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-Capitolo speciale Maniaco

Bentornati in un nuovo capitolo sul disagio!

Siamo già alla 60 parte di questa raccolta *si asciuga una lacrimuccia* come passa il tempo! Pensare che ho iniziato a scriverlo il novembre scorso, avevo perso la corriera e mentre tornavo a casa ho deciso di scrivere il primo capitolo e ora paf! Siamo alla 60 parte della raccolta più deficiente e disagiata di wattpad. Devo ringraziare voi piccoli unicorni, soprattutto quelli che mi fanno morire ogni volta che commentano e mettono una stellina. Siete dei geni caspio!

Cooooomunque dato il piccolo traguardo e i primi 6 mesi di questa raccolta volevo dedicare un piccolo capitolo a delle stupidate su Maniaco. Quel ragazzo mi da tanta di quella ispirazione che un capitolo non basta.
Boh spero che questo disagio mentale che mi è partito possa risultare carino :3

Ah, già che ci siete ignorate la cattiveria di wattpad nel girarmi le foto, lo odio proprio D:

Avvertenze: questo capitolo è esageratamente lungo e scritto per apparire quasi normale (rido). Il primo mini racconto è sul genere libro giallo, mi è venuta l'ispirazione un giorno quindi l'ho scritto qui dato che parla di Maniaco killer felice. La seconda parte è una cazzata che in questo libro ci sta. Come al solito consiglio di leggerlo anche se non c'entra un' emerita mazza (o quasi) con il resto della raccolta.
Buona lettura!

Creepypasta su Maniaco.

Girava voce che ci fosse un killer in città, quando seppi della leggenda metropolitana non erano ancora state trovate prove ma erano sparite delle persone. La prima volta che sentii parlare di questa leggenda metropolitana sguscai fuori dal bar in cui mi trovavo alla ricerca di informazioni, la questione mi intrigava come poche cose prima di quella. Iniziai il mio giro parlando con amici e parenti delle persome scomparse, mi presentaii come un amico di vecchia data appena arrivato in città per l'improvvisa scomparsa delle vittime. Ascoltai varie persone con determinato interesse, più sentivo parlare delle persone scomparse e più ero convinto che l'unica cosa che le accumunasse fosse la loro "felicità". Tutti quelli con cui parlavo definivano le vittime come persone felici e raggianti.
I conti non tornavano, può una persona ucciderne un'altra solo perché essa è felice? A cosa puntava quel killer? Forse voleva impadronirsi della loro felicità o forse li invidiava? Lasciai la casa dell'ultima vittima con queste domande che mi tormentavano, all'epoca pensai persino di essermi immaginato tutto. Povero illuso.

Ebbi la prova certa, io come il resto della città, che ci fosse un killer quando ritrovarono tutte le vittime in un unico posto. Il ritrovamento più macabro della storia dicono, posso solo confermare.
Furono ritrovate dieci persone crocifisse con occhi e bocca cuciti a formare un raccapricciante sorriso. Quel giorno la leggenda metropolitana diventò una realtà che portò il terrore nell'intera città.

Passarono i mesi e le vittime si susseguivano una dietro l'altra a intervalli irregolari, più andava avanti il tempo meno vittime c'erano. Iniziavo anche io a convincermi che l'unica cosa in comune di quelle vittime fosse la felicità. La questione stava diventando sempre più macabra.

Un giorno andai a trovare degli amici di vecchia data, abitavano poco fuori città e il killer non li spaventava minimamente. Vivevano nella loro quotidiana felicità come se nulla fosse ma non quel giorno, quel dannato giorno successe tutto quello che nessuno si aspettava. Dannato me che decisi di andarli a trovare.

Partii il pomeriggio sul tardi, il lavoro mi aveva trattenuto più del dovuto e avevo avvertito la coppia del mio ritardo. Con tono felice e rassicurante mi dissero di non preoccuparmi e così feci, perché dovermi preoccupare di un ritardo?

Arrivai con circa un'ora di ritardo, il traffico opprimente aveva aggravato la situazione in cui mi trovavo. Il solito dannato traffico dei momenti meno opportuni.

La prima cosa che notai fu la porta aperta, era appena passata l'ora di cena e non era decisamente normale. Sperai in una dimenticanza ma l'istinto diceva il contrario. Entrai con circospezione, mi sembrava inutile far finta non fosse successo niente. Appena entrato trovai l'entrata del tutto deserta, avanzai fino al salotto e vidi la porta semichiusa. La aprii con il cuore in gola, dei suoni ovattati provenivano da dietro di essa. Con orrore notai due corpi stesi a terra ed una terza figura accucciata sulle ginocchia poco distante da essi. In quel momento pensai di star per morire, l'agghiacciante figura teneva in mano un coltello e ridacchiava in modo sadico. Di quando in quando iniziava con la sua cantilena "Adesso chi è il più felice?"
Mi scappo un gemito di terrore e la creatura si girò, sembrava umano tranne per l'inquietante fatto che piangeva lacrime nere. Arretrai spaventato sbattendo contro un mobile, quell' essere umano aveva qualcosa di follemente strano. Almeno era umano?

La creatura si avvicinò lentamente con le braccia lungo i fianchi, si tagliava le gambe con il coltello malfermo nella mano e sorrideva, Dio e che sorriso. Le guance erano prolungate con inquietanti tagli che arrivavano quasi a sfiorargli le orecchie coperte di morbidi ciuffi di capelli, formavano un sorriso che ad essere sincero Jeff the killer niente. Si avvicinò fino ad inchiodarmi contro il muro e si rimise a intonare la sua stonata cantilena "Adesso chi è il più felice? Eh eh? Chi è il più felice?" la voce gracchiante che continuava a risuonarmi nelle orecchie.

Ne stavo uscendo pazzo, pensavo di essere spacciato e i ricordi di una vita stavano già iniziando a farsi strada insieme alle lacrime. La creatura si ritrasse quasi spaventata, la guardai con più attenzione e più lucidità. Non ero pronto a morire e quella creatura non sembrava intenzionata ad uccidermi, fosse stata la mia giornata fortunata?
Mi mossi di lato verso la porta lentamente, con tutto il coraggio che avevo mi girai e mi misi a correre verso la porta. Sulla soglia ormai in lacrime sentii la voce della cretura dietro di me, sbiancai con ancora la mano appoggiata alla maniglia. Avevo sentito bene?
In preda al panico fuggi lasciandomi la casa dei miei amici alle spalle, non ci sarei mai più tornato ne ero certo.
I miei amici furono le ultime vittime conosciute, a quanto pare la creatura dopo di loro si era ritirata dalla ribalta della cronaca nera. I giornali parlarono del Killer del sorriso per mesi, alcuni continuano ancora oggi a cercarlo. Sapessero quello che so io, avessero visto quello che ho visto io.

Ho deciso di raccontare la storia del Killer del sorriso perché l'ho rivisto un paio di settimane fa, era completamente umano ma so che era lui. Ho sentito un brivido freddo quando ho incrociato il suo sguardo, quando ha sorriso mi sono sentito morire. A quanto pare è tornarno, anzi lo so per certo. So che lui è qui dietro di me e so che lui vuole uccidere tutte le persone felici. Pensavo che magari fosse sparito per sempre, puf! O qualcosa del genere, invece è qui dietro di me ad aspettare che finisca di scrivere la mia storia. Non aspetta altro, vuole che tutti conoscano la sua storia. Tutti devono temere il Killer del sorriso. Anche tu, sta attento a quando sorridi.
Ora ripenso alle parole che mi rivolse prima della mia fuga, ha mantenuto la sua promessa. Ha aspettato tutto questo tempo che tornassi felice solo per uccidermi, che ironia la vita. Trovi la felicità solo per perderla di nuovo.

~Lettera trovata nell'appartamento della tredicesima vittima del Killer del sorriso, caso ancora in corso. Prove a carico di ignoto.

Il prode maniaco avventuriero.

Il mercoledì più brutto della vita di zia Nihal è stato anche uno dei più avventurosi per Maniaco.

Tutto iniziò durante le ore di motoria, dopo ripetuti scleri di zia Nihal sul fatto che era stata seduta vicino al Pinguino (via con gli scleri e le ship) e gli esercizi che le stavano altamente sulle scatole, la prof decise di mandare i prodi alunni della 1H a cercare quadrifo- volevo dire a giocare a volano in cortile.

L'allegro gruppo di quattro personcine composto da zia Nihal, la Scaramosca, Maniaco e una tizia a caso, stava allegramente giocando fra un'imprecazione e l'altra. Sembrava una giornata come al solito: la Scaramosca non riusciva a colpire i volani, Maniaco esagerava sempre, la tizia non ci provava neanche e zia Nihal faceva fail assurdi provando a giocare decentemente.

Ad un certo punto la Scaramosca per magia colpì il volano che per disgrazia finì col incastrarsi su un ramo. Si scatenò il bordello.

Dalla folla sclerante emerse Maniaco, il prode avventuriero iniziò i suoi tentativi di recupero del volano con lanci della racchetta contro il ramo. Solita fortuna volle che pure la racchetta rimanesse incastrata nel ramo. La folla di gente ricominciò a dare i numeri.

La prof attirata dai versi animaleschi della classe trotterellò come un'oca verso il gruppo. Dopo aver analizzato la situazione decise che l'unico modo per recuperare volano e racchetta senza altre vitime fosse usare una pallina da tennis. Si fecero avanti prodi compagni che uno dopo l'altro provarono a lanciare la palla. Fu il turno di Maniaco e dopo ripetuti lanci riuscì a recuperare la racchetta.

Continuarono con i tentativi di salvataggio del volano ancora per mezz'ora, la prof che ormai si era arresa, aveva dato il permesso di tornare i palestra ma Maniaco non si arrese. Il gruppo di quattro personcine rimase fuori a provare a recuperare il volano che finalmente, dopo un preciso lancio di bastone da parte di Maniaco, cadde a terra facendo partire grida di giubilio.

Il gruppo guidato dal prode avventuriero rientrò in palestra con passo trionfale. Anche questa volta non si erano arresi e ce l'avevano fatta, dentro i loro petti cresceva un sentimento di vittoria e felicità. Avevano perso e recuperato un volano tutto nello stesso giorno, fu una grande giornata per tutti, zia Nihal a parte.

Bene bene unicorni siete arrivati alla fine di questo speciale! Bravi quelli che l'hanno letto tutto, per scriverlo ci ho messo tutto il tempo che sono stata dalla parrucchiera :'D Adesso ho di nuovo i capelli viola! Mi sento più parte dell'artistico così u.u

Beh spero vi sia piaciuto e ringraziamo Marcozzolo per portare tanta ispirazione alla sottoscritta.

Bye little unicorns!

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