Sarà possibile, insieme
Qualcuno una volta ha detto che è impossibile fuggire da se stessi poiché ci si viene sempre dietro.
Dalla vetrata del terminal, Sasuke osserva la pista che tra poco inghiottirà lui e Itachi. Si ferma solo qualche istante, sposta il fuoco dal panorama al suo riflesso. Ha ancora addosso i vestiti di Itachi, la felpa è troppo stretta e il giubbotto ha le maniche corte, ma profumano del suo Nii – san e Sasuke ci si appallottola dentro. Nella mano una delle due piccole valigie preparate da Itachi per portarsi dietro solo lo stretto necessario. Ultimamente si vede così troppo spesso: pallido, esausto e con la frangia spettinata.
***
Ha passato la notte parlando con Itachi, la prima trascorsa davvero da fratelli. L'empatia e la comprensione di Itachi lo avrebbero meravigliato per sempre; Itachi è proprio l'altra metà della mela, perfetto per bilanciare il suo carattere ardente e impulsivo. La rassicurazione da sempre mancata a Sasuke per fargli capire che, sì, ha ragione a non accettare le ingiustizie, ma a volte è necessario contare fino a dieci e ragionare con calma prima di affrontarle.
Ogni cosa al suo posto. Un incastro perfetto di anime, quello dei corpi ne era stato solo il mero preludio.
Itachi lo ha abbracciato e fermato prima che si facesse male mentre gli raccontava di come i genitori sono arrivati a disfarsi di lui, Itachi gli ha impedito di piangere, gridare, e demolire il muro a pugni e testate.
"Sasuke, io sono cresciuto felice, non preoccuparti per quello che pensi mi sia stato negato. Mi addolora apprendere che tu abbia sofferto così tanto nella famiglia dove avrei dovuto essere anch'io, da oggi sarò sempre con te. Forse non sarò in grado di colmare il tuo vuoto, ma ti darò il massimo fino alla fine dei miei giorni."
"Itachi, la passività con cui accetti il tuo destino mi sconvolge" la ragione di Sasuke si è ottenebrata, gli capita sovente prendendo le difese di qualcuno. Itachi è la prima persona ad avergli stimolato così forte il senso di protezione. Ricorda solo vagamente di aver agitato, furente, il pugno davanti al viso di Itachi "Come fai a non desiderare di riscattarti?"
"Perché dovrei desiderare una rivalsa? Contro chi? Per aver avuto un'infanzia serena in una famiglia povera, ma ricca di affetto? I miei genitori rimangono coloro che mi hanno cresciuto. Non ci sono più, ma io non rimpiangerò mai niente" Itachi, poi, gli ha preso le mani. Lo ha guardato, fermo, negli occhi. I suoi gesti di tutela sono dolci, pacati, non irruenti come quelli di Sasuke, eppure altrettanto efficaci se non, addirittura, migliori "Mi addolora vederti vittima di così tante lacune emotive. So che soffri molto per questo, lo vedo. Invece la gente non ti comprende, vero? Ti liquida come uno freddo, incapace di emozioni. Addirittura crudele, a volte. Questa costante incomprensione ha minato la tua fiducia in te stesso e nel mondo. Non devi arrenderti, Sasuke, non smettere mai di aprire il tuo cuore perché è meraviglioso. "
Itachi ha sempre avuto la capacità di leggergli l'anima come un libro aperto. Lo ha fatto durante il loro primo incontro, quando ha notato lo stonare dei suoi raffinati abiti e della macchina fotografica in un quartiere come quello. Ha sempre preferito essere un ascoltatore piuttosto che parlare di sé; Itachi afferra la sofferenza altrui, la capisce prima di cedere alle lusinghe di odio e vendetta. Non vedrà mai lo sbaglio di due genitori che hanno venduto il loro primogenito come merce; coglierà, invece, il loro impegno per garantire un futuro al figlio minore. Un bambino ignaro resta innocente per forza.
Sasuke lo ammirerà sempre.
Itachi poi lo ha tenuto lì, stretto sul suo petto talmente magro che Sasuke avrebbe potuto contargli le costole attraverso la felpa, così fragile che ha temuto di vederlo sbriciolasi a ogni battito di cuore. Ma donandogli tutta la forza che gli è sempre mancata.
Grazie all'abbraccio di Itachi, Sasuke è riuscito a racimolare il coraggio per raccontargli chi è Madara, cosa è Doors, e perché sarebbero dovuti fuggire in taxi tra poche ore.
Itachi non ha mai smesso di accarezzarlo e tenerlo stretto, ha ascoltato la vita del fratello minore accoccolato con lui sul divano, davanti a quel camino acceso per l'ultima volta. Itachi lo ha compreso ascoltando come ha perso la verginità.
Itachi non ha giudicato Madara, ha colto all'istante il suo amare troppo sottovalutato e scambiato per possessività. Ha spiegato a Sasuke che è così che diventano gli uomini sensibili costretti troppo presto a soffrire, coloro che non si sono mai potuti permettere dubbi e debolezze.
Madara ha perso i genitori da ragazzino, lui e Izuna hanno dovuto imparare a cavarsela da soli. Sasuke ha ringraziato Itachi per avergli finalmente aperto gli occhi, gli è sempre sfuggito il prematuro fare da padre di Madara nei confronti di Izuna.
Se Itachi fosse rimasto con loro, avrebbe fatto da mastice impedendo lo sgretolarsi della famiglia.
Itachi non ha condannato Sasuke per il suo desiderio giovanile di sfogarsi nella violenza, e nemmeno per altro.
"Mi hai sentito, Itachi? Ho ammazzato Obito, nostro cugino. Non sono cambiato per niente da quando provavo piacere a uccidere animali. Anzi, sono peggio. Sono un mostro. L'unico errore di Obito è stato innamorarsi di Madara, è diventato cieco per questo. Anche lui era vittima di un'infanzia difficile."
Itachi non ha sciolto il rassicurante groviglio di membra, ha accarezzato e baciato Sasuke sulla testa: "Lo hai fatto per me, non avevi scelta. Come può essere un mostro una persona capace di tanto amore?"
Sasuke si è asciugato le lacrime sulla felpa di Itachi. Vorrebbe essere come lui, incapace di provare odio e rancore.
Vorrebbe non aver perso l'empatia malgrado l'ostilità del mondo.
Sasuke ha tanto da imparare dal suo fratello maggiore. Molto ha già capito, Itachi gli ha insegnato ad amare.
È vero, il cuore di Sasuke ha conosciuto davvero l'amore solo dopo aver incontrato Itachi.
***
Sasuke osserva l'alba che inizia a illuminare la città. Sta nascendo un nuovo giorno, un mondo di cui lui e Itachi non fanno più parte si sta svegliando in quell'istante.
Impossibile lasciare completamente a terra le loro vite. Liberarsi di Doors impensabile, sarebbe tornato a galla da qualunque dispositivo pronto a innescare, ogni giorno, i ricordi più amari.
Lui e Itachi sarebbero stati uniti per sempre, ma al momento Sasuke non prevede in che modo. Forse il vecchio tarlo marcio lavorerà sotto la superficie impedendo loro di costruirsi una vita normale; la simbiosi fonderà le loro personalità al punto da renderle indistinguibili, li renderà dei menomati emotivi in crisi per aver perso l'individualità.
I primi momenti in cui si sono incontrati, le motivazioni profonde che li hanno spinti l'uno nelle braccia dell'altro resteranno latenti, un imprinting contro cui non potranno lottare. Mai liberi, incatenati troppo stretti l'uno all'altro. Un rapporto destinato a restare un ibrido, diverso da come sarebbe andata se fossero cresciuti insieme.
Sasuke maledice ancora i genitori per aver rovinato quel legame, vede il suo viso contorcersi nel riflesso della vetrata.
"Otouto..." Itachi fa una pausa, lo dice per la prima volta. Il suo viso è sereno mentre prende Sasuke a braccetto "Vieni, dobbiamo andare."
La voce di Itachi scaccia le venefiche teorie che affollano la testa di Sasuke. Deve affidarsi al maggiore poiché ne sa di più, smetterla di voler fare tutto da solo. Osa ha un fratello, una guida fidata.
"Otouto, ho trascorso dei momenti bellissimi con te, i migliori della mia vita. Non li rinnegherò mai."
Ancora una volta Itachi gli decifra l'intricata foresta dell'anima. Saranno sempre legati così, a doppi nodi nel profondo. È normale condividendo lo stesso sangue. Niente da ripudiare. Sasuke sospira di sollievo.
Gli occhi di Itachi traboccano d'amore, Sasuke ci vede spazio anche per Madara, Shisui e Izuna. Il cuore di Itachi è così immenso che avrebbe potuto riaccogliere persino i genitori. Sasuke sa che un giorno non troppo lontano, Itachi chiederà di loro dicendo che gli dispiace e che vorrebbe conoscerli. Itachi non sopporterà a lungo il pensiero dei genitori che li credono morti entrambi nel fiume, Sasuke sa già che Itachi resterà sveglio la notte immaginando la mamma che piange, o chiedendosi se potrebbe andare d'accordo con i cugini.
E lo stesso succederà a Sasuke. Lui e Itachi sono diversi e uguali al tempo stesso.
Per Madara è un gioco da ragazzi procurare loro delle nuove identità per un breve periodo di visita alla famiglia. Sasuke sa che Madara userà tutto il suo impegno per far smettere la mamma di piangere e Shisui di sperarsi. Lo contatterà.
Sasuke si ferma di nuovo per osservare il fratello, Itachi non appare elegante grazie al giaccone regalatogli da lui, no, lo sarebbe anche indossando una busta della spazzatura. Eleganza. Non è la parola più adatta per descrivere Itachi, quello che Sasuke ora vede non viene dall'apparenza, bensì dall'anima. Itachi è fine, accomodante, comprensivo, pronto a donare tutto quello che manca al fratello minore e disposto a imparare ciò in cui, invece, è carente lui.
Sasuke sorride, accarezza la mano di Itachi, deve rendersi conto che non è più solo. Iniziare a fare davvero affidamento su qualcuno a trent'anni suonati non è facile; ma Itachi, a dispetto del suo fragile corpo, ha la forza necessaria per risollevare entrambi.
Deve avere fiducia in Itachi; solo lui, dopotutto, è stato costretto a crescere con le emozioni compromesse.
Sasuke appoggia la testa sulla spalla del fratello, il suo sostegno, ora è pronto a iniziare la loro nuova vita. Sarà possibile, insieme.
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