Battaglie
"Ehi" Sasuke non sa cosa aggiungere, la piccola parola sussurrata è già carica di tutto ciò che intende comunicare. Dolcezza, amore, attesa di una vita, mancanze risanate "Non fare scherzi, ok?"
Ingoia le lacrime, tira su col naso, sa che lo ha detto perché Itachi non può sentirlo. Cosa avrebbe fatto se quegli occhi di ossidiana fossero stati aperti? Per Itachi lui è ancora un ragazzo conosciuto da poche settimane per il quale ha perso la testa.
Sasuke sfiora piano le lunghe ciglia serrate di Itachi, questa caratteristica ce l'hanno diversa, si ripromette di complimentarsi col fratello se mai riuscirà a rivedere vigili i suoi occhi.
Non è detto. Vivendo in un ambiente malsano, Itachi ha preso un'infezione polmonare che poi si è aggravata per la trascuratezza. Sasuke sa di essere la causa, se non avesse abbandonato Itachi per due settimane ora non sarebbe lì stordito dai farmaci a rischiare la vita.
"Sii forte come sai fare tu. Ho bisogno di te" Sasuke sussurra all'orecchio del fratello, poi gli bacia la fronte. È costretto ad asciugare le sue lacrime dalla pelle di Itachi.
Da tre giorni, Sasuke non abbandona il groviglio di fili e tubi, Itachi ne ha uno enorme che gli entra nella carne passando dalla bocca, il suo corpo fragile e smagrito è crivellato da arnesi di ogni genere. I denti si appoggiano sulla plastica, le labbra sono screpolate, Sasuke le bagna ogni tanto con un fazzoletto. Troppo debole per essere nutrito col sondino, a mandare avanti Itachi c'è solo una flebo.
Ogni giorno Sasuke gli pettina i lunghi capelli che ora sono sparsi sul cuscino, si occupa della sua pelle di porcellana. Lui ce l'ha uguale, perciò sa quanto sia bisognosa di cure.
Sasuke ha avvertito tutta la famiglia, però solo Shisui e Izuna si sono fatti vedere.
Izuna resta sulla soglia come se Itachi fosse un estraneo. Quel ragazzo è sempre stato impenetrabile, impossibile apprezzarne i pensieri, solo con Madara apre davvero il suo cuore. Sasuke spera lo capisca, dopotutto anche lui è sempre vissuto in simbiosi col fratello. Izuna si trattiene solo dieci minuti, dice due parole in croce e infine saluta Sasuke con un gesto del capo.
Shisui piange dichiarando di avere appreso adesso dell'esistenza di Itachi. Sasuke gli crede. Orfano di madre e con un padre severo, Shisui non ha avuto praticamente contatti con la famiglia fino alla nascita di Doors
"Sasuke, se ce la farà, vorrei parlarci. Conoscerlo. So che potremmo andare d'accordo."
"Ma certo che ce la farà."
Il sorriso di Sasuke segue Shisui finché non scompare in corridoio, poi scoppia a piangere anche lui.
Nessuno è ottimista su Itachi, ma questo Sasuke evita da farlo trapelare all'esterno.
Madara e Obito non hanno mai risposto alle sue chiamate, sanno benissimo cosa è successo, è chiaro. Madara è talmente orgoglioso da essere indispettito persino in un caso grave come quello, mentre Obito ormai è la sua ombra. Anche dai genitori silenzio di tomba.
Appena può, viene a trovarli la padrona dell'agriturismo, vuole più bene lei a Itachi della famiglia. Si china su Itachi e lo abbraccia con cautela nonostante la mole. Ha portato dei girasoli.
"Itachi è freddoloso, ama l'estate" si asciuga una lacrima sulla guancia rotonda.
Sasuke la ringrazia con un sorriso, è teso, la faccia esausta.
"Sasuke, abbi cura di lui. Itachi è solo da amare."
Sasuke la lascia andare via senza dirle la verità. L'omissione è solo a metà, perché lui non smetterà mai di amare suo fratello.
A Sasuke è rimasto solo Itachi. A Itachi solo Sasuke.
All'alba del terzo giorno che Sasuke si addormenta su quella sedia indolenzito, avverte un soffio lieve accarezzargli gli incubi angosciosi. Una farfalla gli si posa sul braccio, è gialla come i girasoli sul comodino di Itachi.
Nel dormiveglia Sasuke sente il bracciolo duro, il dolore del collo contorto, ma si vede seduto su un prato fiorito. Il sole è caldo, è primavera.
Ciao.
La farfalla sussurra nella sua mente
Ciao, Sasuke. Svegliati.
"No, non voglio tornare nel mondo. Non ricordo cosa sia successo, ma so che è terribile."
Svegliati, Sasuke.
"No!"
La farfalla ringhia e sfodera due grosse zanne. Sasuke sobbalza e apre gli occhi, un tocco lieve è davvero sul suo braccio. Con uno sforzo immane, Sasuke gira la testa, il collo gli scricchiola, non ha una farfalla sulla pelle, ma due dita dallo smalto viola ormai scheggiato. Sono tiepide, morbide.
"Itachi!" Sasuke si china su di lui, gli posa le mani sulle spalle con cautela.
Itachi lo segue con lo sguardo, quell'ossidiana che Sasuke temeva di non rivedere; ruota la testa secondo i suoi movimenti. Il tubo in bocca gli impedisce di parlare, ma gli occhi gridano che capisce, che lo ha riconosciuto. Itachi è tornato dal fronte, esausto e vittorioso. Il sonno in cui si era calato per combattere contro la malattia è finito.
Sasuke balza in corridoio, è pieno di gioia e di agitazione, felice che Itachi sia lì ma ansioso di sapere se è tornato come prima. Non smette di fare baccano finché non racimola chi può liberare Itachi dagli innumerevoli aggeggi.
Sasuke non riesce a guardare mentre il dottore chiede a Itachi di soffiare forte e l'infermiera tira il tubo. Itachi vomita la poca saliva che ha nello stomaco.
"Sasuke..." il primo rantolo di Itachi è per lui, riprende a respirare grazie al suo nome "Sasuke!"
Itachi è salvo. Dopo averlo visitato il dottore dice che può bere, domani potrà provare a mangiare. Se desidera, Sasuke può accompagnarlo a fare due passi. Gli staccano la flebo e il catetere, poi li lasciano soli.
Sasuke si avvicina tremante a quel dolce sorriso, non sa nemmeno lui come faccia a non svenire. A Sasuke viene da piangere, Itachi è sereno. Allunga una mano per sfiorare il viso di Sasuke, i polpastrelli si posano sulla ferita ormai rimarginata, Itachi è sollevato di vedere il suo bel volto guarito. Sasuke afferra quella mano, se la porta davanti alla bocca e ne bacia il dorso, poi se la appoggia sulla guancia. Si godono il silenzio e lo scambio di sguardi.
"Sasuke, suo padre è in corridoio" l'infermiera non entra, teme di disturbare l'affettuoso momento. Se ne va appena Sasuke annuisce.
"Torno subito" Sasuke sfiora la guancia scavata di Itachi, non ha mai avuto sorrisi così dolci per nessuno.
Il padre si alza dal divanetto appena lo vede arrivare, sta lì, ritto come un pezzo di legno. Lo guarda in silenzio.
"Potevi anche entrare, Itachi ha rischiato di morire e sono tre giorni che te l'ho detto" il viso di Sasuke è duro, la bocca piegata nel disprezzo, ma dentro di sé prova un malsano sollievo. L'arrivo del padre gli concede di procrastinare ancora. Non può stare vicino a Itachi facendogli credere ancora di essere l'uomo che ama, ma è troppo debole per sapere subito la verità.
"Tua madre non lo sa, ho dovuto fare in modo che non sospetti niente. E per quanto riguarda me... non ero sicuro di farcela."
"Farcela un corno, vigliacco che non sei altro!" Sasuke stringe i pugni, fa sforzi immani per non colpirlo. Le sue grida fanno girare persone diversi metri più avanti "Itachi si è ammalato perché lo hai abbandonato in quel tugurio da solo, se fosse stato con noi non sarebbe successo."
"Sasuke..." la voce alle sue spalle è suadente, melodiosa, senza tracce di risentimento. Sasuke vede il padre sbiancare e rimettersi seduto rigido come una mummia "Tutto bene?"
Itachi è lì, ha percorso i pochi metri dalla sua stanza sorreggendosi alla parete, gli tremano le gambe, è preoccupato per averlo sentito gridare. Addosso ha solo il camice, è tenuto insieme solo con due fiocchi dietro, sotto non ha niente.
"Non dovevi alzarti da solo, Itachi" Sasuke gli corre incontro, gli stringe la vita per sostenerlo. Lo fa voltare per tonare in camera: "A posto, è mio padre."
Itachi cerca di girarsi per guardare l'uomo che ormai si è lasciato alle spalle, riesce a dare una fugace occhiata di tre quarti prima che Sasuke si affretti a spingerlo via.
Itachi sorride, Sasuke sente le sue dita ossute accarezzargli le mani. Avverte il suo costato così sporgente da fare male, cerca di non pensarci mentre lo aiuta a rimettersi a letto.
Sebbene il discorso col padre non sia concluso, Sasuke non ha il coraggio di tornare al divanetto, sa che quella specie di statua di cera è ancora lì. Non verrà nella stanza di Itachi, Sasuke ci si barrica come fosse una fortezza. Parlerà lui con Itachi, è il solo con il tatto necessario per spiegargli tutto. Lo farà quando starà bene.
"Riposa, Itachi. Io sono sempre qui" Sasuke si sposta alla finestra, continua a tenere gli occhi fissi sulla porta. Sospira, ormai sono passati più di cinque minuti, il padre ha deciso di non seguirli.
Sasuke guarda fuori, da giorni ha perso i contatti con il mondo esterno, è la prima volta che si allontana da Itachi.
Eccolo, il padre sta andando via, attraversa il parcheggio, il sospiro di Sasuke appanna il vetro. Non saranno mai una famiglia, loro quattro.
L'attenzione di Sasuke viene attratta da un particolare che stona, qualcosa che non dovrebbe esserci. La sua macchina, ferma lì da oltre tre giorni, ha il parabrezza sfondato. Il padre c'è passato davanti senza fare una piega, però è impossibile non farci caso.
Sasuke sgattaiola via dalla stanza veloce e silenzioso, Itachi si è addormentato. In corridoio inizia a correre, vuole raggiungere il padre prima che se ne vada.
"Sasuke" non è la voce del padre, lui ormai è lontano e a girarsi non ci pensa neanche. Questo tizio è affascinante, gli sorride, ha gli occhi che brillano. Uguali ai suoi "Non sai quanto io sia contento di rivederti."
Madara gli sfiora il viso con un fazzoletto, ha lo stesso odore della botta in testa ricevuta da Obito. L'effetto è uguale, ma senza sangue.
Obito è lì, prima che il buio arrivi Sasuke fa in tempo a capire di essere scaraventato su una sua spalla.
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