Capitolo XVIII: Baci rubati
- La coerenza ragazzo, la coerenza. Se non ami, non illudere. Se ami, non perdere tempo; se vuoi giocare c'è la playstation.- cit.
Cerco di restare calma, di non farmi seppellire dalle emozioni, la calma destabilizza più della rabbia, un sorriso disarma più dell' espressione corrucciata, peccato che io non riesca a sorridere in questo momento. Di solito il silenzio fa più rumore di un terremoto, ma a dispetto del silenzio, in questo momento vorrei solo urlare.
La sua mano stringe di più il mio braccio:
<< Mi dispiace per quello a cui hai dovuto assistere, credimi non è stata cosa voluta.>> , si affretta ad aggiungere, il suo tono è concitato, davvero dispiaciuto. Respiro lentamente, cerco di regolarizzare il battito, frenare l' impulsività' del momento, chiudo gli occhi per un istante:
<< Non è stato quel bacio rubato a ferirmi, ho visto cosa è successo, mi chiedo solo il perché...>> Resto di spalle, le parole spezzate fluiscono come macigni alle mie orecchie. Strattono il mio braccio, lui lascia la presa per non farmi male, mi volto guardando il suo bel viso, ha gli occhi lucidi, gli occhi di chi ha un dispiacere profondo, vorrei solo gettarmi tra le sue braccia, ferirmi con il suo fuoco, ma non posso accettare una bugia, devo sapere se ciò che ha detto la moretta corrisponde al vero.
<< Posso spiegarti>>, insiste.
<< Spiegarmi? Certo che dovrai farlo!>> alzo un po' la voce, mi stringo nelle spalle come a proteggermi da una nuova delusione, da una nuova pugnalata dritta in pieno petto, la testa bassa, gli occhi stanchi di versare lacrime, lucidi, grandi e dilatati, si capisce benissimo che sto trattenendo un dolore muto che scava dentro, riaprendo ferite mai completamente chiuse.
<< 20 minuti fa hai promesso di non tradirmi e, non parlo di un tradimento fisico quanto quello morale, 20 minuti dopo, respingi un bacio di una ragazza, la tua ex guarda caso, che dicevi di aver lasciato cinque mesi fa, mentre ora, scopro per caso da una sua amica, che l' hai mollata solo qualche giorno fa. Spiegami Gian! Spiegami, perché sai, potrei aver preso solo un abbaglio, anche se bello grosso.>>. Aggiungo tutta d' un fiato, mentre il respiro si fa accelerato, tremo ma non per il freddo.
<< Calmati. Ascoltami. Cosa ti ha detto Arianna?>> , con le mani mi fa gesto di calmarmi, il suo tono è chiaramente difensivo.
<< Forse mi ha aperto gli occhi.>> , inveisco con rammarico.
<< Guarda che tra me e Marta non c'è più nulla, l' ho lasciata davvero più di cinque mesi fa!>> , specifica avvicinandosi, io arretro.
<< A si? E allora cosa ci facevi in una camera da letto con lei, giusto qualche giorno fa?>>
Lo vedo spalancare gli occhi, ho colpito nel segno, sa che so, ma non è allarmato quanto sorpreso.
<< È stato quando sono tornato a Montepagano.>> , le sue difese crollano inesorabilmente, sa che non ha senso arrampicarsi sui vetri di un palazzo in costruzione, questi potrebbero crollare, proprio come crollano le bugie.
<< Cosa? Allora è vero!>>, alzo il tono, mi porto pollice ed indice tra le sopracciglia, sono dubbiosa, incollerita, più che con lui ce l' ho con me stessa, per essermi fidata ancora una volta della persona sbagliata. Arretro ancora, non mi accorgo che la roccia piatta è finita, mi scivola un piede, mi sbilancio all'indietro, sto per cadere ma una mano prende rapida la mia; Gian mi trascina velocemente a sé, con l' altra mi prende alla vita, inarco la schiena, i nostri visi vicini: << Fai attenzione, la roccia è finita, potresti cadere>>, il suo tono è dolce nonostante sia percepibile la tensione, nonostante la mia rabbia sia direttamente proporzionata alla voglia che ho di lui, cerco di divincolarmi.
<< Lasciami andare!>>
<< Non lo farò furia scatenata, voglio che mi ascolti!>> , cerca di sdrammatizzare e, ci sta riuscendo, ecco come ruba i cuori.
<< Ginoble non mi incanti con i tuoi modi...>> faccio la sostenuta ma anzi, eccome se mi prende e mi tenta, ma non voglio dargli soddisfazione.
<< Quello che ti è stato riferito, certo che è vero, ma non è come sembra, Arianna non ti ha detto tutto. Puoi ascoltarmi? Vuoi farlo per favore?>>
<< Dovrai avere un buon alibi, altrimenti in hotel ci torno a piedi e ti pianto qui da solo, anzi no, tanto hai Marta>>, replico acida.
<< Sei cocciuta! Ti voglio spiegare prima che inizi a scalciare come un mulo, prima che inizi ad insultarmi e tirarmi dietro qualche sasso o , maledizione di troppo!>>
<< Lasciami ho det...>> , insisto difendendo il mio orgoglio, ma improvvisamente un suo bacio sigilla le mie labbra, sono stretta a lui, avvolta nel suo abbraccio, una mano ancora a mezz'aria, gli mordo il labbro inferiore senza ferirlo, facendo solo un po' di pressione, costringendolo a ritrarsi.
<< Ma che...>>, è stupito dal mio gesto.
<< Ho detto di lasciarmi>> , sono seria, troppo.
<< Ho detto che devi ascoltarmi!>>, si impunta, come fanno i bambini durante un capriccio. Ecco che qui arriva un pensiero lontano, ripenso ad una me bambina, quando il pensiero più grande, era quello di scegliere a cosa giocare; quando per fare pace bastava incrociare i mignoli, quando era tutto più semplice , adesso mi rendo conto che le ginocchia sbucciate, non facevano poi così male, diversamente da un graffio sul cuore.
<< Va bene. Ascolto, ma mantieni le distanze>>, sorride appena, trionfante.
<< Non credo riuscirò>>, resto in silenzio, voglio chiarezza e, la voglio subito.
Scioglie l' abbraccio, mi prende per mano e mi porta giù da quella roccia, ci sediamo sulla spiaggia. Raccoglie dei sassi tra la sabbia, li lancia nel mare.
<< Non volevo venisse fuori questo fatto, perché sapevo che avresti frainteso.>>, il suo tono è serio.
<< Frainteso? Quella Arianna è stata fin troppo chiara!>>, brontolo peggio di una pentola di fagioli , aprendo le braccia delusa.
<< Aspetta, non giudicarmi per favore, ripeto, ti posso spiegare tutto e, dopo potrai anche darmi uno schiaffo.>>
Ha lo sguardo fisso a terra, dopo queste parole si volta, mi guarda,io non distolgo i miei occhi dai suoi. Di solito da uno sguardo si capisce molto, s'indovina tutto; c'è chi ha uno sguardo spento, un deserto nell'anima, chi senza una ragione è capace di colpire con un pugno, chi invece ha paura di tutto, cerco di codificare il suo sguardo, i suoi occhi bellissimi sono leggermenti arrossati, stanchi forse per la mattinata, luminosi al confronto con il sole, in essi brucia un fuoco, io mi tiro le ginocchia al petto come a cercare di proteggermi da questo sguardo che mi entra dentro, mi sfiora con gli occhi, accenna un sorriso, cerco di proteggermi da questa rivelazione che so, lo sento, farà male. Parla, il tono basso, chiaro:
<< Dopo un anno insieme, cinque mesi fa io e Marta ci siamo lasciati, o meglio, io ho lasciato lei...>>, ruota il viso, ci confrontiamo.
<< E qui si spiega il bacio rubato, a quanto pare lei non ti ha dimenticato>>,- Chi ti dimenticherebbe Ginoble?-
<< L'ho lasciata perché mentre ero in giro per il mondo con i ragazzi, lei faceva l'oca con tutti i miei amici, una, due, tre volte ho fatto finta di nulla, ne ero innamorato forse per portare così pazienza, alla quarta volta non ce l' ho fatta più.>>, abbassa gli occhi disegna con le dita sulla sabbia, non vorrebbe ricordare quel che è stato pare, lo sta facendo per me:
<<So che non è semplice stare con una persona come me, però non è semplice nemmeno per me stare lontano da casa, da amici , parenti e affetti per settimane se non mesi. Capivo il suo bisogno di avermi vicino ed io non c'ero, o meglio c' ero ma non ero li con lei.>>, avverto amarezza in queste parole pronunciate senza rabbia o rancore, parole vere come vero è il mare che sto guardando. La mancanza ecco cosa li ha spinti a separarsi. Do voce ad un mio pensiero:
<< Esiste in amore un vuoto che non puoi riempire di altre cose, soprattutto quando questo vuoto si colma solo con quel pezzo che s'incastra alla perfezione con te, eppure lei, ammesso che tu mi stia dicendo il vero, ha cercato un nuovo incastro altrove.>>
Capisce il mio riferimento, annuisce e so che sta pensando a lei in questo momento.
<< Già... Ma il puzzle è fatto di più pezzi che hanno un incastro a senso unico, ma lei mescolava i pezzi, sbagliava spesso incastri, per quello avevamo già dei problemi...>>, si volta verso di me,<< Senti non dubitare di me, per favore.>> , alza il tono sulle ultime parole pronunciate, mi fissa, i suoi occhi bruciano; l' aver messo in dubbio la sua sincerità l' ha alterato. Non dico altro, non voglio peggiorare la situazione già di per se intricata. Abbandona il suo corpo con le braccia all' indietro, mani che affondano nella sabbia; se prima era chiuso in se stesso, ora sembra volersi aprire:
<< Dopo esserci lasciati con un litigio, io sono partito per altri concerti, lei scriveva, io non rispondevo o comunque se lo facevo era solo di rado, ero freddo, distante, li ci ha provato con mio fratello Ernesto per cercare di farmi ingelosire, per lasciar intendere che avevo sbagliato a lasciarla, per farmi capire che se voleva, sapeva come ferirmi, per fortuna mio fratello ha capito, ed è stato intelligente. Purtroppo però non lo sono stato altrettanto io...>> , fa una pausa, sospira come a voler rallentare, ma sento che la verità più brutta sta per arrivare; << ...io...>> , abbassa il tono, sta cercando le parole, sta mediando con testa e cuore,<< ...insomma, quelle volte che tornavo a Montepagano, ecco...lei...lei era li. Non abita troppo distante da me e poi, il paese è piccolo la gente parla, sapeva sempre quando tornavo.>>. Capisco dal suo tono, dalla fatica con cui sta tirando fuori questo, che le carte stanno per scoprirsi, deglutisco, la gola arida:
<< Tutte le volte che ci incrociavamo, non era mai per caso, lei non mi era indifferente fisicamente, ne ero consapevole, lei lo sapeva e, ci giocava. Arrivava, provocava, stuzzicava, toccava i tasti giusti e tra noi, finiva sempre nel modo in cui non avrebbe dovuto.>>, lascia sottintendere un concetto che capisco al volo. <<E così dopo due mesi che cercavo di evitarla del tutto, qualche giorno fa la scena si è ripetuta perché io ho voluto così, ma il finale questa volta è stato diverso. Sappi però che mi sento uno stupido in questo momento, qui con te a parlare di Lei, di quello che è accaduto.>> , scuote la testa, <<Comprendo che è completamente assurdo.>> Sghignazza istericamente, frustrato e deluso.
Una doccia gelata per me. Una confessione che mi fa male, soprattutto se associata alle parole di Arianna.
<< Cosa vuoi dire che...>>, mi sforzo di chiedere ma dentro mi sento morire, << ...che è stato diverso?>> , non riesco a guardarlo, giro lo sguardo fisso il mare, in questo momento vorrei essere li dentro a fare il bagno, a nascondere le lacrime che mi pizzicano gli angoli degli occhi, ma mi trattengo.
<< Quando sono andato dai miei, ho voluto rivedere Marta. Volevo chiudere la partita con lei, definitivamente. Ero stufo di questo gioco sottile che mi imbrigliava. Dopo pranzo ci siamo visti, sono andato da lei...>>, lo interrompo con un gesto della mano.
<< Per favore, basta,non continuare.>> , il cuore martella nel petto, affondo la testa fra le ginocchia, gli occhi bruciano, la voce un singhiozzo. Avverto un movimento, con la coda dell' occhio lo vedo alzarsi, il suo profumo è accanto a me, mi mette entrambe le mani sulla spalla.
<< Non hai capito proprio niente. Guardami..>>, chiede gentile. Non rispondo.
<< Alza gli occhi Giò. Guardami.>>
Alzo la testa di colpo, gli occhi pieni di lacrime non versate, grandi, lucidi, l' espressione tesa e abbattuta. Lui resta destabilizzato dal mio sguardo, mi si legge in faccia che sto uno schifo e tutto per colpa sua.
Le sue braccia mi cingono le spalle, mi abbraccia fortemente, cerco di allontanarlo ma la sua presa è più forte.
<< Lasciami>>, chiedo implorando una forzata distanza.
<< No!>>, esclama perentorio.
<< Lasciami ho detto!>> , urlo quasi, l' eco sottile del luogo rimanda a tratti la mia voce.
<< No! Non lo farò. Ascoltami!>>, un ordine riempie lo spazio tra di noi.
<< Non voglio !>>, continuo, mi divincolo, lo colpisco ma lui non molla.
<< Voglio che ascolti! Sono andato da lei, era sola in casa, si è presentata con fare provocante, mi ha portato in camera. Li sono stato uno stronzo e un bastardo, non l' ho mai baciata, non l' ho mai desiderata, l' ho mollata li sui due piedi con la voglia di me insoddisfatta, me ne sono andato così, dicendole addio, ecco la verità. Ecco perché ero li. Ecco il perché delle parole di Arianna. Ho voluto chiudere e, l' ho fatto>> conclude arrendendosi a se stesso.
<< Scusami per questa franchezza, scusami se non te ne ho parlato prima, scusami se hai dovuto ascoltare ciò.>>.Mi calmo un po'. Gianluca allenta la presa. Alzo leggermente il viso e, ciò che incontro sono i suoi dannatissimi occhi verdi. Non so definire cosa mi trasmettono i suoi occhi, so che quando me li ritrovo davanti, la logica si azzera, tutto arriva diritto al cuore ed io mi perdo. Ma questa volta cerco di andare oltre, di cercare la verità fino in fondo, anche se questo cercare fino in fondo, vuol dire affondare con essa.
<< Chiedo troppo lo so...>> do voce ad un pensiero, ho bisogno di sapere, di scoprire la verità, non tanto per soppesare le parole di Gianluca, ma solo per scoprire quanto sono stata stupida a pensare che tra noi potesse esserci qualcosa di diverso, resta il fatto che io non sono lui, solo lui può capire la natura dei suoi gesti, delle sue emozioni, il tutto secondo una sua logica, ma non posso e non voglio trattenermi:
<< Cosa ti ha spinto a farlo? >>, replico acida abbozzando un mezzo sorriso ironico, mentre prendono forma nella mia mente, immagini di lei accostate al mio.<< Perché hai voluto rivederla? Correre il rischio di inciampare ancora nel suo modo di porsi?>>, già, perché.
<< Ripeto, avevamo già dei problemi di comprensione; nulla in comune, tanto caos, ed era rimasta solo l' attrazione fisica a legarci, sesso fine a se stesso, un bisogno fisiologico di appartenersi, certo è una cosa di un certo spessore, ma non è una cosa su cui basare una relazione, non è quello che volevo. Ho voluto rischiare capire i miei limiti per guardarmi dentro, ho voluto capire se ciò che stavo facendo era giusto o no, in fondo io e Marta se ci pensi bene, ci facevamo solo del male ed io ero stanco. Poi sei arrivata tu, un tramonto in un mare in tempesta.>>
<< Cosa c'entro io?>>, chiedo stupita.
<< Mi hai scombussolato e, non poco. Ignazio e Piero possono confermare. Avevo già deciso di troncare con lei, infatti essendo praticamente a casa mia, ho scelto volutamente di starmene in albergo con i ragazzi, tu non hai interferito con nulla, ma nello stesso tempo tu, sei stata la mia motivazione in più.>>
A queste parole la mia rabbia sembra placarsi, la stretta al cuore si allenta, la delusione si trasforma in speranza, ma non so se credergli o no e, se mi fossi sbagliata?
<< Ne sei certo? Come facevi a sapere che saremmo arrivati a questo?>>, chiedo titubante scostando le onde ribelli dal viso.
<< Non lo sapevo. Ho semplicemente cercato di interpretare. Mi piacevi e quando ti ho visto ballare con Ignazio ho capito che ero geloso di te e di lui. Mi sono detto - Dai Gian, se ci tieni provaci oppure te la portano via - , così ho fatto, forse per certe cose ho forzato un po' la mano, ma credimi, mai una mia scelta è stata più giusta >>.
I miei occhi tradiscono un sorriso , una flebile luce cresce sempre più, forse davvero è sincero. Gianluca si alza, si allontana verso il mare, mi volta le spalle, uno sguardo al sole che sta scendendo poi si volta verso di me, i raggi del sole sul fisico scolpito lo avvolgono, dando l' illusione di un aura. I capelli scompigliati, gli occhiali da sole nella tasca dei Jeans, un ragazzo bello, stronzo e dolce:
<< Senti, so essere insopportabile a volte, sono un disastro, sono difficile anche da capirmi persino per me stesso, mi faccio del male da solo, ho mille difetti ma tu sei la mia perfezione. Non sto fingendo, non sono mai stato così sincero come ora.>> , dice. Il tono è sicuro.
Ho capito le sue motivazioni, ho capito la situazione in cui si è trovato, non giudico il suo essere stato stronzo e bastardo con Marta, ha fatto quel che ha creduto essere la cosa giusta per entrambe, ma se questo comportamento lo tenesse anche con me? Come reagirei?
<<Ti comporti sempre così con le ragazze?>> , replico rimarcando un concetto scomodo.
<< Ma cosa credi? Certo che no!>> ribatte stizzito,<< Sono tendenzialmente buono d' indole, ma quando vengo ferito, soprattutto su alcune cose be, mi incavolo come tutti e, divento un po' vendicativo>> conclude.
Lo guardo, cerco di leggere nuovamente il suo viso. Sinceramente non so cosa pensare, questo fatto è successo prima di questo ipotetico noi ma mi fa paura.Questa nuova confessione comunque, rafforza la precedente, ma mi coglie disarmata davanti al suo sguardo, sguardo che è in cerca di risposte, le pretende.
Mi alzo dalla seduta in spiaggia, la sabbia tra i capelli, il vento che gioca con il mio abito.Mi avvicino lentamente a lui, lo guardo, lo fisso, senza abbassare lo sguardo:
<< Cosa dicevi prima? A si...potrai anche darmi uno schiaffo...ebbene..>>, alzo una mano per colpirlo sulla guancia, lui si prepara ad incassare il colpo, non cerca di difendersi, ma la mia mano si richiude, mi mordo nervosamente il labbro. Intanto il mare lambisce i nostri piedi, la marea si è alzata.
<< Sei convinto di ciò che mi hai detto? Lo so che non devo farmi illusioni...e...>> , mi interrompe posando le sue dita sulle mie labbra bagnate di sale.
<< Non si tratta di illusione, quello che ti ho detto e che sento, è vero é reale..>>
<< Chiariscimi solo una cosa...per quanto durerà?>> , chiedo scostando il viso da lui.
La punta delle dita della sua mano ora si posano delicate sulla mia guancia, vuole che lo guardo.
<< Per tutto il tempo di cui avremo bisogno. Non posso quantificare il quanto, so solo che non vorrei perderti.>>
Le sue labbra cercano le mie, mentre la sua mano mi trattiene il viso; un contatto caldo e rassicurante, un bacio dolcissimo che rasenta la perfezione.
<< Vorrei provare questa sensazione per tutta la vita..>> , dice, una pausa. << Vorrei fermare tutto a quel nostro primo bacio nel corridoio dell' albergo per riviverlo ogni volta che qualcosa tra noi va male.>>. Ho le guance in fiamme, il cuore che a stento cerca di calmarsi, perché dovevi essere proprio tu Gian il mio tormento? Relazione più difficile non c' è , non può esserci ed io ci sono finita dentro, con entrambe i piedi.
Gianluca 's pov
Mi sento strano.
Mi sono perso, mi sono ritrovato.
Ho cercato un equilibrio perduto e, l' ho ritrovato in lei, eppure adesso sento che potrei perderla qui ed ora.
Una mia parola sbagliata, un concetto espresso male ed ecco che potrebbe sfuggirmi dalle mani come acqua, ma io non voglio.
Fisso i suoi occhi, un mare di dolcezza e tormenti, occhi verde mare, che mi scrutano, chiedono, domandano.
Sembra distante, persa in congetture tutte sue, i suoi movimenti incerti rapiscono la mia attenzione, mi cattura, mi prende. Guardo ora nell' insieme il suo viso, lo metto a fuoco, la sua mente fa mille domande, lei sa già le risposte ma cerca una conferma di quello che porta dentro.Mi chiedo a cosa stia pensando adesso.
Dopo il bacio, ascolto i suoi silenzi.
Un momento perfetto. Unico.
Un momento che non voglio rovinare.
I nostri visi si scostano l' uno dall'altra, la guardo mentre il tepore del sole mi scalda le spalle, le accarezzo il viso, spero saprà perdonare la mancata verità confessata. Ma non si pronuncia, ed io sono inquieto.
Ho paura di essere stato troppo impulsivo con lei, ho paura di averla delusa e ferita, so di averlo fatto seppur inconsciamente. Avrei dovuto parlarle subito di Marta, raccontarle di lei, aprirmi un po' di più. Cazzo! Sono un cretino se la perdo per questo.
Mi fissa, un mezzo sorriso in risposta alla mia carezza.
<< Perché non parli?>>, mi chiede poi con dolcezza, reggendo il mio sguardo.
<< Non voglio rovinare questo tramonto>>
<< Non lo rovini questo tramonto, tu lo rendi ancor più bello Gian.>>
Sono sorpreso da queste parole, la sua voce dolce calma il mio spirito battagliero, poi continua mentre il mare ci fa da testimone:
<< Dimostrami che mi vuoi Gian ...>> , mi dice seria.
- E come se ti voglio-
<< Dimostrami che hai bisogno di me...>> , replico, dando voce ad un pensiero fisso. Mi avvicino un po'.
<< Dimostrami che hai voglia di stare con me..>> , sussurra mentre si avvicina a sua volta, cauta.
- Sono qui, sono qui perché voglio te, perché Gio, sei la ragione del mio sorriso -
<< Dimostrami che non smetterai di pensarmi...>> , rispondo sfiorando con la punta del pollice le sue labbra, evocando la forma della sua bocca.
<< Dammi certezze Gian...perché io ho paura...>>, bisbiglia mentre schiude le labbra.
- Sei la certezza sul mio cuore, sono sicuro, non è uno sbaglio-
<< Ho paura anch'io...paura di perderti>>.
La tiro a me, la bacio di nuovo, questa volta non è la dolcezza a prevalere, quanto la paura reciproca di voltarci senza trovarci. Un magone mi prende, un rospo troppo grosso da digerire; il mare fa sentire la sua presenza, le onde si fanno più lunghe, più grosse, il vento si alza, in serata pioverà.
Le mie mani percorrono il suo corpo, la sua schiena, il tessuto del vestito mi infastidisce ma sono altre le sensazioni che mi dominano. Lei mi sfiora la schiena, cerca un incastro tra i nostri corpi. Non voglio rinunciare a lei, ai suoi baci, al sentirla addosso seppur in modo platonico, vorrei sigillare il mio bisogno di averla, di possederla solo e soltanto per me, ma non posso e non devo forzare.
<< Non andartene >> , mormoro inconsapevolmente tra un bacio e l' altro, tra un respiro e l' altro, forse mi sente, forse mi corrisponde,ma non posso pretendere, lei deve essere libera, libera di decidere se stare o meno con me. Ciò che pronuncia è una richiesta:
<< Non mentirmi Gian...io mi sto giocando il cuore.>>
Ecco il capitolo. Diviso in due perché è troppo lungo e...pensate sia finita qui? O no.
.A breve ( oggi/ domani/ max Giovedì credo, sto finendo la stesura.) posto la seconda parte.
Grazie dei commenti, delle stelline, del supporto, perché per chi ama scrivere, l'opinione è importante e incoraggiante.
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