Capitolo 16: Un passo nel buio
I giorni seguenti furono un susseguirsi di tensione e preparativi. Al Ranch, tutti erano consapevoli che la calma era solo temporanea. Ogni rumore, ogni ombra nel bosco faceva sobbalzare la gente, e Troy era il primo a essere sempre sul chi vive.
Io mi sforzavo di concentrarmi sui compiti quotidiani, ma la presenza di Troy rendeva tutto più complicato. Ogni volta che ci incrociavamo, c'era quell'elettricità nell'aria, quella consapevolezza di qualcosa che entrambi stavamo evitando di affrontare.
La notte seguente, il Ranch era immerso in un silenzio inquietante. I turni di guardia si susseguivano regolarmente, ma non c'era traccia di intrusi. Mentre stavo per andare a dormire, Alicia bussò alla mia porta.
"Posso entrare?" chiese, il viso ombroso.
"Certamente," risposi, facendola accomodare.
Si sedette sul letto, giocherellando con un braccialetto di cuoio che portava al polso. "Ti vedo diversa ultimamente," disse, guardandomi attentamente.
"Che intendi?"
"Tu e Troy," disse semplicemente, con un accenno di sorriso.
Sentii il sangue affluire alle guance. "Non so di cosa stai parlando."
"Oh, smettila," rise Alicia. "Lui ti guarda in un modo che non ho mai visto prima, e tu... beh, non sembri indifferente."
Non sapevo cosa rispondere. Era inutile negarlo, ma ammetterlo ad alta voce mi sembrava troppo.
"Non è così semplice," mormorai.
"Nulla lo è in questo mondo," disse Alicia, il suo tono più serio. "Ma se c'è una cosa che ho imparato, è che dobbiamo aggrapparci a ciò che ci rende umani. E l'amore, Sara, è una di quelle cose."
Le sue parole mi colpirono nel profondo. Non risposi, ma le sue parole continuarono a ronzarmi in testa anche dopo che se ne andò.
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Quella notte non riuscii a dormire. Mi alzai e uscii dalla stanza, camminando senza meta attraverso il Ranch. Il cielo sopra di me era punteggiato di stelle, e l'aria fredda mi fece rabbrividire.
Stavo per tornare indietro quando vidi una figura familiare accanto al recinto. Troy era appoggiato a un palo, il fucile stretto tra le mani, lo sguardo perso nel buio.
Mi avvicinai lentamente, il cuore che batteva forte. Lui si girò appena quando mi sentì arrivare, un accenno di sorriso sul viso.
"Non riesci a dormire?" chiese, con quel tono basso e tranquillo che ormai conoscevo bene.
"Nemmeno tu, a quanto pare," risposi, fermandomi accanto a lui.
Restammo in silenzio per un po', entrambi guardando oltre il recinto verso l'oscurità. Poi Troy parlò.
"Ci sono momenti in cui mi chiedo perché continuo a lottare," disse, la sua voce appena un sussurro. "Ma poi penso a te."
Mi girai verso di lui, sorpresa. Il suo sguardo era fisso sul mio, e per un attimo mi sentii completamente esposta.
"Troy..." iniziai, ma lui scosse la testa.
"Lascia che lo dica," mormorò. "Per una volta, voglio essere onesto."
Inspirò profondamente, come se stesse cercando di raccogliere il coraggio. "Quando ti ho trovata quel giorno, pensavo fossi solo un altro peso da portare. Ma tu... hai cambiato tutto. Mi hai fatto ricordare com'è sentirsi vivi."
Le sue parole mi lasciarono senza fiato. Sentii un nodo in gola, e per un attimo non seppi cosa dire.
"Non so se possiamo permettercelo," dissi infine, la mia voce tremante. "In questo mondo, legarsi a qualcuno significa rischiare di perderlo."
"Lo so," rispose Troy, il suo sguardo pieno di una determinazione feroce. "Ma io sono disposto a correre quel rischio."
E prima che potessi rispondere, lui fece un passo avanti e mi prese il viso tra le mani. Il suo tocco era caldo, rassicurante, e quando le sue labbra incontrarono le mie, mi sentii come se tutto il resto svanisse.
In quel momento, non c'erano predoni, non c'erano vaganti, non c'era un mondo spezzato. C'eravamo solo noi.
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Il mattino seguente, la realtà tornò a colpirci con tutta la sua forza. Madison ci convocò tutti nel cortile, il suo volto più serio che mai.
"Abbiamo avvistato un gruppo di uomini armati a meno di un chilometro dal Ranch," annunciò. "Stanno venendo verso di noi."
Un'ondata di panico attraversò la folla, ma Madison alzò una mano per calmare tutti. "Non lasceremo che ci portino via tutto ciò che abbiamo costruito. Dobbiamo combattere."
Gli sguardi si rivolsero a Troy, che annuì lentamente. "Dobbiamo prepararci. E dobbiamo farlo ora."
Mentre il Ranch si mobilitava, sentii una mano stringere la mia. Mi voltai e vidi Troy, il suo sguardo determinato.
"Non ti lascerò mai da sola," disse, la sua voce un sussurro solo per me.
Annuii, stringendo la sua mano. Qualunque cosa stesse per succedere, sapevo che l'avremmo affrontata insieme.
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