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Sharm el sheik


Guardai i miei genitori incredula.
-avete davvero intenzione di partire lo stesso?- domandai.
Mia madre chiuse la valigia e si sedette sul suo letto mentre mio padre mi sorrise.
-avevo già preso le vacanze e se c'è bisogno posso materializzarmi in poco tempo. Ma non voglio rovinarci questa vacanza- rispose mio padre. Io li guardai ancora incredula. Scossi il capo ancora non capacitarmi della sua risposta. Già il fatto che i mangiamorte fossero tornati avrebbe dovuto preoccupare mio padre ancora di più. Infondo lui era il primo della lista che avrebbero voluto fare fuori. Ci pensai su mentre mi vestivo. Forse voleva andarsene appunto per questo. Ero confusa e triste. Anche se non capivo il perchè.

******

Lo guardai mentre guardava nostra figlia uscire e chiudersi la porta dietro le spalle. Poi si sedette accanto a me guardandosi le mani. Io gliela strinsi una.
-dimmi la verità, quanto starai davvero con noi?- gli chiesi. Lui non riusciva a guardarmi, ne a rispondermi. Presi il suo viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi.
-non cadere nel panico. Non sei solo, non sei mai stato solo. Quindi non provare a estraniarti come al solito e a cercare di risolvere tutti i problemi da solo. Ci siamo anche noi. E specialmente ci sono anche io che non sono di sicuro meno spaventata di te per Lily- ribadì decisa. Lui mi guardò negli occhi per momenti indimenticabili. Adoravo perdermi in quel mare verde che da spaventato e inquieto divenne calmo e rassicurante. E specialmente pieno d'amore.

*******

Quando scesi sotto con la valigia tutti erano pronti e mi aspettavano.
-bene, andiamo altrimenti riusciamo a farci sgridare per la centesima volta da Hermione- disse mio padre prendendo le varie valigie. Mia madre gli sorrise.
-non vorremo togliere questa gioia ad Hermy. Infondo è ormai una tradizione arrivare in ritardo!-
-già. Ormai zia si è fatta il callo- ribadì James. Guardai divertita mio padre e mio fratello che si guardavano negli occhi mentre tutti e due erano andati davanti alla portiera dalla parte del guidatore.
-ormai sono grande, ho la patente da una sacco, e guido sempre la mia macchina- gli stava dicendo James.
-si, ma questa è la mia macchina. Se vuoi guidare prendi la tua- gli ribattè mio padre.
Albus, accanto a me iniziò a sbraitare.
-mi sa che fra poco guido io. Cito il famoso proverbio "tra i due litiganti il terzo gode"- e uscì anche lui dalla macchina. Guardai mia madre disperata. Possibile che dovevano litigare per una simile cosa?
-sembrano dei bambini- mi disse Amber, accanto a me e io annuì.
-se non facessero questa scenetta ogni anno sarebbero anche più divertenti- scoppiammo tutti a ridere e poi mia madre aprì la portiera e guardo da sopra la macchina i tre litiganti.
-se entro due secondi non siete tutti e tre dentro vi lego e vi butto nel bagagliaio. Decido io per voi. Guido io. Adesso subito dentro- e passando da dentro si posizionò al posto di guida. Io, guardando i miei fratelli e mio padre divertita per le loro facce, che entravano in macchina, mi legai veloce la cintura. Tutti mi imitarono.
Mia madre era una sportiva. Avevo fatto parte della squadra di Quidditch fino a quando non aveva avuto Albus e non aveva trovato più appassionante fare la medimago. Ma purtroppo non aveva capito che la scopa e la macchina non sono la stessa cosa. La sua guida era quello che si definiva guida sportiva. Ma a un suo ordine nessuno riusciva a ribadire. Vidi mio padre torturarsi il viso. Sorrisi pensando a quante volte si stava ripetendo mentalmente "perchè non ho lasciato guidare James?"

******

Ero quasi del tutto sicuro che tutti mi stessero aspettando. Ma dovevo assolutamente prima posare quella scatola. Entrai nella stanza di mio padre e poi mi diressi verso la libreria. Muovendo un libro la parete iniziò a ruotare e entrai in una stanza che sapevo non veniva usata da almeno 20 anni. Ignorai l'arredamento elegante ma impolverato e cercai la mattonella che si spostava. Ci misi un po' a trovarla ma alla fine riuscì a scoprire la cassaforte che stava dietro. Inserì la chiave di mio padre e poi l'aprì. Dentro c'era oro e tante cose di cui non sapevo minimamente l'esistenza. Posai la scatola senza guadare tutto. La infilai dietro, cercando di nasconderla e poi chiusi tutto. Ero in ritardo e immaginai soltanto il signor Potter, anzi Ron, che mi guardava arrabbiato perchè avevamo perso l'aereo.

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Mi sentì sballottato un po' e poi mi ritrovai fermo improvvisamente. Percepì qualcosa di familiare vicino a me. Qualcosa di strano, non conosciuto del tutto ma con elementi simili. E poi capii. Accanto a me c'erano altre scatole!

******

Sull'aereo mi sedetti accanto a Scorpius. I posti erano a quattro e con noi c'erano anche Lily e James. Il viaggio fu lungo ma tranquillo e non problematico. Ci divertimmo anche, e del resto con James non si poteva non divertirsi.
Mi era mancato davvero da quando era partito ed ero contenta che fosse tornato. E vedevo anche Lily più felice. Scherzava e rideva con suo fratello, felice e contenta. Ero felice per lei, speravo davvero che si sarebbe lasciata tutto alle spalle finalmente. Ma non si doveva cantare vittoria troppo presto.

Arrivammo a Sharm El Sheik quasi il giorno dopo. La strada verso l'albergo fu illuminata dal sole che nasceva dal mare. Era una cosa meravigliosa. Guardai il sole nascere dall'acqua e tingerla di arancio. Scorpius mi strinse a me mentre io rimanevo incantata. E poi arrivammo all'albergo. Probabilmente quando avevano scelto scelto il posto dovevano essere usciti pazzi. Perchè era meraviglioso. Uno di quei paradisi tra natura e tecnologia che ti lascia incredulo, come se non potesse davvero esistere nella realtà. Era tutto molto indescrivibile.
(di la verità, tu non sai più cosa inventarti! By Rose).
Peccato che mentre scendevo dalla macchina inciampai facendomi male al ginocchio.
(risata maligna dell'autrice).
-certo che sei proprio sbadata- mi disse Scorpius mentre mi guardava i graffi sulla gamba.
-ce la fai?- chiese mio padre preoccupato. Non ebbi il tempo di rispondere. Scorpius si mise davanti a me, "porgendomi" la schiena.
-sali che ti porto in spalla- mi disse. Harry prese la mai valigia mentre James trascinò quella di Scorpius e io sbuffai.
-sono solo graffi- dissi ma montai in spalla lo stesso a Scorpius. Mi piaceva infondo essere portata in quel modo. Specialmente da Scorpius.
Chiusi gli occhi e poi li puntai verso il paesaggio bellissimo. E mi sentì felice, nonostante il dolore al ginocchio.

****

Notai subito il cambiamento di Lily. La vidi rattristirsi un po' guardando Rose e Scorpius felici e insieme. Di sicuro il suo pensiero volava a quel..... quel tizio, per essere educato.
Guardai verso l'albergo e passai con lo sguardo la scalinata che dovevamo fare per arrivarci. Sorrisi guardando Lily.
-ti vedo un po' fiacca in questo periodo. Dimmi la verità Lily, quanto sei ingrassata in questo periodo?- la stuzzicai. Lei si voltò fulminandomi.
-non sono per niente ingrassata. Devi avere della mortadella su quegli occhi- ribattè.
-lo scopriremo subito. Vediamo chi arriva primo all'albergo correndo. da.. ora- e presi a correre. Le gare di velocità erano sempre state una delle sfide più amata da noi due. Specialmente perchè eravamo i più veloci. Anzi, lei era maledettamente veloce. Con tutti l'addestramento che facevo ogni giorno e comprese anche le mie gambe muscolose e lunghe vinse lei, piccola ma fin troppo veloce. Ma non mi lasciai distanziare troppo. Mi ero ripromesso una cosa il giorno prima. Non l'avrei persa di vista mai, fino a quando non avremmo arrestato quei pazzi.
Arrivati mi guardai veloce intorno per rendermi conto di com'era il posto.
L'albergo era molto ampio, si divideva in quattro ali diverse ognuna con due piani. In tutto erano 400 camere. Si trovava sulla costa ed era circondato da palme che spuntavano direttamente dalla sabbia bianchissima. Vidi Lily guardare lontano dal mare azzurro, verso l'interno.
-dov'è il deserto?- chiese. Io indicai un punto oltre la vegetazione.
-ho studiato la mappa di questa zona. A un chilometri di distanza iniziai uno dei tanti deserti- gli spiegai. Lei si accigliò guardando nostro padre che discuteva per le stanze.
-io voglio la vista sul deserto- gli disse lei avvicinandosi.

***
La vista sul deserto. Mai avevo visto qualcosa di più bello. Ma era una bellezza difficile da spiegare. Le parole non potevano rendere l'idea di quel bellissimo spettacolo che mi faceva nascere dentro qualcosa di triste ma di felice.
E pensai a Stone. Ero sicura che quel paesaggio gli sarebbe piaciuto.

*****

Guardai il sole illuminare Diagon Alley. Sorrisi, risate, persone tranquille che si fermavano davanti alle vetrine dei negozi. Ma tra la folla non c'era lei. Quindi non mi preoccupai quando dallo squarcio uscirono dissennatori. L'atmosfera cambiò completamente. Sembrò che il sole scomparisse e tutto diventò freddo. Alle risate e ai discorsi allegri si sostituirono nient'altro che urla disperate. Mi accigliai non poco però. Mi aspettavo i mangiamorte. Invece i dissennatori non li sopportavo. Mi rubavano tutte le anime. Mi avvicinai a loro, coperto anch'io dal mantello nero e sbrindellato che avevamo in comune. Volevo anch'io la mia parte di anime.

***********
Mare, sole, sabbia bianca e finissima: questa era la vacanza che mi piaceva di più. Quel pomeriggio riuscì a divertirmi davvero. Specialmente per la compagnia dei miei parenti. Quando andai al bar quella sera per bere ero ormai convinta che quella vacanza mi avrebbe fatto tornare completamente il buon umore.
-cosa desideri?- mi chiese il barista con un ampio sorriso.
-un bicchiere d'acqua, grazie!- dissi.
-vuoi un gelato?- domandò una voce accanto a me. Girai il viso e mi ritrovai davanti dei bellissimi occhi neri. Un ragazzo scuro di pelle, alto, con un sorriso sicuro e bianchissimo, mi stava guardando.
-come?- chiesi confusa. Lo guardai meglio. Seguì i bei lineamenti del suo viso e poi tornai ai suoi occhi mentre mi rispondeva.
-voglio offrirti un gelato. Quale vuoi?-
-io...- ero confusa. Mi aveva spiazzato.
-qui quando un ragazzo offre un gelato non si rifiuta mai, lo sai? Non ti stò chiedendo niente di vincolante. Voglio solo offrirti un gelato!- spiegò semplicemente.
-ok. Se proprio insisti- accettai cercando di riprendermi. Non era passato chissà quanto tempo da quando frequentavo i ragazzi. Eppure mi sembrava tutto di già fin troppo estraneo.
-come ti chiami?- mi chiese mentre mi porgeva il gelato. Mi poggiai al bancone e lo guardai cercando di essere socievole.
-Lily, e tu?-
-Key. Sei inglese?-
-si, come fai a saperlo?- gli chiesi accigliata iniziando a mangiare il gelato. Era buono.
-perchè parli benissimo l'inglese. E per via dei tuoi colori- spiegò accennando ai miei capelli e alla mie pelle bianca.
-giusto. Anche tu parli benissimo l'inglese.
Di dove sei?- chiesi.
-delle Hawaii. Sono venuto qui per studiare e lavorare. E tu invece?-
-io sono qui in vacanza con la mia famiglia- risposi.

*******

Stavo parlando con lui quando lo vidi cambiare espressione e guardare verso il bancone del bar. Anch'io guardai lì e notai Lily che parlava con un bel ragazzo.
-lasciala in pace. Sarebbe ora che si svagasse un po'- e interessarsi a qualche ragazzo normale di certo non gli avrebbe fatto male, pensai. Poi osservai James. Era preoccupato, lo capivo benissimo. L'avevo visto molte volte geloso per Lily. E quello non era il suo modo di essere geloso. James si arrabbiava, stringeva la mascella, si accigliava e poi andava subito a richiamare al suo posto lo "scocciatore". Anzi, ribadire alcuni punti, come diceva lui.
Invece ora guardava Lily preoccupato. Lo sapevo. E non faceva altro che stare vicino a Lily, a osservarla, a cercare di distrarla e a farla divertire. Certo, James era sempre stato pieno di attenzioni verso la sua sorellina e sapevo che il fatto che fosse triste gli dispiaceva e la voleva tirare su, ma c'era anche qualcosa. Qualcosa che non era una sciocchezza.
-James cosa c'è? Sai qualcosa che io non so, vero?- domandai. Anzi, quasi lo accusai. Lui si voltò verso di me. Poi si alzò dalla sedia accanto a me e mi scompigliò tutti i capelli mettendomeli sul viso.
-mi sembra impossibile trovare anche una sola cosa che non sai tu, genio!- e si avviò verso Lily.

******

Era la nostra prima sera lì e cenammo tutti insieme felici e spensierati. Anzi, quasi tutti. Notavo una certa tensione in giro. Specialmente in Rose. Era da ore che mi sembrava quasi di sentire il suo cervello elaborare dati, alla ricerca di qualcosa. Chissà a cosa stava pensando. E chissà quando me l'avrebbe detto. Comunque quella sera la discussione verteva sulla cosa da fare il giorno dopo.
Ma Lily era documentata.
-io propongo di andare a vedere il canyon colorato. Si trova a 150 km da qui, più o meno 2 ore di viaggio. Mi hanno detto che è uno spettacolo eccezionale!- illustrò.
-e chi te l'ha raccontato?- chiese accigliato James.
-ah ah ah, sei molto divertente. Sai benissimo chi me l'ha raccontato. Key comunque si occupa dei trasporti. Si arriva in jeep e poi dobbiamo fare un pezzo a piedi. Che ne pensate?- chiese speranzosa.
-per me va bene!- esclamò Hugo. Albus e Amber annuirono e James sorrise.
-chissà se si può anche andare a cavallo fino a la- si chiese.
-posso chiederlo a Key se vuoi!- propose Lily. Vidi James accigliarsi.
-glielo chiedo io, se ne ho voglia!- sbraitò.
Guardai Rose interrogativo. Lei annuì.
-mi piacerebbe proprio andarci. Ho letto qualcosa su questa gola. Sono sicura che sarà bellissima!-

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