Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

5. Le strade si dividono

“Fenelia!” Il rimprovero arrivò accompagnato da uno scappellotto dietro la nuca.
“Ahi!” Si lamentò la ragazza, voltandosi verso la maestra. “Non stavo facendo niente! Sto ascoltando.” Disse, allargando le braccia.

Appollaiata sui piedi, come suo solito, sulla seduta di pietra, sembrando un uccello sul ramo pronto a spiccare il volo, Fenelia esibì la sua migliore espressione di innocenza.
Ripeté le parole della maestra Aglaia con sicurezza: “Tutti noi abbiamo una memoria eterica che registra gli eventi importanti dei nostri antenati.”
Aglaia arricciò le labbra rugose.

Fenelia continuò a sorridere innocente, le sopracciglia alzate.
“È esatto. Ma questo l’ho detto prima. Ora stavo parlando di possessione.” Disse, irritata.
“Oh, interessante!” esclamò Fenelia, impressionata, rizzando la schiena. “Potresti ripetere?”.
“No. La lezione è finita. La prossima volta faresti meglio a prestare attenzione invece di lanciare messaggi amorosi.” La sgridò.

Bonoso la guardò scuotendo il capo, altezzoso. Ilizia le si avvicinò: “Tranquilla, ti aiuto io a recuperare. Ma dovresti proprio smetterla, sai. È la terza volta che ti becca.” Ridacchiò, passandole una mano attorno al braccio.

Fenelia sospirò, lo sguardo di nuovo puntato verso Anan che, nella radura più avanti, era impegnato in un duro allenamento con la spada, a petto nudo e i capelli bagnati di sudore.
Si erano scambiati sorrisi e sguardi ammiccanti tutto il tempo e anche lui era stato ripreso da Orra più volte.

Dopo quel primo bacio, ce ne erano stati molti altri ed erano diventati una coppia a tutti gli effetti. Lo sapevano tutti al villaggio, non si nascondevano.
Di nascosto però facevano altro. Avevano esplorato l’uno il corpo dell’altra, imparando a conoscersi bene, toccandosi e baciandosi. Si erano dichiarati pronti ad andare oltre, a compiere il loro primo atto fisico completo d’amore. Ma era difficile trovare il momento e il luogo giusto per farlo.

Ci erano quasi riusciti dopo la cerimonia ufficiale che aveva dato inizio al percorso per diventare sacerdotessa. Si erano appartati durante la festa, mentre tutti ballavano e cantavano, ma presto il nome di Fenelia riecheggiò in ogni dove. La sua presenza era richiesta attorno al fuoco: dopotutto era la sua festa, e furono costretti a tornare indietro.

Fenelia e l’amica Ilizia erano state le uniche del gruppo ad accettare di intraprendere il cammino per diventare Sacerdotessa Fimmenalia. Enio aveva deciso di dedicarsi completamente alle armi e alla lotta: voleva diventare una guerriera, come Orra.
E lo stesso aveva scelto Anan.  Bonoso invece, abile con erbe e piante e con la cura di corpo e mente, si dichiarava un futuro curatore, discepolo perfetto di Theadorra e Aglaia.

La cerimonia iniziale, la prima e più semplice parte che dava inizio al percorso per diventare una sacerdotessa, avveniva quando la stagione calda giungeva al termine. Le due amiche si erano prese per mano e avevano giurato di essere sempre fedeli a loro stesse, di impegnarsi e sostenersi nel lungo cammino e di rappresentare per tutte le donne e gli uomini un appoggio e una guida.
“Conscia delle mie forze, mi impegno a cercare e mantenere il collegamento con le energie della nascita, della vita e della morte; col visibile e l’invisibile.” Dichiarò Fenelia, convinta.
Subito dopo erano state contrassegnate con il tatuaggio simbolo delle Sacerdotesse Fimmenalia, al polso sinistro: un triangolo sormontato da un cerchio.

Quando Fenelia e Anan erano stati interrotti era stato perché era il momento di un altro rituale.
“Eccomi!” Era giunta affannata Fenelia.
Ilizia le aveva sorriso scuotendo il capo e passandole una melagrana*.
Con l’aiuto di una punta di freccia, avevano aperto il frutto. Alcuni chicchi li mangiarono subito come simbolo di accettazione di ogni aspetto della vita e della morte, altri li pestarono con una pietra per estrarne il succo e offrirlo l’una all’altra: come una madre che nutre e si prende cura del prossimo.
Fenelia bevve la prima volta, guardando l’amica negli occhi, come da rito.
La seconda volta lasciò che il liquido rosso le sporcasse le labbra, in modo che ne assorbissero il colore. Lo sguardo trovò subito Anan e gli indirizzò un bacio furtivo, facendolo ridere.

Si erano scambiati una lunga occhiata, piena di significato, mentre i sorrisi lasciavano i loro volti. Presto Anan sarebbe andato via e non sapevano quando e se si sarebbero mai più rivisti. Avevano discusso a lungo ed erano d’accordo che, per quanto facesse male, non avrebbero impedito l’un l’altro di inseguire i rispettivi sogni.

Anan avrebbe presto abbandonato il villaggio, insieme ad Enio per raggiungere il luogo di addestramento per eccellenza. Orra, anche lei addestrata in quel campo, li avrebbe accompagnati e affidati nelle mani di quegli uomini e quelle donne che avevano fatto della lotta la loro vita.

Due notti dopo, Fenelia si ritrovò tra le braccia di Anan. Il ragazzo era andato nel suo dormitorio a prenderla, lasciandola sorpresa.
Aveva preparato una comoda tana tra i cespugli e due grossi alberi di ulivo, nella parte più buia e meno frequentata del villaggio, poco più in là della  casa del caldo.
Una coperta su cui stendersi e una con cui coprirsi come arredamento.
“Abbiamo solo tre giorni prima che io parta e voglio trascorrere più tempo possibile con te.” Dichiarò Anan, stringendola a sé sotto la coperta.
La mezza luna era proprio sopra di loro e somigliava a un sorriso amichevole.
“Non dobbiamo farlo per forza, sai. Mi basta restare così a parlare e a guardare il cielo.” Sussurrò il ragazzo, dopo lo scambio di un lungo bacio.
Fenelia gli afferrò il viso e lo baciò di nuovo, con passione.
Con dolcezza e impaccio, ogni cosa venne da sé: le vesti sollevate, i respiri ansimanti, i cuori che battevano come tamburi, la ricerca della posizione più comoda, il dolore che si trasformava in piacere, le mani che stringevano i capelli e  carezzavano la pelle nuda…

Si divisero, ognuno diretto al proprio dormitorio, dopo un lungo abbraccio e, le due notti successive replicarono l’esperienza.
“Mi mancherai moltissimo.” Sussurrò Fenelia stretta al corpo di Anan, l’ultima notte.
“Anche tu.” La baciò lui sulla fronte.
Si abbandonarono per qualche istante alla tristezza e piansero insieme, asciugandosi le lacrime a vicenda.

Il giorno seguente non lasciarono spazio alle lacrime. Festeggiarono la  partenza di Anan ed Enio e si divisero augurandosi buona fortuna, lasciando aperto il cuore alla speranza che un giorno si sarebbero potuti riabbracciare.
“Sono certa che ci rivedremo, Anan. E ti vorrò bene con lo stesso ardore di ora.” Gli aveva sussurrato Fenelia all’orecchio, prima di lasciarlo andare per la sua strada.

Lo guardava allontanarsi, tra Enio e Orra, bello e sorridente e pensò che forse fosse un bene per loro stare lontani. Senza distrazioni amorose, si sarebbero concentrati meglio su loro stessi e i loro sogni.

Non si sarebbe mai potuta dimenticare di Anan, così come di Enio. La vita al villaggio non sarebbe stata la stessa senza di loro. Ilizia aveva versato tutte le lacrime che Fenelia e Bonoso avevano cercato invece di trattenere. I tre amici si presero a braccetto e tornarono alla loro quotidianità.

Come Fenelia aveva previsto per sé stessa, rendimento e concentrazione migliorarono notevolmente, tanto da superare Ilizia e aggiudicarsi anche i complimenti di Bonoso, oltre a quelli orgogliosi ed entusiasti di maestre e maestri.
Le piante e la preparazione di intrugli non avevano più segreti per lei, era in grado di medicare ferite più o meno gravi e la sua meditazione aveva raggiunto il massimo livello di preparazione.
Tuttavia, rifiutò la proposta di Mut quando la invitò a proseguire con la fase successiva necessaria per diventare una sacerdotessa, ossia accedere alle conoscenze interiori che la casa del caldo permetteva di raggiungere.

“Sei sicura Fenelia?” Le aveva chiesto Mut. “Dovrai aspettare molto. Lo sai che sto per partire.” Le ricordò.
Una volta all’anno la Maestra partiva per un viaggio misterioso ed era assente per molti mesi. Per il rito a cui Fenelia doveva sottoporsi, era necessaria la presenza di Mut.
“Lo so Maestra. Va bene così. Aspetterò il tuo ritorno e che Ilizia sia pronta cosicché potremmo farlo insieme.” Confermò.
“C’è qualcosa che ti turba?” Chiese Mut, guardandola attentamente.
“È così.” Confermò Fenelia, dopo un attimo di esitazione. “Ultimamente quando medito mi sembra come se… ci fossero altre parti di me che non conosco. Questa cosa mi inquieta e vorrei pensarci bene, prima di affrontare le altre prove.” Provò a spiegare.
Non sapeva bene nemmeno lei cosa sentisse e come spiegarlo meglio. Sapeva solo che le capitava spesso di  non riconoscersi.
Alcuni giorni si sentiva circondata da serenità e pace, altri sentiva nascere un forte desiderio di ribellione. C’erano momenti in cui avvertiva crescere il bisogno di lottare, altri in cui si ritrovava a sognare una vita familiare futura tranquilla; alcuni giorni compariva la vendetta e il suo animo si riempiva di rabbia.  Durava per poco e poi tornava se stessa ma, ogni sentimento ed emozione le rimaneva attaccato addosso, vivido, e la confondeva, la stremava.
Meditare non le piaceva più.

Mut la guardò senza tradire emozioni, non disse nulla e accettò la sua decisione.

Ilizia non vedeva l’ora di entrare nella casa del caldo e non capiva i tentennamenti dell’amica, pur essendo felice che avesse deciso di aspettarla.
Anche Bonoso si sarebbe unito a loro.  Il suo studio era quasi concluso ma, disse che c’era qualcosa di sé stesso che voleva capire meglio e credeva che l’esperienza nella casa del caldo fosse l’unica cosa che gli permettesse di abbandonarsi totalmente.
“Sono molto fiera di voi. Non appena tornerò, affronteremo questa faccenda.” Sorrise Mut, dopo aver discusso con loro.

La Maestra li salutò, all’alba di un nuovo giorno, davanti all’ingresso del villaggio.
Quando arrivò da Fenelia, le sussurrò all’orecchio: “Non devi scoprire tutto subito. Un respiro e un passo alla volta.”
Fenelia annuì e si sentì compresa. Non era riuscita ad esprimere veramente il turbinio e la confusione che sentiva nel suo animo ma Mut lo aveva capito lo stesso e si sentì fortunata ad averla nella sua vita. Promise a sé stessa di impegnarsi e di essere pronta per il suo ritorno. Desiderava renderla fiera.
Mut salutò con la mano il gruppetto che si era radunato e, da sola, in sella al suo fidato cavallo, Balio, li lasciò.

Come sempre,  quando vedeva qualcuno uscire dal villaggio, Fenelia si vergognò di se stessa.  Continuava a rimanere indietro su una questione importante, che considerava più terribile di ogni altra : non riusciva ad uscire da Yoin.
Da quando vi era entrata, quel triste e traumatico mattino, tre anni addietro, non era più riuscita a mettere piede fuori di lì. Riceveva le notizie più o meno buone sulla vita all’esterno dagli altri membri del villaggio ma non si era mai unita alle spedizioni. Yoin le permetteva di essere se stessa e svolgere tutte le attività che più le piacevano e soprattutto si sentiva al sicuro.
Nessuno la forzava a uscire. Rispettavano la sua decisione, senza insistere o discuterne più del dovuto. La decisione spettava a lei e a lei soltanto.
Fenelia si sentiva una codarda.
Ogni volta che si decideva a cambiare, non riusciva a superare il muretto di pietra e un senso schiacciante di paura le opprimeva il petto.
“Devi superare il trauma Fenelia.” Le aveva detto un giorno Bonoso, in vena di consigli. “Concentra la tua meditazione su quell’aspetto e affrontalo definitivamente nella casa del caldo. È quello che ho intenzione di fare io con il mio… problema.” Disse, sicuro di sé.

Fenelia decise di accettare quel consiglio e ciò che ottenne fu un incubo. Il volto di Yothnos compariva ogni volta che si concentrava su quel suo problema e spesso veniva a farle visita anche durante i sogni notturni. Fu costretta a prendere degli intrugli calmanti e soporiferi per non perdere le ore di sonno.
E durante il giorno, quando non era impegnata ad aiutare Ilizia con lo studio o a svolgere dei compiti di comunità, iniziò a sentire quelle strane sensazioni  che la attanagliavano, anche al di fuori della fase meditativa e,   umori ed emozioni che non le appartenevano e che non avevano niente a che fare con ciò che stava facendo, le solleticavano il corpo all’improvviso.

Non si confidò con nessuno, nemmeno con Ilizia e, ripetendosi di mantenere la calma e non perdere se stessa, come le aveva insegnato Mut, si rassegnò a convivere con quello che le stava capitando, aspettando con pazienza il ritorno della Maestra che, senza dubbio, avrebbe avuto la risposta a quel suo problema.

Furono mesi difficili e alcuni giorni Fenelia credeva di impazzire. In particolare, una mattina si svegliò e si sentì un’altra: una ragazza il cui animo era dominato dalla rabbia e  dalla vendetta.
Quel giorno era il compleanno di Alaskiritas e grandi festeggiamenti si preparavano in città.
Una splendida idea nacque nel suo animo: farsi vedere dal re.

*Melagrana: Il frutto è stato trovato rappresentato nelle grotte e nelle tombe messapiche e pare che venisse usato in vari rituali.















Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro