Bullismo & Omofobia
Il bullismo omofobico consiste nella messa in atto di comportamenti violenti ai quali una vittima viene ripetutamente esposta. Questi comportamenti sono l’esclusione, l’isolamento, la minaccia, gli insulti e le aggressioni da parte del gruppo dei pari, dove gli aggressori o “bulli” si servono dell’omofobia e del sessismo come arma di attacco. La vittima sarà squalificata e deumanizzata. Si tratta di contesti in cui possono trovarsi qualunque persona che sia recepita o rappresentata fuori dai modelli di genere “normativi”. In questa cornice l'omofobia diviene un qualcosa da denigrare, e questo viene fatto attraverso varie forme di violenza perpetrate nei confronti delle persone omosessuali: i tipi di comportamento adottato variano dalle aggressioni fisiche (spinte, calci, mozziconi di sigarette spenti sul corpo) fino all’esclusione sociale, che in diversi casi si è dimostrata più efficace di quella fisica.
Secondo Lingiardi (2007) è possibile individuare 3 caratteristiche distintive del bullismo omofobico:
1. Le prepotenze chiamano in causa una dimensione specificatamente sessuale, perché l’attacco è rivolto più alla sessualità che alla persona in sé;
2. Una maggiore difficoltà a chiedere aiuto per la propria omosessualità, perché essa richiama intensi vissuti di ansia e vergogna;
3. Il bambino vittima trova con difficoltà figure protettive: infatti “difendere un finocchio” comporta il rischio di essere considerati omosessuali.
Le maggiori conseguenze dovute dalla discriminazione sessuale sono la riduzione delle opportunità individuali, sia in campo scolastico che lavorativo, e la riduzione della dignità. In altre parole, la discriminazione può portare a vivere la scuola con disagio, aumentando l’insicurezza personale e relazionale, con mancato proseguimento degli studi e maggiore difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. La discriminazione omofobica portata avanti da scuola e società espone gli omosessuali a un maggior rischio di disturbi dell’umore e consumo di sostanze quali nicotina, alcool e marijuana: ammonta a un terzo il numero dei giovani omosessuali che si tolgono la vita ogni anno, con una frequenza dei tentati suicidi doppia, e la causa è spesso da attribuirsi alla stigmatizzazione sociale
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