Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo IX: Non esiste altra via, che non sia tua e mia.

- Non sono niente questi due,ma quando si guardano qualcosa in loro cambia, lui sorride e lei non è più lei - Cit.


Ignazio e Piero's  pov

Vediamo Gianluca uscire dalla stanza per portare le chiavi a Giovanna, era talmente presa e assorta che le ha dimenticate qui.
"Piè, che dici? " 
"Dico che Giovanna mi piace. Mi piace come persona, non mi sembra una stronza o un'approfittatrice, è semplice, dice quel che pensa, non si pavoneggia perché parla con noi, anzi a volte sembra persino imbarazzata", si rivolge Piero ad un Ignazio pensieroso e sognante.
"Piè a me piace, piace davvero. Diciamo che ne subisco il fascino. Diverse volte abbiamo incrociato il suo cammino, eppure ci tratta come persone normali, ed è questo che ci fa stare bene in sua compagnia", conclude Ignazio.
"A proposito di Giovanna.E Gian? Che fine ha fatto?", domanda Piero.
"Non lo so Piè. Forse sta cercando Giovanna che a sua volta sta cercando le chiavi". Posa la chitarra, poi continua:
"Comunque la nostra amica non ha fatto un'analisi sbagliata sulla canzone. Forse ha capito meglio di noi tre in poche righe, il vero significato del testo. Riadattare parole a certi nostri momenti a questo testo, potrebbe farla risultare molto profonda"
"Forse hai ragione. Dovremmo mettere su carta i nostri stati d'animo e provare a comporla" , gli fa eco Piero.
"Come sei messo però a cuore Igna'?", ironizza poi sulla condizione dell' amico.
"Insomma. Dieci anni fa a quest'ora mi vedevo occupato e con figli, ora no, le situazioni cambiano purtroppo e non si può sempre tornare indietro", conclude, mentre la sua mente viaggia lontano.
"Riavvolgere i pensieri quando viaggiano in un unico binario non è facile, forse non è ancora il nostro tempo per amare, o semplicemente abbiamo paura di non dedicare abbastanza tempo all'amore", aggiunge Piero.
"O semplicemente non abbiamo ancora incontrato la persona giusta, la nostra musica che resta". 

Ci guardiamo consapevoli della verità di queste parole. Entrambi sappiamo che la cosa difficile dell' amore è amare ed essere amati, amare davvero senza limiti, etichette, o preconcetti. Amare , è perdersi negli occhi chiari o scuri di un' anima che vibra alla nostra stessa nota, amare vuol dire trovare conforto in un abbraccio, capirsi senza parole, sentire il bisogno dell'altra metà come fosse ossigeno. 
Tante volte ci è capitato di trovare ragazze disposte ad amarci, peccato che spesso non amano Ignazio o Piero, ma Ignazio Boschetto e Piero Barone, vanno bene certo per una notte o due, ma poi non restano. L' amore deve lasciare il segno. Il graffio sul cuore.
"Gianluca pensava di averla trovata in Marta, ma invece si è rivelata un disastro eppure ne è attratto, speriamo si decida a chiudere la partita con lei" , riassume Piero
"Speriamo", gli fa eco Ignazio. Sono davvero preoccupati per il loro amico.

Ecco che ritorna Gianluca. È serio.
"Ti si pirduto?" , commenta Ignazio con un sorriso, eppure lo vede strano.
"Piangeva", risponde secco.
"Chi?" , aggiunge Ignazio distratto.
"Giovanna. E chi sennò. A chi altro ho portato le chiavi?", risponde indispettito Gianluca mentre prende posto sul letto accanto a Ignazio.
"E perché? Per la canzone?", chiede Piero.

Annuisce.

"Così pare. Mi piacerebbe sapere il perché ", un pensiero espresso a voce alta dalla bocca di Gianluca che lascia i ragazzi con un' interrogativo. 


Giovanna's pov

Finalmente sono pronta. Mi osservo allo specchio, il poco colore preso basta per farmi apprezzare di più il mio aspetto, un filo di mascara, nient' altro. Canottiera nera leggera, con scollo a barca in chiffon, infilata nella gonna corta a tubino decorata con file di pailettes poste in righe orizzontali che sfumano i colori del mare; sandali neri con tacco, trattenuti alla caviglia da un cinturino con frange. Capelli sciolti, orecchini a cerchio. Niente di volgare, piuttosto mi sento sensuale, come non succedeva da un po'. 
Mi scatto una foto e la posto su instagram; di solito non lo faccio mai, ma stasera va così, questo look a sorpresa mi piace addosso a me e poi stasera ho solo voglia di ballare e divertirmi. Voglio scordare i pensieri, riprendere il controllo di me e le mie emozioni e il party in piscina organizzato dall'albergo, capita alla perfezione. 
Subito alcuni follower in seguito al mio post, mettono mi piace alla foto, Mara in primis che commenta con : - Wow che sexy la mia best friend, stai d'incanto -
Un cuoricino in risposta.

Sorrido al suo commento, era da tanto che non postavo foto di me , questa volta devo averla sorpresa sul serio. Voglio provare davvero a sciogliere i nodi del passato; so benissimo che non sarà semplice, ci sono nodi che non possono essere sciolti, ma se non provo , di certo, non si scioglieranno da soli. Un ultimo sguardo allo specchio. Occhi fieri e decisi, un colpo di spazzola, una nota di profumo. Nulla di diverso dal solito, solo il sorriso. 
Prendo la piccola pochette nera, dentro metto telefono, qualche soldo, il mascara, lucidalabbra rosa perlato e un pacchetto di fazzoletti. Esco dalla stanza lasciando il letto sfatto, la finestra aperta, il libro che stavo leggendo abbandonato aperto sulla sedia con due frasi sottolineate, mentre nell'aria aleggia il mio profumo. Chiudo la porta e scendo in reception. 
Lascio le chiavi al ragazzo, sia mai che le perdo, oggi già le ho dimenticate da Gianluca e...a proposito, ci saranno anche loro al party in piscina? Chi lo sa.

Raggiungo l' esterno dell' albergo, mi ritrovo nella struttura che ho vissuto tutto il giorno o quasi, oggi niente mare, avevo proprio voglia di restare fuori dal caos e la piscina è stata una buona scelta. 
Scorro gli occhi sulla zona, di sera ha ancora più fascino: un grande tavolo da buffet sistemato sul fondo della passerella in legno nei pressi della fontana, qua e là tavoli bianchi in ferro battuto con piccole lanterne decorate con conchiglie come centrotavola, il bancone degli aperitivi ricoperto da bianchi drappi ed è proprio lì che mi dirigo, ho visto Jessica con la sua divisa rossa.
 Prendo posto su uno sgabello ed è proprio lei a vedermi ed avvicinarsi.
"Caspita Giovanna, che look! Stai molto bene", si complimenta cordiale.
"Grazie, stasera va così, ho proprio voglia di divertirmi", aggiungo posando le braccia sul bancone, "A proposito Jessica, non ho dimenticato la promessa fatta. Ho il video dell' ospitata al Cocoa Beach dei ragazzi da passarti, appena hai un attimo o il giorno libero, te lo giro", concludo serena.
"Grazie! Gentilissima. Per ricambiare il favore, il primo giro te lo offro. Che ti servo dolcezza?"
"Un Cosmopolitan grazie, con poco ghiaccio"
"Cinque minuti e arriva" , le faccio cenno di non preoccuparsi, mentre la vedo spostarsi avanti e indietro da una parte all'altra del bancone. Intanto che aspetto suona il cellulare, notifiche di Instagram.  Apro il mio profilo e subito noto diversi mi piace alla foto di me postata poco fa, ma un mi piace mi colpisce più di tutti, il mio cuore sussulta, Davide ; ed ogni buon proposito per la serata va in frantumi. Ogni amore ha le sue leggi, i suoi propositi ma purtroppo bisogna saper accettare il fatto che un legame quando si è spezzato , si è rotto a tal punto da non poter più tornare indietro. La fine di un amore può portare a sentimenti contrastanti, sicuramente dolorosi, ma è necessario anche guardare avanti, cercando di conservare i bei momenti che meritano di essere ricordati. L' unico problema, è che non sempre è possibile. Il mio drink arriva. Ringrazio Jessica ma la positività che mi accompagnava prima, si è affievolita. Dopo due minuti che sembrano interminabili e che fisso questo mi piace sullo schermo, vedo tra i messaggi di whatsapp un messaggio non letto: 

- Radiosa in questa foto postata, bella come un tramonto sul mare. Mi ricordo sai?
L'inizio tra noi è stato dolce, poi assurdo, poi felice. L'intreccio che ne è seguito è stato forte e carico di tensioni. La fine avvenuta per un mio sbaglio,  è stata una lacerazione, non sono riuscito a starti vicino. Riuscirai mai a guardarmi ancora negli occhi? -

Scuoto la testa. Chiudo il telefono e lo metto in borsa. Io volevo fuggire da questo ricordo e invece, questo ricordo non ha finito di perseguitarmi. Al diavolo Davide! 
Chiamo Jessica e chiedo un altro cocktail.
Mi sento strana dopo aver letto il suo messaggio, cosa vuole? Io posso anche perdonare, ma non lui, non dimentico, ci sono ferite troppo profonde che mai si saneranno e Davide è una di queste.

Intanto la musica inizia, la zona piscina si riempie, i posti iniziano a scarseggiare; terzo giro di cocktail senza farmi troppi problemi e quando risuona dopo due o tre canzoni, una canzone che apprezzo, mi butto anche io nella mischia e mi metto a ballare. 
Ballo come so fare io. 
Ballo perché devo sbollire la rabbia e l'amarezza.
Ballo perché ho bisogno di sfogarmi.
Ballo perché voglio azzerare i pensieri, voglio solo divertirmi consapevole che quando la musica smetterà, sarò nuovamente al punto di partenza.   

Gianluca's pov

Sono in camera di Piero assieme ad Ignazio, questi due si lamentano sempre che io sono l'ultimo ma stasera il primato è di Barone, 25 minuti di sfilata, peggio di una donna, per decidere cosa mettere e alla fine sceglie sempre le stesse cose, jeans modello skinny maschile, maglietta nera e giacca chiara.
"Piè hai finito oppure ti mando trucco e parrucco? Che devi fare stasera per esserti perso tra i vestiti?" , chiede Ignazio spazientito dall'attesa. 
"Nulla, mi andava di improvvisarmi modello per voi", sghignazza. Io e Ignazio ci guardiamo, ci accostiamo a lui e lo spingiamo fuori dalla stanza.
Quando scendiamo insieme nella hall, attraversiamo la sala intrattenimenti serale e finalmente raggiungiamo il piano piscina dove la musica sta già suonando. Domani non abbiamo impegni quindi stasera possiamo goderci la serata e restare anche un po' tranquilli, ormai gli ospiti dell' albergo è da una settimana che ci vedono aggirare qui, salutano, scambiano quattro chiacchiere, ma foto e autografi sono per il momento, missione compiuta. Tutto nella norma e va bene così.

Prendiamo posto ad un tavolo riservato, subito la cameriera che riconosciamo essere Jessica, ci si fa incontro con un sorriso, sorriso che è soprattutto per Piero, infatti quando parla, la ragazza è palesemente in imbarazzo. 
"Sera ragazzi. Che vi porto?", chiede gentile.  Io rispondo per primo.
"Per me niente di alcolico, un' analcolico alla frutta"
"Dai Gian, non fare il nonno. Stasera possiamo divertirci anche noi", aggiunge Ignazio , mentre osserva la pista da ballo.
"Per me una tonica " , ordina Piero.
"Due". Conclude Ignazio. Quando fa così è adorabilmente insopportabile. Ridiamo tutti e tre.

Le bibite arrivano in tre minuti, nel mentre, Piero scorre anche lui lo sguardo sulla pista, tutti e due aspettano il momento propizio per improvvisare passi di latino americano, io purtroppo sono negato, solo il tango mi è riuscito di decenza.
"Talia li Gian. Dovresti scatenarti anche tu, guarda la ragazza di spalle, quella dalla gonna in paillette vicino alla fioriera, quella si che balla bene", mi fa presente Piero.
"E che movimenti direi", rafforza Ignazio.

Jessica intanto, aspetta il numero delle nostre camere per addebitare il costo drink, incuriosita dall'osservazione dei miei compari, guarda nella direzione indicata da Piero e resta sorpresa nel vedere a chi si riferiscono.
"Posso permettermi una cosa?", interrompe la ragazza, mentre i due annuiscono.
"L' avete riconosciuta?"
Anche io allora mi fisso su quella figura, è di spalle, si muove molto bene, non è volgare è seducente e sensuale.
"Quella è Giovanna", aggiunge con un risata.  Tutti e tre ci guardiamo sorpresi e poi guardiamo Jessica:
"Minchia se balla bene", osserva Piero, è la volta di Ignazio: "Piè a proposito di quel che ho detto...subisco" 

Li guardo, ma non capisco la risposta di Ignazio, mi sa che è una cosa siciliana tutta loro, quindi non approfondisco.
La musica finisce.

Jessica ritorna al bancone, ed io seguo con lo sguardo Giovanna che esce dalla pista, ma fatico a credere sia davvero lei, cavolo se sta bene vestita così. Si siede ed ordina un drink.
Vorrei andare a salutarla, ma parte una bachata, Ignazio e Piero si alzano.
"Dai Gianlu, unisciti a noi" , mi si rivolge Piero strattonandomi.
"Lo sapete che non sono bravo a ballare latino", insisto, fermo sulle mie convinzioni, i due rassegnati si allontanano in cerca di una dama per ballare. Uno sguardo verso il bancone, un sorso di analcolico, ma c'è tanta gente che assiste alle danze ed io la perdo di vista.
Finita la canzone, ecco che parte una salsa, io ancora fermo ed immobile sul divano, mi si avvicina una bella ragazza mora, capelli lunghi, lisci, vestita di rosso, molto appariscente,  cerca di strapparmi all'accogliente seduta ma io non mi muovo, preferisco guardare ed ascoltare.
Due o tre canzoni dopo, ecco che mi ritrovo Giovanna davanti. 
Sta ballando normalmente, vicino a lei si avvicina un ragazzo, balla con lei, asseconda i suoi movimenti, anche lui bravo a ballare,  si fa sempre più vicino, ma Giovanna più di una volta sembra dirgli di spostarsi, di andare via. Lui insiste, le posa le mani sui fianchi si muove, ma lei gli stacca le mani dalle sue forme, lui insiste ancora quando lei si gira bloccandole i polsi, da uno strattone ed io chissà perché mi alzo in piedi. 
Attraverso la pista, la raggiungo per poi mettermi davanti a lei e rivolgermi d' impulso al ragazzo.
"Mi sa che la ragazza non gradisce" , aggiungo  indispettito dal suo comportamento, con rabbia.
"Una micetta così, che si muove così, sarebbe l'ideale come compagnia notturna", aggiunge il ragazzo che, a quanto pare, vuole solo portarsela a letto, fin lì nulla di strano, queste scene si vedono spesso in feste del genere; è successo anche a noi tre a volte di cercare solo l'avventura di una notte, non siamo santi ovviamente, ma alla base ci deve essere il rispetto, l'accordo e la coscienza di entrambe, in questo caso però, lei non sembra proprio dell' idea.

Noto lo sguardo di Giovanna nel sentire la mia voce, cerca il mio viso o forse basterebbe quello di qualcun' altro in questo momento, allunga le sue mani sui miei polsi:
"Per favore...portami via...", biascica con la voce impastata, una richiesta che sa di supplica. Annuisco e faccio per portarla fuori, ma il ragazzo si lamenta.
"Guarda che l' ho vista prima io"
"Lasciala stare", tuono serio e senza voltarmi, la conduco fuori.

L' accompagno nel scendere i gradini che danno sulla spiaggia privata sottostante, procede non proprio diretta, deve aver bevuto molto. Mi ritrovo a sorreggerla e respirare il suo profumo tra le onde dei capelli sciolti che discendono sulla mia spalla, un profumo che avvolge.

Giovanna's pov

Braccia conosciute che già mi hanno stretto, mi accompagnano giù per i gradini verso la spiaggetta. La musica è lontana, un sottofondo che non disturba, respiro la frescura, già mi sento meglio, alzo il viso e ritrovo il volto di Gianluca. È serio troppo.
"Non ti sembra di aver esagerato con i drink?", mi ammonisce, io lo fisso colpevole dietro le lenti degli occhiali, mi rendo conto dove sono e con chi sono, ho mal di testa, assenza di equilibrio, sento lo stomaco a pezzi, mi rendo conto di aver bevuto troppo e aver di contro mangiato poco.

Raggiungiamo una zona in penombra, fuori dalla portata diretta della violenta luce dei neon. Dopo aver percorso un vialetto laterale, ci avviciniamo ad una panchina, Gianluca lascia la presa, i nostri volti sono molto vicini, le sue braccia si svincolano da me, ma nel farlo, io d'impulso attirata da questa vicinanza, mi alzo sulle punte dei piedi e gli lascio a fior di pelle, un furtivo bacio vicino all'angolo sinistro della bocca. Percepisco la sua sorpresa nel mio gesto, lo sento sussultare.
"Grazie ", una pausa "Scusami se mi sono permessa", mormoro con voce bassa, mentre mi siedo su quella panchina in fredda pietra, incapace di terminare la frase , cerco di scusarmi per il mio gesto avventato; se non avessi avuto tutto questo alcool in corpo, non l'avrei fatto non è da me, dannazione!  Non ho il coraggio di guardarlo ora.
"Che cazzata ho fatto. Scusami Gianluca, davvero non volevo, non so che diavolo mi è preso" , biascico ad alta voce, mentre mi tengo la testa fra le mani nascondendo il viso.
Gianluca si inginocchia davanti a me, mi prende per le spalle e cerca di parlarmi.
"Hei hei, non hai fatto nulla di male, almeno non a me, mi hai solo ringraziato" , mi dice comprensivo con un mezzo sorriso.
"Adesso però si fa a modo mio. Tu resti qui, non ti muovi e io vado a prenderti qualcosa da mangiare e da bere, ma non sarà niente di alcolico, faccio presto", mi regala di nuovo un mezzo sorriso e si allontana. Resto sola, vela al vento in balia dei pensieri, mi abbandono stendendomi su questa panchina e mi porto un braccio sulla fronte, forse così tutto smetterà di girare.
-Come ho potuto lasciarmi andare così?-
-Perché ho bevuto così tanto?-
Non ho giustificazioni in merito al mio comportamento stupido, non ho scusanti, ho solo ceduto al rumore assordante dei pensieri.

Gianluca's pov

Rifaccio il percorso a ritroso, il tocco gentile di quell'innocente bacio sfiorato, mi ha sorpreso.  Risalgo le scale con ancora questa strana scena in testa, ritorno sulla pista, scorgo il ragazzo di prima che ci sta provando con un' altra, ma questa sembra ben felice. Le donne sono proprio strane a volte, credo che non riuscirò mai a capirle fino in fondo.
Lancio uno sguardo al nostro tavolo riservato, vedo Ignazio e Piero seduti che conversano, hanno i cellulari in mano. Uno, due squilli raggiungono poi il mio cellulare. Do una veloce occhiata al display, sono loro.
Mi avvicino.
"Hei ragazzi, sono qui"
"Ci siamo preoccupati, dov'eri finito?" ,chiede Ignazio per primo.
"Voi due a divertirvi in pista ed io a fare da baby sitter ad un' ubriaca ", sospiro.
Mi guardano interrogativi.
"Poi vi spiego. Sono giù alla spiaggia con Giovanna se mi cercate"
Annuiscono all'unisono e poi si scambiano uno sguardo d' intesa che solo loro capiscono.

Recupero acqua e qualche stuzzichino salato, non conosco i suoi gusti, non so nemmeno se ha qualche intolleranza o allergia, preparo un piattino e ritorno da lei.
Raggiungo la spiaggetta la vedo sdraiata sulla panchina, un braccio sollevato sulla testa, ancora non so perché sono intervenuto in sua difesa, so solo che l'ho vista in difficoltà con quel ragazzo e ho deciso di intervenire.
"Dormi?", chiedo, non vedendo che ha gli occhi aperti. Si volta, mi sorride, un sorriso malinconico, due occhi lucidissimi da cucciola indifesa, ma so che non è così.
"Magari riuscissi a non sentire ciò che sento dentro" ,risponde e poi si rimette a sedere tenendosi la testa, deve avere delle fitte.
Le porgo cibo e acqua.
"Non ho fame...ma grazie"
Prendo posto accanto a lei. Insisto.
"Devi mangiare qualcosa e poi devi bere acqua, ti aiuterà a sentirti meglio. Fidati"

Giovanna 's pov

Le parole di Gianluca risuonano nell'aria, è stato molto gentile con me e tutto ciò che ho da dire è - non ho fame..ma grazie -. Sono proprio una sciocca. 

I suoi occhi indagatori mi squadrano, si fanno sottili, spiragli di luce in una nebbia di tenebre.

"Perché fai questo per me?", chiedo, di getto. Diretta. Mi scosto delle ciocche di capelli dal viso, forse l'alcool mi sta sciogliendo troppi freni inibitori.
"Sinceramente? Non lo so. Non lo so nemmeno io il perché. So solo che ti ho visto in difficoltà e ho voluto aiutarti, ecco", posa i gomiti sulle ginocchia, la testa bassa , fissa un punto indefinito tra la sabbia, sorride sornione.
Un nuovo capogiro, non so se siano i cinque Cosmopolitan consumati, o sia la sua presenza a procurarmi ciò. Forse anche questa volta è l' opzione uno ad avere la meglio. È ancora lui per primo a spezzare l'imbarazzo del silenzio creatosi.

"Senti un po', sai che poteva finire male?", mi colpisce diretta, dritto al punto.
Annuisco. "Sono alticcia ma sono ancora presente, almeno per ora", la voce ancora strascicata, roca e bassa, "Ho capito cosa voleva quello fin dal suo primo approccio, ce ne sono tanti così, non si è messo a ballare con me per sentimento", dico passandomi una mano tra le onde dei capelli, scuotendo la testa "Se avesse continuato probabilmente si sarebbe guadagnato una guancia arroventata da un mio schiaffo, a mio rischio e pericolo lo so, ma per fortuna sei arrivato tu"  il principe d' Abruzzo, mi verrebbe da dirgli, ma per fortuna riesco ancora a trattenermi e a combinare frasi di senso compiuto, lo osservo, lo vedo fissare ancora la sabbia, "Quello lì ha sbagliato proprio persona, solo che non riuscivo ad allontanarlo, o meglio, ero li ma la testa era altrove, non ho di certo bevuto per stordirmi , non ho ballato per cercare sesso facile, ballo da sempre, non erano queste le intenzioni della mia serata, volevo solo divertirmi ed invece altri fattori sono entrati in gioco", mi interrompo, forse sono prolissa, "Forse nemmeno le tue intenzioni erano queste però, scusami, scusami davvero", dico dispiaciuta, sul serio.
"Se vuoi e devi andare, vai, non preoccuparti, ciò che hai fatto per me mi basta per esserti grata", concludo stendendo un po' le gambe  e prendendo un pezzetto di pane dal piatto.
"Se sono qui è perché voglio restarci. Non ti lascio da sola, non sei nemmeno in grado di camminare in queste condizioni, magari sbagli pure le chiavi della stanza e chissà poi, in che stanza ti svegli domani mattina", sghignazza prendendomi in giro, gli sono grata anche per questo. Lo vedo voltarsi verso di me.

"Cosa ti è successo? Perché la serata ha preso questa piega? Se posso sapere. Vedo che se ti faccio parlare, ti viene sete, bevi acqua e mangi", mi indica le vivande fiero .
Rido quasi istericamente, un bel trucchetto questo di Gianluca , studiare la situazione e passare all'azione.
"Oggi è una giornata strana sai? La vostra canzone A chi mi dice ascoltata nel pomeriggio in spiaggia alla radio, la canzone di Ignazio, certi messaggi ricevuti, una concomitanza di fattori che hanno scatenato cose che forse era meglio lasciare sepolte, ma non è colpa vostra , ne tua, ne di Piero o di Ignazio. Il problema è mio , una serie di congiunzioni astrali scombinate". Lo vedo squadrarmi serio, mentre non si scompone dalla sua posizione. Appoggio la schiena allo schienale della panchina, mentre le mie mani stringono le ginocchia :
"Parto dall'inizio  se ti va di ascoltarmi." Annuisce.

 "Era il 24 Settembre 2018, un giorno che ho maledetto e continuerò a maledire,  ero in ospedale, da circa un mese andavo avanti ed indietro dividendomi tra casa, fidanzato, lavoro e mia mamma; abito a circa trenta km da lei, sono figlia unica, lei non ha la patente e avevo mio padre ricoverato per accertamenti nell'ospedale cittadino, sembrava "solo" una polmonite dissero, ed invece dagli approfondimenti è risultato che aveva un tumore, il mostro invisibile" , gli occhi mi pizzicano, la voce si fa spezzata, in vino veritas dicono, ed io sto raccontando una parte importante della mia vita, a lui, a Gianluca, a Gianluca Ginoble, non ad uno qualsiasi, un personaggio conosciuto, un perfetto sconosciuto però per me. Nessuno oltre a Mara e gli amici più stretti sa cosa è successo quel giorno, nessuno sa come ho vissuto, sola, a portare il peso del responso fatale sulle spalle per un mese, non potevo permettere che mamma sapesse, o che venisse a saperlo da terzi,  sarebbe crollata ed io avevo bisogno di lei; eppure ora sto parlando con lui di questo. Vedo la sua mano cercare la mia, stringerla con forza nel silenzio di questa notte in cui anche le stelle sembrano volermi dare conforto, un conforto che non mi aspetto o forse non merito.
"Non farlo se non vuoi" , si affretta a dirmi dolcemente senza lasciare la presa.
"Sei disposto ad ascoltare?"
Annuisce di nuovo, ma è incerto, titubante, come se per rispetto nei miei confronti cercasse di proteggermi, proteggermi da me stessa. Continuo.
"Da due anni stavo con un ragazzo, Davide, un tipo piuttosto particolare, acquario come me, amante della tecnologia e piuttosto estroverso" , sorrido alla leggerezza di questo ricordo, lui sghignazza, anche lui è un acquario, poi torno seria. "Quel giorno lo chiamai dopo che, parlando con i medici mi dissero che a mio padre restavano venti giorni, forse un mese, il mostro invisibile era troppo aggressivo, troppo esteso; cercavo un po' di conforto, il calore di un abbraccio, cercavo il coraggio che mi mancava per poter affrontare da sola tutto questo, cose normali che chi, trovandosi in questa situazione, avrebbe desiderato dalla persona amata, ed invece trovai la sua sbrigativa risposta, la sua freddezza.
- Non sto bene, scusami amore, ci sentiamo domani con calma e mi racconti tutto - 
Ma poi ho visto come non stava bene, la mia amica Mara ha fotografato Davide che quella stessa sera, baciava Veronica, una delle mie migliori amiche e lì, mi è crollato il mondo addosso. Ora stanno assieme, forse, o forse no, mio padre è morto il 29 Ottobre 2018 e loro, non si sono nemmeno presentati alla Veglia, ma è stato meglio così e stasera Davide dopo quasi un anno, dopo aver visto la mia foto postata su Instagram con quest' abito che indosso,  mi ha scritto un messaggio che non avrei voluto leggere e ciò che non volevo ricordare è tornato, con più forza", mi interrompo e cerco lo sguardo di Gianluca. 

Mi fissa serio, capisce quanto mi costa ricordare ciò, ma non dice nulla, non è un suo diritto, lo sa, eppure avverto nonostante l' ebrezza, un cambiamento nella sua stretta, questa volta è lui a parlare:
"L' amore è strano, la vita è strana, un giorno sei alle stelle, un giorno ti svegli, hai il morale a terra o non riconosci più chi hai accanto o semplicemente, dopo una lite pesante, dopo bugie, dopo tradimenti, inizi a guardare quella stessa persona o la vita stessa che ti presenta un conto salato, con occhi diversi. Le persone cambiano, si induriscono, si nascondono, si perdono, si migliorano, si peggiorano, sono le situazioni vissute, le prove superate che danno valore a ciò che si è diventati, ma tu sei sempre li, lo sai. Pensare-  ce l' ho fatta - a dispetto del destino che ha voluto giocarti contro"

La sua mano è ancora sulla mia, la testa martella, lo stomaco migliora, ascolto le sue parole, parole che sbattono in faccia la realtà dei fatti. I nostri sguardi si sfiorano nelle parole pronunciate nella penombra di questa sera e per un attimo, avverto una strana alchimia, uno strano scambio di energie. Chissà se è una sensazione solo mia, solo a lui, il più improbabile confidente che potessi mai avere, ho mostrato senza vergogna, questa parte di me che mi è stata portata via dalle intemperie della vita. Il nostro contatto si slega. Ognuno ha i suoi drammi, ognuno li vive a modo suo, ed io non voglio vivere nei ricordi passati, io voglio solo ricordarli in questo presente, senza dovermi nascondere ogni volta per facciata, per non soccombere. E con lui non mi sono nascosta, complici probabilmente anche i cinque Cosmopolitan consumati; gli ho mostrato una parte molto intima di me, una parte che di solito resta celata. Mi sono proprio messa a nudo, ma perché, perché proprio con lui? Chi sei Gianluca davvero, perché ti ho incontrato? Perché tra tanti proprio tu?

Ci sono legami invisibili che vanno oltre il contatto fisico, la vicinanza, la vista, percorrono sentieri inesplorati e ti catturano la mente . Gianluca sei forse uno di questi? Impossibile. Ancora una volta è perché il destino mi ha remato contro.

Io e Gianluca siamo ancora qui, seduti su questa panchina a chiacchierare, ho mangiato e bevuto acqua, sto meglio ma il mal di testa è un tormento. Suona il suo cellulare. 
Guarda il display, non risponde, lo lascia suonare ma resta per un' attimo a fissare l'immagine che gli appare. Da qui non vedo e nemmeno voglio sapere, ma noto che non è sorpreso, sospira e sembra lontano. Rispetto il suo silenzio.
Subito dopo un nuovo trillo.
Questa volta risponde subito. 
"Si sono ancora qui. Vi aspetto"
Chiude la chiamata, forse era uno dei ragazzi.
"Stanno arrivando", aggiunge con un mezzo sorriso.
"Ottimo. Così anche loro vedranno lo stato in cui mi trovo, che vergogna", ironizzo, alzo gli occhi al cielo. Gianluca si rilassa sulla panchina, ride della mia espressione ed io nonostante le condizioni, ne resto affascinata.
"Heila ciao bedda! Hola Gian" questo è Ignazio.
"Capitelo. Si è appena scatenato in pista e si è esaltato per i complimenti ricevuti", aggiunge Piero.
"Chi fate cca?" chiede nel suo dialetto.
"Sedetevi, qui la ragazza ha alzato il gomito e ho dovuto salvarla dal mostro cattivo" , dice Gianluca indicandomi, ironizzando sulla mia condizione.
"Vero", biascico imbarazzata, abbassando lo sguardo.
"Ne so qualcosa", confida Ignazio, ricordando probabilmente ciò che gli accadde, e di cui lessi nella loro biografia.
"Che ti è successo?", chiede Piero.
"Stavo ballando", rispondo.
"Ti abbiamo visto e che ballo tesoro", si complimenta Ignazio mimando un movimento di bacino, non posso non ridere, è troppo fuori.
"Igna' finiscila, falla parlare", lo riprende Gian, mentre si mette più composto.
 "Mi si è avvicinato un tizio alto quanto Ignazio , che voleva solo una cosa"
"E ti pareva", aggiunge Piero infastidito.
"Ecco...io ho cercato di allontanarlo diverse volte, senza risultato, allora è intervenuto Gianluca che ha capito la mia difficoltà e potete capirne il perché; quindi mi ha portato fuori dalla pista e siamo rimasti qui. Lui è rimasto qui perché non si è fidato a lasciarmi sola. Scusatemi se l' ho trattenuto in un certo senso, qui"
"Non hai trattenuto proprio nessuno, se è rimasto è perché ha voluto restare e ha fatto bene" , conclude Piero con un sorriso gentile.

Li guardo tutti e tre. E realizzo ancora una volta perché li adoro così tanto. 
Una fitta mi coglie alle tempie, strizzo gli occhi per il dolore e poi mi riprendo.
"È il caso che ritorni in camera, mi sa che la serata per me finisce qui", aggiungo infastidita dal modo in cui l' ho vissuta.
Mi alzo in piedi, traballo ancora un po' e mi porto una mano alla fronte, "Cosa ridete?", dico imbronciata, il volto ombroso che poi diviene più gentile.
"I trampoli non aiutano, potresti farti male", aggiunge Piero premuroso, sghignazzando.
Accolgo il suggerimento e decido di togliermi goffamente i sandali sbilanciandomi senza cadere, sotto lo sguardo divertito dei tre.
"Questi trampoli, si chiamano sandali e sono stupendi. Sapete però che vi dico? Fate bene a ridere, devo essere proprio assurda è?", sorrido divertita.
"Un pochino", conclude Ignazio incrociando le braccia al petto guardandomi senza smettere di ridere.
"Dai che ti accompagno in camera. Questi due qui altrimenti non la smettono di sfottere". È Gianluca a parlare, ancora una volta il mio principe viene in aiuto a salvarmi, salvarmi ancora da me stessa. Si alza e mi raggiunge. Mentre mi volto a salutare i due, noto un loro scambio di sguardi soddisfatti, chissà cosa stanno  tramando, povero Gianluca. 
"Gian torni o ti fermi in stanza?", chiede Piero.
"Torno. Aspettatemi qui"
Guardo lui che è al mio fianco.
"Ancora grazie", cerco un appoggio con la mano libera, nell'altra ho i trampoli.
Non dice nulla, si limita ad accompagnarmi prendendomi alla vita.
"Passiamo da sotto. C' è l' ascensore che si collega direttamente ai piani, farai meno fatica"
Annuisco.

L' ascensore intanto è già qui.
Saliamo e questa volta faccio da sola.
Ci fermiamo al piano hall, Gian esce e recupera le mie chiavi. Ritorna in un lampo.
La salita riprende.
"Stai meglio?", chiede Gianluca fissando un punto fuori dal vetro dell' ascensore mentre saliamo fino al quinto piano.
"Si..avevi ragione..." 
Mi sorride voltandosi, passandosi la punta della lingua sulle labbra per poi continuare:
"Pensavo a ciò che mi hai detto sai? Per sopportare certe situazioni serve coraggio e forza e tu sei una persona forte, ti ammiro", mi dice, arrossisco violentemente, ho caldo e non è l' alcool.
"A volte mi sento tigre, a volte invece, basta un soffio per piegarmi"
"Forse dipende dalla forza delle emozioni con cui affronti la vita"
"Può darsi"

L'ascensore è arrivato. Usciamo sul piano.
Mi prende per mano in modo inaspettato, mi porta davanti alla porta della mia camera, apre e, poi mi porge le chiavi:
"Riesci a non combinare guai fino a domani mattina?"
"Oddio, cosa potrebbe succedere?",  rispondo titubante appoggiandomi alla maniglia.
"Non lo so, dovresti dirmelo tu" , mi osserva con sguardo dubbioso, portandosi le mani in tasca.
"Non credo che il letto potrebbe rivelarsi un problema e nemmeno gli altri mobili della camera"
Ridiamo entrambe di gusto. Io l' ho detto che sono ironica.
"Riposati Giò. Buonanotte"
"Salutami i ragazzi e...ancora grazie", rispondo con gratitudine.
Faccio per entrare ma la voce di Gianluca mi richiama: "Giò senti", lo guardo, si interrompe, "No...nulla. A domani"

 Accenno un sorriso e poi entro in camera chiudendo il mondo fuori da questa camera. Mi butto sul letto, la testa non smette di girare. Mi spoglio velocemente, lascio tutto così, ho solo voglia di dormire, dormire per cercare un po' di pace.

Gianluca's pov

Il corridoio davanti a me è deserto, le nostre voci tacciono, sono qui davanti alla sua porta, chissà se davvero sta meglio. Lo spero. 
Muovo alcuni passi verso l'ascensore che mi ha condotto qui, Ignazio e Piero mi stanno aspettando, sicuramente mi racconteranno la loro serata eppure, nonostante loro si siano divertiti,  io non ho rimorsi per averla aiutata, anzi, a dispetto di tutto è stata anche una serata piacevole anche se con qualche intoppo. Le parole di Giovanna mi ronzano in testa, la situazione da lei vissuta non è certo stata delle più rosee e ripensando alla mia di situazione invece, decisamente meno incasinata , mi rendo conto che  mi faccio problemi ad affrontare una stronza che mi ha usato e poi tradito, o meglio ha solo approfittato. Che coglione che sono.

I ragazzi sono li. Mi aspettano fuori da questo ascensore.
"Tutto ok Gian? Arrivata sana e salva?", chiede Piero.
"Con qualche traballamento ma è arrivata", scuoto la testa sorridendo ai due.
"Era da un po' che non sorridevi così", mi dice Ignazio.
"Sicuro che non devi dirci nulla?", chiede Piero con sguardo indagatore, scrutandomi da sopra gli occhiali.
"A proposito di che cosa?", so dove vogliono arrivare, dove vogliono andare a parare, non voglio dargli la soddisfazione.
"Fai finta di nulla?", sogghigna Ignazio, poi continua , "Matri mia Gian, ammetti che ti piace? Da quando l'abbiamo incontrata, resti comunque sempre ombroso; ma almeno sorridi di più" , insiste Ignazio.

Non rispondo, non saprei cosa dire.

Mi piace come persona quello si, è ironica, mai volgare, semplice, testarda, forte ed è bella. Una bellezza semplice che mi affascina certo, ma non posso dire che mi piace nel modo in cui intendono loro, almeno...o forse si?  Ho in testa ancora Marta, per ora la situazione è in uno stallo, uno stallo che devo affrontare.

"Sai Gianlù, spesso chiamiamo confusione la paura di prendere una decisione, ma quando arriva il dubbio è perché qualcosa ti ha smosso dentro", puntualizza Piero. Rifletto.
"Andiamo va, giro pizza? Ho fame", esordisce Ignazio.
"Perché no, concediamocelo", aggiungo io. 

Poso le braccia sulle spalle dei miei amici e torniamo verso la piscina. Nel mentre ripenso alle parole di Piero, alzo lo sguardo lassù fino al quinto piano. Una luce si spegne, non so se sia la sua stanza, eppure mi auguro davvero che passi una notte serena. 



Ecco qua. Un capitolo che lascia intuire qualcosa. Mi scuso per la lunghezza, ma doveva essere raccontato così. Bacio

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro