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Sette

Un'anatra riemerse dal mare scuotendo la testa vede e lucida per asciugarsi. Si immerse di nuovo cercando di afferrare un piccolo pesce che le sfuggì dal becco con facilità e agilità, lasciando il volatile nel pieno della sua fame e frustrazione. Era davvero una cosa fastidiosa vedere il proprio obiettivo sfuggire di mano con così poca difficoltà da sentirsi inutili e incapaci, una cosa che Flora aveva dovuto conoscere molti anni prima e con cui non era ancora riuscita a scenderne a patti.

Il senso di insoddisfazione che aleggiava su di lei ogni giorno era snervante ed estenuante, la faceva tornare a casa la sera con il doppio delle forze sprecate, e la metà di esse solo per autocommiserarsi mentalmente. Non era mai riuscita a vedere il brano di quel poco che la sua famiglia aveva sempre tirato su, e forse gran parte di quel lavoro lo aveva fatto la società che l'aveva circondata in tutti quegli anni.

Per esempio, uno dei primi momenti scatenanti lo aveva creato Francine, una vecchia campagna delle Elementari che, per fortuna di Flora, si era trasferita di città al momento di scegliere le Medie, dovendo quindi ritirarsi dal suo stesso programma di studi. Flora però ricordava benissimo e con completo disgusto il suo modo altezzoso e raccapricciante di comportarsi: aveva stabilito, fin dal primo giorno di Prima Elementare, quale tra i banchi migliori fosse il suo, quali giochi avrebbero dovuto fare tutte le bambine, e aveva sempre stabilito chi potesse entrare nel suo stesso club segreto in base alla merenda che le altre portavano a scuola. Se vedeva un pacchetto di biscotti o di cracker appartenenti ad una sottomarca, per Francine eri classificata insulsa e addio invito al club segreto.

Flora già allora non aveva mai avuto una grande stima di sé stessa, ma era sempre stato un problema secondario o anche terziario, dato che la priorità era sempre stata giocare con quanti più amici possibili per non sembrare quella presenza che si auto-isolava e si sentiva esclusa ancora prima che qualcuno potesse dirglielo apertamente. Francine non era mai stata nei suoi pensieri, né le era mai piaciuta come bambina, ma su una cosa non era mai riuscita a sorvolare: ogni volta che il padre della compagna tornava dai lunghi viaggi di lavoro, le portava sempre tantissimi regali, tanti peluche, giocattoli, trucchi vari e borsette con i brillantini; cose che avevano sempre fatto gola in tutta la cerchia femminile della classe. Flora non aveva mai posseduto nulla di tutto quello, a parte qualche oggetto surrogato ricevuto come premio dalle fiere o dai Luna Park che aveva frequentato, nulla di lontanamente paragonabile alle scarpe sempre candide che l'altra bambina portava a scuola ogni giorno. In quinta Elementare la situazione si era gradualmente aggravata: Francine era solita denigrare sia Flora che Minnie solo perché loro portavano una salopette di jeans invece di una gonnellina di tulle, perché preferivano giocare a nascondino in mezzo alle balle di fieno invece che truccarsi con i trucchi finti per bambine e perché, a differenza del gruppo di vanitose, Flora come rossetto usava la marmellata di fragole.

Se prima quell'astio non l'avesse più di tanto ostacolata, nell'ultimo anno era diventata una cosa insostenibile: intorno a quell'età sbocciavano anche i primi amori infantili, le cottarelle stupide che davano vita a scenate teatrali che i genitori dovevano sorbirsi per loro sfortuna, e Francine aveva commesso il grave errore di rubare a Flora il bambino più carino della classe. Quella era stata una vera e propria dichiarazione di guerra, sia perché avrebbe perso a tavolino e sia perché la compagna aveva il brutto vizio di sminuire tutti gli altri in modo tanto credibile da avere effetto. Quel gesto le coste il vestitino nuovo e le scarpe bianche, ma a Flora costò una seduta dal preside e una ramanzina dalla madre.

Con l'entrata delle medie, il problema Francine fu archiviato, ma venne anche sostituito dal problema Ferdinand. Era un suo compagno di classe, un po' più timido degli altri maschi che perdevano tempo a rotolarsi nel fango, nell'erba e a correre dietro ai palloni, ma aveva una cosa che tutti avrebbero voluto avere: una pagella semplicemente perfetta. Era un genio di prima categoria, ogni cosa in cui era necessario un libro di testo per lui diventava un gioco per bambini, e mai una volta aveva portato a casa un giudizio inferiore a dieci - nove o otto a seconda della griglia che il professore voleva utilizzare. Dire che fosse letteralmente l'unico studente a prendere giudizi tanto positivi non era affatto un eufemismo, anzi: il secondo classificato non superava il sette.

E se Francine era stato solo un fastidio, per Flora, Ferdinand era diventato un vero incubo. Ogni singolo approccio si era rivelato totalmente inutile e ogni strategia aveva fatto un buco nell'acqua: a niente era servito mettersi in coppia con lui nei laboratori, il giudizio alla fine era sempre individuale e lei prendeva il solito sei e mezzo contro il suo fantastico dieci. Minnie in quella situazione aveva anche provato a dissuaderla, contrariamente agli anni precedenti, perché era una competizione a senso unico e totalmente insensata, un voto non decideva nulla della sua persona; ma Flora non aveva voluto ascoltare, per lei era diventata una questione di vita o di morte, fino anche a falsificare il compito in classe cambiando il nome o il voto, finendo dal preside immancabilmente.

Ripensare a quei momenti le fece montare addosso una rabbia repressa da tempo, lanciò un sassolino rischiando di colpire l'anatra che aveva finalmente pescato un piccolo pesce da mangiare. E capiva benissimo che erano cose stupide, che da piccoli si tendeva sempre a vedere ,uri dove alla fine erano presenti piccoli cumuli di sabbia pronti a scivolare in basso, ma l'avevano resa la persona più insoddisfatta di quel paese portuale e se avesse avuto anche solo una minuscola occasione di riscattassi, avrebbe voluto coglierla con tutta la gioia possibile. Aveva sentito troppe storie di persone che avevano cambiato il proprio mondo personale, e anche lei voleva occupare quella pagina di libro come il volume dei Guinness World records. C'erano creature, in quel mondo, capaci di accontentarsi di poco come quell'anatra intente a pescare, ma Flora non facevo parte di quella cerchia.

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