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Confronto

Capitolo 7

L'umore di Will era migliorato parecchio appena aveva incontrato i suoi migliori amici, ma la chiamata tutt'altro che felice del padre di Spencer lo aveva trascinato rapidamente nell'abisso più profondo.Spencer, scomparso. Come poteva essere successo.Qualcuno in città lo avrà pur visto. In fondo Flower Stone era una cittadina piccola e con un discreto numero di abitanti. Spencer non se ne era mai andato in quel modo senza dire niente a nessuno dei suoi migliori amici. Però, c'era anche da dire che aveva altri amici e conoscenti con cui usciva occasionalmente, e la lista era davvero lunga.Qualcuno in città lo avrà pur visto. In fondo Flower Stone era una cittadina piccola e con un discreto numero di abitanti. Spencer era un ragazzo che faceva tutto quello che voleva, quando voleva e come voleva. Una cosiddetta "testa calda". Inoltre, tutti sapevano chi era Spencer Allen, anche se in pochi lo conoscevano realmente per quello che era, una persona buona, sensibile e dal cuore d'oro. - La polizia?! - esordì Ashley, allarmata. Sembrava la più preoccupata di tutti. - Conoscendo Spencer non mi preoccuperei così tanto - disse Cole, tranquillo. - Vedrete che tornerà presto con qualche altra storia divertente da raccontare. - Forse Cole ha ragione - convenne Alison. - Insomma, Spencer è fatto così. Will rimuginò per qualche secondo sulle parole dei tre ragazzi. Forse Cole aveva ragione, ma qualcosa gli diceva che non era così. Magari, stavolta l'aveva combinata grossa ed era finito in cella per una notte. - Non lo so - mormorò a bassa voce, infine. - Di solito, ci dice sempre dove và. - Magari, stavolta, non ha avuto modo di avvertirci - riprese Cole, con voce esitante. Probabilmente, anche lui sentiva che c'era qualcos'altro sotto. - Bè, in ogni caso faremo meglio ad andare a casa sua - disse Alison, prendendo di petto la situazione. - Magari possiamo essergli di conforto ed essere da aiuto ai poliziotti in qualche modo. - Sì, muoviamoci - li esortò Ashley, impaziente, dirigendosi verso l'uscita. - Voi andate pure, io verrò più tardi - li rassicurò Will con un sorriso appena accennato. - Ho una cosa da fare. Cole e Alison si scambiarono un'occhiata veloce, dopodichè annuirono e seguirono a ruota Ashley. Will li guardò sparire nel corridoio prima di sospirare profondamente. Sarebbe voluto andare con loro e lo avrebbe fatto molto presto, ma prima doveva risolvere una questione importante che lo tartassava da quella stasse mattina, dopo il messaggio inviatogli dalla Primula Rossa. Con passo spedito uscì dalla sala mensa e percorse il lungo corridoio alla ricerca dell'unica persona che sapeva del suo piccolo vizio dell'anno precedente, la persona che si faceva chiamare la Primula Rossa. John Ford. Sapeva già dove trovarlo;nel bagno dei ragazzi. Era quello il suo covo. E così, pochi secondi più tardi, Will arrivò al bagno e aprì la porta con foga. L'odore di pipì misto a sigarette e qualcos'altro di più stupefacente impregnava i muri della stanza. C'erano tre persone all'interno;due ragazzi del primo anno, intente a prepararsi uno spinello e al centro,John. Quell'imbecille indossava, come al solito, dei jeans larghi abbinati a una maglietta lunga e un berretto verde con la visiera di lato. Un look totalmente in contrasto con il suo, che invece era elegante e raffinato. Will era il ragazzo più discreto del suo gruppo. Non usava mai la sua popolarità nella scuola per sopraffare gli altri, ma questa volta ne aveva proprio bisogno. - Voi due, fuori di qui - ordinò indicando i ragazzi del primo anno. - Adesso. I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e schizzarono fuori dal bagno, nascondendo la roba appena comprata nelle tasche. Will si chiuse la porta alle spalle, poi si girò con gli occhi che scintillavano di rabbia e si avvicinò minaccioso a John. Lo sbattè contro il muro e lo alzò facilmente, tenendolo sospesa a qualche centimetro dal pavimento, data la piccola mole dello spacciatore. - Ascoltami, bene - iniziò con voce furente. - Se dirai anche solo una parola ai miei genitori io ti gonfierò di botte fino a farti sanguinare da ogni centimetro del tuo corpo. Mi hai capito bene?! - Ehi, ma di cosa diavolo stai parlando - gridò John in preda alla paura. - Cosa vuoi da me, lasciami stare. Will lo strattonò più forte. - Non fingere di non sapere di cosa sto parlando! Mi hai mandato un messaggio stamattina. Cosa cazzo vuoi da me? John cercò di liberarsi dalla stretta senza ottenere risultati. - Ma quale messaggio? - urlò in sua difesa. Io non mi ricordo neanche il tuo nome come potrei avere il tuo numero di telefono.

Alison, Cole e Ashley erano appena arrivati di fronte alla casa si Spencer. Fuori c'era una volante della polizia e la porta di casa era spalancata. Alison notò il padre di Spencer, Peter, parlare con due agenti in uniforme. Appena Peter li vide fece loro cenno di avvicinarsi. Spiegò agli agenti che loro erano i migliori amici di Spencer e che erano lì per aiutare. Gli agenti gli rivolsero delle domande: quando è stata l'ultima volta che avete visto o parlato con Spencer? Avete idea di dove possa essere andato e con chi? Avete litigato di recente? E così via...Domande a cui i ragazzi risposero senza esitare nessuno di loro aveva visto o sentito Spencer negli ultimi due giorni e tutti risposero che si aspettavano di incontrarlo quella stessa mattina a scuola. Peter era davvero preoccupato. Conoscendo lo spirito selvaggio di Spencer pensava che avesse combinato qualche guaio grosso, stavolta. Tuttavia, questo non spiega la sua scomparsa da bene due giorni, pensò Alison. Nel frattempo, era arrivato Will, che sembrava scosso e sudato, come se avesse corso per arrivare lì in tempo. I poliziotti gli avevano rivolto le stesse domande a cui anche lui aveva dato le medesime loro risposte. Comunque sia, i poliziotti li congedarono assicurandoli che avrebbero effettuato i dovuti controlli dato che erano già passate 48 ore dalla scomparsa di Spencer e che avrebbero messo loro stessi al corrente il padre del ragazzo nel caso ci fossero stati dei risvolti positivi o negativi. - Dove può essersi cacciato?! - imprecò Ashley, battendo il piede a terra come una bambina. Alison le si avvicinò, poggiandole una mano sulla spalla. - Ashley, calmati. Sono sicura che stia bene. - Infatti - convenne Cole - non preoccupiamoci troppo. Magari in questo momento si starà divertendo come suo solito. Pochi minuti dopo i ragazzi si sedettero a un bar per prendere qualcosa da bere. - Oh, Alison - esordì Ashley, sorseggiando la sua coca-cola zero con ghiaccio - questa mattina ho incontrato Alec in corridoio e mi ha chiesto di parlare, ma l'ho mandato subito a quel paese. Alison alzò gli occhi al cielo. Era da un pò che non vedeva quell'idiota. Si erano lasciati da un bel pò ormai e lei non voleva più saperne di lui e del suo pensiero maschilista. - Hai fatto bene, se lo meritava quel bastardo. - Ma non è tutto - riprese Ashley, abbassando lo sguardo, come se temesse la reazione dei ragazzi dopo quello che si accingeva a dire. - Cosa? - domandò Cole, incuriosito. Ashley prese un respiro profondo e tirò fuori il cellulare. Con il dito colpì velocemente qualche tasto e poi lo girò ai suoi amici. - Dopo che gli ho detto che non avevamo nulla da dirci, mi è arrivato questo messaggio. Alison lo lesse e spalancò immediatamente gli occhi non per il contenuto del messaggio, ma per la firma. La stessa firma del messaggio che gli era arrivata quella stessa mattina. A quanto pareva La Primula Rossa minacciava anche Ashley. Con la coda dell'occhio vide che anche Cole e Will erano rimasti parecchio spiazzati da quello scenario. D'altronde, come non esserlo. Il messaggio diceva espressamente che questa cosiddetta Primula Rossa sapeva che Ashley aveva avuto problemi di autolesionismo e controllo della rabbia qualche anno prima. E la cosa peggiore era che Ashley lo aveva raccontato solo a lei e i ragazzi. - Alison - continuò Ashley con voce esitante - non voglio accusarti di niente, credimi...E' solo che...mi domando se non ti sia scappata questa cosa quando eri con Alec... Alison aggrottò la fronte, stordita. - Aspetta, mi stai dicendo che sarei stata io a dire del tuo passato ad Alec, fregandomene della nostra amicizia?! - Adesso iniziava ad arrabbiarsi. Non avrebbe mai creduto che Ashley, la sua migliore amica, potesse accusarla di una cosa del genere. - No, non era questo che intendevo dire... Prima che Alison potesse replicare, Will portò la sua attenzione su di sè. - Ragazzi... - cominciò a testa bassa. Poi, la alzò guardando i suoi amici uno ad uno. - Anche io ho ricevuto un messaggio dalla Primula Rossa, stamattina a scuola. A quel punto, Alison pensò di dire che era successa la stessa cosa anche a lei, ma ci ripensò subito dopo. Non poteva dire quello che era successo con suo padre, anche se si fidava cecamente dei suoi amici. - Ragazzi, aspettate ad accusarvi e preoccuparvi - disse Cole, cercando di calmarlo, anche se il suo viso era pallido come il latte. - Magari è soltanto uno scherzo di Spencer, non credete? Sì, insomma, è sparito da due giorni e subito dopo arrivano questi messaggi...non vi sembra un pò strano e in perfetto stile Spencer? I ragazzi si scambiarono occhiate veloci, poi Ashley si appoggiò con la schiena alla sedia e disse: - Forse hai ragione tu. Ma Alison sapeva che non era così, perchè nemmeno a Spencer aveva raccontato ciò che era successo a lei con suo padre.

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