Capitolo XVII: Gita fuori porta
-L'unica cosa che ti serve è qualcuno da prendere per mano e con cui metterti in viaggio, sempre- cit.
10 Agosto
Ferma sul balcone della mia camera, avvolta in una camicia troppo grande per il mio fisico, distratta dal traffico e dal via vai del sabato mattina nella via principale di sotto, mi perdo tra le note in sottofondo di una canzone che, lenta esce dagli auricolari attaccati al mio telefono:
Vicinissimo
L' ho già ascoltata un milione di volte eppure solo adesso ne capisco il senso, adesso queste parole le sento mie. Mi ritrovo a cantarla con la mia ugola stonata. Un colpo di vento, i capelli si intrecciano e sul viso mi si apre un sorriso, ad un tratto, non sento più il frastuono martellante dei pensieri, ma forse è perché tutto va semplicemente come deve andare.
La musica si ferma.
Il trillo di un messaggio.
Mittente Gianluca💖
-Sei sveglia? Stamattina siamo partiti presto, non ho voluto disturbarti, sappi che ho consegnato un bacio al vento dicendogli di lasciarlo sulle tue labbra al risveglio. Ricevuto? -
Rispondo: - Non ho fatto in tempo a svegliarmi che eri già nei miei pensieri. Sai...il vento bacia bene...-
Gianluca💖 - Devo essere geloso del vento allora. Sappi che nel pomeriggio dopo pranzo ti rapisco-
Rispondo: - Preparo il riscatto. -
Mi siedo su questa sedia, assaporo il sapore del mare, chiudo gli occhi mentre abbandono indietro la testa, ricordo ieri sera, morale della serata in secondo luogo: Io in tutto questo ho riavuto i miei sandali e, lui la sua giacca, comunque in primis, ricordo la sua gentilezza, il suo istinto di protezione, i suoi baci al sapore di miele, la sua passionalità.
Sinceramente non avrei voluto staccarmi da lui, ma sapevo dell'impegno di stamane, so che lui a differenza mia, non è semplicemente in vacanza ed io non mi devo intromettere nel suo lavoro, ne condizionarlo. So quanto ama ciò che fa, ed è giusto che insegua i suoi sogni.
Mi stiracchio come un gatto al risveglio.
Gli arti ancora addormentati, mi faccio una doccia per riprendermi dal torpore, il cellulare che suona la mia playlist preferita: A chi mi dice parte, rimbomba tra le pareti della stanza regalandomi come sempre grandi emozioni, intanto ricordo mio padre, il legame con questa canzone.
Era il 23 ottobre 2018 un Martedì come tanti. Lo ricordo come fosse ora. Dopo il lavoro sono passata in ospedale, da mio padre.
Quel giorno mi chiese di portargli il suo lettore mp3 un regalo che gli feci l' anno prima per il suo compleanno. Mi fece una lista di titoli, mi chiese di controllare se ci fossero tutti. Tra questi c'è anche Breathe Easy, dei Blue.
Arrivata a casa, controllo, carico e l' indomani porto.
Il 25 Ottobre vado da lui, sta ascoltando il lettore. Mi avvicino lo saluto, mentre negli auricolari risuona la sua musica, mi sorride:
-Senti...- dice porgendomi un auricolare, Breathe Easy sta scorrendo nel lettore.
- La conosci?-
- Si. Tiziano Ferro ne ha anche fatta una sua versione in italiano, ti ho messo anche quella - rispondo.
Finita questa parte Grande Amore e, mio papà mi dice:
-Pensa come sarebbe bella la canzone dei Blue cantata dai ragazzi de Il Volo- sguardo sognante, come il mio.
- Sicuramente sarebbe suggestiva.- ribatto.
Lui il 29 Ottobre 2018 è morto, il 22 Febbraio 2019 usciva Musica. Tra i brani proposti c'è A chi mi dice , lui non poteva saperlo, io nemmeno.
Piansi.
Già, allora piansi, troppe emozioni, troppe lacrime trattenute. Ricordi indelebili, fissi nel cuore. Ora questa canzone non fa più così male anzi, è divenuta il mio ultimo ricordo insieme a mio padre, insieme e felici, il nostro legame.
Lascio che l' acqua scorra leggera, donando quiete alla tempesta che mi attraversa, oggi niente mare, solo io, la piscina e il sole che mi scalda.
Gianluca 's pov
Perfettamente in orario.
Rientro esatto come da pronostico.
Oggi pomeriggio libero, devo raggiungere Giovanna.
Scendo dal van nero:
<< Spiaggia ?>> , chiede Ignazio.
<< Per me si.>>, aggiunge Piero.
<< Io passo. Ho promesso a Giovanna che oggi pomeriggio saremmo stati insieme. Destinazione riserva del Borsacchio, volete unirvi?>> , chiedo.
<< Io no. Voglia di relax.>> , ribatte Ignazio.
<< Io passo. Vediamoci per aperitivo e cena>>
<<Aggiudicato>>, rispondo felice.
Piero mi prende improvvisamente per un braccio:
<< Non deluderla. Tiene a te più di quanto pensi>>. Le parole di Piero mi spiazzano.
Pronuncia con convinzione queste parole, parole che non passano di certo senza far rumore. Gli poso una mano sulla spalla, fraterno, poi rispondo accennando un sorriso:
<< Anche io tengo a lei. Più di quanto credi>>
Un sorriso deciso si delinea sui nostri volti, mentre i nostri sguardi si incrociano.
<< Vuatri dui, finite i smancerie?( trad. dal siciliano: Voi altri due, avete finito con le smancerie?)>>, interviene Ignazio sghignazzando, versandosi addosso mezza bottiglietta di acqua per il caldo.
<< Chiedi a Giovanna se si vuole unire per aperitivo e cena.>> , aggiunge.
<< Se per voi non è un problema, io non ho nulla in contrario>>, specifico.
<< Vi aspettiamo. 18.30.>>, conclude Piero. Seguo il consiglio, li saluto, vado a cambiarmi e poi passo da lei.
Occhiali da sole, jeans con risvolto, camicia bianca a righe.
Le scrivo - Volo da te-
Giovanna💞 - Intanto attento a non volare per terra. L' addetta alle pulizie ha appena passato il corridoio con la cera-
Sorrido della sua risposta. Cosa credevo? Di certo non una risposta normale del tipo - ti aspetto - Raggiungo la porta della sua stanza, rischiando di scivolare sulla cera appena passata.
Busso. Mi apre.
La sua testa inclinata fa capolino dalla porta.
<< Ciao terremoto. >> Sorrido sfilando gli occhiali da sole.I suoi capelli lunghi sciolti e ribelli, ricadono in morbide onde come tenda color castano ramata, avvolgendole per metà una spalla nuda, la maxi maglia blu a mezza manica troppo grande per il suo fisico che le fa da abito raggiungendo le caviglie, è scivolata di lato, questa cosa la rende davvero sensuale, una sensualità semplice che lei non ostenta, forse non sa nemmeno di possedere e, il laccetto del costume nero che si intravede sul collo è decisamente sexy, almeno per me.
<< Tutto bene?>>, chiede spigliata invitandomi ad entrare, annuisco.
<< A parte che ho rischiato la vita per raggiungerti vista la cera, direi di si. Tu?>>, sorrido ironizzando sulla possibile causa di infortunio.
<< Abbastanza..>>, non appena la porta si chiude dietro di noi, si avvicina a me, lentamente, quasi con paura, quasi a cercare conferma per dirmi, se non vuoi mi fermo;<< ...a parte che avevo una voglia matta di vederti >>·
Le sue mani si posano sul mio petto, le nostre labbra si avvicinano e si abbracciano gentili, calde, lente, poi titubanti, piano piano questo turbamento improvviso va via e inizia il vero bacio. La stringo a me, con fare sicuro. Una scossa mi attraversa tutto il corpo e, non posso controllare il suo voltaggio, mi sento vivo, elettrizzato in ogni centimetro di pelle, la pelle d' oca quando si sposta per baciarmi meglio, un sussulto quando tutto il mio corpo è incastrato con il suo, quando la sua lingua delicatamente incontra la mia, quando le nostre anime si incontrano di nuovo, ed ecco le farfalle nello stomaco, un volo selvaggio, un planare lento.
Le scosto delle ciocche ribelli, mentre una mano cerca il suo viso, le mie dita si incastrano nelle onde castane, in balia dell' verde mare dei suoi occhi dal taglio orientale.
<< Anche io avevo voglia di vederti terremoto, mi sei mancata>>, sospiro.
Usciamo dalla sua stanza, mano nella mano, non incrociamo strani personaggi per il corridoio.
<< Usciamo dall'uscita secondaria, non ho voglia di scontrarmi con paparazzi o altro, non ora, purtroppo la mia privacy è costantemente mirata>>. Sono dispiaciuto.
Mi stringe più forte la mano, come per infondermi sicurezza.
<< Non è colpa tua. Terrò un basso profilo>>
Mi sorride e poi lascia la stretta, la guardo confuso: << Non voglio crearti problemi>>, specifica. Raggiungiamo l' uscita secondaria, ho chiesto a Jessica di aprire non voglio esporla a mia volta troppo, non è abituata, vorrei difenderla.
Esco per primo, attorno nulla di sospetto in vista, salgo in auto, aspetto Giovanna, quando sale, chiudo e partiamo.
<< Destinazione?>>, chiede.
<< Riserva del Borsacchio, non è lontana.>>
<< Interessante>> , osserva mentre la vedo pensierosa guardare fuori dal finestrino. Con una mano tengo il volante, con l' altra il cambio, poi la mia mano cerca la sua, la trova la stringo, insieme scaliamo la marcia.
L' ardore del bacio in albergo intanto, non mi abbandona, sulle labbra ho ancora il suo bruciante sapore. In questo momento, non importa dove sono, non è importante il luogo, che sia la macchina o la stanza di un albergo, ma la persona che ho accanto. Mi volto appena mentre siamo fermi ad un semaforo, osservo il suo profilo, lei continua a stringermi la mano, mentre il suo sguardo si protende verso il mare. Chissà a cosa sta pensando.
Semaforo verde, qualcuno da dietro mi suona, sono distratto,distratto da lei, mi scuso con un gesto della mano, Giovanna si volta con un sorriso, ingrano la prima e ripartiamo.
Giovanna 's pov
Che strano ritrovarsi qui.
Stessa macchina.
Stesse sensazioni.
Stessa complicità.
Stesso ardore nei baci.
Chi l' avrebbe detto?
Non so perché trovo tutto questo strano,in fondo siamo due ragazzi che si piacciono, che stanno bene assieme, forse perché lui è un personaggio pubblico, forse perché tra mille ha scelto me, forse perché la fatalità degli eventi che si sono susseguiti,hanno portato a questo meraviglioso epilogo. Sono talmente felice, che ho persino paura della mia stessa. felicita. Mani che si cercano, silenzi che parlano, in sottofondo Musica. Partono le note di Meravigliosa creatura, lo sento canticchiare.
<< È meraviglioso sentirti cantare, chissà' quante volte l' hai cantata questa, mi fai venire i brividi>>. Il mio tono è dolce.
<< Sul serio? >>, chiede sorpreso senza staccare gli occhi dalla strada;<< L'ho cantata un milione di volte, ma fino a qualche giorno fa, non riuscivo più a cantarla come si deve>>
<< Come mai?>> domando.
<< Ricordi>, risponde. Comprendo che c'è di più in questa parola.
<< Una ragazza forse?>> , domando di getto, più per curiosità che per gelosia.
<< È importante saperlo?>>, è serio.
<< Non è necessario, ma è una canzone d' amore , quindi mi è venuto spontaneo chiedere>>
<< C' è stata una ragazza si.>> Mi risponde con tono chiaro e sicuro. Una cadenza nella voce mi fa pensare che sia stata una storia importante. Gli stringo per riflesso ancor più la mano, questa mano calda e accogliente, non so se lo faccio perché ho paura di essermi sbagliata, di essere solo una parentesi estiva per lui, oppure perché questo precedente mi confonde. Chissà com' era, chissà chi era, chissà cosa è successo tra di loro. Come se mi avesse letto nei pensieri, parla senza chiedere:
<< Si chiama Marta, ci siamo lasciati cinque mesi fa perché mi ha tradito, ma la nostra storia era già al capolinea, ci ha provato persino con mio fratello Ernesto pur di farmi ingelosire, comunque ho chiuso con lei se vuoi saperlo. >> Il suo tono è acido, soprattutto sull'ultima parte della frase.
<< Spererei>> , esclamo con una certa durezza, << Ti capisco comunque. Il tradimento fa male, brucia e a volte non ne si capiscono nemmeno i motivi.>>, rammento Davide , quello che è accaduto con Veronica.
<< A volte è per routine, per una mancanza di dialogo, mancanza di attenzioni, mancanza di rispetto, per la lontananza, oppure solo voglia di avventura, ma non sempre è per ciò che si fa che qualcuno se ne va, a volte è proprio per quel che manca...>>, parlo a voce alta, esprimo un mio pensiero. Non giustifico il tradimento, è una cosa che non sopporto, ma nemmeno giudico il traditore.
<< Hai ragione, spesso è proprio quel che manca, i sentimenti non sono scatenati solo da un'attrazione fisica serve altro e, il tradimento è una scelta>> , specifica il suo punto di vista, non nego che la cosa mi colpisce, per lo meno non giudica solo l' aspetto fisico.
Sorrido solitaria.
<< Perché sorridi? >> , chiede ricambiando.
<< Perché non sei una persona che basa tutto sul piano fisico, ma che guarda anche altro, anche perché se ti basassi solo sul fisico, non capisco cosa ci faccio qui, in auto con te, dopo che ci siamo reciprocamente svelati>>
<< I miei sentimenti non sono così superficiali e fisici, ma poi scusa, tu non hai proprio nulla fuori posto,anzi...si. La tua spalla scoperta; mi tenti. >> , arrossisco violentemente.
<< E cosa vorresti fare alla mia spalla?>> chiedo con malizia.
<< Appena arriviamo e manca poco, te lo mostro>> , ribatte con ancor più malizia di me.
La strada fa una curva, poco distante ritorno a vedere il mare.
<< Comunque tornando al discorso di prima, tu dovresti essere solo più sicura di te, non farti mille problemi per tutto, ma poi una cosa, sei consapevole di ciò che scateni con uno sguardo ben piazzato? >> lui è serio, guarda la strada, io guardo lui piuttosto confusa, mi sistemo l' orlo dell' abito, ho caldo e mi sento un po' nervosa, ma forse sono solo imbarazzata
<< Di te mi hanno subito colpito gli occhi, occhi verde mare celati dietro ad un paio di occhiali dalla vistosa montatura, poi il sorriso caldo e sincero, la semplicità di come vedi il mondo, la sensibilità davanti ad un tramonto, li davanti al mare a quel primo tramonto visto insieme, mi hai mostrato inconsapevolmente, la parte più profonda e nascosta di te, un fuoco interiore che brucia, un animo romantico e sognatore, in questo siamo simili.>>
<< Gian...>> mormoro, quasi commossa da queste parole poi prosegue:
<<Durante un concerto una fan scrisse un cartello per Piero, recitava più o meno così - Se ti colpisce fisicamente è attrazione, se ti prende caratterialmente è feeling, se ti acchiappa ovunque è Piero Barone - ecco cosa sei per me, mi prendi caratterialmente, fisicamente, mentalmente, come potrei definire ciò? Solo che sono contento di averti incontrata, davvero>>.
Le sue parole mi ronzano in testa, l' eco della sua voce mi accarezza i timpani, una dichiarazione piuttosto esplicita. Non so cosa dire, mi perdo in mille congetture, in mille pensieri;dopo queste parole, il tasso zuccherino sale, << Sai che ti dico? Mi mancheresti anche se non ci fossimo mai incontrati. >> , e quel che esprimo è un pensiero molto forte . << In realtà purtroppo non ho molto da offrirti, potrei darti una serie infinita di disastri e guai, instabilità emotiva perenne, rabbia quanto serve, giornate di pioggia e malinconie in cui cercherò di ripararti come posso. Baci e abbracci però tanti, parole di più. Non ho molto da dare, questa è la verità purtroppo; ma se ti andrà, ti donerò' tutti i tramonti che vuoi.Hai detto delle cose molto belle, grazie>>
<< Grazie a te perché non sei perfetta, nemmeno io lo sono, non è che Gianluca Ginoble de Il Volo non ha difetti anzi, ne ho tanti, grazie perché sei tu.>>
<< Allora sarai il mio difetto preferito>> , ironizzo strappandogli un sorriso sincero.
Proseguiamo in silenzio l' ultimo tratto, poi parcheggia in uno spiazzo, non ci sono molte macchine, faccio per scendere ma la sua mano mi trattiene. Sento i muscoli del braccio flettersi mentre lo sollevo ad angolo retto e , aspetto di ricevere la stretta che, lo so, non si farà attendere.
<< Aspetta...>>
Mi tira a se e mi bacia. Un bacio a stampo, che però mi ruba il respiro.
Scendiamo.
Mi ritrovo allegra, mano nella mano con lui , zainetto in spalla , ciò che vedo davanti scendendo alcuni gradini in pietra, è una bellissima striscia di terra chiara che da su acque azzurrissime, scogli bassi, una riserva suggestiva luogo di lunghe passeggiate sulla riva che, non sapevo esistesse tra Roseto e Cologna, acqua cristallina, vegetazione abbondante, formazioni erbacee che colonizzano le spiagge sabbiose e, con ciottoli sottili in prossimità della battigia, a tratti macchia mediterranea con vista collina, silenzio e pace attorno, si sentono solo le cicale, il cinguettio degli uccelli e il rumore dell'acqua che deposita sulla riva una soffice schiuma, un luogo di meditazione di relax. Lascio la sua mano, corro libera raccogliendo l' orlo lungo della maxi maglia richiamando Gian...
<< Dai vieni anche tu!>. Raggiungo l' acqua, vi immergo i piedi e resto a contemplare per un' attimo la vastità del mare che mi si staglia davanti.
Gianluca 's pov
Corre via da me, come l' ultima volta.
Li cercai di trattenerla, ma lei fuggì, ora invece la lascio andare.
Occhiali sugli occhi a schermarli dal sole, mani nelle tasche mentre avanzo lungo il territorio verso il mare che conosco, la vedo saltellare tra i flutti di schiuma mentre le acque lambiscono il suo abito, ma lei non se ne cura. Due ragazze mi fermano, si fanno vicine mi hanno riconosciuto. Sorrido loro felice, fa sempre piacere scambiare due parole con i fans.Giovanna si volta proprio mentre sto scattando un selfie, non si muove dalla sua posizione, resta a margine a farsi accarezzare dal mare, resta in disparte, mi lascia fare e, la vedo sorridermi, capisco che non è infastidita.
Dieci minuti dopo la raggiungo.
<< Giò..scusami...so che avevo detto...>> mormoro, ma le mie parole vengono zittite e, le mie labbra vengono sfiorate dalle sue dita che si posano leggere.
<< Non scusarti. È normale, sanno chi sei mio bel baritono>>.
Il sole risalta i riflessi ramati dei suoi capelli che assecondano i suoi movimenti, mentre il vento li attraversa. Ogni volta che l' ho vicina così, come adesso, ho continuamente voglia di perdermi nei suoi occhi che reputo la fine del mondo e, di baciare le sue stramaledette labbra che ultimamente sogno anche ad occhi aperti. Resto però così, con le mani in tasca, a cercare di resistere alla sua malia a cui credo, non resisterò' molto. Poso il mento sulla sua spalla nuda, respiro il suo profumo misto alla salsedine, le sfioro il collo con un bacio sottile ma mi fermo li.
<< Hai voglia di passeggiare?>> chiedo scostandomi da lei di malavoglia,mascherando un altro tipo di voglia, non siamo chiusi tra quattro mura, non posso lasciarmi andare troppo anche se lo vorrei, ma deve essere lei a decidere.
Camminiamo un po', l' uno accanto all'altra, come sfondo il mare, due parti di una stessa mela con solo l' intreccio dei nostri mignoli ad unirci. Ci raccontiamo di noi, di cose che ci sono accadute, di fatti divertenti, a volte imprevisti, raggiungiamo delle grosse pietre poco distanti dal punto di partenza dopo essere tornati indietro, mi siedo e invito lei a sedersi davanti a me sui massi.
L' abbraccio da dietro mentre il sole inizia la sua discesa, i suoi capelli mi solleticano il viso.
<< Questo posto è molto suggestivo>>, dice.
<< È incantevole si, quando non viaggio per il mondo, passo sempre volentieri da qui...>>
Mi stringe le mani nelle sue.
<< Vorrei che il tempo si fermasse in questo istante, se poi penso che tra una settimana saremo distanti...>>
<< Non pensarci per favore. Goditi il momento. Ti confesso con un po' di imbarazzo che le storie a distanza non sono il mio forte, ma mi impegnerò , perché per me sei davvero importante. >> , le sussurro.
<< Se sarai spesso a Bologna mi verrà più facile raggiungerti, da me sono due ore di strada>>, sorride.
<< Si. Mi fermerò per te. Prometto.>>.
Si sistema accoccolandosi sul mio petto, in questo momento penso a quanto sono fortunato ad averla, ruota il viso, mi fissa, passo la mia mano sul suo viso scivolo tra i suoi capelli avvolgendole la nuca.
<< Hai promesso.Abbiamo il sole come testimone. Non tradirlo e non tradirmi, per favore>>. Ha un brivido. Le sue parole pronunciate con titubanza sono segnate da un passato che l' ha ferita.
La guardo intensamente, non potrei mai tradire questi occhi così vicini e veri, che trasformano le parole, confondono i pensieri, no non devo farlo.
Mi chino su di lei, una muta promessa che sigillo con un bacio:
<< Farò il bravo>>, dico suadente. Prendo le sue labbra, sono fresche, sussulta al nostro contatto, poco dopo si scosta dalla mia bocca, mi bacia sul collo piano, quasi a farmi perdere il controllo, sento che mi lascerà un'impronta del suo passaggio, come a dirmi, sei mio. Ora come ora non vorrei essere in altro posto se non qui, con lei. Alcuni minuti dopo ci stacchiamo. Uno sguardo silenzioso al mare mentre ci stringiamo teneramente, ho la gola secca.
<< Hai sete? Ho dell' acqua in macchina se ti va. >>
<< Volentieri, però ti aspetto qui, ho voglia di godermi il panorama e scattare qualche foto>>
<< Ok. Torno subito.>>
Avanzo sulla sabbia a ciottoli, la macchina è poco distante, mannaggia a me che non ho deciso di prendere subito l' acqua dal sedile posteriore. Raggiungo il parcheggio, da questa posizione sopraelevata di collina, riesco a vedere Giovanna sulle rocce. Involontariamente sorrido da solo.
Ridiscendo alla spiaggia, mentre scendo le scale poco distante, vedo due figure avanzare sulla sabbia, due ragazze, una dai lunghi capelli castani con un cane, l' altra mora, media altezza entrambe, mi viene un colpo quando, passo dopo passo, mi ritrovo ad incrociare chiaramente il loro viso.
Sono sull'ultimo gradino, il sangue mi si gela nelle vene quando capisco che anche loro anzi..in particolare la castana, mi hanno visto.
I nostri sguardi si intercettano, dardi di fuoco da entrambe le parti, disprezzo quello che sento montarmi dentro. Lei mi squadra, spalanca la bocca inaspettata, sogghigna malefica:
<< Oh chi si vede...>>, esordisce la castana.
<< Ciao Marta..>> , rispondo più per cortesia ed educazione in presenza di terzi che per altro.
<< Visto Arianna chi c'è? Lo stronzo>>
<< Ha parlato la gatta morta, per non dire altro>> , specifico piccato.
La mora mi saluta: << Ciao Gianluca>> ,esordisce balbettando, sa cosa sta per succedere.Contraccambio con un cenno, poi la vedo prendere il cane dalle mani di Marta e scostarsi da noi in silenzio.
<< Vado con Spyke verso le rocce>>, aggiunge allontanandosi, va verso Giovanna ma io non voglio tirarla in mezzo. Mi passo una mano sul collo, che razza di situazione.
<< Vedo che ti sei dato da fare, hai fatto il puttaniere come al solito? L' hai sedotta e abbandonata come hai fatto con me?>>, chiede acida indicando il mio collo; sorrido da dietro gli occhiali, qui Giovanna ha lasciato proprio il segno.
<< Modera i termini, quel che faccio non ti dovrebbe interessare non più, è da più di cinque mesi che non stiamo insieme e poi, dovresti sapere come si lasciano certi segni, visto che è una tua routine>>, esordisco ferendola volutamente con le parole, alludendo ai suoi comportamenti piuttosto discutibili.
<< Senti stronzetto>>, se potesse fulminarmi lo farebbe, fa per colpirmi in viso, fermo la sua mano che resta a mezz'aria.
<< Non provarci>> , il mio tono è duro, tagliente, << Fino a prova contraria, sei tu che ti sei data da fare in mia assenza, non hai nessun diritto di replica Marta. Lasciami in pace.>> . Alzo il tono, sono incazzato, le abbasso il braccio quasi forzando senza farle male.
<< Credi di essere meglio degli altri? >> sorride beffarda prendendosi gioco di me, << Ho avuto baci migliori dei tuoi e, scopate decisamente ad un' altro livello>>, abbassa il tono provocandomi, pavoneggiandosi,sono un impulsivo, fatico a non mandarla decisamente a quel paese.
<< Allora perché sei ancora qui?>>, la sfido con lo sguardo togliendomi gli occhiali, avvicinandomi con fare minaccioso. << Se devi incolpare qualcuno, incolpa solo te stessa. Io non sono migliore di nessuno, come te ho pregi e difetti, solo che a differenza tua, non mi diverto a giocare con le persone, se mai l' ho fatto, sono sempre stato chiaro, ho anche io dei sentimenti e, tu dovresti fare appello ai tuoi e startene zitta. >>
La oltrepasso dopo averla fissata per un istante, rimetto gli occhiali, << Ti saluto Marta>>
Nel mentre mi sento tirare per un braccio con forza, le due bottigliette di acqua cadono a terra con un tonfo, mi volto per ammonire il suo comportamento e riprenderla...
<< Ma che cav...>>
..e mi ritrovo improvvisamente le sue labbra sulle mie, a quel suo falso tocco, in me si scatenano emozioni negative. La rifiuto , la allontano con entrambe le mani, con disprezzo, con rabbia, voglio vederla sparire in questo preciso istante, non rispondo al suo bacio, lo nego.
<< Che cazzo credi di fare?>>, le urlo addosso con tutto il mio disappunto.
<< Stai lontana da me>>.
Mi volto poi d' istinto verso Giovanna, è in piedi sulla roccia, Arianna e il cane vicino a lei, vedo il suo viso, la sua espressione.No!
Giovanna 's pov contemporaneamente a Gianluca durante l' incontro con Marta
Sto osservando il mare, la quiete delle sue sfumature turchesi, scatto l' ennesima istantanea, un abbaiare giocoso mi fa voltare, è un cucciolo di barboncino, bianco come il latte, ricciolino, ha un viso simpaticissimo. Corre in tondo si ferma, mi fissa e abbaia per richiamare la mia attenzione:
<< Spyke! Lascia stare quella ragazza>> , la voce delicata di una ragazza morettina, richiama il suo cane all'ordine,<< Scusami, non volevo disturbare>>
<< Figurati, nessun disturbo sto aspettando una persona...>> Lascio il discorso in sospeso, ancora non ho capito come possiamo definirci, non amici, non amanti, fidanzati? Meglio non svelare troppo. Mi accovaccio sulla roccia piatta, allungo una mano verso il cane.
<< Posso?>>
<< Certo. È buono, non morde ed anche io sto aspettando un'amica, credo ne avrà per un po', ha incontrato il suo ex che l' ha scaricata qualche giorno fa mentre erano in camera da letto..>>, la ragazza mi sorride poi diventa rossa, << Scusami, sono un po' radio scarpa, mi lascio prendere dalle situazioni, sono cose che non credo ti interessino..>>
<< Si be..>> , sono imbarazzata per la sua amica, ma voglio essere gentile con questa ragazza, devo dire che è una che non ha mezze misure o peli sulla lingua.
<< A Spyke sei simpatica.>>. Il cagnolino mi lecca curioso. Lo accarezzo.
<< Che bel pelo morbido!>> dico.
<< Uscito poco fa dal salone per cani, ecco perché è così in ordine.>>
Poco distante avverto delle voci ma non ci bado troppo, una sembra quella di Gian, sembra che qualcuno stia discutendo, ma non sento cosa si dicono, poi un tonfo cattura il mio orecchio e quello della moretta, alzo il viso voltandomi verso la provenienza del rumore; si volta anche lei. Non troppo distante, noto una camicia bianca a righe, dei jeans risvoltati, sembra proprio Gian. Mi alzo in piedi sulla roccia, voglio capire meglio. Spingo lo sguardo verso la sua figura e quella di una bella ragazza castana, la vedo baciare Gianluca... chi è? Come si permette? sembra però che lui la allontani, lui la respinga.
<< Ecco. .cosa credeva di fare,lo sapevo io l' avevo messa in guardia...>> ,esordisce lei con tono rammaricato. In un attimo il mio cuore si ferma, i pensieri si sovrappongono, i palmi delle mani si posano sulla mia bocca, per un riflesso incondizionato. Mi ritrovo a fissare il volto della ragazza. << Senti ma... è lei la tua amica?>> , annuisce ed io muoio dentro.
In un attimo tutto si ribalta, le carte in tavola cambiano, si mescolano si confondono, ed io mi sento delusa, ferita nelle mie convinzioni, - Se quello che la moretta ha detto è vero, con chi ho a che fare?-
Sbianco, sento il sangue defluire per poi divampare, mi sento bruciare, ma è solo una sensazione, nulla di reale se non per la mia mente. Il cuore pulsa fortemente, vorrei parlare, vorrei dire qualcosa ma davvero non so che pensare. Divengo rigida, freddo marmo che si confonde con la roccia. Il vento rinfresca la mia pelle, si insinua nei vestiti, cerca di ridestarmi ma non riesce, sono impassibile, sguardo fisso, una lacrima solitaria, la moretta osserva, ha capito che cosa le sue parole hanno scatenato, ha capito chi stavo aspettando, ha capito la mia reazione.
Vedo Gianluca correre verso di me preoccupato, vedo la sua figura avvicinarsi veloce salta sulla roccia, mi prende per entrambe le spalle, mi scuote leggermente:
<< Giò!>> mi chiama, io muovo il viso, lo guardo seria, poi alzo le braccia, spingo con le mie le sue verso l' esterno, arretro di qualche passo scuotendo il capo con disappunto, ma non per il bacio rubato.
<< Perché? Perché mi hai mentito?>>, la mia voce è spezzata, mi sento scricchiolare, sto andando in pezzi.La delusione è per una anima che ama, quello che l'acqua fredda è per il metallo, incandescente; mi volto, mi allontano di qualche passo.
<< Mentito? Cosa stai dicendo?>>.
Mi prende per un braccio, mi trattiene confuso.
<< Giò io non ti ho mentito...>> insiste stupito.
<< Gianluca forse è colpa mia...>> mormora dispiaciuta la moretta, intervenendo, ma lui la zittisce, non vedo il suo sguardo: <<Vai da Marta, per favore o qui finisce male> risponde secco, senza diritto di replica. È molto alterato.
<< Si...Andiamo Spyke>>.
Il silenzio è rotto solo dall'abbaiare del cagnolino, l' aria attorno a noi due si fa tagliente, come lame. Il nostro tempo si cristallizza in questo istante.
Aggiornato! Ora dovrei essere più veloce.
Non se avrò mai occasione di ringraziare personalmente i ragazzi, ci spero. Loro sono speciali, sono l' ultimo legame con l' anima di mio padre, già, il ricordo è vero. Grazie💞
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro