16_ un gioco pericoloso (parte seconda)
<<così ti renderai conto cosa vuol dire soffrire per qualcuno che ama>>
Sherlock si irrigidì per quella ultima frase. e il suo pensiero Andò verso Crystal e Ambra, preoccupato di quello che sarebbe successo.
James gli sorrise in modo perfido.
<<Ora seguimi, e non cercare di opporti, o sarà peggio per te>>.
Sherlock ancora irrigidito fece un sospiro, e lo seguì, ignaro di quello che c'era nella prossima stanza.
Arrivò nella seconda stanza, e c'era un altra sedia, ma questa volta era completamente vuota.
<<Mi devo aspettare un altra persona a sorpresa?>>
<<No, questa volta non é per una persona, ma per te>>
<<Non penso che ne avrò bisogno>>
<<Lo vedremo>>.
Ambra era seduta nel divano
Erano passati due giorni, e di Sherlock nessuna traccia.
Era molto preoccupata per lui, ma soprattutto Per Crystal.
La figlia si era accorta della mancanza di suo padre, e aveva iniziato a fare delle domande. Per non farla preoccupare, gli disse che era molto impegnato a risolvere un caso, e quindi per un po' di giorni non sarebbe tornato a casa.
Ma Crystal non era stupida. Aveva capito che qualcosa non andava. Aveva ereditato lo stesso intuito di suo padre, e quando qualcosa non andava lo sentiva. Ambra sapeva che la farsa non sarebbe durata per molto.
Si sentiva una persona orrenda! Aveva mentito alla sua stessa figlia, sangue del suo stesso sangue, non poteva fare una cosa del genere! Ma sapeva che in questo modo l'avrebbe protetta, sì ma fino a quando? Con Sherlock lontano, sua figlia non era così protetta.
Chiuse gli occhi, tra poco sarebbe tornata sua figlia, e sapere che gli avrebbe ancora mentito gli faceva male.
Crystal Aprì la porta di casa.
Oggi era stata una giornata tremenda, da dimenticare.
4 ore prima:
Crystal attraversò il corridoio, come ogni mattina, per raggiungere la classe.
Mentre camminava percepiva qualcosa di strano.Tutti erano silenziosi, c'erano pochi studenti nel corridoio.
<Che strano...>>
Gli studenti, sentendo la sua voce, andarono dentro alla classe impauriti, lasciandola sola.
<<Perche si comportono cosi?>>.
Crystal ci pensò un po' su.
<<Forse... sono strani, per l'incidente che è accaduto pochi giorni fa>>.
Fece un sospiro ed entrò in classe. Appena varcata la porta, tutti ebbero la stessa reazione di prima.
Crystal li guardò spaesata e si sedette di fianco a Candy, la sua migliore amica.
Candy si allontanò immediatamente con il banco.
Crystal a questo punto diventó perplessa.
<<Cosa stava succedendo? Perché sembrava che tutti ce l'avevano con lei? Cosa aveva fatto di male?>>
Crystal cercò di stare calma, ma appena finita la lezione voleva subito una spiegazione. All'intervallo uscì dalla classe trovando Candy, insieme ad altre sue amiche.
<<Candy!>>.
Crystal la salutò e le amiche con Candy si allontanarono.
Crystal si avvicinò a Candy, ma lei si allontanò.
<<Candy cosa sta..>>
<<Crystal... è meglio che per il momento non ci vediamo insieme.... Sia a scuola che a casa.
È meglio cosi per entrambe, credimi>>
Crystal si bloccò
<<Candy! Perche dici questo? io non capisco!>>
<<Crystal, non c'è niente da capire,
è una mia decisione!.
Ti ho solo usata, facendo finita di essere tua amica!.
cosa credevi che ero la tua amica del "cuore"?.
Be' ti sei solo illusa mia cara!
nessuno è amica della figlia di uno "psicopatico">>
Candy si allontanò lasciando Crystal immobile.
Qualche lacrima scese dalla sua guancia, il mondo gli crollò addosso.
la sua migliore amica, la aveva abbandonata, si sentiva distrutta. Non ci poteva credere!.
Tanti anni di Amicizia svaniti, solo per la sua diversità. In quel momento si odiò, e odiò, la sua famiglia. Voleva scomparire, oppure fuggire in posto dove nessuno la conosceva, cambiare identità, e iniziare una nuova vita, essere una nuova Crystal.
Crystal si incamminò uscendo dalla scuola.
Aprì la porta e poi la richiuse, lentamente, ed entrò in casa senza fare rumore.
<<Crystal sei tu?>>
Crystal si fermò, senza rispondere
<<Crystal?>>
Ambra si alzò dal divano, impaurita e trovo al centro della stanza Crystal.
<<Tesoro perché non hai risposto? mi hai fatto prendere paura>>
Crystal era a Testa Bassa,
<<Tesoro stai bene?>>.
Ambra Allungo la mano per farli una carezza, ma lei la scansò.
<<Crystal! che ti succede?>>
Si girò verso di lei, con la faccia rossa dall pianto.
<<Cosa mi succede? succede che vi odio!
Vi odio perché sono figlia vostra, tutti a scuola mi evitano, e Candy non è più la mia amica!.
Solo perché sono figlia di un Psicopatico!
Vorrei non avervi come genitori>>.
Crystal urlò, e si mise a piangere.
<<Crystal mi dispiace....>>
<<Non dire niente, lasciami in pace! non vi voglio più vedere!>>
Crystal corse sulle scale e chiuse la porta forte.
Ambra, si mise le mani sulla testa
e qualche lacrima gli scese dal viso. Vederla così, gli si spezzava il cuore.
La sua bambina! la sua piccola, e dolce Bambina, non doveva subire tutto ciò! era una ingiustizia!.
Se solo Sherlock fosse qui, lui saprebbe come fare!.
Guardò la fede, e se la rigirò tra le mani.
La preoccupazione di non rivederlo piu, la stava consumando.
Fece un sospiro, Sherlock gli mancava molto, più di quanto si immaginava.
È vero! avevano caratteri diversi, e a volte si venivano contro, ma si volevano molto bene, e si amavano profondamente.
In quel momento di riflessione, e di solitudine si rese conto che non poteva vivere una vita senza di lui, e che ogni giorno che passava era una sofferenza non vederlo lì insieme a lei.
Crystal si buttò nel letto a pancia sotto vestita. Il dolore era troppo.
Poco dopo si addormentò distrutta.
La luce filtrò dalla finestra, e Crystal fece un mugolio, quando gli arrivò negli occhi.
Si alzò, e un fastidioso mal di testa, gli tamburellava nelle tempia.
Aveva pianto troppo, e questa era la conseguenza.
Per non parlare dell suo stomaco!
Con tutta questa storia non aveva toccato cibo.
Da un parte aveva fame, ma dall'altra gli si era chiusa completamente.
Ma tutto ciò non gli importava, non sarebbe morta se per una volta non mangiava.
Si avvicinò alla porta, ma qualcosa catturò la sua attenzione, sulla sua scrivania c'era un mazzo di rose rosse.
Crystal le guardò meglio, e poi prese in mano le rose.
Le osservo meglio, nessun biglietto, nessun nome del fioraio, niente di niente, come se quelle rose fossero sempre state lì.
Crystal prese il mazzo di rose, e scese le scale velocemente arrabbiata.
<<Cosa pensi che un mazzo di rose, serve a tirarmi su il morale, o a essere meno arrabbiata? be' ti sbagli di grosso mamma!
Non mi serve la tua compassione>>
Buttò le rose per terra, ancora più frustata.
Ma non ci fu risposta
<<Mi hai sentito mamma? mamma?>>
Crystal chiamo la mamma, girò per tutta la casa, ma non trovò nessuno, poi entrò nello studio di suo padre di solito lui era sempre lì.
<< Papà, hai visto la mamma? in casa non c'....>>
Cryatal entrò nello studio, non trovando nessuno.
La paura si impadronì di lei.
Che le sue parole che aveva detto prima si erano avverate?.
Nessuna parola si avvera, non siamo in un film, ma nella vita reale!
Si guardò intorno.
Poco più distante da lei, c'erano delle bottigliette con un liquido di colore diverso che facevano uno strano odore.
Il pavimento era cosaparso di fogli qua e la, e nel muro una bacchecca con dei fogli attaccati, e qualche puntino, e un coltello con dei fogli sotto sopra al caminetto.
Tutto era molto in disordine, come se suo padre era stato poco tempo prima li.
Suo padre... ora che ci pensava, era da un pò che non lo vedeva.
Si bloccò.
Il suo stomaco si contrasse. non era per la fame, ma paura.
Si sentiva come se a suo padre, gli fosse successo qualcosa.
Sua mamma gli aveva detto che era fuori per un caso, e che non sarebbe tornato per un po', ma allora... perché si sentiva che qualcosa non andava? come se sua mamma gli avesse mentito?
Impossibile, magari era solo una sua impressione.
Doveva vederci ben chiaro in questa storia.
Crystal usci, dalla stanza con tante domande per la testa.
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