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Una svolta inaspettata

Gli ultimi pezzi del ponte vennero infine fabbricati e saldati alle due estremità del fiume, rendendo possibile il passaggio per poter raggiungere l'isola d'Ambra.

Bixi osservò il suo lavoro con soddisfazione; sebbene alcune travi e assi presentassero delle leggere imperfezioni, il ponte venne controllato e attestato come sicuro e stabile.

"Bel lavoro Bixi!" Pronunciò Arlo a piena voce. "Ora potremo finalmente pattugliare l'isola per vedere se ci sono mostri o pericoli. Una volta sicura il sindaco potrebbe anche pensare di aprirla al pubblico."

"Sono certa che potrà diventare un bell' intrattenimento, sia per noi che per i turisti in visita a Portia."

"Senza dubbio. Non vedo l'ora di iniziare il pattugliamento, anche se probabilmente dovrò attendere il prossimo mese; ma se sono fortunato troverò qualche bel mostro da affrontare che potrà offrirmi una bella sfida, tenendomi occupato fino ad all'ora."

"Mi fa... piacere che tu abbia un così bel passatempo." Scherzò Bixi, per nulla invidiosa dell'hobby del capo del Corpo Civile. "Hai detto che inizierete il pattugliamento il primo giorno del prossimo mese; perché così tanto per un lavoro del genere? Mancano ancora sei giorni."

"Lo so bene, ma quando ci sono di mezzo pratiche e scartoffie...beh la cosa solitamente può andare avanti per le lunghe; e onestamente questa è la parte del lavoro che odio di più."

"Effettivamente non ti ci vedo proprio dietro a una scrivania, Arlo."

"Essere il capo, purtroppo, vuol dire anche questo. A proposito, domani dovrebbero tornare quei due manigoldi di Tuss e Huss per richiedere il tuo debito".

Bixi saltò un battito ricordando la faccenda dei due truffatori alle porte di casa sua. "Si... Arriveranno domani mattina."

"Non temere Bixi, io cercherò di arrivare il prima possibile per fargli una bella sorpresa. Tu prendi più tempo possibile e non fare nulla di avventato, ok?"


La mattina dopo, Bixi si accorse che alle macchine mancava del combustibile, quindi iniziò a tagliare della legna nel suo cortile; più per distrarre la mente dai suoi timori che per I lavoro in sé.

"Non aver paura. Ci penserà Arlo a loro. Fai finta di nulla e inizia la giornata." Si continuò a ripetere più volte, tra un'accettata e l'altra.

Appoggiò poi in disparte l'ascia per fornire combustibile alla fornace, ma un'ombra stagliò alle sua spalle...

"Bixi..."

"Ah!!"

Bixi saltò sul posto con un urlo; il battito del suo cuore iniziò ad accelerare come un cavallo in corsa, e il suo intero corpo si lasciò andare ad un tremolio di panico.

"Caspita perdonami! Non volevo spaventarti cosi."

Con suo sollievo vide trattarsi di Aadit, accompagnato da uno sguardo sinceramente mortificato.

"Ti direi che è tutto a posto Aadit, ma stavolta mi hai fatto davvero perdere dieci anni di vita. Ma che ci fai qui?"

L'uomo sciolse ogni suo sguardo rammaricato, mutandolo invece in uno più determinato.

"Ricordo bene che hai detto che quei due sarebbero tornati dopo una settimana dal loro primo arrivo; ho pensato che potessi avere un po' di paura, così sono venuto a farti compagnia fino all'arrivo di Arlo."

"Aadit è un bel pensiero, ma se dovessero arrivare prima quei due..."

"A maggior ragione è meglio che tu non rimanga sola, se dovesse accadere. Ho già chiesto un permesso a Dawa per ritardare un po' il lavoro, quindi posso restare con te finché non si sistema tutto."

Se non lo avesse trovato un po' fuori luogo, Bixi era sicura che avrebbe potuto saltargli addosso per abbracciarlo; si limitò a sorridergli ampiamente, quasi commossa.

"Aadit...non so con quale fortuna, io abbia potuto trovare un amico così premuroso come te."

Arrossendo per il complimento, l'uomo aprì il cancello di legno ed entrò nel cortile. Ma non dovettero attendere molto, prima che Tuss e Huss potessero arrivare.

Tuss, il più basso con i dentoni e il completo viola, si avvicinò in modo compiaciuto; quando però notò la presenza di Aadit, sembrò come se si fosse formata una crepa nel muro della certezza del suo losco piano.

"O-oh! Ma salve..." Balbettò il truffatore cercando di mantenere una compostezza convincente.

Aadit non ricambiò il saluto; lui e Bixi rimasero in silenzio con uno sguardo d'astio, e vigile, verso i due uomini.

Huss, il più grosso con uno sguardo privo di qualunque scintilla d' intelligenza, parlò ad alta voce come se non capisse di essere dentro in qualcosa d' illegale. "Ehi capo...ma quello non è il boscaiolo che abbiamo cercato di freg..."

"Zitto!" Tuss calciò il ginocchio del suo grosso collega, zittendolo, ma non riuscendo a smuoverlo di un millimetro per la differenza di dimensioni.

"Beh ecco...Quello che il mio collega, Mr. H, voleva dire è lei assomiglia proprio ad uno dei nostri clienti migliori, signore. Insomma..."

"Risparmia il fiato." Lo interruppe secco Aadit. "Mi ricordo di voi."

Tuss saltò sul posto insieme al suo cappello viola, e iniziò sudare nervosamente. "è stato tutto un malinteso, signore! Probabilmente quella volta non ha compreso bene il nostro ruolo nei suoi confronti..."

"A si? E ditemi, ora che ci fate qua?"

"Ecco...dovremmo discutere di una questione piuttosto spinosa con la signorina là dietro."

Tuss indicò Bixi e fece alcuni passi per avvicinarsi; lei tremò, preparandosi al confronto, ma subito Aadit si frappose tra lei e l'altro uomo. La bassa figura di Tuss venne cosi sovrastata dall'ombra del boscaiolo.

"Non avete proprio nulla da discutere con la mia amica; dovreste vergognarvi per i vostri sporchi tentativi di raggirare le persone, col solo scopo di arricchirvi."

Tuss impallidì, e indietreggiò per nascondersi dietro a Huss. "Q-queste sono pesanti accuse signore! Huss, pensaci tu."

L'omuncolo viola spinse in avanti il suo opposto che, proprio a differenza sua, era decisamente più grosso e robusto.

"Il capo vuole parlare con la donna che abita qui. Spostati."

Aadit, con ammirazione di Bixi, rimase fermo sul posto con le braccia incrociate rispondendo con un secco "No".
Ma a quella risposta, Huss tirò un lesto pugno sulla mascella del boscaiolo scaraventandolo a terra.

"Aadit!" Urlò Bixi in preda al panico e precipitantosi al suo fianco.

Con attenzione aiutò l'amico a tirarsi su e per poco non le venne da piangere quanto notò i suoi vestiti impolverati, e il labbro tagliato sanguinante.

"Non dovevo coinvolgerti...non..." Qualcosa arrestò le parole di Bixi, e fu proprio lo sguardo torvo dello stesso Aadit; cupo, si asciugò il sangue con la manica del maglione e si rialzò come se nulla fosse accaduto.

Guardò i due manigoldi freddamente ma al posto di una qualunque reazione lui si rimise fermo davanti a loro, con le braccia incrociate, senza battere ciglio.

Dopo secondi di silenzio Huss, con una faccia confusa, si rivolse a Tuss. "Ehi capo...ma posso picchiare una persona che non reagisce dopo un colpo?"

"Ecco...tecnicamente no." Rispose l'omuncolo in viola, rimasto confuso dal comportamento stoico del boscaiolo. "La situazione è leggermente sfuggita di mano."

Aadit rimase fermo a osservarli, ombroso con le braccia incrociate, quasi come fosse un guardiano con il compito di non far passare intrusi o minacce.

Finché...

Un potente urlò fece sobbalzare i due manigoldi e lo stesso Aadit.

Nessuno di loro si era accorto che Bixi, nei pochi istanti in cui nessuno le stava prestando attenzione, era corsa nel suo cortile a cercare una qualunque cosa che potesse scacciare i due malfattori.

"Se c'è una cosa che può mettere paura è una pazza con un ascia, no?" Aveva domandato a se stessa quando le capitò l'utensile sott'occhio.

E ora la stava facendo oscillare sopra la testa davanti a Tuss e Huss, urlando come una matta.

"Non avvicinatevi al mio amico o vi affetto come un tronco!!!" Urlò di nuovo sventolando l'arma.

I due manigoldi sobbalzarono e indietreggiarono di qualche passo. "Ehi capo, la donna è armata!"

"Questo lo vedo, brutto imbecille! Fa qualcosa!!"

Nella confusione una forte voce autoritaria si insinuo in mezzo a tutti loro, come se fosse giunto a portare ordine e un filo di giustizia. "Sbaglio o avevo detto di non fare nulla di stupido, Bixi?"

Arlo, più divertito che in disappunto, si avvicinò alla scena a petto gonfio. Appena lo videro, Tuss e Huss impallidirono, molto più di quando Bixi si era avvicinata a loro con l'ascia.

"È Arlo!" Urlò tremante Huss.

Arlò fece scrocchiare i pugni e i muscoli del collo, avanzando a passo sicuro. "Vergogna voi due, a prendervela con l'ultima arrivata..." Con la coda dell'occhio vide anche Aadit e le macchie di sangue che, dal suo labbro, erano gocciolate anche sull'azzurro maglione. "Avete pure ferito un civile? Stavolta non la passerete liscia."

"Gambe!!!" I due iniziarono a correre verso i prati, e quando Bixi li vide allontanarsi lasciò cadere lascia dalle sue mani con un sospiro.

"Quanto diavolo c'hai messo Arlo!?"

"Perdonami Bixi, ti spiegherò tutto dopo; ora però devo cercare di acciuffare quei due. Puoi accompagnare tu Aadit dal dottore?"

"Si, ci penso io."

Arlo le fece un cenno d' approvazione e iniziò a correre dietro a Tuss e Huss, talmente veloce che i suoi capelli rossi ricordarono a Bixi un fuoco d'artificio che percorre il cielo prima di poter esplodere.

Si voltò poi verso Aadit, pronta per accompagnarlo dal dottore di Portia.

"Ehi A..."

La scena che le si pose davanti la fece preoccupare.

Aadit stava osservando le macchie rosse sul suo maglione con gli occhi spalancati; quasi come se si fosse appena risvegliato da un sogno, accorgendosi solo in quel momento del sangue e del bruciore al suo labbro. Si lasciò cadere a terra, acquisendo un magro pallore.

"Aadit! Ti fa male!? Ce la fai ad alzarti? Ti accompagno dal dottor..."

"No!" Urlò lui in preda al panico. "Non voglio andare dal dottore! Non ne ho bisogno. Starò presto bene..."

"Ma perchè? Hai paura?"

"N-non...voglio ho detto."

Bixi non riusciva a capire; un attimo prima, davanti a Tuss e Huss, sembrava così fermo e senza paura, e ora stava tremando come una foglia all'idea di una visita dal medico.
Ma non voleva costringerlo e rischiare di spaventarlo ulteriormente.

"Aadit entriamo in casa, proveremo a mettere un panno umido sulla ferita.


Lo fece accomodare su un comodo divanetto rosa.
Bixi prese poi un panno e lo inumidì con dell'acqua, conservata in alcuni secchi in casa, e lo appoggiò delicatamente alla mascella di Aadit.

"Va meglio?"

"Si Bixi, grazie. E scusa il disturbo." Mormorò a fatica l'uomo, evitando di guardare le macchie di sangue, ora anche sul panno.

"Ma che disturbo? Aadit ti sei conciato in questo modo per colpa mia, non pensare nemmeno per un istante che tu sia un disturbo."

"Non è stata colpa tua, ma loro. Mi fa comunque piacere che alla fine si sia risolto tutto."

Bixi lasciò che si tenesse da solo il panno sul labbro e si sedette al suo fianco su divano rosa.

"Aadit, perché non hai reagito quando quel grosso idiota ti ha colpito? Sei alto quanto lui, e le tue spalle sembrano abbastanza forti da poterti difendere."

"Io non sopporto la violenza Bixi. In ogni sua forma e..." Diede una veloce occhiata al sangue sul panno per poi serrare gli occhi subito dopo, sbiancando come se si stesse sentendo male.

"Non voglio combattere, e non voglio che nessuno si faccia male."

"Aadit, capisco che tu sia un brav'uomo, e ammiro questa tua filosofia di vita; ma se tu dovessi trovarti in pericolo..."

"Non farmici pensare...per favore Bixi, basta parlarne."

"O-Ok, perdonami."

La giovane donna osservò il suo maglione, tutto impolverato e sporco di macchie rosse.

Un'idea fantasiosa le passò per la mente; avrebbe potuto prestargli una delle sue magliette, almeno per trovarsi più a suo agio, ma questo implicava che avrebbe dovuto spogliarsi dal busto in su.

Le guance di Bixi si tinteggiarono di rosso. Si rimproverò guardando verso il basso.

"Stupida! Come puoi pensare una cosa del genere nei confronti di un amico!? E poi in uno stato così debole..."

Eppure si ritrovò a fissarlo con più interesse poco dopo studiandone i lineamenti del viso e la forma delle possenti spalle, portandola a domandarsi a come sarebbero potute apparire, ai suoi occhi, senza il maglione.

"Chissà com'è il suo corpo... facendo il boscaiolo dovrebbe essere molto tonico."

Per paura che Aadit potesse notare quel suo rossore, e l' imbarazzo dato dai suoi frenetici pensieri, Bixi si alzò velocemente dal divano e andò verso il baule dei suoi vestiti.

"A-Adit, v-vorresti una maglietta di ricambio? Posso prestarti una delle mie e puoi cambiarti qui se...M-ma giuro di non voltarmi. Promesso."

"No!" Alzò lui la voce in modo fugace e quasi disperato. "Bixi davvero, non ho bisogno di niente. T-ti ringrazio ma è meglio che io vada."

Bixi non ebbe nemmeno il tempo di capire, fare domande o voltarsi, che udì la porta di casa sua spalancarsi e sentire Aadit correre fuori.

Ne rimase molto delusa, e temette di averlo fatto arrabbiare in qualche modo.

"Mi dispiace...perdonami..."

Da quando lo aveva conosciuto, non si sarebbe mai immaginata che avrebbe versato quel tipo di lacrime per il gentile boscaiolo, e si domandò se quella sarebbe stata l'ultima volta.



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