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Il miracolo

Paul aveva appena accompagnato Sybil al rifugio e ora stava rientrando a casa.

Era una giornata serena e il sole ormai invadeva il cielo limpido di un azzurro stinto che a tratti veniva solcato da qualche drone e dal volo leggero dei gabbiani.
Paul pensò al tragitto che aveva percorso a piedi con la sirena al suo fianco: non erano stati che un paio di km, perché lui abitava sul confine del Nuovo Mondo, ma in quel breve spazio lo scenario cambiava completamente.

I campi erano sostituiti da enormi grattacieli e al posto delle modeste case contadine, c'erano ville ultra moderne con grandi vetrate infrangibili e parchi coperti da strani fiori e da alberi creati in laboratorio.

Il lusso sfarzoso tuttavia non attirava Paul: pochi potevano permettersi quelle ville e la maggior parte della popolazione viveva stipata nei mini appartamenti pubblici, costruiti all'interno dei grattacieli ormai saturi di gente.

Durante il percorso che avevano fatto insieme, Sybil gli aveva posto mille domande sulla città e sul rifugio in cui avrebbe vissuto.

Sembrava felice e spaventata al tempo stesso. Paul aveva mentito, dicendole che il rifugio era un posto bellissimo. In realtà, voci di corridoio parlavano di maltrattamenti, bullismo e di una feroce direttrice, la quale era anche una dei leader della città, oltre che governante dell'Unione Mondiale in cui si trovava quest'ultima.

Lui però non voleva spaventare ulteriormente la povera Sybil, che quella mattina si era guardata intorno spaesata, mentre saltellava al suo fianco.

"Speriamo che si trovi bene", borbottò, pensando alla giovane che assomigliava così tanto alla sua defunta figlia.

Avrebbe desiderato tenerla con sé, cederle la cameretta di Teresa, dove ancora si respirava l'essenza dell'adolescente introversa che era stata.
Ma se lo avessero sorpreso con una sirena in casa, sarebbero scattate multe salatissime e forse addirittura un arresto. La severa legge contro lo sfruttamento di sirene vigeva tanto nel Vecchio quanto nel Nuovo Mondo. Lui non poteva permettersi di infrangerla, non essendo abbastanza ricco da pagare i tribunali affinché chiudessero un occhio, come spesso facevano i rappresentanti dell'élite.

Immerso in questi pensieri, Paul era arrivato al villaggio e aveva appena attraversato la soglia di casa, dopo aver lanciato un'occhiata di sconforto al suo terreno che da anni non produceva più alcun frutto.

"Com'era bello quando coltivavo i pomodori, il grano e la frutta per la mia famiglia...". Disse tra sé, mentre entrava in casa e chiudeva la porta.
Ripensò a quando sua figlia Teresa gli veniva incontro correndo nel campo fiorito, mentre lui e sua moglie raccoglievano la frutta. A quei tempi aveva solo cinque anni e le treccine legate con due fiocchetti le arrivavano alle spalle. "Papà, papà, mi dai un'albicocca?". chiedeva felice la sua bambina che diventava ogni giorno più grande. Così lui gli porgeva un cestino pieno di albicocche e Teresa ne mangiava una, poi le consegnava a sua madre, esclamando"Per te mamma!"
Lei e la madre avevano un legame unico.
Entrambe amavano il mare e trascorrevano intere giornate insieme sulla spiaggia, quando Paul era a lavoro.

Teresa amava le sirene e restava per ore in appostamento sulla sabbia nella speranza di vederne una.
Lui e sua madre le avevano donato una collezione di libri digitali e cartacei sull'argomento e adesso Paul custodiva questi ultimi in una cassapanca come ricordo della figlioletta.

Sebbene loro tre non fossero ricchi né perfetti, Paul viveva per la sua famiglia.
In quei giorni tutto scorreva con tranquillità. I modernizzatori erano ancora lontani e la loro vita era semplice e serena...

Paul tolse le scarpe che usava per camminare e indossò un paio di ciabatte comode, che aveva posizionato accanto alla soglia.

Avrebbe dovuto recarsi al molo e salire sulla barca per la giornata di pesca, ma era a digiuno dal giorno precedente e si sentiva debole.

Voleva cambiarsi e poi schiacciare un pisolino per riprendere le energie. I suoi colleghi non vedendolo arrivare, sarebbero partiti da soli, ma lui gli avrebbe telefonato più tardi per avvertirli che non si sentiva bene.

Adesso era in soggiorno e stava per dirigersi verso il bagno, quando nel bel mezzo della stanza vide un bagliore.

Sul momento Paul pensò che la debolezza gli stesse provocando un'allucinazione, poi il bagliore si ripresentò.
Era una luce azzurra che si faceva sempre più vivida.

All'improvviso davanti a lui si materializzò qualcosa di straordinario: una sagoma dai contorni delicati, con un viso di donna dalla pelle candida.
Era circondata da lunghe chiome verdi e sul capo aveva un diadema cosparso di smeraldi.
L'estremità della figura si stringeva in una coda argentea.

Paul indietreggiò spaventato, ma la sirena gli parlò:

"Non temere!", disse. Aveva una. voce melodiosa, il più bel suono che Paul avesse mai udito in vita sua.

"Sono la Regina dei mari e vengo da te per ringraziarti".

"Come faccio a sapere che sei tu?" balbettò Paul che ora era pallido come il latte. "Chi mi garantisce che non sei il diavolo...?"

Coralia rise sommessamente.
"Il male non potrebbe mai entrare nella casa di una persona dai buoni sentimenti come te, Paul. Hai un cuore generoso. Hai ospitato mia figlia Sybil e le hai dato da mangiare il tuo ultimo pezzo di pane".

Paul la osservò: le fattezze della sirena corrispondevano proprio a quelle della Regina del Mari, per come gli era stata descritta dai pochi fortunati che l'avevano incontrata sugli scogli!
Forme eleganti, voce angelica e intorno al corpo un'aura azzurra che sembrava proteggerla.

Paul si sentì svenire, ma cercò di resistere a quella visione.

"Cosa posso fare ancora per te, Regina?", domandò con voce tremante.

"Adesso sono io che voglio fare qualcosa per ringraziarti". Rispose la sirena. "Avvicinati alla dispensa e aprila!".

Paul obbedì e si diresse verso la madia sulle gambe malferme. La aprì e subito vide che adesso era piena di ogni ben di Dio: vasi di miele, scatole di biscotti, tavolette di cioccolato e un fragrante filone di pane fresco.

"Sotto i mari ho fatto questo giuramento", spiegò la Regina dietro di lui. Paul si voltò ad ascoltarla a bocca aperta.

"Chiunque aiuterà le mie figlie, vivrà nell' abbondanza. Avrà in cambio mille volte tanto e non dovrà più preoccuparsi per il proprio avvenire. Nulla gli mancherà più. Esci Paul!", aggiunse indicando la soglia di casa. "Guarda fuori!"

Subito Paul si avviò alla porta d'ingresso e la aprì.

Davanti a sé vide il suo campo: adesso era coperto di fiori e ortaggi. Lo sguardo di Paul si posò sulle piante di pomodoro, cariche di frutti, sugli alberi di albicocca rigogliosi, sui cespi di insalata, costeggiati da un fazzoletto di terra dal quale le erbe aromatiche emanava un profumo intenso...

"Cosa?!" fece Paul con un filo di voce. "Sei stata tu?", chiese voltandosi verso la Regina che sorrideva.

"Io sono nel vento e nel respiro dei campi. Domino le acque e ogni creatura vivente mi obbedisce, perché qualcuno me ne ha conferito il potere.
Fuori dalla Terra esistono infiniti mondi, universi paralleli e forme di vita che tu non puoi nemmeno immaginare, Paul.
Subito dopo averle create, la Potenza Divina ha distribuito gli incarichi tra le sue creature. Io sono a capo delle sirene, dette anche gli Angeli del mare".

Paul deglutì. Non avrebbe mai immaginato di meritare una simile visita da parte della Regina, né tantomeno che questa avesse il dono di materializzarsi dove voleva.

"Cosa devo fare ora, Regina?", domandò disorientato.

"Assolutamente nulla", rispose lei. Ora era uscita nel campo fluttuando e gli smeraldi sul suo diadema scintillavano alla luce del giorno.

"La tua terra continuerà a dare i suoi frutti fino alla fine dei giorni. Tu non dovrai nemmeno coltivarla, ma ti limiterai a dividerne i prodotti con le persone più svantaggiate di questo villaggio, secondo le inclinazioni del tuo buon cuore. Nessuno avvelenerà più il campo né entrerà nella tua casa per farti del male. Da questo momento dei guardiani invisibili ti proteggeranno giorno e notte e nella tua dispensa troverai cibo squisito ogni mattina. Il mondo vedrà grandi catastrofi, ma non temere: io ti sarò sempre accanto, in ogni situazione. A presto, Paul!".

Concluse. Poi la sua figura aggraziata fu avvolta da un lampo blu e Coralia si dissolse lentamente sotto lo sguardo esterrefatto del pescatore.

Quando rimase solo, l'uomo si avvicinò a un albero e ne colse un'albicocca. La addentò: era dolce e succosa. In quel momento Paul capì che non aveva sognato.

Allora volse lo sguardo al cielo e ringraziò Dio per il miracolo che aveva concesso alla sua amata terra.

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Questo è un racconto di fantasia, ma una cosa è certa: il bene che facciamo torna sempre indietro.
Se siete d'accordo con me, lasciatemi un commento e una stellina ✨
La Regina dei Mari vi benedica!
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