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Ti ho sempre voluto bene


Abbracciai forte mio padre.
Uno non apprezza mai le cose che si hanno fino a quando non si vede davanti
la reale possibilità di perderla.
Quando ci lasciammo gli sorrisi.
Lui mi guardò un po' accigliato.
-che hai fatto stanotte?- mi chiese burbero.
-ho dormito- risposi semplicemente.
Se fossi arrossita o avessi esitato sapevo che sarebbe saltato subito alle sue solite conclusioni.
Notai lo sguardo di mia madre.
Stava analizzando per bene ogni mia espressione.
Sorrisi, non ti preoccupare mamma, sono stata brava.. anche se....
le mie meditazioni comunque furono interrotte da un grido della madre
di Scorpius.
Mi voltai verso la porta esitante ma non sapevo se entrare davvero.
Mi avvicinai sperando di capire almeno cosa dicesse.
Ma era inutile. Mia madre mi prese la mano per tranquillizzarmi.
Io ricambiai annuì ma non potevo riuscirci.
Avevo una bruttissima sensazione.
E la cosa si consolidò quando vidi Scopius uscire dalla stanza.
Corsi verso di lui senza pensarci neanche una volta.
Gli accarezzai il viso e cercai il suo sguardo.
Ma era come se lui non ci fosse. Non vedevo altro che freddezza
nel suo sguardo, un ghiaccio impressionante.
Cosa gli era successo?
-Scorpius- lo richiamai ma lui non parve neanche sentirmi.
Era come se avesse scollegato i fili.
Lo chiamai ancora ma lui chiuse gli occhi e poi, mentre il mio
cuore smetteva quasi di battere, lui si accasciava a terra come
un burattino a cui sono stati tagliati i fili.

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Mi trovavo nel buio più assoluto.
Non vedevo ne sentivo più niente.
Non sentivo neanche più il mio corpo, come se fossi solo uno spirito fluttuante.
Non sentivo neanche la mia testa, le palpebre, la bocca.
Dov'ero? Dov'era finito tutto?
Ero io finito oppure era il mondo a esserlo?
Non sentivo più neanche il cuore.
Eppure doveva essere da qualche parte.

Ad un tratto una luce si fece avanti.
Era una luce tenue, molto più scura del grigio ma più brillante
di quel buio completo.
La guardai sperando che si avvicinasse.
Mi sarei visto nel buio e quindi sarei stato sicuro si esistere.
E avrebbe illuminato anche intorno a me, mi bastava anche solo
capire se ero in piedi su una
superficie.
Mi bastava anche solo sapere che non ero in procinto di cadere nel nulla.
Ma quella luce non illuminò né me né qualsiasi cosa ci fosse intorno a me.
Se avessi avuto un corpo, se avessi avuto un cuore,
a quest'ora mi sarei sentito male.
Mi sarei sentito perso, avrei pianto se avessi avuto degli occhi.
Ma non riuscì a fare nessuna di queste cose.
Perchè io non c'ero.

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Lo guardai mentre era sdraiato sul letto candido.
Il mio cuore aveva preso a singhiozzare piano,
ogni battito era dimezzato e mi faceva male,
come se avessi dei pugnali che me lo trafiggevano al minimo movimento.
Perchè?
Cosa gli era successo?
Nessuno mi sapeva dare una risposta.
Fatto stà che era caduto in una specie di coma anche lui.
Aveva perso i sensi e non si svegliava nonostante avessimo provato di tutto.
Non avevo abbandonato la sua mano mai, la stringevo tra le mie mani che mi accorsi a malapena che tremavano.
Gli baciai la mano come aveva fatto tante volta lui con me.
Non mi accorsi che le lacrime stavano scendendo fino a quando non caddero sulla sua mano bianca.
Sentì le braccia di mia madre stringermi.
Una sola parola mi usciva dalle labbra.
-perchè?-

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E una voce parlò.
Proveniva da quella luce.
Sentirla mi fece riflettere.
Allora le mie orecchie erano da qualche parte.
Altrimenti non avrei mai potuto sentire quel richiamo.
Ma oltre a questo mi ritrovai a pensare a quella voce.
La conoscevo.
Sapevo a chi apparteneva.
Guardai quella luce e aspettai che continuasse.
Io non avevo idea di fosse la mia bocca.
Non riuscivo a parlare.
-Scorpius, rilassati. Non ti preoccupare.
Presto ti risveglierai. Ma dovevo parlarti-
La voce di mio padre si incrinò appena.
-devi lasciare che muoia.
Però devi stare accanto a tua madre.
Lei non sopravviverà senza nessuno accanto.
Tu non la dovrai mai abbandonare.
Promettimelo, se non per me fallo per lei.
So che non pensi che io ti voglia bene.
Ma questo non è vero.
Abbiamo fatto entrambi tanti errori, infiniti errori- e si fermò.
Forse esitava.
Probabilmente non sapeva come continuare.
Io allora riuscì a trovare la mia voce, anche se non proveniva
dalla mia bocca, suonò come se venisse da molto lontano.
-mi hai sempre trattato malissimo.
Non si tratta in quel modo una persona a cui si vuole bene.
Ti vergognavi di me, non apprezzavi mai quello che facevo,
quando sbagliavo tu mi punivi invece di cercare di aiutarmi.
Non ci si comporta così!
Un padre non dovrebbe mai fare così!- gli gridai addosso.
-hai ragione. Un padre non dovrebbe fare così.
È difficile d'ammettere ma mio padre, con tutto il macello che
ha fatto tra l'essere un mangiamorte e simile,
era un padre molto migliore di me.
Si arrabbiava con me, mi trattava male ma quando sbagliavo
o quando avevo davvero bisogno di lui non mi ha mai voltato le spalle.
Nel momento della grande battaglia non ha fatto altro che cercarmi,
aveva paura per me, non per lui.
Spero che tu sarai un padre più simile a lui che a me.
Ma i miei errori non ti devono far credere che non ti voglia bene.
Sei mio figlio, sono solo io che non vado bene.
Non ho mai saputo fare la cosa giusta, mai saputo prendere
la decisione giusta.
Non solo con te ma in tutto.
Forse l'unica cosa giusta che ho fatto e sposare tua madre.
Fatto sta che la mia vita è finita, adesso sconterò le mie pene e
vedrò davvero cosa c'è oltre.
Ma tu devi occuparti di tua madre!-
-non sono sicuro di riuscirci!
Ha perso il senno.
Non vuole accettare che te ne sei andato.
Perchè non compari pure a lei e la convinci?- domandai incerto.
-perchè mi hanno dato al possibilità di parlare con una sola persona e ho scelto te.
Avevo un'unica cosa da fare prima di andarmene, dirti che nonostante tutto ti ho sempre voluto bene.
Addio!- disse mentre la luce si affievoliva sempre di più.
-padre aspetta! Aspetta!- lo richiamai gridando ma la luce scomparì subito.
Cosa dovevo fare ora?
Ero perso in quel buio!

-Scorpius!-
Un'altra voce mi chiamò. Una voce bellissima.
La voce di un angelo.
Una luce bianca e brillante si avvicinò a me,
facendo scomparire tutto il buio.
Divenne tutto bianco e io mi ritrovai.
Sentivo di nuovo tutto il mio corpo.
Sentivo il mio cuore battere forte e delle mani calde e
delicate stringere una mia mano.
Aprì gli occhi e mi ritrovai gli occhi di Rose a poca distanza dai miei.
Erano pieni di lacrime ma adesso di gioia.
Mi alzai e la strinsi subito a me.
Notai che ero sdraiato su un letto.
Dovevo essere svenuto.
Forse avevo anche sognato tutto.
Ma adesso sapevo cosa fare.
Anche se non era una delle cose più facili.
Ma avrei seguito le indicazioni di mio padre.
E gli avrei detto addio per sempre!

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