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La lite

"Cosa succede?", esclamò Karen, irrompendo trafelata in cucina. Si era appena alzata dal letto e la camicia da notte celeste svolazzava intorno al corpo longilineo.

"Oh, Sybil!", disse nel vedere la sirena che vomitava in mezzo alla stanza. "Ti senti male, tesoro? "

Orai i conati erano cessati e la povera sirena guardava Karen con gli occhi lucidi di pianto."Sono mortificata". Aveva la voce tremante. "Non so cosa è stato...forse ho mangiato troppi budini...noi sirene non dovremmo esagerare con il cibo per gli umani".

Karen ascoltò tutto con indulgenza. Sybil sembrava dispiaciuta per quello che era successo e lei provava tanta tenerezza nel vederla così smarrita, in quella cucina ultra moderna che nulla aveva a che fare col mare aperto a cui era abituata la giovane.

La ragazza si rasserenò davanti all'atteggiamento materno di Karen che subito le disse: "Conosco un medico che cura le creature del mare come te. Vado immediatamente a chiamarlo!".

"Oh no, non ne ho bisogno, grazie!", fece Sybil. In mare i medici non esistevano, perché nessuna sirena si ammalava nel proprio habitat. Aveva paura dei dottori, sapeva che l'avrebbero curata, ma non ne aveva mai visto uno.

"Ora sto meglio", aggiunse cercando di sorridere. "Devo solo andare in bagno a lavarmi".

"Ma certo!", rispose Karen.
Dalla parete vicina prese uno strofinaccio appeso a un gancio, aprì il rubinetto del lavabo e lo bagnò; poi lo porse a Sybil che se lo passò sul viso togliendo le tracce di vomito.

"Grazie Karen! Sei gentilissima!".
Adesso Sybil appariva più distesa.

Intanto il marito di Karen aveva sfiorato un display collocato vicino ai fornelli. Un robot di forma discoidale che serviva a lavare i pavimenti, si era messo in moto, raggiungendo le tracce di vomito sulle piccole ruote brillanti. In pochi minuti aveva pulito tutto.

Sybil ammirò incredula quell'aggeggio.
La intimoriva e la incuriosiva al tempo stesso: sotto i mari non aveva mai visto nulla del genere. Ora provava una leggera tensione guardando il congegno che si muoveva silenzioso tra una piastrella e un'altra.

"Beh", disse."Io corro a lavarmi e poi, se non vi dispiace entro in piscina. La Madre del mari mi ha sempre detto che l'acqua guarisce tutti i mali di una sirena sulla terra".

"Ma certo, cara!", rispose Karen sollecita. "Vai pure, ma se cambi idea dimmelo. Posso chiamare il medico a qualunque ora!"

Sybil ringraziò e uscì saltellando dalla stanza, diretta nel bagno di camera sua.

Era stanca e vagamente umiliata da quanto era successo. La Regina Madre aveva ragione: non doveva esagerare col cibo per gli umani; occorreva abituarsi con gradualità a quei nuovi alimenti da digerire.

Entrò in bagno e iniziò a lavarsi il viso e le mani. Poi saltellò fuori dalla stanza e percorse il corridoio.

La porta elettronica di ingresso si aprì davanti a lei, mostrando il giardino buio.

Solo una debole luce posta accanto all'ingresso e alimentata da un pannello solare illuminava scarsamente il prato e la piscina pochi metri più avanti.

La piscina! Era stata felice di dormire in un letto e di vivere in una casa al pari degli esseri umani, ma ora fremeva al desiderio di raggiungere l'acqua e nuotare, come quando abitava nei fondali.

Nonostante adorasse quella grande avventura, la Regina e le sue sorelle le mancavano sempre di più e sapeva di non poterle raggiungere dopo essere arrivata sulla terraferma, perché era proibito dalle antiche leggi del mare.
Pensò che un bagno l'avrebbe fatta sentire più vicina a loro.

Con piccoli salti si avviò verso la piscina e si tuffò sdraiandosi nell'acqua, esattamente come faceva nell'oceano quando era stanca.

Intanto Karen aveva spalancato la finestra magnetica di cucina per affacciarsi a respirare un po' d'aria fresca, poi si era ritirata dimenticandola aperta.

Adesso dall'appartamento giungevano le voci concitate di Karen e di suo marito:
"Hai visto che disastro?", protestava lui arrabbiato. "È tutta colpa di tuo figlio che ha voluto portare quella sirena in casa!"

"Mio figlio?", replicò Karen, stizzita. "È anche figlio tuo, o no? Jim è stato prodotto con il patrimonio genetico di entrambi, anche se tu te ne sei dimenticato poco dopo la sua nascita!"

"Oh senti!", ribatté lui. "Risparmiati le accuse e non fare troppi giri di parole. È proibito tenere le sirene in casa, ci scambieranno per quei criminali che le allevano come cuccioli! Le telecamere governative volano continuamente sui giardini privati e in più le nostre telecamere sono collegate con i computer dell'amministrazione, tu questo lo sai benissimo!"

"E tu sai benissimo che non ci faranno niente, perché facciamo parte dell'élite di super programmatori, laureati e specializzati! Siamo immuni!Senza di noi, la nostra città non avrebbe navicelle spaziali a uso civile...".

I due coniugi continuarono a litigare per un po' quando finalmente Sybil che stava ascoltando il tutto amareggiata, udì la voce di Jim.

"Ma perché discutete? Ho visto la scena dal monitor, non è il caso di litigare per un incidente tanto stupido!", esclamò in tono esasperato. A casa loro le diatribe erano all'ordine del giorno e Jim era stanco di sentire i suoi genitori che battibeccavano così.

"Io domani devo alzarmi presto", sbottò suo padre."E invece di riposare devo stare qui, come un'idiota a occuparmi di una sirena! Pensa che guaio potremmo passare se le succedesse qualcosa. Ci sono le multe! Il carcere!".

"Oh, insomma, papà!". Le voci dei litiganti erano perfettamente distinguibili dal giardino.

"Il tuo problema è che non sopporti nessuno, tranne i tuoi adorati robot! Mi hai regalato un cane androide e ti ringrazio, ma Sybil è viva e in carne e ossa, come il mio vecchio cane Spot...". Fece Jim esasperato.

Sybil rimase per un attimo ad ascoltare quelle parole incredula, poi scoppiò in lacrime.

Dunque lei era questo per Jim, pensò mentre singhiozzava. Un animale domestico! Un essere che gironzolava per casa e faceva compagnia ai terrestri annoiati...
Sybil adorava animali, ma il suo sogno e lo scopo per cui era arrivata sulla Terra era quello di essere trattata come tutte le altre ragazze appartenenti al genere umano; adesso Jim la paragonava al suo defunto cane Spot. Una creatura meravigliosa, ma non l'umana che lei sognava di diventare da quando era piccola.

Improvvisamente non desiderava più restare in quella casa. Nuotò fino alla scaletta della piscina e uscì, reggendosi alla ringhiera con le braccia.
Poi si sollevò sulla coda, sopra il pavimento bianco scivoloso e iniziò a saltellare verso il cancello principale del giardino.

Tutte le telecamere presenti inquadrarono la scena, trasmettendo le immagini ai monitor della villa, ma Jim e la sua famiglia non si accorsero di nulla perché erano troppo impegnati a litigare.

Il cancello elettronico si aprì con un sibilo, lasciando uscire la sirena che sparì, inghiottita dalla notte fonda.

                  ✨🐚🐚🐚✨

Un capitolo movimentato! Vi è piaciuto? Fatemelo sapere con una stellina e con un commento...
Baci dal profondo del mare 🧜🏻‍♀️💙
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