"Ragazzi, io vado a casa", fece Dean agli altri due. "Sono stanco morto". Aveva trascorso la giornata sotto il sole, immergendo e tirando le reti nella barca. Il suo lavoro gli piaceva, ma ogni sera sentiva le membra a pezzi .

Avrebbe voluto restare lì per conoscere la sirena, ma si accorse che stava barcollando.

A malincuore scese dalla piccola imbarcazione per avviarsi verso casa, seguito da Hank, che forse era più stanco di lui.

"Anch'io vado", disse quest'ultimo rivolto a Paul. "Mi piacerebbe rimanere ancora, ma devo riposare". Continuò, trattenendo a stento uno sbadiglio. Guardava i capelli verdi della sirena pensando a come erano affascinanti le donne in fondo al mare così diverse dalle ragazze con il make-up tatuato sul viso che circolavano sulla terra. La sirena aveva lineamenti sottili e un aspetto fresco, ingenuo. Il piccolo naso era cosparso di lentiggini.

Doveva essere molto giovane e il suo sguardo tradiva una certa apprensione nei confronti dei marinai.

"Grazie amici!", esclamò Sybil vedendoli scendere dalla barca. "La benedizione della Regina dei mari vi segua e vi accompagni a casa sani e salvi". Non era sicura di aver pronunciato correttamente la lingua umana e arrossì, temendo di aver fatto una figuraccia.

Ma i marinai la guardavano sorridendo. "Sei proprio una brava ragazza!", ribatté Hank felice. "La porti tu al centro di salvataggio per Sirene?", disse poi rivolto a Paul .

"Ci penso io", rispose lui. "Ma prima la accompagno a mangiare qualcosa da XFood . Sembra stremata ".

Sybil lo guardò con gratitudine, chiedendosi se da XFood avessero lo speciale cibo per sirene a base di alghe .

Nella mano stringeva forte la perla che le aveva dato la Regina madre, ma osservando i volti gentili dei marinai, capì che per quella sera non ne avrebbe avuto bisogno.

"Ho un po' di fame, in effetti ", disse arrossendo. La Regina le aveva sempre detto che chiedere è una forma di maleducazione, ma in quel momento il suo stomaco brontolava. Da molte ore ormai era digiuna di alghe.

"Non preoccuparti", la rassicurò Paul. "Seguimi, ti porterò in un posto bellissimo."

Sybil era sdraiata sulla barca. A quelle parole tentò di sollevarsi, ma poi ricadde sconsolata sul pavimento. "La Regina non mi ha concesso le gambe!", mormorò, ricordando improvvisamente le parole della Madre. Ora aveva tanta voglia di piangere; il suo sogno era sempre stato quello di camminare come le donne terrestri...

Paul sorrise. Doveva essere la prima volta che la sirena toccava terra.

"Non è un problema", le disse. "Puoi saltare come le altre sirene". Concluse indicando la coda che si agitava, spargendo goccioline sulle assi di legno della barca .

Sybil lo fissò per un attimo a bocca aperta, poi si sollevò a fatica sulla coda. Era incredibile! Riusciva a stare in piedi reggendosi sulla pinna! Mosse il bacino di qua e di là, come faceva quando nuotava nelle profondità del mare, e si accorse che riusciva a muoversi e a spostarsi velocemente quasi come gli umani!

Felice iniziò a saltare e con un balzo scese dalla barca, mentre Paul la aiutava tenendola per una mano.

La sua avventura sulla terra ferma era iniziata nel migliore dei modi.

A piccoli salti si allontanò con Paul, mentre la sera calava sul molo e i gabbiani si rifugiavano tra le rocce.