notte di ricordi e confessioni shock
22 anni prima
Le sirene erano radunate intorno ai corpi di Teresa e di sua madre, quando d'improvviso, le due salme furono avvolte da una luce bianca.
In contemporanea tutte le sirene si voltarono e videro la Regina che galleggiava a pochi passi da loro.
Dal suo diadema scaturivano raggi fortissimi che colpivano e avvolgevano le defunte con un'aurea argentata. La luce si posò sui loro volti rivelando i lineamenti gentili che nel blu del fondale apparivano distesi in un vago sorriso.
Senza una parola, la Regina indicò un mucchietto di perle che giacevano sulla sabbia, accanto a una grotta. Subito due sirene risposero al comando e raggiunte le perle con dolci movimenti della coda, le raccolsero e le posarono sul palmo aperto della loro madre che le lasciò cadere lentamente, trattenendone in mano soltanto due. Poi chiuse gli occhi, stringendo in pugno le due piccole sfere.
In quel momento, l'onda della sua voce si propagò come una vibrazione nell'acqua dell'Oceano. Immobili, tutte le sirene seguivano quel suono, fissando il volto della Regina.
Poche frasi in lingua antica, ma non provenivano dalle loro bocche, né da quelle della madre. Eppure tutte le ripetevano, sincronizzate come radio sulla stessa lunghezza d'onda, che diventava sempre più potente, fino a permeare le acque circostanti. A un tratto la Regina aprì gli occhi e dischiuse la mano in cui le perle scintillavano. Ma adesso la loro forma era mutata. Era quella di due piccole uova dal gusci candidi, sui quali si allungavano i riflessi blu del fondale.
Da un punto imprecisato, luci azzurre, come fiammelle danzanti si avvicinarono per posarsi sulle uova, che ora rilucevano in un alternarsi di colori variopinti...
🐚🐚🐚
Le luci della stanza sfioravano soffuse i volti dei due coniugi, che erano sdraiati su un fianco, l'uno di fronte all'altra.
Nonostante la temperatura gradevole, entrambi giacevano sotto la coperta, quasi a cercare maggiore intimità per la loro conversazione.
"Avevo solo cinque anni, ma ricordo tutto. E chi può scordare una simile esperienza?". Nathan era pallido, i suoi occhi guardavano quelli della moglie senza vederli. "C'era questo acquapark...con tutti i divertimenti! Avevo appena finito di giocare su uno scivolo per bambini, uno di quelli che finiscono in piscina. Mia madre mi lasciava sperimentare ogni attrazione. Tranne una..."
"E quale?". Oltre alla preoccupazione, la voce di Karen tradiva una forte curiosità. Loro due non erano mai stati legati da un amore romantico, il loro rapporto si basava prevalentemente sul lavoro e la cura del figlio. Eppure aveva sempre creduto che il marito le avesse confidato tutto.
"Tu sai che fino a un po' di tempo fa', quando il Nuovo Mondo si chiamava ancora Stati Uniti, le sirene erano considerate animali..."
"Ma certo! Se non sbaglio è stata proprio Orsola a firmare quel pacchetto di leggi che riconoscevano alle sirene gli stessi diritti degli esseri umani...".
Nathan abbozzò un sorriso: "Non sbagli, è stata lei. Pare che la Regina dei Mari abbia minacciato conseguenze, se il trattamento elargito sirene non fosse cambiato in breve tempo...".
"Mi sembra giusto", ribatté Karen con decisione. "Una volta le sirene venivano sfruttate per gli spettacoli...".
Nathan annuì: "Erano proprio questi spettacoli che mia madre a cui mi aveva proibito di assistere . Diceva che non era giusto, che nessun animale dovrebbe essere imprigionato e fatto esibire per il divertimento di chi va a guardarlo..."
"Tua madre aveva ragione..."
Ora sulle pupille di Nathan sembrava calato un velo, quasi che nelle sue iridi galleggiasse una nebbia di ricordi sopiti. Il risveglio di quelle memorie dipingeva un'espressione turbata sul volto dell'uomo.
"Aveva ragione, certo. Ma a cinque anni non puoi capire le ragioni di una donna di quaranta, nemmeno se si tratta di tua madre. Così quel giorno, dopo aver giocato con i vari scivoli, l'ho raggiunta e insieme siamo andati a comprare le noccioline e lo zucchero filato. La mamma stava pagando, quando io sono fuggito da lei e mi sono avvicinato alla piscina delle sirene..."
Karen ascoltava tutto col fiato sospeso. Capiva che il marito stava per farle una rivelazione importantissima, qualcosa che forse le avrebbe fatto comprendere perché era stato tanto restio a ospitare Sybil.
"Era in corso un'esibizione...?"
"Sì", fece lui. "Un'esibizione bellissima, le sirene stavano danzando in cerchio, poi hanno iniziato a saltare e a fare acrobazie, roteando nell'aria sotto la guida degli addestratori. Ma una di loro fece un movimento scoordinato , forse era stanca e così ricadde in acqua sulla pancia, rovinando l'esibizione. Quando riemerse, l'addestratore si arrabbiò moltissimo. E iniziò a urlare..."
"Che mostro! E tua madre?".
"Lei mi aveva raggiunto per portarmi via, ma in quel momento si fermò accanto a me per osservare la scena. Mi teneva stretto per mano e ricordo ancora la sua espressione indignata. Ma c'è un'altra espressione che non posso dimenticare. Quella delle sirene...".
"Oh, povere ragazze! Umiliate così..."
"Erano tutte in acqua e ci osservavano con rabbia...e con odio, mentre l'addestratore continuava la sua sfuriata. Noi eravamo la causa di quelle umiliazioni! Se nessuno avesse assistito allo spettacolo, le sirene non sarebbero mai state sfruttate per divertirci..."
Nathan deglutì, lottando interiormente con quel ricordo che aveva segnato la sua psiche fino a renderlo l'uomo che era: un programmatore freddo e diffidente, che nel tempo si era guadagnato la fama di calcolatore.
"Non era certo colpa tua, eri solo un bambino..."
"No Karen, in quel preciso istante mi sono sentito un mostro. Stavo fissando la scena come ipotizzato, quando all'improvviso l'aria ha iniziato a crepitare. Sembrava una specie di scarica elettrica..."
Ora il viso di Karen tradiva un forte turbamento.
"Scarica elettrica? Senza un temporale?"
"Sì. Le sirene erano ancora immobili in piscina. Ma i loro volti si erano trasfigurati in maschere demoniache!". L'uomo scostò una ciocca di capelli dalla fronte e in quel momento, Karen vide che le sue mani tremavano.
"Fino a pochi minuti prima sembravano docili, sorridenti. E ora ci scrutavano con odio cieco. Poi dai loro corpi iniziò a scaturire questa scarica visibile a occhio nudo che colpiva le persone una ad una mentre tutte iniziavano a cadere, dimenandosi. Prima che potessi comprendere cosa stesse succedendo, udii un tonfo e mi voltai. La prima cosa che vidi furono le noccioline e lo zucchero filato sparsi per terra...e poi mia madre. Era lì accanto a me, sul pavimento della piscina che si agitava. Uno, due spasmi e dalla bocca le uscì un fiotto di sangue...".
Ora Karen era pallida.
"Ma è terribile!"
"Volevo urlare, chiedere aiuto, ma la scarica colpì anche me e cominciai ad agitare le braccia e le mani senza capire più niente.
Feci in tempo a sentire una voce che dall'altoparlante gridava: 'Protocollo di emergenza!'. Poi ricordo solo di essermi svegliato nell'infermeria del parco, coperto di lividi e di bruciature su tutto il corpo. Mi trasportarono in ospedale per tenermi sotto osservazione..."
Karen deglutì: "Non mi dire che...".
"Io piangevo e cercavo mia madre, quando alla fine mio padre arrivò. E mi disse, Nathan, la mamma purtroppo non c'è più....".
"Ma è terrificante...e non mi hai mai detto nulla di tutto questo!", fece Karen guardando il marito. "Siamo sposati da tanti anni ormai..."
"Sposarsi non sempre significa confidarsi tutto. Soprattutto in un matrimonio come il nostro, basato sul lavoro e gli affari. Non che io non ti voglia bene, lo sai, ma ricorda cosa volevamo entrambi quando ci siamo incontrati...".
Karen rifletté per qualche istante: "Un'azienda prolifera. Un figlio e la normalità. Nei limiti del possibile, in un mondo come il nostro..."
"Esatto. Non potevo permettermi di lasciarmi andare ai brutti ricordi, non potrei permettermelo nemmeno ora. A Iside devi andare avanti senza fermarti..."
Una nube di tristezza si era posata sul viso di Karen.
"Mi dispiace per tua madre. E ti domando scusa, se a volte ho frainteso la tua diffidenza nei confronti delle sirene. Ma...sei sicuro che siano state loro?".
"Le autorità hanno dato la colpa al cibo venduto nel parco, la scusa è stata un batterio killer. Nessuno ci ha creduto, ma intorno alle sirene gravitavano troppi interessi. Quando il caso è stato chiuso, in molti hanno accettato il risarcimento, altri hanno tentato di far ripartire le indagini. Ma non è servito. Tu sai che in quel periodo le istituzioni della città erano già molto corrotte, poi beh, la guerra e l'Unione Mondiale anni dopo..."
Karen gli lanciò uno strano sguardo, come a volergli ricordare che erano ripresi dalle telecamere governative. E parlare male del governo in quella situazione era una pessima idea.
Con un sorriso nervoso, lui raccolse il messaggio e tacque per qualche istante.
Sentiva la gola secca: "Tornando alle sirene, no. Non posso far tornare Sybil mettendo a rischio la tua incolumità e quella di Jim. Sono già preoccupato per quel suo sogno di partire per Avatar. Tu sai cosa dicono...".
"Certo, su questo sono d'accordo con te. Se la storia delle sirene assassine nello spazio fosse vera, Jim correrebbe un pericolo enorme. Però stando alla ricostruzione, si tratta di un gruppo ribelle. Mentre Sybil! È la dolcezza in persona..."
"Karen, anche quelle sirene sembravano la dolcezza in persona fino a cinque minuti prima! Ma hanno fatto una strage! Più di 200 morti e una marea di feriti. Farò il possibile per dare a Sybil una vita agiata come la nostra, quando andrà nella riserva. Ma mio figlio non rischierà. E non andrà nemmeno su Avatar".
Karen annuì, convinta che Jim non sarebbe mai stato tanto avventato da raggiungere un pianeta sconosciuto come quello. Ma fuori dalle mura della villa, il cielo splendeva di stelle e la luce più brillante proveniva proprio da Avatar. Quella luce aveva il potere di stregare gli esploratori e le persone intraprendenti. Jim era uno di loro.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro