Torniamo ora un attimo tra i banchi di scuola, in particolare alle lezioni di italiano. Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo letto "La vergine cuccia" di Giuseppe Parini, immagino (personalmente, l'ho dovuta studiare ben due volte, una alle medie e una al liceo).

Fatto sta che è un brano tristemente comico, che si adatta perfettamente a una trasposizione fumettistica e così: voilà!

Questa in realtà non è la prima versione, che era molto più abbozzata e schizzata ed era anche la versione che, su consiglio (leggasi "obbligo") di un mio amico del liceo, avevo fatto vedere alla prof di italiano (a cui in realtà era piaciuta molto). Ovviamente non le avevo detto che il disegno era stato fatto nelle sue ore, ma dettagli.

Per restare in tema, vi proporrò ora altri disegno realizzati in classe.

Il primo l'ho ricopiato dal libro di inglese durante una giornata piena di ore buche ed è preso da una foto famosissima.

Il prossimo invece l'ho disegnato per "sfida": la mia compagna di banco mi aveva passato la foto da cui l'ho copiato, dicendomi "questo mi sembra il tuo stile, disegnalo". Detto fatto.

Sottolineiamo che la mia compagna di banco dell'epoca passava le ore a disegnare, in genere su fogli enormi. Il problema era che usava solo matita e pastello nero e il suo non era un disegno molto pulito, con la conseguenza che nemmeno le sue mani e il banco riuscivano a rimanere puliti per una giornata intera (e per le successive, perché si sa che le bidelle non puliscono i banchi, salvo che per le giornate di Open Day). 

Questo invece è un tizio sconosciuto copiato dalla copertina del libro di storia di quinta e non so perché l'ho disegnato.

E per ultimo, ecco a voi Nietzsche, preso da una scheda di religione durante una lezione non troppo entusiasmante.

In realtà ce ne sarebbero molti altri di disegni fatti in aula, ma alcuni non è il caso di mostrarli in giro.