28. Alleanza
Ritrovarsi dopo così tanto tempo e dopo le mille e più cose che erano accadute ad ognuno di loro, comportò una fitta chiacchierata che rese il lungo tragitto meno noioso e pesante.
Tutto il gruppo dei vecchi amici si unirono tacitamente al viaggio di Fenelia e Valthes, entrambi felici di poter avere al fianco degli alleati di cui potersi fidare.
Dopo la fuga da Yoin, Enio e Anan avevano trovato rifugio da Bonoso e Anthas, a Kailia, poi erano partiti insieme a cercare Fenelia.
Si erano scontrati più volte con le guardie, ma erano sempre riusciti a salvarsi la pelle.
“E quindi, Valthes, sei un vedente?” Bonoso era un po' offeso che il suo vecchio migliore amico gli avesse tenuto nascosto questo particolare.
“Già. La Maestra Mut mi ha chiesto di mantenere il segreto, visto che il mio essere vedente era anomalo.”
“E sei il vedente di Fenelia.” Enio guardava l’amica e Valthes a turno, con felice sorpresa.
“E… state insieme?” Domandò Anan.
“Mi sembra ovvio.” Rise Anthas.
Dopo due giorni di viaggio era stato impossibile non notare la loro complicità, le carezze e gli abbracci; il fatto che dormissero avvinghiati. Senza imbarazzi, i ragazzi confermarono.
“Non ti piace questa notizia, Anan?” Valthes sorrideva, canzonatorio.
Fenelia lo rimproverò con lo sguardo, ma la ignorò.
“Non… ero solo curioso.” Anan abbassò lo sguardo, ma lo rialzò subito su Valthes. “Noi tutti amiamo molto Fenelia e vogliamo che sia felice.”
“Sono in quella lista di persone.”
Il silenzio strano che seguì mentre i due ragazzi di guardavano con serietà, fu interrotto da Bonoso che fece ridere tutti affermando: “Mi dispiace per te, Valthes. È una gran rottura sopportare Fenelia.”
Da sola con Enio, Fenelia raccontò di Leucasia, della grotta e la storia delle sue antenate, senza omettere nessun dettaglio. Le era mancato molto parlare con l’amica, così come con i ragazzi. Sebbene sapeva che la loro presenza sarebbe stata importante per tutta la storia a cui stavano andando incontro, vista la loro esperienza di guerrieri, e di Bonoso come esperto curatore e pozionista, ciò che più importava a lei era il fatto di poterli avere al fianco come semplici amici. Le chiacchiere intime con Enio, le finte litigate con Bonoso, l’allegria di Anthas e l’affetto e il senso di protezione di Anan, la facevano sentire amata, viva e felice. Erano la sua famiglia ed era certa che, con Valthes e tutti loro dalla sua parte, sarebbe stata in grado di affrontare ogni sfida.
Giunsero a Butuntum all’alba di un nuovo giorno, caldo e afoso.
Si sistemarono nel villaggio e a sera, Fenelia e Valthes salutarono gli amici per recarsi al luogo d’incontro portando con loro l’occorrente: la testa mozzata della guardia, che grazie a un intruglio di Bonoso non esalava cattivi odori, né aveva cambiato aspetto, e due lance di diverse dimensioni da mostrane ai loro, speravano, futuri alleati.
Il cimitero, la casa dei Cari Estinti, si trovava poco fuori le mura del villaggio. Circondata da fiaccole, la cui luce regalava ombre dalle strane forme, era costruita dai soliti muretti a secco formati da blocchi e lastre di pietra. A precedere l’ingresso, due maestosi ulivi, purtroppo non in gran forma, facevano da sentinella.
Sotto uno di essi i due ragazzi si fermarono in attesa, ascoltando i grilli.
“Siamo puntuali. Se non hanno incontrato difficoltà lungo il cammino, presto arriveranno anche gli altri.” Commentò Valthes, la schiena poggiata al tronco d’albero, le braccia conserte. Sembrava calmo e a suo agio, ma Fenelia poteva vedere le dita che tamburellavano come segno di agitazione.
Fenelia annuì, nervosa. Camminava avanti e indietro e si torturata le mani.
“Andrà tutto bene, tranquilla.”
Lei si fermò e si guardò attorno, attenta: uno scalpiccio aveva raggiunto le sue orecchie. Scambiò uno sguardo pieno d’ansia con Valthes, che le si avvicinò e le strinse la mano.
Dal buio emersero delle figure. Riconobbe Zenone, il vedente del re Pauceta Licaone, affiancato da colei che poteva solo essere Bamal, la vedente del re Daunio Malosso. I due re, con le loro consorti, le regine, erano subito dietro di loro.
Valthes lasciò la mano di Fenelia e si fece avanti.
“Valthes, vedente della principessa Messapa, Fenelia.” Si presentò con un breve inchino.
Allo stesso modo i due vedenti si presentarono.
“Eneia, la sacerdotessa allieva della Maestra Mut.” Si fece avanti re Malosso, serio. “Perché avete mentito? Confesso di non essere felice di questo sotterfugio che avete escogitato. Non eravamo forse degni di fiducia? Eppure vi abbiamo accolto più che onorevolmente.” Disse, guardando Fenelia con sguardo duro. “Mio figlio Alessandro ha confessato che era stato messo al corrente da voi stessa e se c’era qualche rimostranza è stato solo grazie a lui che è stata messa a tacere.” Mise in chiaro.
“Noi siamo qui poiché riconoscenti a vita per aver salvato nostra figlia Althea, ma condivido la delusione di re Malosso.” Si avvicinò re Licaone, con lo stesso tono duro.
Intimorita, Fenelia balbettò delle scuse, adducendo che non era mai stata sua intenzione offenderli o mancare di rispetto. La gola secca e la paura di dire la cosa sbagliata, la stavano facendo scivolare nel panico.
“Non siate duri con lei.” Intervenne pacata la regina Pauceta, Altilla. “Se la Maestra Mut l’ha obbligata a restare nascosta, avrà avuto le sue ragioni.”
“Infatti.” Si unì a lei Evippe, regina Daunia.
“Sentiamo cosa ha da dirci. Se è vero ciò che il tuo vedente ha comunicato, è bene sorvolare su questa questione e andare dritti al punto. È vero ciò che si dice? Vedo i tuoi capelli bianchi e i tuoi occhi, sebbene sia buio, risplendono come il sole.”
Fenelia si aggrappò alle parole della regina e confermò di essere la ragazza della leggenda. “Ho trovato le armi che possono uccidere i guerrieri di Yothnos e lui stesso. Ho le prove.”
Valthes mostrò la testa mozzata della guardia e, avvicinandosi, i re e i loro vedenti poterono constatare che era vero. Rimasero impressionati e subito chiesero di poter vedere queste prodigiose armi.
I ragazzi gliele consegnarono.
“Scorre la magia qui dentro.” Osservò Bamal, tenendo in mano l’arma. La passò a Zenone, che confermò.
“Ne ho molte con me. Sarò felice di donarle ai vostri uomini migliori per scendere in campo e dare battaglia ai nostri comuni nemici.” Disse Fenelia, con ritrovata sicurezza.
“Solo gli Dei sanno quanto vorrei dare battaglia a quei dannati!” Esclamò Malosso, adirato. “Va bene. Combatteremo con te, principessa Fenelia.”
“Ci saremo anche noi.” Rispose combattivo, Licaone.
Fenelia sorrise, sollevata. Presero accordi per il giorno seguente, per effettuate la consegna delle armi e stabilire i dettagli della loro avanzata in terra Messapica, alla presenza dei loro migliori strateghi militari, al momento stabiliti al villaggio.
“Dei! Siamo stati così impazienti di discutere la faccenda, che siamo rimasti a farlo qui fuori.” Rise re Licaone, indicando l’ingresso alla Casa dei Cari Estinti. “Ma per il successivo rituale non possiamo esimerci.”
Fenelia guardò Valthes, confusa. Lui, come tutti gli altri, aveva acconsentito.
“Cosa succede?” Bisbigliò al ragazzo.
Valthes la allontanò di qualche passo, scusandosi con gli ospiti.
“Ho dimenticato di dirtelo: ora i regnanti e i vedenti si dividono, a suggellare i rispettivi patti di fiducia reciproca, alleanza e pace.” Sussurrò al suo orecchio.
La afferrò per le spalle, risoluto. “Ce la farai: ti spiegheranno loro cosa dovrai fare, a quanto ho capito dalle parole della Maestra, non è niente di complicato. Ci rivediamo fuori.”
“Ma che dici? Tu vieni con me.” Sorrise Fenelia.
“Non posso. Te l’ho detto, ci dobbiamo dividere. Non so perché, ma da sempre hanno fatto così.”
Fenelia sospirò, con un sorriso. “Valthes, non sei solo il mio vedente. Sei il mio uomo. Se io entrerò là dentro come futura regina, tu devi farlo al mio fianco, come futuro re.” Il cuore le batteva forte nel petto mentre glielo diceva.
Lui strinse le labbra, poi l’afferrò per il viso e poggiò la fronte sulla sua. “Fen, non scherzare!” Sussurrò, emozionato.
“Non sono mai stata così seria in vita mia.” Lo baciò e quel bacio diventò un abbraccio ricolmo di speranza.
“Questa si che è una novità!” Rise la regina Evippe.
“Come si procede, dunque?” Chiese re Licaone ai due vedenti.
“In questo caso, eseguite il rituale prima voi regnanti. Noi vedenti aspetteremo e lo eseguiremo successivamente.” Sorrise Zenone.
Seguì il benestare di Bamal.
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