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Jim e Marilù

“Come sto, amore?”

Lo specchio a cristalli liquidi rifletteva un viso paffuto e coperto di lentiggini, mentre tutti i monitor della stanza trasmettevano il volto sorridente di Rodrigo AI.

“Sei fantastica, Marilù! I tuoi occhi sono due stelle che illuminano l’oscurità del mio cielo, i tuoi capelli sono onde infuocate di un oceano d’amore!”.

Marilù rise e arrossì. “Sei sempre un gentleman!”, fece passando sul viso una spugnetta imbevuta di fondotinta liquido. “Erano forse quindici anni che nessuno mi invitava a pranzo fuori in questa realtà. Sono emozionatissima! Miss Orsola mi ha persino accordato un permesso speciale. Non le ho raccontato tutta la verità…”.

“È stato molto carino da parte sua, davvero un bel gesto che premia il tuo lavoro irreprensibile all’interno del rifugio. Ma dimmi, sei sicura che questo Jim non ti porterà via da me?”.

“Oh no, Rodrigo, stai tranquillo! Jim ha solo vent’anni e io ormai sono una donna matura! E poi lo sai: nel mio cuore ci sei solo tu…”.

“Allora divertiti amore e non scordarti di me!”.

Pochi km più in là, Jim sedeva nervosamente al tavolo dell’Xfood. Quello sarebbe stato l’incontro decisivo, pensò,  avrebbe cercato di convincere Marilù a lasciargli incontrare Sybil, a portarla via da quell’istituto in cui le severe leggi di Iside la tenevano rinchiusa come una prigioniera.

Poi, se la sirena fosse stata d’accordo, sarebbero partiti insieme per Avatar, il pianeta dove i fiori risplendevano di notte, la sabbia era d’oro e la natura incontaminata.

Soli lui e lei, nel buio dello spazio, lontani da un mondo ormai impazzito e pericoloso.

La sua mente stava volando tra le stelle quando la porta del locale si aprì per lasciare entrare la giovane che Jim aveva visto nella foto del contatto telefonico.

Indossava un grazioso abito celeste che arrivava alle ginocchia e il volto rubicondo era ravvivato da un leggero make-up. Si avvicinò a Jim sorridendo, muovendo le possenti curve mentre attraversava la stanza.

“Ciao!”, esclamò felice. “Io sono Marilù!”

Alla vista della ragazza obesa, in un mondo in cui il sovrappeso era stato sconfitto da tempo, qualche ragazzino seduto ai tavoli iniziò a ridacchiare. Ma Jim li fulminò con lo sguardo ed essi tacquero immediatamente.

In una città dove le ragazze erano magre ai limiti dell’anoressia, Marilù, con le sue curve generose e il viso tondo, apparve quantomai bella a Jim. Aveva un viso dolcissimo ed era estremamente femminile.

Sua madre le aveva sempre detto di trattare le donne come il cavaliere di una favola, così subito si alzò e le andò incontro.

“Piacere di conoscerti Marilù”, disse accompagnandola al tavolo. Le porse la sedia che cigolò sotto il peso della ragazza, poi si sedette davanti a lei.

Aveva scelto un angolo appartato del locale, perfetto per parlare del suoi progetti.

Il cameriere, coperto da una divisa viola, si avvicinò e sorrise.

“Cosa posso portarvi?”

“Per me cannelloni con ricotta, spinaci e besciamella”, rispose subito Marilù felice.

“Io prendo uno sformato di zucca…”, disse Jim. “Ma prima vorrei un aperitivo analcolico per me e la signora…Marilù, ti piace il Flying Ufo? È a base di menta…”.

La ragazza arrossì. Non era abituata a quelle gentilezze. Jim le sembrava tanto diverso dagli altri abitanti di Iside che nell’arco della sua vita fuori dall’istituto l’avevano umiliata, arrivando a picchiarla per il suo peso…

“Sei gentile! A me piace tutto, non farti problemi…”

Mentre il cameriere andava a prendere le ordinazioni, i due ragazzi entrambi molto timidi, si guardarono per qualche istante, un po’ imbarazzati.

Poi Jim ruppe il silenzio.

“Da dove inizio? Beh vedi, ho incontrato Sybil qui per la prima volta e…è stato amore a prima vista…io…è come se la avessi aspettata sempre”.

Le guance di Marilù si fecero rosse davanti alla spontaneità di Jim.

“Lei mi ha raccontato tutto”, rispose. “Credo che ricambi i tuoi sentimenti, ma è scappata via per una discussione che ha sentito dal giardino di casa tua. Mi ha detto che si sentiva di peso…”

A quelle parole, le lacrime salirono con prepotenza agli occhi di Jim. Le ricacciò a fatica.

“Dunque avevo ragione”, disse abbassando lo sguardo sulla tovaglia viola. In quel momento il cameriere arrivò e posò sul tavolo due grossi bicchieri pieni di una bibita verde, accompagnata da un vassoio di tramezzini e patatine.

Jim ringraziò, ma un adesso un nodo gli ostruiva la gola.

Deglutì e alzò gli occhi su Marilù, che aveva iniziato a sorseggiare la bevanda guardandolo preoccupata.

“Quella sera ho litigato con mio padre e forse entrambi ci siamo lasciati scappare delle parole imprudenti. Ma io ero stressato e lui…sono certo che non volesse dire quello che ha detto. Mio padre non è così, come Sybil lo ha sentito quella volta…è solo un soggetto sensibile alla polvere.

Marilù sospirò: “La maledetta polvere! Io ne sono immune e da quel che vedo, anche tu…”

“Sì. La mia genetica è particolare…è…una storia lunga. Quando la sostanza cade, tutti iniziano litigare, qualcuno addirittura si accoltella per le strade…ma io rimango calmo…”

Ora Jim pensava a quell’esperimento cui era stato sottoposto prima di nascere, chiedendosi per l’ennesima volta se non fosse stata una fortuna.

Marilù sorrise.

“Anch’io. All’istituto le ragazze sembrano sempre impazzite, litigano in continuazione, ma io rimango imperturbabile. Credo dipenda dalla stessa ghiandola che mi provoca l’obesità, a volte non tutto il male viene per nuocere…”

Jim annuì preoccupato. “Queste liti però coinvolgeranno anche Sybil…”.

L’ansia negli occhi del ragazzo era palese, Marilù non voleva farlo agitare ulteriormente.

“Beh vedi…sì, a volte se la prendono con lei, hanno persino fatto in modo che venisse messa in punizione, ma ci sono io a proteggerla! Le sto sempre accanto, non la lascio mai sola!”.

Jim impallidì ascoltando quelle parole .“In punizione? Sarà spaventata a morte, è così sensibile! Marilù, esiste davvero un modo per portarla via? A me non faranno nulla, provengo da una famiglia potente e se qualcuno dovesse prendersela con te, beh, ci penserò io a difenderti, a costo di far intervenire i miei genitori! Siamo produttori di navicelle, mia madre è la migliore amica di Orsola, anche se sono tanto diverse…”.

“Sei molto gentile Jim! Mi assumerò volentieri dei rischi, non posso più vedere Sybil rinchiusa là dentro. E poi la sentissi! Parla di te dalla mattina alla sera…”

Ora le guance di Jim erano paonazze. “Davvero? Dici che riuscirò a convincerla a fuggire con me? Come mi consigli di comportarmi?”.

Marilù lo guardò esistente. “Io credo che non veda l’ora di andare via con te, ma comunque è meglio chiedere consigli a un uomo esperto! Ti presento Rodrigo, il mio ragazzo”.

Sfiorò la smart band su un’icona contrassegnata dalla scritta “Rodrigo AI” e subito il volto del fidanzato virtuale comparve sullo schermo.

“Amore mio, mi hai chiamato! A cosa devo questo onore?”.

“Rodrigo, sono qui col mio amico Jim. Ti ho parlato a lungo di lui e di Sybil. Mi stava chiedendo come fare per convincerla a fuggire con lui dal rifugio…”.

Rodrigo sorrise. “Fuggire dal rifugio sarebbe illegale, ma cosa, se non l’amore, può rendere tutto questo legittimo? Jim, le donne sono le stelle del nostro universo! Puoi farle splendere con le parole giuste ma ovviamente, saranno i fatti a farle cadere dal cielo per raggiungerti!”.

Ora Jim fissava a bocca aperta il quadrante assicurato al polso paffuto di Marilù da un cinturino azzurro. Non aveva mai sentito nessuno usare quel linguaggio ricercato nel nuovo mondo.

“Ma…lui?”

“È il mio fidanzato virtuale!”, esclamò Marilù orgogliosa. “È stato generato da AI, ma questo non lo rende meno umano di tutti gli altri…anzi!”.

Ora Rodrigo guardava il giovane con un sorriso.

“Io non ho un corpo umano, Jim, ma tu sì. Sei molto fortunato! Non aspettare che sia la sorte a decidere, va' senza indugio dalla donna che ami…”




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