A spasso col cane
Appoggiai l'orecchio alla pancia di Rose ascoltando il suo respiro.
-è ancora presto perché tu lo possa sentire!- disse Rose accarezzandomi i capelli. Io sorrisi baciandogli quel piccolo rigonfiamento che ormai era mio figlio. Mio figlio. Ancora la cosa mi sembrava così irreale.
-magari nostro figlio sarà più precoce. Non possiamo saperlo- dissi.
-certo. E adesso il cane imparerà ad andare in bagno da solo e magari ad abbassare anche la tavoletta del water- disse lei ironica. Gli baciai il collo mentre ancora sghignazzavo.
-a proposito, Scorpius il cane si deve uscire- disse guardandomi.
-e quindi?- domandai ingenuamente.
-quindi, se non vuoi qualche suo ricordino nel salone potresti uscirlo- disse semplicemente.
-e perchè io? Io non lo voglio nemmeno in casa! Figuriamoci se lo devo portare a fare i suoi bisogni in giro- ribattei. Ma poi guardai Rose che mi guardava con gli occhi dolci, imbronciata.
Mi accarezzò il braccio e salì fino al collo e poi alla guancia, lenta, sensuale, fissandomi ancora con quello sguardo.
-per favore- disse.
Sospirai scuotendo il capo.
-no. Mi rifiuto totalmente!- dissi convinto.
Poteva almeno sbrigarsi però....
guardai quel mostriciattolo che tentava di trascinarmi in giro tirandomi per il guinzaglio.
Rose era perfida. Non poteva davvero avere un controllo su di me così incredibile.
Insomma, come diavolo era riuscita a convincermi?
Sbuffai mentre il cane mi guardava scodinzolando, sedendosi di fronte a me sul marciapiede.
-non siamo qui per fare salotto. Dai, fai quello che devi fare così torno a letto brutto cagnaccio- dissi arrabbiato a voce alta. Una signora che passeggiava con il cane sul nostro marciapiede e ci stava venendo vicino mi guardò scandalizzata e passò nell'altro marciapiede.
Bene, ora anche la parte del pazzo che parla con uno stupido cane dovevo fare. E poi faceva un freddo. Mi strinsi nel mio cappotto mentre guardavo il cielo. Forse stava per iniziare a nevicare di nuovo.
Ebbi un momento di distrazione e prima di rendermene conto il cane tirò forte e il guinzaglio mi sfuggì dalle dita.
Ma perché non l'avevo tenuto più forte? Mi domandai disperato mentre lo rincorrevo.
-cane torna qua. Subito!- gli gridavo. Ma quel cosino era davvero velocissimo. Sempre più sfinito lo rincorsi arrivando all'inizio del parco. Arrivato là sarebbe stato davvero difficile trovarlo.
Mi appoggiai un attimo a un albero tentando di tornare a respirare normalmente e mi guardai intorno. Molte persone portavano a spasso i cani a quest'ora. C'era chi correva insieme a loro facendo allenamento, chi aveva la faccia addormentata e avrebbe mille volte preferito andarsene di corsa a letto come me. E chi invece aveva un'aria sveglia e chiacchierava amabilmente. Mi diressi verso uno di questi. Precisamente una ragazza poco più piccola di me.
-mi scusi. Ha visto per caso un cane scappare da qualche parte?- chiesi.
La ragazza annuì.
-piccolino, grigio e a pelo corto?- chiese. Io annuì.
-è andato verso là!- disse indicando un punto in mezzo agli alberi.
-grazie mille- dissi scattando da quella parte. Dovevo trovarlo. Altrimenti Rose mi avrebbe ucciso.
*****
Il treno stava per partire. Mi sedetti sul sedile pensando a lui. Non si era fatto vedere né sentire...non l'avrei più rivisto, ne ero quasi del tutto sicura. Guardai la stazione depressa, guardando i miei genitori che mi salutavano sventolando la mano. E poi, mentre il treno partiva lo vidi. Mi alzai guardandolo incredula.
Era appena apparso accanto alla colonna di fronte al mio finestrino. Mi guardava e mi sorrise. Un piccolo sorriso che mi fece sorridere anche a me. Forse c'era qualche speranza, allora, pensai mentre il treno andava via e mi portava via da lui.
****
Ci stavano mettendo tanto, pensai mentre mi giravo tra le coperte. Avrebbe ricominciato a nevicare, ne ero sicura. E avevo molto freddo quella mattina, per questo non ero andata con loro. Vabbè, diciamo la verità almeno a me stessa. Non era questo il problema. Speravo che stando un po' con lui a Scorpius gli sarebbe piaciuto. Magari alla fine si sarebbe affezionato anche lui. O almeno lo speravo. Mi accoccolai sulla pancia accarezzandola piano. Il mio piccolo.
O la mia piccola. Sorrisi pensandoci. E sperando che giugno sarebbe arrivato presto.
***
Non potevo continuare così. Era a dir poco assurdo. Come se non bastasse iniziò anche a nevicare e anche forte. Mi stavo inoltrando sempre di più dentro il boschetto quando un rumore mi fece voltare. Magari era quel mostro.
Andai verso la parte in ombra da dove era venuto il rumore ma qualcos'altro mi colse di sorpresa. Dalla parte opposta saltò fuori il cagnolino e scodinzolò vedendomi.
-sai che se non ti riporto a casa Rose mi uccide?- chiesi cercando di prendere il guinzaglio. Ma lui si scansò veloce, portandomi da dove ero venuto. Mi voltai solo un attimo indietro prima di lasciare quella specie di piccolo spiazzo con la parte in ombra. Mi parve per un momento di vedere due grandi occhi rossi galleggiare molto più in alto di quanto avrebbero fatto degli occhi umani.
Poi il cane abbaiò e lo seguì, riuscendo a prendere il guinzaglio perché lui mi aspettava poco distante seduto. E insieme tornammo a casa.
***
-secondo me non possiamo portarlo- disse Scorpius mentre si sistemava la camicia. Io accarezzai il cagnolino che era sulle mie gambe con la piccola testa sulla mia pancia mentre ero sdraiata sul letto.
-allora lo lasciamo qui- proposi.
-ci distruggerebbe di nuovo la casa- disse lui scuotendo il capo.
-e allora cosa vuoi farne scusami?- chiesi accigliata.
-io...- si voltò e mi guardò in viso. Sospirò come per calmarsi e poi rispose con voce bassa e tranquilla.
-non lo so Rose. Non darà fastidio ai tuoi genitori?- chiese preoccupato.
-non penso che loro siano un problema. Anzi, magari lo distraggono anche. Il problema è soltanto tuo- dissi sconsolata. Perché non riuscivo a convincerlo a tenerlo??? era tornato e sembrava odiare ancora di più il povero Briciola, contro ogni mia speranza.
-va bene. Allora lo portiamo. Ma se combina qualche pasticcio ricordati che io non volevo portarlo- disse lui.
-va bene! Piuttosto, stai più tranquillo. Non stai andando al patibolo- dissi cercando il guinzaglio.
-hai già deciso cosa dire?-
-be... a dire il vero no. È una cosa bella e non penso di prepararmi il discorso prima. Spero verrà spontaneo- dissi attaccando il guinzaglio al collare. Ci spostammo in corridoio e Scorpius prese il mio cappotto aiutandomi a infilarlo. Poi si mise il suo e uscimmo. Fuori nevicava ancora. Non sapevamo se fosse salutare per il cane smaterializzarsi o usare la metropolvere quindi avevamo deciso di andare con la macchina. Dopo tanto ero riuscito a convincerlo a comprarne una ma la guidavo solo io. Scorpius si rifiutava dopo l'incidente con i miei parenti di toccarla soltanto.
Mi sedetti alla guida e feci salire il cane che in teoria sarebbe dovuto stare o dietro oppure a terra sotto il sedile del passeggero davanti. E invece si mise sul sedile diritto, pronto a partire. Scorpius lo guardò accigliato.
-guarda che non vado dietro per far sedere te davanti- disse lui tirandolo per il guinzaglio a terra. Risi sotto i baffi mentre partivamo. Era divertente guardarlo mentre tentava di allontanare Briciola mentre lui cercava invece di accoccolarsi sui suoi piedi. Di una cosa ero certa:
era riuscito a distrarlo quel tanto da non pensare alla sua preoccupazione per dove stavamo andando.
*****
-il fatto che lei l'abbia perdonato non vuol dire che devo fare anche io la stessa cosa. Ormai ha perso la mia fiducia!- disse convinto. Io sbuffai sistemando il bicchiere davanti al piatto a tavola. Era tutto apparecchiato a dovere e sorrisi mentre Ron continuava avanti e indietro arrabbiato come testimoniavano le orecchie rosse.
-mettiti nei suoi panni solo un minuto Ron. Se qualcuno ti stregasse e ti costringesse a tradirmi, vorresti essere perdonato?- chiesi. Lui mi guardò pronto a ribattere ma mentre parlava si fermò confuso. Forse finalmente stava davvero pensando un po' più razionalmente.
In quel momento la porta si aprì e io gli sorrisi e gli baciai le labbra.
-non aggredirlo, ok?- dissi e poi andai ad aprire.
****
Guardai i broccoli sull'immenso piatto da portata controvoglia. Sapevo che dovevo mangiarlo. Insomma, era solo verdura. Niente di così difficile o terribile. E niente di impossibile. Presi il piatto e iniziai a servirmi. Notai tre paia di occhi squadrarmi sconcertati.
-stai male?- chiese mia madre preoccupata. Io arrossì scuotendo il capo. Mi ero dimenticata che la cosa sarebbe sembrata strana.
-diciamo che zia Ginny mi ha fatto delle analisi e mi ha in pratica costretta a mangiare un po' più equilibrato- dissi semplicemente. Non era una bugia ma la pura e semplice verità. Forse per questo mi credettero senza esitazioni. Ma non per questo erano meno preoccupati.
Chiusi gli occhi e presi una forchettata di quella verdura. Non era così cattiva, non lo doveva essere per forza. Iniziai a mangiare e ignorai ancora gli sguardi dei miei genitori e di Scorpius.
Il primo morso mi costò molto ma mai quanto mandare tutto giù. Era disgustoso. Bevvi quasi tutto il bicchiere intero di acqua e decisi che era meglio sputare fuori una delle notizie. Magari mi avrebbe trattenuto dal vuotare subito lo stomaco.
-mamma, papà, io e Scorpius dobbiamo dirvi una cosa!- dissi guardando la forchetta che posai attenta appoggiata al bordo del mio piatto.
-cosa?- chiese mia madre. Il suo viso era sereno e vedevo che forse aveva intuito qualcosa. Del resto, l'anello che portavo al dito doveva dargli un indizio ben evidente. Anche se dal fatto che mio padre era già freddo dall'inizio e non era passato alla rabbia forse ancora lui non aveva colto l'indizio. Piano presi la mano di Scorpius tra la mia sotto il tavolo per rassicurarlo e rassicurarmi.
Poi presi un grande respiro.
-vogliamo sposarci!- e mostrai l'anello.
Le posate che mio padre aveva in mano caddero procurando un gran trambusto ma mai quanto la sedia che mia madre strisciò a terra veloce per alzarsi e venirci ad abbracciare.
-sono così contenta per voi!- disse stritolandoci.
Sorrisi felice della sua reazione. Ma un rumore ci fece voltare tutti. Mio padre si era alzato. Guardava serio Scorpius. Le sue orecchie erano dannatamente rosse e stringeva i pugni così forte che aveva le nocche bianche.
-Scorpius devo parlarti. Seguimi!- e si diresse verso la porta. Presi la mano a Scorpius che però la scansò. Mi sorrise e poi lo seguì, serio anche lui e forse un po' troppo rigido. Guardai mia madre preoccupata e in ansia. Lei mi rivolse quasi lo specchio della mia faccia.
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