11) Giorno dei caduti
Il sole stava per tramontare ed i due schiavi avevano passato l'intera giornata a pulire la grande fontana senza fermarsi un attimo. A differenza degli altri giorni, c'era stata una strana affluenza in città e ciò comportò parecchie visite delle guardie e dei nobili Tkall presso la fontana sacra. Inutile dire che, se avessero beccato i due schiavi durante un pisolino, ci sarebbero state tremende conseguenze sia per loro che per Colosso, dato che non li aveva puniti nel momento opportuno. Miriadi di famiglie avevano posto il loro tributo verso i morti, lasciando fiori o candele ai piedi della fontana.
« Sai per caso cosa fanno? »
Chiese Daimon al papiano, incuriosito dal capire i loro gesti.
« Domani dovrebbe essere la giornata dei caduti in guerra e si stanno preparando per pregare. Una volta all'anno gli Tkall di tutto il mondo si riuniscono a Kyria per rendere omaggio ai loro eroi di guerra. Puoi solo immaginare quanti ne abbiano a causa delle innumerevoli battaglie che affrontano con mezzo universo. Per loro fortuna, però, questo pianeta sforna circa sette mila bambini al minuto, quindi hanno risorse quasi infinite sul fronte "nuovi soldati". Poi ne muoiono circa due mila al minuto a causa delle guerre. Quindi sono un popolo in costante crescita e... »
I numeri che il papiano disse erano impressionanti, ma anche sulla Terra la natività era così alta. La cosa più incredibile era il fatto che la mortalità era così tanto bassa. Gli Tkall erano costretti a conquistare nuovi pianeti soprattutto per sopperire alla crescita demografica. Avere tanti abitanti significava cibare la popolazione con tante scorte di cibo. Ma ogni pianeta ha un suo limite e, per questo, bisognava conquistarne altri. Anche la Terra aveva problemi simili, con l'unica differenza che i terrestri non erano in grado di conquistare oltre i confini dello spazio.
« Forse è per questo motivo per il quale ci hanno attaccato. »
Disse Daimon mentre bagnava lo straccio e mentre vedeva una coppia di bambini che pregava vicino a loro.
« No... Gli Tkall non se ne sarebbero fatti nulla di un pianeta composto per di più d'acqua salata. Avevano altri piani per voi... »
Il terrestre bloccò il becco del papiano, costringendolo a fermarsi prima di indirizzare il discorso verso altri argomenti. Voleva sentire cosa intendeva per "avevano altri piani".
« Spiegati meglio... Cosa volevano fare gli Tkall con la Terra? »
Domandò in maniera seria e con voce molto bassa. Non appena lasciò il becco di Quarck, non ci volle molto per dargli una risposta.
« Beh tutto l'universo sa che voi siete un popolo allevato dagli Tkall. »
La frase del papiano scombussolò il giovane, che non riusciva ancora a capire perfettamente la situazione.
« Non ti sei mai chiesto perché gli Tkall, i terrestri e molte altre razze aliene parlino la stessa lingua? È solo merito degli Tkall che l'hanno insegnata nei vostri pianeti durante il corso dei secoli. Per essere più precisi, vi hanno insegnato un particolare dialetto con determinate parole. Molte parole del vostro vocabolario sono diverse da quello Tkall grazie alla vostra evoluzione mentale. E, volta per volta, anche il vostro pianeta ha creato un numero considerevole di lingue derivanti da quella Tkall. Ma, se non mi sbaglio, tutte derivano dalla lingua che voi chiamate "latino" e... »
La spiegazione di Quarck andava sempre di più a confondere le idee del terrestre. Ma una cosa era certa: il suo popolo era stato allevato da un pianeta di barbari conquistatori.
« Perché siamo stati allevati dagli Tkall? »
Chiese ancora con le idee confuse riguardo alla faccenda.
« Questo solo i saggi Tkall lo sanno. Scelgono loro i pianeti da crescere ed in cui vogliono diffondere il sapere. Pensando al vostro passato, direi che vi hanno addestrato per essere intelligenti e per aiutarli con loro durante le battaglie. Ma la vostra evoluzione ha portato degli individui deboli e privi di forza di volontà. L'intelligenza è un fattore per pochi eletti da voi e la forza non sapete più cosa sia da circa mille anni. Ho studiato che stavate dando ottimi risultati all'inizio, ma poi l'interesse da parte degli Tkall per voi è scemato in pochi secoli. Così avranno pensato che fosse meglio liberarsi di un pianeta così inutile. Potevate essere al loro fianco se non vi foste indeboliti così tanto. Ora, se tutto andrà per il meglio, dopo la tua morte, Drakon conquisterà la Terra, ucciderà il 90% della popolazione maschile e trasformerà le donne in schiave da vendere per i pianeti. Ho sentito dire che ci sono molti mercanti che pagherebbero un sacco per una donna terrestre. Anche io sarei curioso di andare... »
Tutto ciò che disse non fece altro che aumentare le preoccupazioni di Daimon. Non solo aveva la consapevolezza che il suo mondo era inutile ed indifeso dagli attacchi Tkall, ma ora era anche a conoscenza che la Terra era come un animale allevato per essere macellato come un comune suino. In più le uniche cose di valore della sua società erano le donne, vendute come schiave rare.
« Non sono decisamente delle buone notizie per il mio popolo... »
Esclamò mentre vedeva il sole tramontare all'orizzonte. Il giorno dopo sarebbe tornato alla fontana per continuare la sua "normale" vita da schiavo. Ma non sarebbe stata una giornata come le altre.
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Quarck non esagerava quando disse "l'intera popolazione". Kyria era colma di Tkall e non si vedevano altre razze aliene in giro per la città. Il papiano ed il terrestre faticavano a pulire la fontana, dato che tutti gli abitanti ponevano, per i propri cari, varie tipologie di fiori sopra i margini della fontana. Ciò non faceva altro che rovinare tutto il lavoro svolto in quei mesi dagli schiavi che, demoralizzati, avevano capito il perché non avrebbero mai finito di pulire la fontana sacra.
« Morirò pulendo questa maledetta fontana! »
Urlò Daimon attirando l'attenzione di qualche passante.
« Secondo i miei calcoli, ci vorranno undici mesi per pulire completamente la fontana. Senza contare le pause ed i giorni in cui manchi. Mettendo anche quelle opzioni... Direi che potremmo impiegare quindici mesi per poterla pulire tutta. »
I calcoli non aiutavano l'umore del terrestre che non potè nascondere il proprio sconforto.
« E quanti mesi ci sono in un anno del calendario Tkall? »
Domandò sconsolato e privo di alcuna voglia di lavorare.
« Se non ricordo male dovrebbero essere dieci mesi... Ma questa non è l'unica festività in cui la fontana viene sporcata dai cittadini. Ci sono almeno altre sei feste in cui potremmo constatare che il nostro lavoro sia inutile. »
Mentre i due schiavi stavano pensando a quanto fosse inutile il loro lavoro, Colosso rimaneva impassibile come sempre, ma la sua attenzione era rivolta verso qualcosa di più importante. Daimon si accorse subito che c'era qualcosa che lo distraeva. Di solito non toglieva neanche per un secondo gli occhi dai propri schiavi, anche se non stavano facendo nulla.
« Cosa starà guardando? »
Si chiese il giovane che, con lo sguardo, cercava cosa potesse distrarre la propria guardia.
« Credo sia un pò difficile da capire. Ci sono tante belle ragazze della sua specie oggi... Potrebbe essere invaghito da una di esse. O potrebbe esserci sua moglie o qualche suo familiare. Non sappiamo nulla di lui e non ci vuole parlare, quindi la ragione non la possiamo scoprire così facilmente. »
Il ragionamento di Quarck era giusto. Non potevano sapere cosa pensava Colosso, ma volevano lo stesso cercare di scoprirlo. Proprio per questo si avvicinò alla guardia ed incominciò a guardare verso la sua stessa direzione. Anche Quarck si unì al terrestre dopo qualche secondo. Ai passanti faceva uno strano effetto vedere la guardia e gli schiavi stare così vicini a fissare un unico punto. Dopo un paio di secondi, il papiano scoprì cosa avrebbe potuto attirare l'attenzione del gigante Tkall e non aspettò troppo tempo a rivelarlo a Daimon.
« Oh! Forse ho scoperto chi è la "preda" di Colosso! »
Urlò indicando in direzione di una Tkall molto alta. La pelle della donna era di un verde così splendente che sembrava brillasse. I capelli erano di un blu intenso ed i suoi occhi, anch'essi verdi, erano più scuri della sua pelle. Il suo corpo, magro e sinuoso, era arricchito da un abbondante seno che attirava l'attenzione di parecchi maschi accanto a lei.
« Ti sei preso una cotta per lei? »
Chiese sornione Daimon verso la loro guardia, che continuava a non dare una risposta vocale agli schiavi, si limitava a fissare la giovane Tkall che pregava in ginocchio ai piedi della fontana, scortata da un paio di soldati.
« Come mai ci sono un così tanti soldati attorno a lei? Che siano corteggiatori? »
Domandò il terrestre non capendo il motivo della loro presenza in quel luogo e tornando a pulire, inutilmente, la fontana.
« Non credo... Dai suoi vestiti direi che è un membro della famiglia reale. Anzi... Vedendo i suoi gioielli, potrei quasi dire con certezza che sia la figlia del re. »
La frase di Quarck scatenò un brivido dietro la schiena del terrestre. Il solo pensiero che una bella Tkall come lei fosse imparentata con quel mostro crudele, gli faceva venire i brividi. Ma, dopo averci pensato per qualche secondo, Daimon si coprì il viso con uno degli stracci che usava per pulire la fontana. Meglio non farsi vedere troppo in giro con lei nei dintorni. Dopotutto era colui che le aveva ucciso il fratello.
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