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Capitolo XI: Gelosie

- Gelosia. L' altra faccia dell' amore - Cit.


07 Agosto

Mi ritrovo qui da sola nella sala fitness dell' albergo. Le vetrate a specchio mostrano da dentro, il colore del mare del tardo pomeriggio prima del tramonto, mentre una striscia infuocata segna la linea di demarcazione che separa l' acqua dal cielo. Ieri pioveva, oggi invece il sole splende come non mai. Fa caldo nonostante le finestre aperte, mi sfilo la maglietta e resto con la canotta verde acido e i pantaloncini neri, l'unico completo sportivo che mi sono portata dietro, mai avrei pensato di trovarmi qui a fare questo, a fare un favore a Jessica. Raccolgo i capelli in una coda alta, respiro regolarizzando il ritmo, mentre inizio a fare gli allungamenti. Ora mi tocca la prova più difficile.

Flashback - questa mattina

Come ogni mattina scendo a fare colazione, ormai mi sono assestata su un orario e quello mantengo. Fette biscottate, burro e marmellata, un cappuccino fumante, una fetta di crostata, quella che Ignazio dice sia buonissima e si, ha ragione. La sbornia è passata, finalmente sto meglio e se non voglio rovinarmi il resto delle vacanze, sarà meglio che evito l' alcool, almeno in grosse quantità.

Incrocio Gianluca, Piero ed Ignazio, che stanno uscendo mi salutano:

"Ciao Giò. Tutto bene?" , chiede Piero con un sorriso, annuisco ricambiando. Gianluca è al telefono e Ignazio sta parlando con una graziosa moretta in divisa rossa, la divisa dell' albergo.
"Tornate per stasera? Vi faccio preparare il tavolo signori?" 
"Credo di si. Pie' che abbiamo in agenda?", chiede Ignazio all'amico.
"Riunione, pranzo con Michele e un'intervista, direi che si, salvo imprevisti ci siamo", specifica.
Li osservo portando le mani dietro la schiena con fare sbarazzino: "Super impegnati anche oggi"
Piero sospira. "Ci tocca. In teoria saremmo in ferie, ma abbiamo diversi impegni da rispettare e date da far quadrare, ecco perché ci intratteniamo qui ancora per  circa due settimane"
"Partiamo quasi assieme allora, io resto fino al 18." , ribatto scanzonata. 

Piero mi osserva, poi guarda Ignazio, ed entrambe guardano Gianluca che, nel mentre, ha finito di parlare al telefono e si riunisce ai due. Gianluca annuisce con un cenno in risposta agli amici, non capisco perché, ma sicuramente è una cosa tutta loro.

"Ci vediamo stasera allora", mi dice gentile, con la sua voce morbida, io arrossisco ma non abbasso lo sguardo. Annuisco a mia volta.
"Buona giornata ragazzi", dico, poco dopo mi allontano per raggiungere le scale che portano in camera per recuperare le cose per scendere al mare, ma una voce cattura la mia attenzione.
"Ragazzi! ", è Jessica, la sento urlare nella hall, mi volto incuriosita, "Scusate il tono e l'urgenza, avete visto Giovanna? Era a fare colazione poco fa ma poi è uscita"
Cado dalle nuvole, cerca me?
"Si, l'abbiamo salutata", aggiunge Gianluca ,"Sta la, sta salendo", è Ignazio questa volta e mi indica.
"Grazie!" , risponde,  finalmente mi vede, mi muovo verso di lei.
"Grazie al cielo. Fermati per cortesia. Ho bisogno di te, adesso" 

Pronuncia questa frase con un certo fervore, intanto i ragazzi  ancora nella hall, dopo aver sentito, mi guardano perplessi, soprattutto Gianluca. Vengono quindi richiamati ed escono diretti ai loro impegni, mentre io guardo Jessica, aggrottando le sopracciglia: "Eccomi. Che succede?", chiedo stupita da questa sua richiesta.

"Senti, mi serve un grosso favore e tra gli ospiti dell' albergo , sei l' unica che potrebbe aiutarci ", mi dice, cercando le mie mani.
"Scusami ma con tutto rispetto, cosa potrei fare io per voi?", chiedo confusa.
"Ballare e so che lo sai fare"
"Aspetta.Che?", esclamo strabuzzando gli occhi.
"Ti spiego", mi dice, invitandomi a prendere posta su un divanetto blu accanto alla vetrata della hall.
"Ambra, una delle tre ballerine dello spettacolo di stasera si è infortunata ad una gamba, nulla di grave ma non può fare sforzi. Non possiamo annullare lo spettacolo, dobbiamo comunque pagare il gruppo e gli ospiti si aspettano di vederli. Ti prego,ho bisogno di te!>> supplica.
"Ma come posso esserti d'aiuto, non sarò mai all'altezza della ballerina, ma ti pare? Non sono una ballerina professionista e poi non conosco i passi ne le coreografie", panico.
"Sai ballare! E questo conta", mi stringe forte le mani.
"Si ma solo valzer, tango e latino americano"
"Ci basta! Ti presento il gruppo, si adatteranno loro a te", si alza, mi trascina quasi a forza.
"Aspetta. Dunque, io parlo con il gruppo, ma se la cosa non è fattibile, non lo faccio. Rischierei di rovinare la loro reputazione".
"Provaci", mi dice. Negli occhi una scintilla.

Raggiungo insieme a Jessica la sala meeting della struttura, l' odore del detersivo alla lavanda impregna l'aria, devono aver appena pulito, entro in punta di piedi quasi, più per l'agitazione che per altro.
Seduti davanti nelle prime poltrone, ci sono sei ragazzi, fisici pazzeschi, si vede che ballano, ho il cuore a mille, adrenalina, come prima di ogni gara, perché si, so ballare, ballo per hobby ma ho fatto anche gare, almeno fino a quando stavo con Davide, sono brava, ma di certo, non una ballerina professionista.
"Ragazzi, eccovi Giovanna", mi annuncia così, come se fossi l'ospite più gradito.
Mi salutano e mi sorridono.
"Grazie", mormora grata una bella ragazza castana guardandomi. Occhi color delle castagne, belli e limpidi, un viso tondo, fisico slanciato, gambe da giraffa su un corpo da farfalla, ha la gamba fasciata.
"Ambra, giusto?", domando con un mezzo sorriso. Annuisce.
"Ciao, io sono Diego. Jessica, mia sorella, quando ha saputo di Ambra, ha pensato subito a te", mi dice un ragazzo moro, pizzetto e due occhi verdi chiarissimi, quasi trasparenti , per certi versi mi ricorda Gianluca, forse più alto.
-Ancora lui. No. Non devo. Non posso.-
Guardo Jessica e noto effettivamente una certa somiglianza.
"L'ho vista ballare, so che ne è capace" , ribatte verso i ragazzi.
"Si be, vediamo cosa posso fare", aggiungo con un sorriso tirato.
"Siediti", mi dice il biondino magro con gli occhiali, regalandomi un sorriso.
"Ciao. Io sono Tommaso, lui è Edoardo". Indica l' altro ragazzo dai capelli mossi castano chiari, "Loro sono Isabella e Miranda, Ambra l' hai già conosciuta"
La prima ha i capelli lunghi biondi, la seconda rossi. Le saluto. Saluto tutti.
"Piacere. Io sono Giovanna, amo ballare ma non sono una ballerina professionista , quindi non garantisco. Sarei qui in ferie", puntualizzo.
"Ottimo, allora è un giorno fortunato per noi" , ribatte gentile Diego, mentre mi guarda.
A prendere parola ora è la rossa, Miranda.
"Purtroppo come ti è stato anticipato, Ambra si è infortunata, abbiamo uno spettacolo importante tra qualche giorno e lei non può sforzarsi, ci serve in forma per quel giorno", dice indicando l'amica, poi è Edoardo a parlare: "Quello di stasera sarà un'esibizione di circa 30 minuti. Due balli di gruppo, una salsa e un Bachatango, poi ci saranno tre balli singoli; io e Isabella balleremo una bachata, Tommaso e Miranda balleranno un cha cha e..." , è Diego ad interrompere: "Io e Te ...un tango".
-Ti pareva che mi toccava un ballo semplice? Proprio un tango? Qui la sfiga ci ha visto benissimo -
Guardo Ambra: "Proprio un tango? " , chiedo a denti stretti. Annuisce arricciando le labbra, ridendo della mia espressione, "Tango . Visto che i volantini sono stati preparati e la gente avvisata, non hai diritto di replica"
"Ma scusate e, se io non ci fossi stata? ", chiedo curiosa incrociando le braccia al petto.
"Avrei ballato io, a mio rischio e pericolo", aggiunge Ambra con una scintilla negli occhi, si vede che ama ballare e le dispiace la situazione, "Ma se posso evitare è meglio", conclude.
Ora è Isabella a parlare:
"Sai ballare il tango? "
"Si. Direi di si. Nulla di troppo complesso però, livello intermedio , è forse il ballo che ho danzato di meno. Ma ne conosco tempi e regole. So ballare latino o caraibico , vedete voi come definirli, conosco i balli da sala" dico, cercando di essere il più chiara e sintetica possibile.
I sette, Jessica compresa; mi guardano con un sorriso ed io divento rossa.
"Se le basi ci sono, partiamo bene. Vediamoci nella sala della palestra tra venti minuti, vediamo cosa sai fare"
"Madonna Santa...neanche fossi ad Amici, ma siete sicuri?"
"Devi dimostrarlo tu". Conclude Diego con un sorriso, mentre mi posa una mano sulla spalla.

Le prove generali della mattina sono andate. Con la salsa e il bachatango ci sono, seppur con qualche imperfezione, ma hanno visto cosa so fare e a loro è bastato, soprattutto con il poco preavviso. L' ansia sale mentre sto finendo il riscaldamento, sto aspettando lui, Diego, il fratello di Jessica e il nostro Tango.
La porta si apre, ed eccolo lì il ballerino con cui ho praticamente ballato tutto il giorno.
"Pronta per il nostro tango?", sorride come se da stamattina non fossi stata sempre con lui, posa le sue cose a terra, si toglie la camicia e resta a maniche corte, accende lo stereo, allunga quindi una mano in mia direzione, la prendo ma tremo.
"Tremi", osserva Diego serio, "So che abbiamo preteso tanto da te, ma non sapevamo cosa sapessi fare e be, anche se i passi non sono perfetti e hai qualche sbavatura, credimi, sai ballare e anche bene", si complimenta.

La musica parte, le quattro note iniziali sono inconfondibili, conosco questa melodia, La Cumparsita, un tango molto sensuale che se ballato bene, alza davvero la temperatura in sala. Proprio questo tango mi tocca. Chiudo gli occhi, cercando di tranquillizzarmi, cerco di azzerare i pensieri, cerco di concentrarmi solo sulla musica nostalgica e struggente. Faccio un respiro e nel mentre, Diego mi stringe sicuro ed inizia a condurmi sulle note di questo tango. Ho gli occhi chiusi, devo fidarmi di me stessa, devo sentire la sua guida, ora dolce, ora impetuosa, ora lenta, quando le sue mani scivolano sul mio corpo ed io posso avvertire il suo respiro sul collo.
Slanci, sfioramenti, incaute genuflessioni, un vortice di volcadas, gauchos, boleos, il cercare un' espressività che racconta queste note; note che parlano di un' ultimo consapevole e disperato appuntamento, l' ultimo bacio o amplesso che sia. Una sfida di sentimenti, un'esibizione sensuale, un andare, tornare, arrestarsi, allontanarsi, riprendersi. Proprio come in una tormentata storia d'amore, questa è l'essenza di questo tango.

La musica finisce, riapro gli occhi e il respiro è ancora più corto. Guardo Diego, anche lui come me, ha il cuore accelerato. Mi guarda stupito, le sue mani non lasciano ancora le mie:
"Sai cosa hai fatto?", chiede ed io vengo presa in contropiede da questa domanda.
"Dovevo essere io a condurre te, invece sei stata tu a condurre me. Ti ho inseguita, ti ho stretta, ti ho allontanata, ho assecondato il tuo tango e credimi, non ti dico cosa mi hai scatenato", mi dice, non chiedo oltre, mi limito a scusarmi e rispondere:
"Scusami, non volevo", sono dispiaciuta se non era questo che voleva.
"Ma scherzi? È stato piuttosto eccitante ecco", aggiunge con un certo imbarazzo, voltandosi verso lo stereo.
"Non è forse questo il significato nascosto tra le seducenti note della Cumparsita?", ribatto piuttosto lusingata, mentre raccolgo la salvietta, mi asciugo e poi riprendiamo

Gianluca pov's

"Anche per oggi abbiamo finito", esordisco, mentre mi rilasso sul sedile comodo del van nero.
"Mi ci vuole un caffè, nero, bollente. Stamattina mi avete tirato giù dal letto troppo presto ragazzi", aggiunge Ignazio.
"Appena arriviamo in albergo, ci fiondiamo al bar", dice Piero.
"Aggiudicato",  confermo.
Resto per un' attimo a fissare il paesaggio fuori dal finestrino, ripenso stranamente a Giovanna, a Jessica stamattina, chissà cosa voleva da lei.
"Gianlu?" Qualcuno mi chiama.
"Gian? Ci sei?", di nuovo.
"Che volete?", dico svogliato, ruotando il viso verso di loro.
"Lei resta fino al 18. Hai una settimana e mezza se vuoi capire quel che ti sta succedendo e non negarlo, ti si legge in faccia che qualcosa sta cambiando". Sempre Piero, a volte i suoi pensieri mi spaventano, sono suscettibile ed impulsivo , perdo facilmente la pazienza, anche con me stesso, eppure loro sanno come prendermi, devo essere solo grato al destino di avermeli fatti incontrare. Sorrido al pensiero di Piero.
"Piè talia Gian, ride da solo, per me si sta ammattendo"
"Smettila Igna', sto cercando di riordinare i pensieri", lo rimprovero bonariamente.
"Ieri Marta mi ha chiamato diverse volte, io non ho mai risposto, ho ancora quella risposta sospesa al suo messaggio", mi guardano seri, cupi, capiscono ciò che sto passando, "Ieri sera, sono stato tentato di risponderle sono sincero e piuttosto che dormire, mi sono perso tra i pensieri". 
"Spero sia rimasta solo una tentazione, se torni con quella, potrei anche decidere di prenderti a cazzotti", Ignazio non l'ha mai sopportata, Piero è più tollerante.
"Ho deciso di tornare a casa, giusto un giorno, vado e vengo in giornata, devo chiarire e mettere la parola fine. È inutile che io stia a pensarla, a desiderarla, quando tanto lo so che da lei avrò solo fuochi fatui e falsità. Devo mettere il punto, ma stavolta lo farò a modo mio".
"Giovanna fa parte del farò a modo mio?", chiede Piero sornione, intendendosi a pelle con Ignazio.
"Non lo so. Lei mi ha confuso ancora di più"
"Gian non fare lo stronzo e il coglione con lei, non lo merita, mi sembra una brava ragazza, gossip sul tuo conto ne sono stati scritti", mi ammonisce Ignazio.
"Non esporti se vuoi solo usarla come pretesto per dimenticare Marta", questo è Piero.

Mi metto più comodo sul sedile, passo in rassegna i loro sguardi mentre poso i gomiti sulle ginocchia.

"Per chi mi avete preso? Non sono così stronzo e approfittatore.Nessun pretesto e comunque, a prescindere da ciò che potrei provare io, Giovanna potrebbe anche non provare nulla per me"
"Domanda più che lecita Gian. Lei non si è mai pronunciata effettivamente"
Il gelo cala su di noi, mentre fuori la calura brucia. Non so cosa provo per Giovanna, so solo che mi attira, mi intriga come da tanto non mi succedeva, ma fino a quando avrò la partita aperta con Marta nonostante siano passati più di cinque mesi; non potrò capirlo.
Domani abbiamo il giorno libero, visto che già avevo deciso, forse potrei sfruttarlo.

Raggiungiamo l' albergo.
Scendiamo e ci dirigiamo come promesso verso il bar, il caffè ci attende.
Non incrociamo Jessica ma la moretta della mattinata; ella ci sorride e ci fa accomodare.
"Bentornati", esordisce con un sorriso, lanciando un'occhiata più che interessata ad Ignazio che intanto si diverte a stuzzicarla, consapevole della presa che esercita su di lei.
Prendiamo posto al primo tavolino libero, non c' è nessuno, vista la giornata, si staranno godendo l' ultimo sole del giorno.
Ordiniamo e mentre attendiamo, dall'ascensore vedo scendere due persone, un ragazzo belloccio e una ragazza che se la stanno ridendo con una certa complicità. Lei ha una coda alta, un completo sportivo che ne esalta il fisico, appena si volta e la vedo in viso però, resto basito.
- Chi è lui?
- Perché lei è vestita così?
- E soprattutto perché sembrano così in sintonia?

Loro però non sembrano averci visto.

"Gian chi hai? hai visto 'n fantasma?", chiede Piero.
"Magari.Giovanna". La indico, se avessi visto un fantasma ci sarei rimasto forse meno male, ma questo non lo dico, ma solo il fatto di averlo pensato, risponde ad una mia domanda: lei non mi è indifferente.

I due si dirigono verso il corridoio per poi sparire ed io mi sento inquieto.
Anche Ignazio li ha visti.
"Senti un po' dolcezza", chiede mellifluo alla ragazza mora richiamandola, "Chi era quello la? Il Ken palestrato per intenderci, lo conosci?"
La ragazza annuisce.
"È un ballerino, si chiama Diego, non è la prima volta che viene qui, è il fratello di Jessica la receptionist, stasera ha un'esibizione proprio qui con il suo gruppo di ballo" 

Detto ciò si allontana e i due mi guardano incuriositi dalla mia reazione con una certa apprensione. Io non dico nulla, cosa dovrei dire?
Averla vista così, in compagnia di quello mi ha turbato e non ne ho il diritto. In fondo lei non è mia, siamo solo amici se così ci possiamo definire, nient' altro. Solo una cosa, in amicizia solitamente non sono geloso, ma di lei si. Bevo il mio caffè lentamente, ma resto in silenzio, poi dal nulla esordisco con:
"Domani vado dai miei"
Piero ed Ignazio mi fissano seri.

Giovanna pov's

Mi faccio una doccia calda, devo rilassarmi, sono troppo agitata, tra meno di due ore devo salire su un palco che non conosco, davanti ad un pubblico che si aspetta un'esibizione perfetta, con ballerini quasi sconosciuti per me, spero solo di regalare un' esibizione almeno gradevole.
L' ansia mi assale, mi scava dentro cercando di minare il mio autocontrollo, una sensazione sgradevole, una condizione a cui non posso e non devo soccombere.
"Uff" sbuffo, consapevole che solo io devo gestirmi, oggi non ho incrociato nemmeno i ragazzi, se li avessi visti, avrei potuto chiedere loro come fanno ad affrontare sempre il palco con forza ed energia, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni, chissà come hanno trascorso loro la giornata, sospiro e ancora una volta penso a Gianluca, ai suoi occhi verdi, il suo ciuffo ribelle e ogni volta che lo penso, il mio cuore aumenta il suo battito.

₪₪₪₪₪

Eccomi qui. Sola nel silenzio del camerino in compagnia della mia ansia. Anche se non è la prima volta che mi confronto con il pubblico, per me è sempre come la prima, soprattutto dopo tanto tempo. Osservo queste quattro pareti bianche, osservo l' abito rosso appeso, il pizzo ingannatore, lo spacco profondo, forse troppo corto e troppo scollato per i miei gusti, la schiena nuda, ma questo è il taglio. È lì e aspetta solo di essere indossato, già, essere indossato da me.

Sento bussare:
"Giò?", mi sento chiamare.
"Si?" rispondo, subito dopo entra Ambra.
"Ma come? Non sei ancora pronta? Tra mezz'ora vai in scena" 
"Lo so".
"Dai, ti aiuto".
Ambra mi aiuta a vestirmi, finisce di raccogliermi i capelli in uno chignon elegante, due fiori rossi in linea con il pizzo dell'abito a decorare la finitura. Un velo di rossetto, rosso. Mascara. Ombretto scuro, studiato per dare importanza allo sguardo dietro gli occhiali.
"Eccoti", mi dice soddisfatta mentre mi fa voltare verso lo specchio alle mie spalle. Mi guardo. Non mi riconosco. Questa non sono io. Troppo perfetta, troppo audace, troppo sensuale.
"Ambra", sibilo con voce roca e bassa.
"Sei semplicemente magnifica".
Deglutisco.
"Ti stanno aspettando", sorride e nel mentre mi abbraccia, mi stringe forte.
"Sei brava, andrai benissimo e soprattutto grazie!"
Usciamo. Le luci nel camerino si spengono.
A breve si accenderanno quelle del palco.

Raggiungo i ballerini, accanto a me Ambra. Tutti e sei mi fissano, mi sorridono e cercano di darmi forza. Percepisco gratitudine e rispetto nei loro sguardi, nello sguardo di Diego però intravedo qualcosa di diverso.
Si accosta a me mentre ci avviamo verso il palco, mi stringe la mano e mi sussurra:
"Sei molto bella", mi coglie impreparata.
Non faccio in tempo a controbattere che è ora di entrare in scena. Il ballo di apertura è un tango. Il nostro. Chiudo gli occhi per un istante, sento il cuore a mille, respiro per calmarmi. Diego è tranquillo, io meno.
Il legno del palco scricchiola sotto il peso dei nostri passi. Ci guardiamo. Il tempo che scandisce l'attesa è finito.
Ora tocca proprio a noi.

Siamo in posizione.
Le prime note della Cumparsita partono.
Occhi negli occhi, il cuore che scoppia, gambe fra le gambe, un corpo schiacciato contro l'altro. La mano di lui calda, sulla mia schiena nuda e fredda. La fronte poggiata sulla guancia di Diego che, giacca nera, camicia nera, cravatta rossa, con virile sicurezza mi conduce, ed io mi lascio condurre, mi trascina, mi solleva, mi allontana, mi tocca ed io lo assecondo. Eseguo i suoi comandi con provocante sensualità, come si adduce a questo tango, mi abbandono tra le sue braccia , nelle sue prese vigorose. A questo punto se lui volesse schiaffeggiarmi, nessuno se ne meraviglierebbe, tanto è intenso questo tango.

Una torsione veloce, una distrazione. Lui. Gianluca tra il pubblico. No.Non pensavo. Sapevo che stasera sarebbero stati qui, ma non credevo venissero allo spettacolo.

-No, non lui. Non deve tormentare i miei pensieri-

La musica continua, i polpacci si incastrano, le dita s'intrecciano, il pizzo della gonna ondeggia . La mia caviglia si struscia sui pantaloni di Diego, ed io immagino lui, Gianluca. Perché'?
Le mani del mio ballerino mi agganciano i fianchi, mi solleva. Tentenno ma è un attimo, mi rimette giù , torno a ballare in punta di piedi. Le teste scattano a destra e a sinistra, i nostri sguardi si perdono, poi si ritrovano, per poi camminare paralleli in un guancia a guancia dalle mascelle tese. Zero sorrisi, solo espressioni serie che raccontano un melodramma alla quale vi pone fine il casquè.

La musica finisce, le luci si spengono, Diego mi sorregge. Mi trattiene mentre usciamo.
"Che cazzo di tango hai ballato?", esordisce quasi stordito.
Lo guardo spiazzata, forse ho sbagliato forse l' aver visto Gianluca in sala e aver pensato di ballare questo tango con lui, mi ha fatto uscire dai binari.
"Io...io ", balbetto non so che dire, mi sento impacciata, mi si avvicina Ambra.
"Qualche imprecisione in alcuni punti, ma hai ballato benissimo.Sembrava sesso allo stato puro!", mi dice entusiasta , ed io arrossisco violentemente. Sono incredula.
Si ritorna intanto in scena

Gianluca pov's - contemporaneamente a Giovanna

Entriamo in sala, nelle prime file vi sono i posti riservati, tre sono i nostri. Stasera non avevamo programmi, speravo di incontrare Giovanna giusto per invitarla a bere qualcosa nel bar dell'albergo, invece quando ho bussato alla sua porta, non ha risposto nessuno. Chissà dove si è cacciata.
È strano ritrovarmi a pensare a lei, ad un suo sorriso, il desiderio sottile di incrociare un suo sguardo, avvicinarmi con un pretesto, giusto per parlarle, per conoscerla meglio. E oggi quando l'ho vista con quel tizio, ho provato un po' di gelosia nei suoi confronti, ma perché? Quando i pensieri arrivano e ti colpiscono, sono già mezze verità, ed io credo di sapere quale sia la verità che cerco.

Le luci in sala si spengono, il sipario rivela due longilinee figure sul palco nella penombra, la musica inizia, le luci si fanno più forti ma ancora in ombra sono i volti dei due. Vedo lui, il ballerino di oggi elegante nel suo porsi, che si muove sicuro, stringe a sé la sua dama; seguo i loro movimenti, lei è molto sensuale, provocante nelle movenze, solo quando la luce finalmente si amplifica, riconosco la ragazza, quei capelli, quel viso nonostante il trucco. Sobbalzo quasi, mentre il mio cuore perde il suo naturale battito.
"Porcaccia la miseria", biascica Ignazio sconvolto quasi quanto me.
"Certo che sa il fatto suo, guarda come si muove. Ma fa la ballerina?", esordisce Piero incredulo.
"Non che io sappia", aggiungo sempre più sconvolto. 

Sento montare dentro qualcosa di forte, di irrazionale, un fuoco che brucia senza motivo o spiegazione logica, difficile da gestire, sono geloso. Geloso di quelle braccia che la stringono, quelle mani che la sfiorano con poco pudore, quelle labbra che cercano le sue. Cavolo. So benissimo che stanno solo ballando, che questo tango che conosco, trasmette tutto ciò che stanno mostrando, ma perché proprio lei lo sta ballando? E quel Diego? 

Mi mordo un labbro, sopprimo l'impulso di salire su quel palco e prendere lui per il collo, non devo, non posso, non ne ho il diritto, lei è libera di fare ciò che vuole, non deve certo rendere conto a me.
La musica finisce, le luci si spengono.
Ma non si spegne il fuoco interno che mi sta bruciando dentro.
Vorrei alzarmi, uscire da qui, non vederla nuovamente ballare così con lui, ma poi mi ripeto che lei non è mia e realizzo che cavolo si, mi piace, mi piace e anche troppo! Se prima esisteva solo Marta, da quando ho incrociato Giovanna davanti a quell'ascensore e incuriosito da lei ho cercato di conoscerla meglio, qualcosa ha iniziato a cambiare, è come se mi sentissi legato in un certo senso a lei pur senza conoscerla, una sensazione strana che, giorno dopo giorno si è insinuata sempre più , cambiando le mie carte in tavola. Chissà se per lei è lo stesso.
Lo spettacolo prosegue, ecco un romantico bachatango, un mix di sensualità, e romanticismo, lei è sempre lì, balla , si lascia condurre, fa vivere quella musica, uno spettacolo davvero da vedersi, in tutti i sensi e lei, lei è bella. Ho caldo, un certo torpore mi sale, allento il colletto della camicia.
Poi arriva una bachata, questa volta lei non c'è. Meglio così, la temperatura iniziava a farsi calda. È la volta di un cha cha e poi, nuovamente un ballo di gruppo, una salsa e ancora lei.
Ignazio guarda ammirato quei corpi che si muovono in sincronia quasi perfetta, lui adora i balli latini, Piero osserva anche lui catturato dalla musica e dalla danza ed io, io guardo solo lei, vorrei evitarlo eppure i miei occhi cercano lei.

Giovanna pov's

L' ultimo passo.
L' ultimo giro.
L' ultima nota.
Applausi.
L' ultima uscita e Gianluca è ancora li, applaude ma è serio, diversamente da Ignazio e Piero al suo fianco, i suoi occhi sembrano guardarmi, ma forse è solo una mia impressione.
Il sipario si chiude e finalmente, inizio a rilassarmi. Il respiro è ancora accelerato, il corpo é ancora teso, l'adrenalina ancora in circolo. Le gambe stanche per aver concentrato troppo per tutto il giorno, mi muovo lenta, cauta, i muscoli ancora caldi. Mi porto una mano sul cuore. I ballerini si abbracciano, mi abbracciano e mi ringraziano di cuore felici di aver portato a casa applausi e aver presentato una bella prova.
"Complimenti", vedo Jessica venirmi incontro, "Sei stata fantastica, sapevo che saresti riuscita", mi guarda fiera, felice di aver portato a casa lo spettacolo, anche grazie a me.
Ci tratteniamo ancora dieci minuti a discutere e conversare sullo spettacolo, a vedere errori e studiare il modo di sistemarli, ovviamente io faccio solo presenza, io non faccio parte del gruppo, sono stata un buon prestito. Mentre in sala servono un rinfresco, io vado a cambiarmi, sono stanchissima, distrutta.


Sono sola in camerino, mi tolgo l' abito in pizzo rosso, indosso i miei pantaloncini di jeans, la canotta bianca e sopra una camicia scozzese rossa e nera che lascio aperta, finalmente mi sento nuovamente me stessa. Lascio l'acconciatura.

Esco dal camerino, i ballerini sono ancora impegnati a discutere, mi avvicino e li saluto, ancora mi ringraziano, ancora si complimentano, ancora mi stringono.
"Resti un po' con noi?", chiede Diego gentile con un sorriso.
"No, vi ringrazio ma mi avete distrutto, grazie di cuore per come mi avete accolto".
Sorrido. Li passo in rassegna uno a uno con lo sguardo, sorridono e ancora, leggo gratitudine nei loro sguardi.
"Buona serata ballerini!" , esordisco, poi guardo Ambra: "Riprenditi che io non ce la faccio a sostenere i vostri ritmi", ironizzo e poi me ne vado così. Con un saluto e un nuovo grazie.

Esco da dietro le quinte, un veloce sguardo fuori dal palco, vorrei passare per la sala, cercare Gianluca, parlare con lui, Ignazio e Piero; sentire il loro parere sulla prova svolta, ma poi penso che no, è meglio che me ne esca così, ci sarà tanta gente al tavolo buffet, saranno impegnati ed io non ho fame, l'ansia per lo spettacolo fatica a scemare e al momento vorrei solo stare tranquilla, devo riprendermi. La vetrata che da sulla piscina è aperta, mi muovo in quella direzione in cerca di un angolo solo per me. Esco nella calura estiva, l' aria è calda, volto le spalle alla sala, guardo l'acqua calma della piscina illuminata dai faretti sommersi, mi siedo su un muretto. La camicia scivola di lato, lasciando una spalla nuda, non la sistemo, non ho freddo.
Sono presa dai miei pensieri quando avverto una mano calda posarsi sulla spalla. Mi volto e vedo Diego.
"Tutto bene?", chiede gentile.
"Abbastanza", sorrido.
"Perché non resti dentro con noi? In fondo è anche merito tuo la riuscita dello spettacolo" domanda, mentre mi porge un calice con del vino bianco. Forse spumante.
"Hai ragione, ma è tutto il giorno che ballo e nonostante mi piaccia credimi, ho bisogno di una pausa" , affermo con un sorriso mentre prendo il bicchiere e lo ringrazio.
"Ho pensato dopo l'esibizione che avessi sete", mi dice ed io annuisco.

Gianluca pov's

Mangio qualcosa assieme a Piero e Ignazio  mentre attendo di vederla sbucare da dietro le quinte.
Qualche foto e qualche chiacchiera, due o tre post su instagram, istanti rubati a questa serata alquanto strana.
Vedo arrivare i ballerini, ma tra di loro lei non c' è. Dove è finita?
Intanto a noi si avvicinano proprio i cinque ballerini, più una ragazza castana che mi ricorda Marta, ha la gamba fasciata.
"Ma sono i ragazzi de il Volo!" , esordisce una ragazza dai capelli rossi nel gruppo.
Ci chiedono una foto e si complimentano con noi tre per la nostra musica e il nostro essere. Complimenti che fanno bene all'ego, non c'è che dire. Ci intratteniamo in qualche chiacchiera, scopro che colei che assomiglia a Marta, si chiama Ambra, ed è una ballerina, incuriosito dalla fasciatura della ragazza castana chiedo gentile: "Cosa ti è successo?"
"Sono caduta sul palco durante le prove per lo spettacolo, mi sono slogata e ho preso una brutta botta".
"Caspita anche Ignazio durante uno spettacolo era caduto sul palco bagnato e si era fatto male ad una spalla" aggiungo, ricordando quel concerto.
"Brutti incidenti che rischiano di compromettere uno spettacolo, ma per fortuna abbiamo trovato una ragazza molto brava che mi ha sostituito all'ultimo minuto", mi sorride gentile, poi continua: "Era quella che ha ballato il Tango d' apertura, poverina era tutto il giorno che provava, per fortuna sapeva ballare ma era tesissima"
Giovanna. Lei.
"Che fortuna avete avuto! Immagino la sua tensione!>> dico, davvero sorpreso nell'apprendere che in una giornata di prove, sia riuscita a  raggiungere tale livello.
-Che sfiga però per me, che ho visto la ragazza che mi ha ridato un po' di calore, ballare sensualmente con un altro. - Penso. Come me hanno sentito anche Piero ed Ignazio, ora capisco anzi, capiamo il perché è salita su quel palco.
"Te la presento appena la trovo. Era con noi fino a quindici minuti fa", risponde allegra.
"Va bene. Sarà un piacere".  Fingo di non sapere di chi parla, fingo di non conoscere Giovanna, reggo l'entusiasmo della ragazza.
"Grazie per la foto" , mi dice e poi si allontana.
Scorro lo sguardo sui presenti, ma tra i ballerini non vedo più quello che ha ballato con Giovanna, lo scorgo poi che sta uscendo verso la piscina, ha in mano due bicchieri, dal vetro della vetrata noto fuori qualcosa di rosso; fisso per un istante quella macchia di colore sfocata. Poi vedo un' acconciatura raccolta e il ballerino muoversi verso la figura.
Mi accosto a Piero ed Ignazio:
"Esco un attimo verso la piscina a prendere una boccata d'aria", informo a bassa voce, i due  mi osservano e annuiscono poi riprendono a conversare. Saluto gentilmente gli interlocutori, informandoli che mi allontano per un po'.

Mi muovo verso la piscina.
Quando raggiungo la vetrata, vedo Giovanna che sta bevendo con il ragazzo.
Mi blocco, resto piuttosto di stucco nel vedere la scena che mi si para davanti, mi sento un po' a disagio come un terzo incomodo, mi faccio pena da solo mentre sono qui ad osservare questi due eppure non riesco ad andare via; anche io sono con il bicchiere in mano appoggiato allo stipite della vetrata e resto ad osservare. Davvero vorrei andarmene, non vorrei essere spettatore di un qualcosa che si preannuncia, eppure la voce del ballerino che porge una domanda a Giovanna mi costringe a restare, nell'ombra, nel silenzio, abbastanza lontano ma abbastanza vicino, per sentire.
"Senti, posso essere indiscreto e farti una domanda?" , chiede il ragazzo.
"Spara",  sogghigna.
"Mi chiedevo se mentre ballavi con me su quel palco, pensavi a qualcuno".
Loro sono di spalle, non possono vedermi, ed io non posso vedere i loro visi, posso solo immaginarli. Lei beve. Noto il suo movimento, ma non risponde subito.
"Perché?" , domanda lei sollevando un nuovo interrogativo, lui è ancora in piedi accanto.
"Perché hai ballato con una tale intensità che mi hai spiazzato. Una danza molto corporale, allusiva e provocante, come se stessi ballando con e per qualcuno, quel qualcuno che purtroppo non sono io", beve anche lui tutto in un sorso, nella sua voce si nota un certo dispiacere, ed io non so perché sorrido in silenzio, a labbra chiuse.
"Una domanda interessante", risponde lei senza aggiungere altro, senza esporsi.
"Una risposta interessante",  ride lui.
" Sai Diego, ci sono cose che non si possono dire, cose che è meglio restino celate", conclude svelando qualcosa che la turba senza essere davvero chiara.
"Capisco.Comunque sappi che sei una ragazza davvero in gamba, mi spiace davvero non essere quella persona"
"Dispiace più a me", risponde ma non capisco a chi alluda.
"Grazie ancora per tutto".
"Grazie a voi e...a te". Noto che lei gli lascia un bacio sulla guancia.
La saluta, si volta a testa bassa, si allontana da lei, ma gli si legge in faccia la delusione. Si passa una mano sul collo abbattuto, alza lo sguardo e incrocia il mio,  mi vede appoggiato alla vetrata con la schiena, mi sorride debolmente, mi riconosce, abbiamo scambiato due parole prima.
"Bisogno di aria?", domanda senza troppi problemi.
"Bisogno di un qualcosa di più." Aggiungo. "Bisogno di respiro", rispondo. E quel respiro in questo momento è lei. E l'ho capito solo ora, proprio grazie a quel che ho visto stasera.
Il ballerino, mi fa un cenno con il capo, non ci conosciamo quindi non credo abbia capito l' allusione. Meglio così.
Resto a fissare la linea delle sue spalle, finisco di bere e avanzo verso il muretto dove è seduta.

Giovanna pov's

Diego è andato via, mi dispiace aver deluso la sua aspettativa, ma oltre al ballo non c'è stato niente. Probabilmente la vicinanza, probabilmente le stesse note del genere di Tango ballato, l'hanno indotto a pensare che forse, dopo i balli, ci sarebbe stato un noi; ma io non sono così, non mi affeziono subito, sono piuttosto testarda e prima di dare fiducia dopo ciò che mi hanno fatto Davide e Veronica, ne deve passare di acqua sotto i ponti.
Però devo dire che stasera Diego, nonostante non mi conoscesse ma conoscesse il tango, ha centrato. Si, ho pensato a qualcuno mentre ballavo con lui, ho pensato alle mani di Gianluca , ai suoi abbracci, alle sue labbra, ho pensato all'unico ragazzo che non posso e non potrò mai avere per ovvie ragioni, l'unico che vogliono in tante ma c'è un problema,  lui è solo uno.
Pensieri contrastanti prendono forma annullandosi e rafforzandosi a vicenda, eppure non posso evitarmi di pensarlo.
Non riesco. Abbasso la testa, la stringo fra le mani. In certi suoi comportamenti forse, ho intravisto un qualcosa, un qualcosa che potrebbe non essere solo un rapporto di sola conoscenza, ma potrei benissimo essermi sbagliata, magari fa così con tutte.
Intanto come se qualcosa di incorporeo avesse intuito i miei pensieri avverto un colpo d' aria, la superficie dell'acqua si increspa per un istante e appena si quieta, mi rimanda un riflesso: Gianluca. Sobbalzo.
-È davvero lui?
L' acqua non può ingannarmi, lui è qui.
"Buonasera",  dico gentile restando di spalle. 
"Buonasera ballerina, vedo che ti sei data da fare oggi". Avvampo, mentre avverto una punta di accidia nelle sue parole.
"Si be...ho semplicemente aiutato Jessica e sostituito una ballerina infortunata" spiego, chiarendo la mia posizione.
"Ti sembra poco?", aggiunge, portandosi accanto a me. "Posso sedermi oppure aspetti il tuo ballerino?" , nuovamente accidia.
"Siediti pure. Non aspettavo nessuno in realtà" concludo, sottolineando il nessuno, lui compreso.
"Non sapevo sapessi ballare il tango".
"Sono tante le cose che non sai di me", replico con un sorriso, cercando l' immenso nel verde dei suoi occhi. Mi sa che anche adesso l'ho spiazzato.
"Non sono una ballerina professionista, però mi piace e ballo soprattutto latino americano"      "oh" esclama."Però hai ballato un tango molto sensuale". Si complimenta piegando appena il capo, ed io arrossisco sorridendo gentile, lui non lo sa che mentre ballavo pensavo a lui.
"Grazie, ti dirò che sono distrutta, non sono più abituata a ballare così tanto" esordisco, cambiando discorso, posando entrambe le mani sulle ginocchia stiracchiandomi. Gli occhi ogni tanto mi si chiudono senza volerlo, ed inizio a sentire la stanchezza accumulata scendere su di me. Senza quasi rendermene conto mi ritrovo con gli occhi chiusi, a respirare il suo profumo, posando la testa sulla sua spalla. Poi scivolo nel buio.

Gianluca's pov

Dorme. Sembra.
La osservo di traverso, poso il bicchiere sul muretto e sorrido, divertito dalla scena. Doveva essere proprio stanca perché mi è crollata proprio addosso. Niente di più piacevole. E adesso?
-E inducimi pure in tentazione, lasciandoti andare così inerme sulla mia spalla, che poi tanto me la sbrigo io. - sospiro sconsolato.
La guardo. Gli occhi chiusi, le labbra piene velate di rossetto, il fiore rosso che tratteneva la sua acconciatura scivola a terra lasciando libere le onde morbide dei suoi capelli, onde che scivolano leggere sulle sue spalle. La camicia le scende, ma non se ne accorge, cerco di sistemarla ma lei protesta e, si accoccola ancor di più.
Sta riposando profondamente, ed io sto approfittando di questo momento, di questa sua vulnerabile fragilità indotta dalla stanchezza, per trattenerla ancora un po' con me, mentre dovrei cercare un modo per portarla in camera sua. Era stanchissima dopo lo spettacolo, almeno così ha detto, probabilmente la tensione alle stelle, l'agitazione di una prova di cui non era certa del risultato, l'adrenalina a mille, le ho provate anche io queste cose quando ho ballato il tango con i ragazzi da Milly Carlucci, ero tesissimo e nonostante l'apparente tranquillità le provo ancora queste emozioni, ogni volta che devo salire sul palco.
Poco dopo dei passi, mi avvisano che qualcuno sta arrivando.
"Eccoti qui, noi ad aspettarti e tu in dolce compagnia", esordisce Piero, non vedendo che Giovanna sta dormendo.
"Ragazzi, abbiamo un problema", dico indicando con l' indice la ragazza accoccolata alla mia spalla.
"Oibo'" ecco Ignazio. "Eila! Gio'?", le passa una mano davanti al viso ma senza risultato, poi aggiunge: "Prova tu Piero. Un tuo acuto potrebbe svegliarla"
"Ma sei scemo? Secondo te mi metto a sparare da solo acuti come un cretino, nella piscina di un albergo pieno?", e Piero non ha tutti i torti.
"Che si fa? La portiamo in braccio fino alla sua camera? Oppure la lasciamo dormire qui?", ci interroga Ignazio.
"Magari tra poco si sveglia", dico.
Poi parla Piero: "Secondo me tira fino a domani".
Ignazio:"Quanto peserà?"
Gian:"Secondo te gli e l' ho chiesto?", alzo gli occhi rassegnato.
Ignazio: "Era per dire. Non supera i 500 etti secondo me"
Piero: "Non stiamo parlando di un prosciutto, Igna' ma di una ragazza!"
Gian:"Forse pesa di più di 50 kg. Se mi aiutate provo a prenderla"
Piero ed Ignazio la spostano dalla mia spalla, nuovamente una protesta di lei.
"Aiutatemi a tirarla su", aggiungo.
Piero la prende per le spalle, Ignazio per i piedi, la prendo in braccio e riesco a sostenere il peso, ma non so per quanto.
Piero: "Non possiamo passare per la sala, prendiamo l'ascensore qui. Dovrebbe esserci quello che dalla spiaggia sale ai piani".
Ignazio: "Lo chiamo"

Mi aiutano a trasportarla.

Entriamo in ascensore. Sto attento a non farla sbattere contro qualcosa accidentalmente, mentre i ragazzi mi danno una mano.
"Cazzo le chiavi della sua stanza!", esordisco.
"Porca miseria Gian! Sembriamo tre criminali!", aggiunge Piero.
"Igna' prendi le chiavi della mia camera nella tasca dietro"
"Con tutto rispetto Gian, hai un bel fondo schiena ma..."
"Sbrigati cazzo! Mi cade!", ordino.
"Non scaldarti amico, usa i muscoli, arrivo", esegue.
Non appena la porta si apre, mi aiutano a posare Giovanna sul letto, non appena la lascio, si volta sul fianco stringendo il lenzuolo, sorride.
"Che...buon...profumo..", la sento bisbigliare nel sonno.
I ragazzi ed io ci guardiamo e sorridiamo per la sua ingenua innocenza.
"Lasciamola qui. Appena si sveglia andrà in camera s aggiungo.
"Ok se hai bisogni squilla", mi dice Ignazio, "adesso vado in stanza", aggiunge.
" Idem. Vado a fare una doccia e poi se servo, ci sono anche io". Piero.
"Grazie ragazzi! Stanotte credo che dormirò sul divano"

"Non passare per maniaco", mi fa eco con malizia Ignazio.

"Non dovevi andare in stanza?", dico piccato con un accenno di sorriso. Lui annuisce.

"Quando parti?", chiede Boschetto, prima di uscire con Piero.
"Per pranzo. Ho già avvisato la mia famiglia, torno in serata"
Piero: "Va bene."

Entrambe escono salutando. Chiudono la porta ed io resto solo con lei.
Le tolgo le scarpe, le metto vicino al suo zainetto, mi chino su di lei scostando i suoi capelli dal viso, poi mi sporgo per tirarle addosso il lenzuolo, ma nel farlo, si gira verso di me, ha gli occhi chiusi, è bella come un tramonto estivo nel cielo di ferragosto e le sue labbra color ciliegia sono molto vicine alle mie. Avverto il suo respiro caldo, un respiro che profuma di menta e che sembra attirarmi come canto di sirena. Non resisto a questa invitante vicinanza, azzero le distanze incurante di ciò che potrebbe succedere nel caso dovesse svegliarsi, le mie labbra si posano sfuggenti sulle sue calde e sensuali e, le rubo un casto bacio.

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