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22 anni prima

Vecchio Mondo, 22 anni prima.

La cerimonia funebre si era svolta in casa, poi le persone se n'erano andate una a una lasciando Paul solo a vegliare sui corpi della moglie e della figlia.

"Ti aiuto Paul? Posso guidare io se vuoi...", gli aveva detto un vicino prima di uscire dalla stanza.

Ma lui aveva scosso la testa. "Grazie. Vai pure..."

I cimiteri erano ormai pieni e la gente si serviva ancora delle fosse comuni per seppellire amici e parenti, come avveniva durante la guerra di modernizzazione che era terminata da pochi mesi.

Vestite di una semplice camicia da notte, Teresa e Giorgina erano adagiate sul letto con gli occhi chiusi.

Entrambe erano morte in preda alle convulsioni sotto la scossa delle pistole laser. Eppure sui loro volti aleggiava un'espressione serena che sembrava rispecchiare la gioia di due anime entrate finalmente nell'aldilà.

Su di loro soltanto il silenzio e lo sguardo muto dei massicci mobili di legno che arredavano l'ambiente.

Paul rimase lì, fermo per qualche minuto, fissando il vuoto. Poi si riscosse e andò nella stanza a fianco dove aveva preparato le bare.

Mezz'ora dopo era sul furgone diretto al molo. Le ruote percorsero un breve tratto di strada immersa nella vegetazione del vecchio mondo, poi Paul parcheggiò il veicolo sull'ormeggio.

Scese. La sua mente era avvolta da una strana sensazione di irrealtà, mentre abbassava le pedane, faceva scivolare giù le bare e poi le caricava sull'imbarcazione.

Una alla volta svolse le manovre tanto famigliari per trasferire la barca in acqua, poi salì e mise in moto.

Davanti a lui splendeva il sole del mattino e la giornata primaverile appariva tranquilla, proprio come quando Teresa e Giorgina erano ancora in vita e giocavano sulla sabbia di quelle coste.

Loro adoravano il mare, trascorrevano interi pomeriggi sulla spiaggia a ridere, correre, tuffarsi in acqua.

Paul sorrise pensando a Teresa che a da piccola non voleva staccarsi dagli scogli perché sperava di incontrare le sirene. "Ti prego mamma, ancora un po', ho visto muoversi qualcosa laggiù!", esclamava indicando un punto lontano della distesa marina. Così Paul, per accontentarla, andava a comprare dei panini e qualche bibita in un bar lì vicino. Poi tutti e tre cenavano e rimanevano sulla spiaggia fino al tramonto, quando la bambina si addormentava esausta tra le braccia della madre.

Allora insieme tornavano alla jeep, facendo attenzione a non svegliarla, Giorgina con la figlia in braccio e Paul al loro fianco.

Sopra di loro il cielo estivo era sempre cosparso di stelle e assaporando quella quiete, lui diceva a sé stesso che non poteva chiedere di più dalla vita.

Tutto era perfetto nella sua semplicità e lui desiderava solo che le cose restassero com'erano.

E invece tutto è cambiato, si disse mentre continuava a guidare il furgone.
Come un nastro, i ricordi scorrevano davanti agli occhi di Paul sempre più veloci. Le vacanze estive, Teresa in prima elementare, poi le medie, l'adolescenza, l'incontro con Michael che dopo la sua morte si era gettato dagli scogli per non essere più ritrovato.

La sua mente percorse quegli anni come fossero un lungometraggio, fermandosi davanti al giorno del massacro, saltandolo, passando oltre.

Non poteva essere vero, era solo un brutto sogno. Teresa e Giorgina dormivano aspettando di svegliarsi in una nuova dimensione.
Era ormai a largo Paul quando fermò la barca. Si alzò, andò sul retro e aprì le bare, trovandosi davanti le due donne che avevano la stessa espressione serena di poche ore prima.

Nessuno avrebbe mai detto che fossero morte se non per quel sottile rivolo di sangue che colava lento da un angolo della bocca di Teresa.

Ma per Paul stavano semplicemente riposando in attesa di svegliarsi in un mondo migliore. Un mondo dove la guerra e il terrorismo erano finalmente stati sconfitti.

"Non dovete stare qui dentro", disse. "È troppo presto". Si stava sforzando di parlare piano e non si accorse che invece urlava.

Sollevò Giorgina con tutte e due le braccia al di sopra del parapetto e la fece cadere dolcemente in acqua. La camicia da notte si gonfiò, poi il corpo iniziò ad affondare.

Prese il corpo di Teresa, lo sollevò, lo fece scivolare in acqua.

Non credeva che sarebbe stato così semplice.

Aveva assicurato una cintura da sub alla vita di entrambe: Teresa desiderava da sempre raggiungere i fondali del mare per vedere le sirene. Si sarebbe svegliata accanto a loro e a sua madre. Non poteva certo separarla da sua madre. La ragazza non sarebbe sopravvissuta senza di lei. Magari avrebbe incontrato anche Michael. Perché lui ne era sicuro: Michael si trovava là sotto, in mezzo alle sirene. Aspettava solo l'arrivo di Teresa.

Così i due corpi affondarono nel blu delle correnti marine, inabissandosi sempre più giù, sempre più in basso, per adagiarsi sulla sabbia sottile dei fondali.

Adesso erano lì, l'una accanto all'altra con gli occhi chiusi, rapite da quel sonno eterno che conferiva ai loro volti una calma soprannaturale.

Nello stesso istante in una grotta poco lontano  qualcosa si mosse. Poi una sirena uscì e si avvicinò cautamente alle due donne.

Pochi secondi dopo una seconda sirena spuntò da dietro uno scoglio e raggiunse la prima, fissando stupefatta i due corpi che giacevano lì a pochi passi.

Una terza sirena scostò con delicatezza una cortina di coralli per avvicinarsi alle prime due, poi se ne aggiunsero una quarta e una quinta.

Presto Teresa e Giorgina furono circondate da un gruppo di sirene che si erano radunate intorno a loro in un cerchio.

In quel momento le acque iniziarono a ribollire, i pesci a danzare mentre i cavallucci marini saltavano festanti...

Una figura sottile si stava palesando in uno scintillio di gemme...






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