Una scoperta shock
All'estremità opposta del confine con il Vecchio Mondo sorgeva la periferia di Iside666Eu.
Contrariamente al resto della metropoli, quel luogo non era presidiato dalle telecamere che erano state distrutte dagli abitanti ribelli decenni prima. Questi ultimi erano per la maggior parte profughi della Terra Calda, scappati dai rifugi-lager che si opponevano a qualsiasi forma di controllo e avevano improvvisato dei veri e propri arsenali negli uffici governativi, ormai disertati dai dipendenti.
In quelle strade si snodavano file di vecchi grattacieli, un tempo alloggi pubblici, che adesso versavano nell'abbandono più totale.
I quartieri erano pericolosi. Il livello di criminalità era talmente alto e drammatico che il governo aveva rinunciato a imporre il presidio degli androidi armati e si guardava bene dall'inviare qualsiasi pattuglia di polizia.
L'ex caserma era situata in una strada deserta.
Aveva la porta sfondata e i vetri rotti. Durante il giorno era vuota e di notte diventava luogo di spaccio per i delinquenti del quartiere.
I muri blu erano coperti di graffiti e di scritte contro i leader della città e in prossimità della finestra qualcuno aveva disegnato una spaventosa caricatura di Orsola, la leader direttrice del rifugio.
Jim la guardò incuriosito. Nei suoi ventun'anni di vita non era mai stato in quella zona. Era abituato al lusso e aveva visto tanto degrado soltanto nei documentari.
Si sentiva spaesato, ma non aveva paura alcuna. Da sempre possedeva un'indole temeraria, al contrario di suo padre che di notte non voleva nemmeno dormire da solo. Lui e Jim erano sempre stati diversi.
Quel giorno aveva domandato a Rocky di seguire qualsiasi traccia di sirena presente nell'aria, così il cane lo aveva trascinato da un angolo all'altro della città, senza tregua.
Era ormai sera e il sole stava calando, ma il ragazzo non si era ancora fermato un attimo. Aveva trascorso la giornata cercando disperatamente Sybil in ogni strada e in ogni vicolo.
Quest'ultima non era l'unica delle sirene che si aggiravano per Iside, per questo Rocky aveva già seguito diverse tracce olfattive del loro passaggio prima di condurre in periferia il povero Jim che ormai andava perdendo ogni speranza.
Il cane robot scodinzolò e annusò l'aria.
I suoi circuiti emisero un suono che segnalava una traccia di interesse.
"Bravo Rocky, ma qui non c'è niente..."
Ma il robot proseguì sulla stessa direzione, costeggiando il marciapiede rotto che era cosparso di cartacce e cocci di bottiglia.
A un certo punto, su un lato, Jim vide una villetta bassa e bianca, circondata da un grande giardino.
I muri esterni erano diroccati, l'erba era alta e secca. Il muro di cinta, quasi del tutto crollato, era interrotto da un cancello aperto che era sostenuto da vecchi cardini lenti e rugginosi.
Per la prima volta da quando si trovava lì, Jim fu percorso da un brivido.
"C'è nessuno?", esclamò il ragazzo, perlustrando con circospezione l'area.
Intanto Rocky si era avvicinato alla piscina e sedeva accanto al bordo, mentre fissava un punto, uggiolando piano.
Jim rivolse lo sguardo in quella direzione e colse un movimento nell'acqua verde davanti a sé. Poi scorse una sagoma sottile che scivolava verso di lui.
Quando si fu avvicinata del tutto, notò con stupore che e quella figura longilinea aveva una lunga coda argentata e una massa di capelli verdi coperti da una patina marrone.
Adesso la figura si era sollevata in posizione verticale nell'acqua putrida e attraverso i detriti che si erano incollati alla pelle, Jim con orrore riconobbe un viso di donna .
"Sei venuta a salvarmi...?" chiese la giovane con un filo di voce.
Il volto era coperto di muschio e appariva tumefatto.
Le ossa sporgevano dalle scapole e dal torace esile.
"Ma tu sei una sirena! Cosa ci fai qui?", chiese Jim, senza riuscire a staccare gli occhi dalla creatura che adesso gli stava rivolgendo uno sguardo supplichevole.
"Ho lasciato il mare tanti anni fa ...non avevo il permesso della Regina. Mi hanno portata qui e allevata in piscina come un animale domestico. L'uomo che mi ha rapita era un pusher, viveva in questa villa abbandonata. Poi un giorno è andato via e non è più tornato. Forse è morto, non so. Io sono malata...non riesco a uscire da qui. Mangio il muschio, ma non ce la faccio più..."
Gli occhi della sirena erano pieni di paura e di lacrime.
"Stai tranquilla!", la rassicurò Jim, che non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo volto. "Chiamo subito il nostro soccorso veterinario privato! Sono miei amici. Ti porteremo via da qui!".
Esistevano delle ottime ambulanze veterinarie del governo, ma nessun dipendente statale osava più entrare in quei quartieri dove le autorità erano tanto odiate. Non lo facevano nemmeno nei casi più estremi.
Sull'orologio da polso Jim sfiorò un'icona e condivise la posizione con i terminali del soccorso, inviando un segnale di emergenza.
Poi tese le mani alla sirena che, senza una parola, le afferrò e lasciò che il ragazzo la tirasse fuori dall'acqua e la aiutasse a sistemarsi sull'erba accanto a lui.
Rocky mosse la coda e si sedette al loro fianco.
La povera giovane era stremata e coperta di fango dalla testa fino all'estremità della coda.
Jim notò che il suo corpo magro era percorso da profonde cicatrici che le attraversavano il seno e le braccia.
"Ma cosa ti hanno fatto?", chiese inorridito.
"Per tre anni sono stata trattata come un oggetto. Non potevo lasciare la piscina e mi consideravano meno di un animale da compagnia. Il padrone mi picchiava, se non..."
Si interruppe e lanciò un'occhiata eloquente a Jim, il quale rinunciò a farle altre domande simili.
Capì che la ragazza era traumatizzata e non parlava volentieri dell'incubo vissuto in quei pochi metri d'acqua stagnante.
"Va bene, va bene, ora è tutto ok. È finita!", Esclamò tentando di confortarla.
Ora la sirena lo guardava con gratitudine. Dopo tre anni di inferno sulla terraferma, nei suoi occhi verdi c'era di nuovo un po' di luce.
Jim pensò a Sybil e rabbrividì all'idea che potesse andare incontro a una sorte simile. Esitò un attimo col fiato sospeso, poi chiese:
"Stavo cercando una mia amica, è una sirena, proprio come te. Abbiamo avuto un malinteso ed è scappata da casa mia dove era ospite. Tu hai idea di dove possa essere andata?"
La sirena trasalì, poi rifletté Per qualche secondo.
"Cercala dappertutto!", esclamò in tono accorato. "Io avrei dovuto recarmi al centro di accoglienza, ma poi la curiosità mi ha spinta a visitare questo posto dimenticato da Dio. Sai, noi sirene adoriamo la terraferma e vorremmo conoscerne ogni angolo. Stavo camminando da sola di sera, quando a un certo punto un uomo mi ha avvicinata e caricata di forza sulla sua Flying Car. Mi ha condotta qui mentre urlavo chiedendo aiuto.
Da quel momento rimpiango amaramente di essere fuggita dall'Oceano...".
Jim la fissava ammutolito, pensando a Sybil, così ingenua e candida che attraversava quelle strade da sola, in balia delle insidie di quella metropoli che nel mondo conoscevano come Città del Diavolo a causa del tasso di criminalità fuori controllo.
"La cercherò e la troverò, costi quel che costi", disse infine, ricordando l'emozione che aveva provato nel vederla la prima volta da Xfood accanto a Paul.
"Lo senti questo rumore?", aggiunse, voltandosi a guardare un punto dietro di sé. "Stanno arrivando!".
La sirena girò lo sguardo nella stessa direzione dalla quale ora proveniva un ronzio.
Un veicolo bianco e allungato si stava dirigendo verso i due ragazzi: era la Flying Ambulance del soccorso veterinario.
Jim sventolò una mano e sorrise.
La sirena era in salvo! In quel momento, Jim giurò a se stesso che avrebbe portato al sicuro anche Sybil, ovunque si trovasse. Dopo sarebbe semplicemente partito con lei per andare lontano da quel posto in cui le sirene venivano cacciate e ridotte in schiavitù.
La vita in quella città non faceva per Sybil e forse nemmeno per lui. Non tollerava più di dover vivere tra persone tanto spietate e ciniche, lui si considerava diverso...
La Flying Ambulance si fermò a mezz'aria, poi planò dolcemente sull'erba, mentre Rocky, eccitato, abbaiava muovendo la coda.
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Un capitolo drammatico che ho scritto per voi di notte. Se vi è piaciuto, fatemelo sapere con un commento e una stellina, ma soprattutto, restate con me.
Baci dal profondo del mare!
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