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Capitolo XV: Baciami l' anima.

-In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto - cit.

09 Agosto

Giovanna 's pov

Il giorno sta per concludersi con una struggente malinconia e una consapevolezza; mi manca Gianluca. Non ho un motivo preciso, so solo che vorrei vederlo, vorrei prenderlo per mano come ieri sera, ma nella mia consapevolezza, è da stamattina che cerco di non incrociare lui o i ragazzi, fuggo da lui, dal suo sguardo, dai suoi occhi, ho paura di mostrargli ciò che ho dentro, ho paura di svelarmi. So che dovevano avere degli impegni qui in hotel, li ho sentiti discorrere con il Manager a colazione di interviste e video clip, io entravo, loro uscivano, poco dopo un semplice buongiorno dai ragazzi, Piero mi ha sorriso, Ignazio mi ha fatto l' occhiolino mimando un bacio, con Gian un fugace sguardo, tempo tre minuti e, mi suona il cellulare, è un suo messaggio:

Gianluca💖 -Un sorso di caffè accompagnato da un tuo sorriso, non chiedo altro. Ci vediamo stasera in piscina? -
Rispondo - Il sorriso e il caffè non si negano a nessuno.Ci sarò-
Gianluca💖 - Facciamo che me li riservi in via del tutto straordinaria. Ci conto.-

Sorrido da sola per la sua sottile gelosia, Il sorriso e il caffè davvero non dovrebbero mai essere negati a nessuno, tantomeno a colui che mi fa battere il cuore. Non posso continuamente scappare da lui, da loro, ho ancora una settimana per stare qui. Devo risolvere, devo confrontarmi soprattutto con lui.

Attraverso il corridoio che mi separa dalla mia stanza, passo accanto alla sua, ho ancora una volta la sua giacca appesa in camera, questa volta non busso, passo oltre. Fino a stasera non voglio complicarmi le cose.
Entro nella mia stanza, il sole filtra dalla finestra e scende vittorioso verso la fine della sua corsa, mandando in ogni direzione lame di luce che, per un momento, accecano la vista e infuocano con i loro colori per un'ultima volta il cielo riflesso sul mare, prima di spegnersi e scomparire discendendo nell'oscurità della sera che avanza, delineando una sottile striscia a dividere mare e cielo.Finalmente il tramonto.

Stasera c'è la festa in piscina con bagno di mezzanotte annesso, ma non commettero' lo stesso errore dell'ultima festa svoltasi li.
L'abito arancio dalla linea morbida, trattenuto in vita da una cintura in cuoio è adatto, sotto il solito costume nero, un bikini classico a triangolo che non mi fa sembrare poi così mozzarella, ma di sicuro eviterò di fare quel bagno. Una doccia veloce poi mi preparo; costume ok, abito ok, orecchini pendenti dorati, due grossi bracciali etnici e sandali; sandali? Che cavolo li ha ancora Gian.
Ne prendo un altro paio controvoglia, ma non andrò a chiederli, non adesso.
Un leggero trucco composto da mascara, un velo di ombretto sui toni del marrone e, burrocacao rosa perlato completano il tutto, cerco di mascherare le occhiaie per la notte quasi in bianco. Mi spazzolo i capelli lasciando le onde libere, un sorriso di circostanza allo specchio, poi eccomi pronta.

₪₪₪₪₪

Raggiungo la piscina, la tracolla nera al collo, i sandali con la zeppa, uno sguardo nel riflesso del vetro della piscina, non mi piaccio, non è che mi sia mai realmente piaciuta, ma almeno sono passabile. All'entrata due grandi alberi fatti di rami di luci a led bianca molto eleganti, accolgono gli invitati; la piscina è illuminata da lanterne enormi - con all'interno candele- posizionate in punti strategici. Raggiungo la zona tavoli allestita a ridosso della piscina sotto cinque gazebo bianchi in legno, illuminati anch'essi da luci led bianche avvolte intorno alle colonne; tovaglie giallo pastello, sedie ricoperte da cuscinetti bianchi, fiori bianchi e gialli ovunque, a completare il tutto, candele a forma di fiore come centrotavola e, lanterne cinesi giallo pastello in carta, che attraversano l' area piscina a circa 2 metri e mezzo da terra; un ambiente niente male, raffinato e chic, un bell'allestimento da cui prendere sicuramente spunto, per un party in piscina d' impatto. La gente inizia ad arrivare, scorgo tra i gazebo Jessica in uniforme bianca che dalla zona buffet ricca di aperitivi e stuzzichini mi fa l'occhiolino, io discretamente la saluto mentre si appresta a servire un uomo sulla sessantina molto elegante, capelli media lunghezza grigi che gli arrivano alle spalle, occhiali, è voltato verso di me, mi sembra di averlo già visto, nel mentre lui mi sorride cortese, resto spiazzata dal suo modo di fare e intanto raggiungo la postazione tavoli con palco annesso. Anche qui un trionfo di giallo chiaro e bianco sia sopra il palco sia sui tavoli.

Faccio per posare le mie cose ad un tavolo libero quando qualcuno involontariamente, mi urta una spalla, faccio per vedere chi è ma mi sbilancio appena a lato e in quel frangente mi ritrovo con la spalla premuta contro il petto muscoloso di qualcuno che poi subito, chiude la presa con le sue braccia attorno alle mie spalle, alzo il viso con un sorriso cortese ed incrocio due occhi verdi in un viso molto dolce, il mio cuore prende a battere con ancor più forza, Gianluca.
"Non mi aspettavo un sorriso e un caffè così ma apprezzo, ed anche molto".
In una frazione di secondo arrossisco violentemente , le guance in fiamme, faccio leva con la spalla per staccarmi subito da lui, mi lascia andare, ci resta male.
"Grazie", gli sono grata per avermi scampato una rovinosa caduta, ma mi scosto subito, aggiro una sedia frapponendola inconsciamente tra me e lui, come a voler mettere paletti e distanza, dietro la sua figura ecco Barone e Boschetto, anche loro belli come il sole.
Piero: "Ciao Gio! Complimenti, bella scelta di colore", sorride.
Ignazio: "Eila' beddda. Pari u tramonto".( trad. dal siciliano: Sembri il tramonto)
Poco dopo ecco che ci raggiunge l' uomo con cui ho incrociato lo sguardo poco prima, si avvicina, posa una mano sulla spalla di Piero, li guarda tutti e tre e li saluta.
"Divertitevi ragazzi, ma ricordatevi che a mezzanotte aspettano di sentirvi intonare Grande Amore" dice e, in un attimo comprendo, ecco chi è, è Michele Torpedine, il loro manager. I tre annuiscono.
"E questa affascinante signorina chi è?", mi sorride, a rispondere è Gianluca:
"Un' amica e una fan. Il suo nome è Giovanna". Gli si rivolge cortese con un mezzo sorriso. Il Manager allunga una mano cercando la mia, gliela porgo fingendo indifferenza alle parole di Gian, ma mi fa male sentire la sua voce pronunciare queste parole, ma solo perché un cuore innamorato non capisce l' apprezzamento dissociando la figura dai suoi sentimenti.
"Incantato milady, sono il Manager di questi tre scapestrati, mi chiamo Michele", sorrido sincera per l' affetto che percepisco verso di loro, "Posso permettermi un complimento? Ha degli occhi stupendi", mi fa un baciamano poi con un sorriso si congeda e si allontana mentre i tre prendono posto ad un tavolo accanto a quello che avevo scelto io e,invitano anche me, con noi ci sono altre persone tutte che fanno parte del loro entourage.

La serata procede abbastanza bene, si ride, si scherza, nonostante si percepisce una certa tensione controllata tra me e Gianluca, non so se Piero e Ignazio sanno come sono andate le cose, di sicuro se sanno capiscono, ma fortunatamente non si toccano gli argomenti della nottata in bianco che abbiamo passato consapevolmente io e lui. Stare insieme nello stesso spazio senza sfiorarlo è straziante, ogni volta che mi giro, finisco per guardare lui, i suoi modi, i suoi gesti, come se una calamita invisibile mi attraesse verso lui, ed è sbagliato, dannatamente sbagliato, nel momento in cui i nostri occhi si incontrano, tutto attorno si perde; la musica si fa più ovattata e lontana, nella mia testa sento il pulsare irregolare del mio cuore e tutto il resto svanisce, tutto certo a parte lui. Fortunatamente per me, i ragazzi spesso e volentieri si alzano, firmano autografi e scattano foto, ovviamente io in tutto questo resto in disparte, a margine e a chi chiede loro chi io sia, dicono che sono un'amica e va bene così; è così che devo essere per loro o meglio, per lui, anche se questa distanza mi fa davvero male.

Iniziano i balli di gruppo, ci scateniamo in pista tutti e quattro, Gian è il primo che cede, seguono Piero e poi Ignazio, infine io.
Mi abbandono sulla sedia accaldata.
"Ci voleva, dovevo scaricare tensione"
"Se vuoi ti faccio un massaggio, sono piuttosto bravo...", esordisce Ignazio con un sorriso e lo sguardo malandrino. Gianluca e lo vedo chiaramente, gli lancia uno sguardo piuttosto indispettito ma non dice nulla. Piero resta in disparte a bere tonica a guardare la scena, lo guardo a mia volta, lui sa cosa provo per Gianluca, scuote la testa mentre lo osservo, come a volermi far capire che lui non ha detto nulla, lasciando sottintendere che, se Gian si comporta così è solo perché è lui che vuole farlo, intanto sono grata a Piero per aver taciuto.

La serata verso le 22.30 prende una piega più movimentata, complice il cambio di selezione musicale , complice l' atmosfera calda che si è creata, molta gente chiede di anticipare il bagno di mezzanotte, infatti con l' l'approvazione della direzione dell' albergo, danno il via al bagno in piscina e anche Piero ed Ignazio sono favorevoli, senza farsi troppi problemi, nonostante siano consapevoli di chi sono e cosa sono, si sfilano la maglia e si tuffano ancora vestiti con i pantaloni ma senza scarpe, in piscina, io e Gianluca li osserviamo sbigottiti, non sono normali ma questo lo sappiamo, io e lui restiamo fuori mentre ridiamo divertiti dalla scena e dal loro tuffo per niente olimpionico. Gian mi guarda:
"Ci tuffiamo anche noi?", chiede facendomi l' occhiolino, no va be...questo ragazzo vuole vedermi morta, altro che sentimenti; nemmeno il tempo di rispondere che dall'acqua escono due tritoni da svenimento, Piero ed Ignazio a torso nudo completamente bagnati. I due incuranti degli sguardi che li fissano, chi ammirati, chi innamorati, chi indifferenti , si scambiano senza preoccuparsi troppo, uno sguardo d' intesa fin troppo chiaro, capisco che stanno tramando qualcosa..
"Smuoviamo un po' le acque Piè?", sento Ignazio.
"Direi che è il caso...qui qualcuno è ancora all' asciutto".
Raggiungono rapidi Gianluca lo prendono di peso mentre lui si nega al gioco, Piero le braccia, Ignazio le gambe, poi lo scaraventano in acqua, tra imprecazioni e risate, io rido della scena, immaginando la furia di Gian per essersi bagnato il ciuffo ma non solo, ma poi la scena cambia; realizzo che adesso stanno guardando verso di me, ed io sono spalle all' acqua.
"Destra" , Ignazio.
"Sinistra", Piero.
"Accerchiaggio", esordiscono all'unisono.
"Cosa..che!?", non capisco subito.
Me li ritrovo accanto neanche fossero due veline. Mi osservano sghignazzando come se fossi una preda, allargo le braccia mettendo distanza tra me e loro:
"Ragazzi non scherziamo vero?", dico.
"Sai nuotare?", chiede Ignazio ridendo lanciando uno sguardo prima all'acqua dietro di me.
"Certo che si ma..."
Nemmeno l' avessi detto che Piero mi prende in braccio, Ignazio mi toglie i sandali e gli occhiali, dev'essere un vizio quello di prendermi le scarpe... mi preparo al bagno a cui non posso fuggire, il Barone mi lascia cadere tra una marea di spruzzi ed in un attimo sprofondo nell'acqua fresca della piscina, riemergo dopo poco, i capelli sciolti sul viso, li raccolgo tra le mani portandoli indietro, ma alcune ciocche mi incorniciano il viso, mi passo una mano sugli occhi, il mascara deve essere colato, la gonna dell'abito mi fa da corolla galleggiando sull'acqua, sbatto le palpebre mentre da sopra avverto le risate dei due.
Guardo davanti a me e metto a fuoco, vedo  appoggiato al bordo piscina ancora immerso per metà nell'acqua Gianluca che mi fissa. Mi regala un mezzo sorriso mentre mi avvicino di qualche bracciata, ritrovandomi sospesa nell'acqua.
"Posso rubati un bacio? Ti prometto che poi te lo restituisco con gli interessi", dice sfacciato sottovoce, solo io posso sentirlo, ma io non voglio sentire questo e il mio cuore piange.
Lo fisso a mia volta, gli passo accanto prima di uscire e nel mentre, sotto l' acqua, mi sento tirare per un braccio...
"Giò", inchioda i suoi occhi nei miei, io non rispondo, muovo il braccio affinché lasci la presa, la delusione è chiara sul suo volto.
Mi appresto ad uscire dall'acqua, non appena lo faccio, mi ritrovo Ignazio e Piero che mi porgono un asciugamano e le mie cose tolte, ovvero occhiali e sandali, sorridono mentre io li guardo senza vederli troppo incastrata dalle parole di Gianluca, da quella sua richiesta...
Piero capisce subito che qualcosa non va.
"Che succede?", chiede.
Prendo le mie cose borsa compresa ancora al tavolo. Intanto esce anche Gianluca:
"Dove vai?", domanda allarmato.
"Scusatemi, vado a cambiarmi, vi raggiungo dopo", biascico, ma non è l' essere bagnata a darmi fastidio, quanto il volermi allontanare da lui.
"Ops...Pie' mi sa che abbiamo fatto una gran cazzata..."
"Mi sa di si Igna'..."

Raggiungo l' ascensore, schiaccio il pulsante mentre l'abito arancio leggero bagnato per il bagno in piscina aderisce al corpo. La porta si apre ed io entro, ma nel mentre sento dei passi, qualcuno sta arrivando velocemente.
"Aspetta".
Una voce conosciuta mi giunge chiara, faccio finta di nulla, un piede si frappone alla chiusura. La porta si riapre di scatto e poi lo vedo...pantaloni risvoltati, camicia bianca ancora bagnata...avvampo. Maschero l'imbarazzo con un sorriso tirato.
"Per caso sei caduto in piscina?"
Ironizzo, so benissimo che sono stati Piero ed Ignazio a giocarci questo scherzo.
"Così sembra".
Mi guarda e poi replica:
"Hai ballato ancora sotto la pioggia?"
Abbasso il viso mentre arrossisco ricordando quell'episodio di giusto qualche giorno prima, alcune ciocche ribelli mi scivolano sul viso e una mano dal tocco gentile arriva per spostarle. Quella stessa mano mi scivola poi sotto al mento e me lo solleva, un gesto molto dolce che non mi aspetto; i miei occhi color del mare dietro le lenti degli occhiali, l'unica parte che davvero mi piace di me; trovano i suoi, verdi e profondissimi.
"Hei...cosa c'è che ti turba?Non ti conosco da molto, ma so riconoscere quando qualcosa non va".Sorride sbieco.
Non rispondo subito, schiudo leggermente le labbra,  come faccio a dirgli ciò che provo dopo che è tutto il giorno che cerco di evitarlo, che cerco di evitare di incrociare un suo sguardo, con che coraggio potrei?
Chiudo gli occhi per un momento, fuggo dal suo viso spostando il mio di lato.La sua mano lascia il mio volto e lui si sposta al mio fianco appoggiandosi con la schiena al corrimano. È pensieroso o forse deluso.
"Perché fuggi continuamente da te stessa e...da me?", i suoi occhi mi scavano dentro.
In quel momento le porte dell'ascensore si aprono e io dopo averlo fissato per un istante esco fuori, so benissimo che uscirà anche lui, le nostre stanze sono sullo stesso piano. Cammino lungo il corridoio e lui dietro di me.Vorrei voltarmi, vorrei parlargli a cuore aperto, ma non riesco ad esternare ciò che ho capito di provare per lui, prima amavo loro tre, la loro musica, ma ora posso dire di provare oltre a questo un altro sentimento, un sentimento più profondo ed è solo per il baritono del trio, solo per Lui.
"Giò", chiama.
Non rispondo, non mi volto mentre una lacrima scende solitaria a rigarmi il viso, l'asciugo con una mano, come se il gesto bastasse a ricacciare dentro l' amarezza.
"Gian...per favore..."
Ho la voce spezzata, si sente dal tono che qualcosa non torna. I miei passi si fanno più veloci, pesanti, raggiungo la mia stanza, nel mentre mi sento raggiungere e prendere da dietro ad una spalla, la presa mi trascina a forza all'indietro senza farmi male e finisco con la schiena al muro, poi lui si porta davanti a me, entrambe i palmi delle mani appoggiati al muro all'altezza del mio viso, mi tiene prigioniera nella sua platonica morsa.
Lo fisso per un istante che sembra infinito mentre gli occhi si fanno umidi, quanta tristezza del mio stato d' animo:
"Non mi hai risposto, non sto scherzando, sono serio", imperioso.
"Come posso Gian?" , replico implorante.
"Provaci". Il suo tono è duro deciso, il tono di chi non accetta una risposta a metà.
Abbasso gli occhi.
"Guardami per favore, guardami e rispondimi", è alterato.
"Perché?", domando quasi implorando di non dovergli rispondere.
"Perché io dovrei parlarti, ma ho bisogno di sapere". Chiaro.
"Cosa vuoi sapere?" . La mia voce è spezzata.
"Prima cosa. Perché ieri sei scappata fuori dal locale?".
"Cosa avrei dovuto fare? Chiudere gli occhi e fingere di non vedere? No, non sono brava in questo, fingere non è da me".
Scuoto leggermente la testa, ed ecco che incrocio nuovamente il suo sguardo, indagatore e duro.
"Fingere di non vedere che cosa? Sii chiara, non girarci attorno!"
I miei occhi si fanno accusatori senza averne ragione mentre rispondo:
"Ti ho visto flirtare e baciare la bella bionda seduta al bar", sono indispettita. Gianluca sbarra gli occhi senza distogliere lo sguardo da me, è sorpreso da queste mie parole ma sa a cosa mi riferisco.
"Guarda che io non ho baciato proprio nessuno ieri sera, a parte te".
"Ma se eravate vicinissimi!"
"Da quando sedere vicino ad una donna e conversare mentre tu balli una sensuale bachata con Ignazio è reato?".
Ascolto con attenzione le sue parole.
Ballavo una sensuale bachata con Ignazio dice, sono stupita e sorpresa, sembra quasi una forma di gelosia. Ma è possibile?
"Seconda cosa: Chiarisci la tua posizione una volta per tutte". Mi dice mentre si stacca dal muro e si volta dandomi le spalle. La linea della sua schiena è ben visibile sotto la sua camicia, i pugni serrati , è alterato; per un attimo vorrei prenderlo di spalle e abbracciarlo anche solo per cercare di calmarlo, ma non lo faccio. Mi stringo nelle mie di spalle non capisco la sua richiesta, o meglio, intuisco tra le righe ma come può essere questa la sua di posizione nei miei confronti? Guardo la punta dei miei sandali mentre restando schiena al muro, inizio a parlare stringendomi nelle braccia.
"Sono venuta qui in ferie da sola perché la mia migliore amica mi ha dato picche all'ultimo minuto per problemi lavorativi indipendenti da lei, non è riuscita a raggiungermi e quindi ho vissuto questa vacanza in solitaria, ma non sapevo chi avrei incontrato qui".
Metto in pausa il respiro, chiudo gli occhi come a voler trattenere dentro il tutto, ma poi decido di essere sincera, decido di parlare a cuore aperto nonostante mi faccia male, cercando un coraggio che non credevo di possedere, in fondo mi dico, non ho nulla da perdere.
"Vi ho sempre seguiti come fan, ho amato ed amo la vostra musica, le vostre voci sono uniche, non ho mai potuto venire ad un firmacopie perché non passate mai per la mia città, siete tosti, avete talento, carisma, e meritate tutto il vostro successo. Ma adesso dopo quasi due settimane che vi ho vicino non amo solo questo di voi...no...credo di aver commesso in questi giorni lo sbaglio più grande, un errore che mi costerà caro lo so... e quell'errore sei tu!"
Mi sento premere il petto ma è solo una sensazione, porto una mano sul cuore, abbandono indietro la testa mentre mi ritrovo a fissare nuovamente le sue spalle, lui è ancora lì fermo:
"Credo di essermi innamorata non del baritono, non di Gianluca Ginoble, quelli già li avevo nel cuore, ma solo di Gian...e scusami se mi sono permessa di farlo, scusami se il mio cuore ha ceduto alle emozioni".
Il silenzio piomba nel corridoio deserto, porto entrambe le mani al viso, comprendo bene il peso delle mie parole, i sentimenti non si controllano arrivano e basta ma ti scombussolano come foglie trascinate dalla corrente, ma la cosa più brutta in tutto questo è il mettere in gioco il cuore e,il sapere che quell' unico cuore che adesso desideri non potrai mai averlo.
Tra noi non è accaduto nulla, solo un fugace bacio dettato dalla circostanza, non ho diritto di restarci male per questi sentimenti, chissà quante ragazze come me si sono trovate in balia delle loro emozioni ad inseguire come me, una meta impossibile; solo io ho combattuto contro me stessa per non far affiorare ciò che provo, ma ho perso, perso proprio contro me stessa.Gianluca tra i tre è da sempre stato il mio preferito, l' averlo così vicino senza averlo chiesto, mi ha reso felice e per un' attimo, vedendo certi comportamenti mi sono anche illusa che forse in questi sentimenti potevo crederci.
Mi stacco dal muro, cercando un po' di contegno, porto una mano sulla maniglia della porta, faccio per entrare in camera mia mentre tutto ciò che ho taciuto si riversa in me, nel mentre avverto del movimento.
"Stupida". La sua voce giunge dolce, ma greve. Mi volto e lo vedo. Li in piedi davanti a me, bello come un tramonto sul mare, dolce come il soffio del vento ma c'è qualcosa nei suoi occhi, una scintilla, una sfumatura nuova che non avevo mai notato.
"Cosa aspettavi a dirmelo? Tra una settimana riparti", il tono caldo e basso è preludio di una delusione. Lo guardo confusa, è arrabbiato? Infastidito?
"In realtà non volevo lo sapessi", aggiungo mordendomi le labbra.
"Ma perché! Perché se questa è la tua verità!"
"Perché? E me lo chiedi?"
Questa volta sono io ad alzare la voce, ma poi l' abbasso, non è mio diritto farmi accusatore e poi potrei disturbare chi è in camera.
"Tu sei un cantante famoso in tutto il mondo con miriadi di fans, io sono una semplice impiegata. Tu abiti a Montepagano, io in provincia di Brescia. Tu giri il mondo, io ho le ferie contate. Chiedimi quanto mi è costato dirti la verità, chiedimi quanto mi è costato nascondere i miei sentimenti per te , per rispetto. Apparteniamo a due mondi diversi, due realtà differenti", dico con palese amarezza.
"Due mondi diversi che però si sono incontrati! ", ribatte lui chiaro e schietto. Un colpo al cuore.
Lui ha capito il mio stato d'animo, ha capito cosa voglio dirgli ed infatti si fa più comprensivo, mi accarezza una guancia con il dorso della mano, poi continua:
"Comprendo i tuoi motivi e credi che io non ci abbia pensato? Sei piombata nella mia vita come un fulmine a ciel sereno e mi sei rimasta dentro". È serio, troppo per essere il Gianluca scanzonato e sorridente di sempre, mentre io sono quasi stordita da ciò che sto realizzando in questo momento. Mi gira la testa, le gambe tremano, non so se è perché non ho mangiato, non so se invece è per la tensione accumulata...
"Gian...cosa...."
Si avvicina non stacca i suoi occhi dai miei, mi sento mancare la terra sotto i piedi, lo stomaco in subbuglio,lui è qui, mi sorregge prontamente per la vita stringendomi e rimettendomi in piedi.
"Davvero non hai capito ? In caso te lo spiego in altro modo".
Allunga una mano libera dalla presa mentre sorride, un sorriso disarmante, di quelli che ti fanno sciogliere, mi prende il mento tra pollice ed indice con una delicatezza spiazzante, a quel contatto schiudo involontariamente le labbra umide, come se loro abbiano capito prima di me quel che sta per accadere; si avvicina piano, le sue labbra sfiorano delicatamente le mie come a voler chiedere il permesso di poterle assaporare, ritrovo la sua fronte posata alla mia, i nostri respiri si mescolano per un istante respirando lo stesso sapore di questo bacio rubato a fior di labbra.
"Mi dovevi un bacio",mi dice in tono caldo, occhi semichiusi, fronte ancora a contatto.
"Te lo sei preso...", controbatto, ma poi sono io a reclamare la sua bocca, le sue labbra vogliose. Un nuovo bacio, questa volta è un bacio romantico. Le mie labbra si avvicinano lentamente e si posizionano alternate sulle sue, gli mordo leggermente il labbro inferiore; il bacio da delicato si fa più voglioso, più audace ad ogni soffio. La sua mano cerca la mia, la trova e le nostre dita si intrecciano, avvampo mentre lui chiede di più, un intenso calore si irradia ,i nostri corpi sono quasi a contatto mentre le nostre lingue si cercano e  si rincorrono sensualmente , sembrano danzare un tango. Il bacio mi toglie il respiro, posso avvertire anche in lui lo stesso bisogno d' aria. Ci stacchiamo appena dopo intensi minuti.
"Gian..." , mormoro ancora sule nuvole.
"Baci che è un incanto" , replica.
Ride togliendomi dall'imbarazzo, non è la prima volta che qualcuno mi fa questa osservazione; gli tiro affettuosamente un leggero pugno alla spalla in risposta al suo complimento.
"Hei..non credevo di aver baciato Piero", lo guardo perplessa." Di solito sono lui e Ignazio che fanno così in modo amichevole per stemperare la tensione prima di un concerto".
Ridiamo insieme di questa insolita prassi ,mentre uno starnuto trattenuto a stento mi coglie.
"Forse è il caso che ti cambi", dice apprensivo, tossicchio.
"L'intento era quello ma qualcuno mi ha piacevolmente trattenuto".

Gli volto le spalle sorridendo e apro la porta, nel mentre mi sento trascinare da dietro, cozzo contro il suo corpo bagnato mentre mi stringe ed un brivido mi attraversa, mi bacia tra collo e spalla, dove lo scollo del mio vestito ha deciso di lasciare scoperta una porzione di pelle, un bacio invitante, provocante.

"Dove scappi? Sappi che sei mia".
La sua voce sensuale mi prende, ed in questo momento potrei non essere consapevole delle mie azioni anzi...lo sarei troppo.
Un nuovo starnuto.
Mi lascia andare.
Poco dopo dei passi nel corridoio annunciano l'arrivo di qualcuno.
Sono appena dentro la camera ma la voce che sento è inconfondibile, riprendo la mia posizione trovandomi davanti Gianluca:
"Gian! Ancora li stai? Giù ti stiamo aspettando per cantare! E cambiati no!"
"Igna...arrivo". Si volta e mi fa l' occhiolino
"Te la porto io la camicia se vuoi, basta che te sbrighi", precisa.
"Ciao Ignazio!"
Esordisco cacciando fuori la testa dalla porta. Ignazio mi guarda dapprima perplesso, poi guarda Gianluca, sembra confuso.
"Parlate dopo dai".
Non chiede nulla, non dice nulla ed io non aggiungo altro.
"Mi cambio e vi raggiungo".
"Non scappare". Dice Gianluca, per poi andare con l'amico verso la camera facendomi il gesto di - a dopo-
Annuisco.

Entro in camera e mi siedo sul letto incredula a quello che è accaduto, mi porto una mano sulle labbra, labbra che portano la traccia del suo sapore. Il cuore a mille, lo stomaco in subbuglio e poi questo bacio...davvero è successo?

Gianluca 's pov

Entro in camera con Ignazio.
"Righe o fiori?", chiedo.
"Quadretti, fai prima", replica Ignazio.
"Ok...righe".
Ignazio si piazza sulla porta
"Spiegami cosa ci facevi davanti alla sua camera". Sogghigna divertito.
"Cosa dovevo fare? Parlavo". Rispondo con ovvietà.
"Si certo e...in che lingua avresti parlato?".
Domanda malizioso con la sua tipica cadenza siciliana; un cuscino arriva diretto in faccia al povero Ignazio.
"Ti piace troppo vero?".
"Direi di si".
"Se non la vuoi tu, ci provo io, è una bella ragazza e ha un certo movimento d' anca.. "
Finisco di abbottonarmi la camicia,recupero una giacca e lo fulmino con lo sguardo, di nuovo.
"Ignazio non ci provare! E dai andiamo che ci aspettano!"
Gli passo davanti, Ignazio con la schiena alla porta e le braccia incrociate mi osserva divertito.
"Fino a prova contraria aspettano te e per fortuna sono arrivato altrimenti chissà cosa succedeva".
Non rispondo, replico solo con un secco:
"Muoviti".
Una risposta che non soddisfa Ignazio.
"Per caso mi sono perso qualcosa?".

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