ed ebbi l'impressione di precipitare ancora e ancora, all'infinito. Mi gettai a terra, accanto a Patroclo, e in quel momento tutto scomparve, vedevo solo lui, morto. Le lacrime cominciarono a scivolarmi lungo le guance, prima lentamente e poi copiosamente, sempre più numerose. Iniziai ad urlare, in preda ad un dolore immenso, presi della polvere da terra e me la sparsi prima sul volto, poi non bastandomi mi ci gettai completamente. I miei occhi sapevano perfettamente quello che vedevano, ma il mio cuore non voleva crederci. Mi strappai i capelli e continuai a gridare, sperando che insieme alla mia voce andasse via anche il dolore. Avvertii la presa di Antiloco sulle mie mani, che mi tratteneva dal gesto estremo che avrei potuto compiere. E in quel momento seppi che sarei stato io ad uccidere Ettore, l'autore di tutto questo. Dovevo farlo per lui, per il mio compagno e fratello. Dovevo farlo per Patroclo.