60 - Difforme
"Uno sposo difforme, per una donna difforme."
Lavinia Whateley salmodiava, sonnambula, claudicando scalza nella solitudine notturna. Avanzava, argentea sotto la Luna gonfia, in risposta a una serenata ancestrale e stonata, udita solo da lei.
"Una sposa difforme, per il Guardiano della Soglia."
Ferma al limitare del molo, percepiva il suo sposo giungere, mentre gli occhi erano ciechi al tentacolo freddo e possente che si ergeva dall'acqua nera, aprendo innanzi a lei il bulbo ambrato. Suonò fragoroso come mille voci aliene, eppure leggero come un alito di vento: "Ti unirai a me".
Lavinia varcò la soglia di un amore sconfinato.
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