Capitolo 30 - Un passo dopo l'altro
I was in a tunnel
And couldn't see the light
And whenever I'd look up
I couldn't see the sky
Sometimes when I'm standin'
It seems like I done walked for miles
And my heart could be cryin'
Dead in the middle of a smile
HélèneMacKanzie osservava il profilo del Castello con sguardo pensoso. La pietrasolida delle mura sembrava immersa in un bagno dorato, man mano che i raggi delsole si allungavano a scaldarne la superficie.
Aprìla finestra della camera, lasciando entrare la fresca brezza del mattino. Allesue spalle Ginny mugugnò nel letto, per poi cambiare posizione. Hélène chiusegli occhi ed inspirò a fondo. Le giunsero alle narici diversi odori, tra cuiquello di linfa, di terriccio umido e di prato, che ebbero un effetto calmantesulla sua mente. Le parve di percepire immagini di una terra forte e madre, cherisvegliarono la parte più ancestrale del suo essere.
L'ariafrizzantina portò con sé il profumo del bosco di latifoglie e di conifere,l'odore pungente e leggero degli aghi d'abete, per poi mescolarsi al penetrantesentore di fumo, diffuso dal camino della capanna di Hagrid. La natura si stavarisvegliando dalla lunga notte di sonno, incurante di quegli uomini che la seraprima si erano dati battaglia tra le mura del Castello. Ma dopotutto, che cos'eral'ambizione dell'uomo di fronte al ciclo semplice ed equilibrato della madreterra?
Hélènecontinuò ad osservare quel paesaggio e la mente andò a ripercorrere gli episodidella giornata precedente. Le parve di percepire in mezzo a quei piacevoli odori,il puzzo acre e ferroso del sangue. Nelle orecchie tornarono a risuonare leurla del nemico e quelle delle studentesse, mescolate al clangore metallicodelle spade.
Senzarendersene conto strinse a pugno la mano sinistra, come se la sua fidatabacchetta fosse ancora sul suo palmo. Era stato suo padre Jarrett ad insegnarlead impugnarla alla mancina, per permetterle di brandire la spada con la destra.Ed in quella sera appena trascorsa vi erano stati dei momenti in cui avevadovuto combattere con entrambe.
Risentìcon l'udito della mente la voce di Hermione mentre le gridava di non permettereal nemico di scendere ai piani inferiori, un attimo prima di sparire nellarampa di scale insieme a Bellatrix.
Leparve di poter vedere gli sguardi di approvazione di Daphne, Pansy, Luna eGinny, mentre assumeva il comando al posto di Hermione, e di sentire la propriavoce incitare il gruppo di trenta ragazze perché dessero del filo da torcere aiMangiamorte.
"Maman, je te jure que ce soir je vais combattre en ta honneur", aveva pensato, mentre aveva duellatosenza tregua, mantenendo la sua posizione sulla terrazza.
Percepìil peso della spada sulla mano destra e rivisse gli innumerevoli momenti in cuiaveva librato fendenti in aria, per spegnere la vita di decine di lupi mannari.
Sentìil grido perforante di un Mangiamorte, che era volato giù dalla balconata perpoi schiantarsi al suolo in un cumulo di membra scomposte. Scosse leggermenteil capo, percependo lo stomaco contrarsi per il fastidio, ma si costrinse a ricordare.A rivivere quei momenti, per non dimenticare mai quale fosse il confine fragioco e vita vera.
Travita e morte.
Pernon scordare mai quanto fosse costata a caro prezzo la libertà.
Siaggrappò con le mani al davanzale e fissò un punto lontano di fronte a lei. Ripercorsele scale che aveva disceso in testa al gruppo di ragazze per condurle in SalaGrande, subito dopo la distruzione della barriera oscura. Le parve di udire ilrumore delle suole dei suoi stivali sulle pietre del corridoio e il suo respiroansante.
Poisi ricordò del silenzio.
Quelsilenzio innaturale che regnava nella Sala Grande, come se il mondo fosse statoinglobato in una bolla d'aria. Percepì il proprio cuore fare un'improvvisacapriola alla ricordo di Harry, con la bacchetta spiantata davanti a se e losguardo perso nel vuoto.
Leparve di sentire il contatto della sua mano con il braccio teso del moro e lapressione decisa che vi aveva impresso, per convincerlo ad abbassare labacchetta. Rivide i corpi privi di vita di Bellatrix e Rodolphus Lestrange epercepì nuovamente quella sensazione di disagio alla vista dei loro voltivicini.
Unuccello cinguettò fuori dalla finestra ed Hélène sobbalzò per lo spavento. Ilsuono di quel verso era stato come un fulmine a ciel sereno. Proprio comel'entrata improvvisa degli Auror nella Sala Grande, comandati da ThomasO'Connell, che aveva subito preso in mano la situazione, adottando il suofamoso pugno saldo.
Poiera arrivato anche su padre, insieme ad una sconvolta Daphne Greengrass e tuttii sopravvissuti erano stati portati in infermeria.
-Hélène, chiudi quella finestra! Fa un freddo cane!
CommentòGinny sdegnata. La giovane si voltò verso la compagna di stanza, giusto intempo per ricevere una cuscinata in pieno volto.
-Ehi! Ma che modi!
Esclamò,dopo essersi ripresa dall'attacco improvviso.
-Chiudi la finestra, Hélène! Mi sto ibernando!
But then I climbed the hills
And saw the mountains
I hollered help 'cause I was lost
Then I felt the strong wind
Heard a small voice sayin'
HermioneGranger strinse sua madre Jane in un forte abbraccio. Erano sul piazzale difronte all'ingresso di Hogwarts, dove vi era un continuo via vai di carrozze.Le voci dei genitori e degli studenti si mescolavano in un costante scambio disaluti e di raccomandazioni. Per gli ospiti del Ballo del Giglio era ormaigiunta l'ora di lasciare la Scuola. Erano passati due giorni dalla fine dellabattaglia e dopo la triste giornata del cordoglio, in cui si erano celebrati ifunerali delle vittime, era giunto il momento di partire.
-Mi mancherai, Bambina mia.
SussurròJane, dopo aver sciolto la figlia dall'abbraccio. Hermione le sorrise.
-Tranquilla mamma. Questi ultimi tre mesi passeranno in fretta.
Ladonna posò una leggera carezza sul volto della figlia, poi si rivolse allapersona al suo fianco.
-Draco, è stato un piacere conoscerti. Spero che avremo modo di incontrarciancora, magari in una situazione più ordinaria.-
IlSerpeverde si inchinò leggermente e le depose un bacio sul dorso della mano.
-Piacere mio, signora Granger.
Janesi lasciò sfuggire un ampio sorriso, mentre le guance le si imporporavano perl'emozione. Adorava i modi galanti del giovane. Hermione lo fulminò disottecchi. Sapeva benissimo che quella Serpe del suo ragazzo si stavacomportando in quel modo per ingraziarsela. Il biondo in questione si limitò adun'innocente alzata di spalle.
LaGrifondoro scosse la testa rassegnata, per poi lasciarsi stringere fra lebraccia del padre.
-Ti voglio bene, principessa.
-Anche io, papà.
SussurròHermione, sentendosi pizzicare gli occhi per la commozione. Ma si trattenne,conscia che se avesse iniziato a piangere, sua madre l'avrebbe seguita a ruota.
Siscostò dal padre, che le scompigliò i capelli con affetto. Roger le sorrise equando il suo sguardo si posò su Draco, ogni espressione di ilarità scomparvedal suo volto.
IlSerpeverde si irrigidì notevolmente, domandandosi fra se come diavolo facessequel semplice Babbano a mettergli soggezione.
Rogerlo scrutò con sguardo severo, poi allungò la mano in un gesto formale.
-Arrivederci, Draco. Piacere di averti conosciuto.
Ilgiovane gli strinse la mano, divenuta fredda per la tensione.
-Arrivederci, signor Granger.
-Mio Dio, Roger. Sono sicura che sai fare di meglio!
EsclamòJane, dando una spinta al marito,che si trovò suo malgrado ad abbracciareDraco, in una posa molto rigida. Questo però gli permise di avvicinarsiall'orecchio del giovane.
-Ti avverto, Draco. Falla soffrire e te la farò pagare cara. Sai, sono un grandeappassionato di tiro al piattello. Non ho mai sbagliato mira con il mio fucile.-
IlPrincipe di Slytherin sentì un brivido freddo lungo la schiena e deglutì afatica. L'attimo dopo il signor Granger si era già allontanato, tornado asfoggiare un sorriso smagliante, tutto per la figlia. Poi i genitori dellaGrifondoro montarono in carrozza e chiusero lo sportello.
-Fate un buon viaggio.
GridòHermione, quando la vettura si mosse sul selciato di ghiaia.
-Grazie, cara. A presto!
JaneGranger ricambiò il saluto, poi la carrozza superò i Cancelli e si allontanò.
Hermionerimase ad osservarla fin quando non divenne un piccolo puntino in lontananza,poi sentì un braccio caldo circondarle le spalle.
-Non preoccuparti. Staranno bene.
SussurròDraco al suo orecchio. La giovane annuì e distolse lo sguardo dall'orizzonte.
-Torniamo dentro.
Egli prese la mano. Draco ricambiò la stretta ed insieme si diressero verso ilportone di Hogwarts.
-Mezzosangue... cos'è un fucile?
Domandòil biondo con noncuranza.
Laragazza lo scrutò con sospetto, prima di rispondere.
-E per quale ragione vorresti saperlo?
-Ho sentito il signor MacKanzie parlare di fucili e immagino che siano unadiavoleria Babbana.-
Mentìil Serpeverde e con un'occhiata di sbieco alla ragazza, si accertò che si fossebevuta quella versione dei fatti. Hermione annuì e aggrottò le sopracciglia.Draco rilassò le spalle per il sollievo. Ormai conosceva quell'espressione esapeva che preannunciava una spiegazione da perfetta maestrina.
-Beh, i fucili sono delle armi da fuoco, simili a delle pistole, solo chel'aspetto è un bel po' diverso. Senza scendere nei dettagli tecnici, funzionanocome le Pistole Magiche, con la differenza che dalla canna escono deiproiettili o dei pallini, invece che degli incantesimi, e vengono espulsi fuoritramite esplosione.-
-E questi proiettili possono ferire?
Siinformò il biondo, mentre un brivido freddo tornava a serpeggiargli lungo laschiena.
Hermionerise brevemente.
-Oh, sì! Se colpiscono dei punti vitali, hanno lo stesso effetto di un'AvadaKedavra, con l'inconveniente che si sparge un bel po' di sangue. -
Dracovide come in un flash l'immagine di se stesso mentre sfuggiva al fucile delsignor Granger, sotto una pioggia di proiettili letali. Deglutì lentamente,confermando l'iniziale sensazione di pericolo che aveva percepito alla minacciadel padre della sua ragazza.
-Hermione, Purosangue Altezzoso! Potrei sentirmi profondamente offeso se nonverrete a salutarci come si deve!-
Dracoinarcò un sopracciglio per il disappunto, prima di voltarsi ed incontrare losguardo ironico di Alexander MacKanzie, che aveva appena parlato. Non poté farea meno di pensare a quanto fosse vero il modo di dire: "Parli del mago e spuntala bacchetta!"
L'anzianouomo portava un cappello panama sui capelli brizzolati e vestiva un completomarrone dal taglio elegante. Il pezzo forte del suo look era la cravatta oro erosso di Grifondoro, perfettamente annodata e in netto contrasto con lacamicia.
-Signor MacKanzie, anche voi siete in partenza?
DomandòHermione mentre si avvicinava all'uomo, trascinandosi per mano un Draco alquantoriluttante.
-Purtroppo sì, mia cara. In confronto alle avventure vissute in questi pochigiorni, la nostra vita al nostro maniero ci sembrerà una noia mostruosa.-
Dichiaròl'uomo e le rivolse una giocosa strizzatina d'occhio. Hermione sorrise e salutòi presenti. Hélène ed Harry ricambiarono i sorrisi, Jarrett le rivolse un cennodel capo e Diana ghignò. Alle spalle della donna vi era la maestosa carrozzache li aveva condotti ad Hogwarts la prima volta. Lo stemma dei MacKanzierisaltava sulla fiancata lucida e di legno pregiato. I due cavalli bianchi chela conducevano attendevano gli ordini del cocchiere, muovendo a tratti leorecchie e le folte code. Il vetturino, vestito con la sua impeccabile livrea,terminò di fissare i bagagli sul retro della carrozza e si apprestò a montare acassetta.
Draconon poté impedirsi di constatare ancora una volta lo sfoggio di ricchezza diquel vecchio Mezzosangue, che sembrava capace di eclissare lo sfarzo dei Malfoy.
Hermionesi allentò il nodo della cravatta della divisa, per lasciar passare un po' diaria. Faceva un gran caldo quella mattina ed il sole splendeva sopra le loroteste. Scorse con lo sguardo il piccolo gruppetto di presenti e notò che Harrynon indossava la sua cravatta. Così intuì che doveva averla regalata adAlexander MacKanzie, in memoria dei tempi in cui anche lui era stato unGrifondoro.
-Beh, Mezzosangue, sai cosa ti dico? Lo voglio anche io un souvenir della miavecchia Casa di appartenenza.-
CommentòDiana MacKanzie, che aveva seguito lo sguardo di Hermione. La donna puntò isuoi occhi azzurri su Draco con molto interesse. Il biondo levò unsopracciglio.
-Sta scherzando, spero.
Sbottò,tutt'altro che collaborativo. Ma la signora MacKanzie non intendeva demordere.
-Niente affatto, giovanotto. E se non ricordo male, tu ed io abbiamo avuto unacerta conversazione illuminante la sera prima del Ballo. Visti i risultati- e indicò Hermione con un cenno delcapo - direi che come minimo mi sono guadagnataquel pezzo di stoffa!-
Dracospalancò gli occhi allibito. Che vecchia Serpe!
-Ti conviene accontentarla Draco. Mia madre sa essere molto persuasiva quandovuole ottenere qualcosa!-
EsclamòJarrett divertito.
Dracosbuffò e si allentò il nodo della cravatta, per poi sfilarsela dalla testa,evidenziato ogni gesto con marcato disappunto.
-Wow! Uno a zero per la signora MacKanzie, Furetto! Stai perdendo colpi!
Locanzonò Harry, ridendo sotto i baffi. Hélène sorrise e prese la cravatta dallemani di Draco per porgerla alla nonna.
-Come pensi di indossarla?
Ledomandò, alludendo all'abbigliamento dell'anziana, che poco si abbinava conquel striscia di stoffa verde e argento. Diana sorrise e con un colpo dibacchetta si trasfigurò i vestiti in un tailleur giacca e pantalone. Si infilòla cravatta e la sistemò sotto il bavero della camicia di seta.
-Così è perfetto.
AlexanderMacKanzie passò un braccio intorno alle spalle della moglie.
-La mia Serpe Purosangue non cambierà mai.
-Hai detto bene, Mezzosangue!
Hermione,osservando quello scambio di battute, ebbe come una visione del suo futuro. LeiGrifondoro e lui Serpeverde.
LeiMezzosangue e lui Purosangue.
Natiper essere diversi, ma uniti da un grande amore. Proprio come Diana Rowanley e AlexanderMacKanzie.
Sentìuna calda stretta alla mano e, abbassando lo sguardo, vide le dita diafane diDraco intrecciate alle sue. Portò gli occhi dorati sul suo volto e da quelloche lesse nelle iridi argentee di lui, capì che anche Draco aveva avuto lastessa sensazione.
Hélènepassò uno sguardo di approvazione dai suoi nonni ad Hermione e Draco. Sembravache tra le due coppie ci fosse uno specchio in grado di mostrare il futuro. Daun lato il Purosangue e la Mezzosangue in giovane età e dall'altro ilrinnovarsi della loro unione, a distanza di cinquant'anni. La speranza diquell'amore, che già una volta aveva vinto i pregiudizi della gente, le scaldòil cuore.
Cercòla complicità nello sguardo di Harry, ma ciò che vi lesse la lasciò turbata. Efu come se il sole avesse perso la sua naturale luminosità. Gli occhi delBambino Sopravissuto si erano rabbuiati. Sembravano guardare davanti a sé,quando in realtà erano distanti anni luce. Ed Hélène sapeva dove si eranopersi. Erano ancora là, sullo sfondo di quella battaglia, e continuavano atorturarsi con i rimorsi e con i sensi di colpa. L'ultima guerra aveva lasciatouna profonda ferita nell'animo di Harry e lo scontro avuto con i Lestrange,aveva contribuito a lacerarne le cicatrici. Hélène aveva cercato di sostenerlo,ma i suoi sforzi non erano valsi a nulla. La ferita continuava a sanguinare inun lento stillicidio. E lei non sapeva come aiutarlo.
Incontròlo sguardo comprensivo del padre, che le strinse una spalla per infonderlefiducia e speranza. Ricordava le parole che le aveva rivolto, quando lei si erarecata nella sua stanza e si era nascosta nel suo abbraccio paterno, percercare conforto. "Ci vuole tempo, mapetite chérie. Sai bene anche tu che solo il tempo può guarire le ferite delcuore e dell'anima. Tu puoi solo stargli accanto, facendogli capire che non èsolo, ma sarà lui a dover vincere la sua battaglia personale contro i sensi dicolpa."
Sapevache suo padre aveva ragione, perché anche lei aveva dovuto lottare contro irimorsi per non essere riuscita a impedire la morte della madre Jacqueline. Civoleva tempo.
-Mia cara, temo sia arrivata l'ora degli addii. Dovremo affrettarci a partire,se vorremo raggiungere Rowanley Manor prima di questa notte.-
ComunicòAlexander MacKanzie ed Hélène tornò a sfoggiare un sorriso luminoso per i suoinonni. E tutti i presenti si strinsero attorno alla coppia di anziani perscambiare saluti e abbracci affettuosi.
Poi,così come tutti gli ospiti del Castello, anche gli ex-Re e Regina del Ballo delGiglio montarono in carrozza, portandosi dietro l'alone di magia di quellatradizione millenaria, che aveva fatto breccia ancora una volta nel cuore di unPurosangue e di un Mezzosangue.
The storm is over
The storm is over now
And I can see the sunshine
Somewhere beyond the clouds
I feel Heaven, yeah
Heaven is over me
Come on and set me free
Nellaforesta proibita e nelle serre della professoressa Sprite, anche i fiori piùtardivi sbocciarono, spandendo nell'aria il profumo della primavera e lasperanza di un futuro migliore. Marzo terminò, lasciandosi alle spalle un mese riccodi forti emozioni e cedette il passo ad aprile, che portò con sé la ripresadelle lezioni.
Quellamattina di metà mese, la professoressa McGranitt stava conducendo le due classidel settimo anno di Serpeverde e Grifondoro nella tortuosa strada del ripasso.Per quanto tutti quanti fossero ancora scossi dagli eventi intercorsi, nonbisognava ignorare l'imminente avvicinarsi dei M.A.G.O. e così era iniziato il gran ripasso per glistudenti del settimo anno.
HarryPotter fissava la sua pergamena per appunti con sguardo assente. Il foglio eracompletamente bianco, ad esclusione di una grossa macchia d'inchiostro dove lapunta della piuma si era soffermata da diversi minuti. Il Bambino Sopravissutonon poteva fare a meno di sentirsi in colpa. Era impossibile ignorare il bancovuoto di fronte a lui, dove avrebbero dovuto esserci Seamus Finnigan eMillicent Bulstrode. Per non parlare dell'assenza di Tracey Davis di Serpeverdee di Lavanda Brown. Si voltò leggermente verso destra e lanciò uno sguardo albanco occupato da Blaise Zabini e Calì Patil. Erano stati messi in coppia dopola morte dei rispettivi compagni di studio.
Odiavase stesso per non essere riuscito ad impedire la loro scomparsa. Draco Malfoyaveva avuto ragione con la sua frase sprezzante: "Il tuo stupido spirito Grifondoro ci farà uccidere tutti! Guardatiintorno e inizia a contare quanti hanno dovuto pagare il tuo ridicolo eroismo!".
Eroismo.Non c'era nulla di eroico nel lasciar morire i propri amici, anzi. Ed ilpensiero tornò alla sera precedente.
Nella Sala Comune diGrifondoro regnava il silenzio, interrotto a tratti dallo scoppiettio dei ceppidi legno dentro al focolare. E proprio sopra al camino, sull'ampia mensola inpietra, vi erano tre fotografie, che ritraevano rispettivamente SeamusFinnigan, Lavanda Brown e Dennis Canon. Accanto ai tre ritratti, vi era unabottiglia di fire-whiskey.
Tutti i presenti fissavano lefoto magiche, incapaci di credere che quei tre studenti non sarebbero mai piùapparsi dal buco dietro il ritratto, annunciando il loro arrivo.
-Propongo un brindisi in memoria di SeamusFinnigan, che ha sempre saputo donare amicizia e lealtà a ognuno di noi, senzapretendere niente in cambio.-
Disse Dean Thomas, in piediaccanto al camino, la sua voce aveva perso ogni traccia della naturale allegriache lo contraddistingueva. Tra le dita della destra stringeva un bicchiere difire-whiskey e lo alzò davanti a sé, subito imitato dai presenti.
-Alla salute.
Mormorano tutti i Grifondoropresenti e bevvero in memoria del compagno. Dean Thomas si voltò verso le fotoe passò le dita sul ritratto del migliore amico. Gli occhi si inumidirono perla commozione, ma riuscì ad imporsi di non piangere. Si fece indietro e preseposto sul divano, accanto a Calì Patil e Neville.
Harry osservò i suoi amici,con un nodo in gola quasi a bloccargli il respiro. Hermione aveva gli occhilucidi, così come Ron e Ginny, che avevano preso posto sul divano accanto alsuo. Poi Ron si alzò in piedi e raggiunse il camino. Prese la bottiglia diliquore e se ne versò una piccola dose nel bicchiere e attese che anche ipresenti provvedessero ai propri calici vuoti. Poi il rosso fissò i suoi occhiazzurri sui ritratti di Seamus e di Lavanda e su quest'ultimò indugiò.
-Io... io propongo un brindisi per LavandaBrown. Tutti voi sapete che siamo stati insieme per buona parte del sesto annoe per me è stata una persona molto importante. Dietro alla sua aria un po'sciocca e infantile, c'era una persona meravigliosa e di gran cuore con cui ho condivisodei bellissimi attimi...-
Si schiarì la voce, che si erapericolosamente incrinata e fissò il vuoto davanti a sé, rigirandosi fra lemani il bicchiere di vetro.
-Lei è.. era una grande appassionata didivinazione e forse era l'unica a credere veramente nelle abilità dichiaroveggenza della Cooman...Non dimenticherò mai i suoi tentativi di leggermigli esiti delle partite di Quidditch tra le foglie del tè...-
Calì Patil piegò le labbra inun sorriso, che si accartocciò in una smorfia di dolore e finì per scoppiare insinghiozzi disperati, tra le braccia di Neville.
Ron si voltò verso il ritrattodi Lavanda Brown.
-Addio mia cara, Lav-Lav. Ci sarà sempreuno spazio per te nel mio cuore...
Alzò il bicchiere e bevve, poisi lasciò andare sul divano, mentre un dolore straziante gli trafiggeva ilpetto. Ginny gli prese il bicchiere dalle mani e lo posò su un basso tavolinodavanti al lei. Poi Ron sentì le guance inumidirsi di pianto e subito Hermionelo abbracciò con forza. Il rosso nascose il volto sulla spalla dell'amica epianse silenziosamente.
Poi era stato il turno diColin Canon di raggiungere il camino e di dire due parole in memoria delfratellino Dennis, strappato alla vita troppo presto. Anche gli occhi delgiovane reporter erano rossi di pianto. Colin parlò con voce roca e malferma efinì per inciampare sulle ultime sillabe, che gli morirono sulle labbra per darsfogo al dolore che gli bruciava dentro.
Harry sospirò tristemente.Morte e desolazione. La sua vita era sempre stata attraversata da continuilutti e anche quelli si aggiungevano alla lunga lista. Nascose il viso tra lemani, mentre la consapevolezza di non essere riuscito a salvare le vite deisuoi amici gli gravava addosso come un macigno. E il grido di dolore di JimmyPeakes per la morte di Millicent Bulstrode, lo fece sprofondare ancor di piùnella vischiosa palude dei sensi di colpa.
Poi sentì la mano di Hélèneaccarezzargli i capelli. Lei era lì, accanto a lui, per sostenerlo in quellatriste valle di lacrime, ma il Bambino Sopravissuto non riusciva a scorgere laluce della Speranza. Non c'era luce nel baratro in cui era precipitato.
Seamus Finnigan,Lavanda Brown e Dennis Canon di Grifondoro, Ernie Macmillian e Susan Bones diTassorosso, Millicent Bulstrode e Tracey Davis di Serpeverde e Terry Steeval diCorvonero. Erano tutti morti.
Harryrivide le loro espressioni di stupore, un attimo prima che le loro vite fosserospezzate per sempre. Erano tutti morti ed era colpa sua.
Perché lui non aveva avuto il coraggio di uccidere Bellatrixa sangue freddo. Cosa che invece Malfoy non aveva esitato a compiere.
La professoressa McGranitt continuava a parlare dalla suacattedra, ma Harry la ignorò. Ilsuo sguardo si spinse verso destra ed individuò il Serpeverde in questione, chese ne stava chino sulla sua pergamena. Prendeva appunti con diligenza ed avevaun'espressine concentrata in volto. Poi vide Hermione staccare la piuma dalfoglio e voltare la pagina del libro, che stavano consultando in comune. Dracocontinuò a scrivere con la destra, mentre la sinistra, che sembrava dotata divolontà propria, si allungò a stringere la mano di lei. Sul viso di Hermione siaprì un sorriso dolce e vide il suo gemello spuntare sulle labbra di Malfoy,mentre gli occhi grigi seguivano le parole sul foglio.
Harrysospirò. Lui almeno l'aveva protetta. Con un trucco degno della sua Casa, avevafatto bere ad Hermione un potente sonnifero, spacciandolo per una pozionericostituente. Così la Grifondoro era sprofondata in un lungo sonno, che l'avevatenuta lontana dai pericoli della battaglia. Perché un Malfoy non commette duevolte lo stesso errore.
"Mentreun Potter a quanto pare sì", pensò affranto. Lui invece non aveva nemmeno pensatodi tenere Hélène fuori dallo scontro, perché sapeva quanto la ragazza fosseabile nei combattimenti. Già, eppure anche Hermione era sempre stata lamigliore di tutti, ma questo non le aveva impedito di farsi colpire in pienopetto dall'Anatema Che Uccide. Forse solo Dio sapeva come diavolo aveva fatto asopravvivere, ma quell'episodio, sommato alla frase sferzante di Malfoy, avevacontribuito a spingergli più a fondo il tarlo del dubbio.
Sì,perché Harry Potter, il famoso Salvatore del Mondo Magico, dubitava. E capivadi aver ancora molto da imparare.
Now in the midst of my battle
All hope was gone
Downtown in a rushed crowd
And felt all alone
And every now and then
I felt like I would lose my mind
I've been racin' for years
And still no finish line, oh
Chiudendogli occhi, vedeva ancora l'espressione folle di Rodolphus Lestrange trasformarsiin un sorriso felice, nel momento in cui il suo Avada Kedavra l'aveva ucciso.
Harryera confuso. Per la prima volta si era trovato ad assistere ad alcuni episodi,che avevano finito per rovesciare tutte le sue convinzioni.
Nonera più sicuro che il mondo fosse diviso nettamente fra giusto e sbagliato,vittima e carnefice, bianco e nero. Ora vedeva un'altra tonalità. Vedeva ancheil grigio. Quella via di mezzo che i suoi saldi principi ed ideali avevanosempre ignorato.
Erafacile portare avanti la causa della giustizia, quando si era sempre statidalla parte del buono. Era facile condannare i cattivi, quando il mondo interol'aveva obbligato a vestire il ruolo dell'eroe fin dall'inizio.
Conlo sguardo ancora rivolto al banco di Hermione e di Malfoy, non poté impedirsidi provare rispetto nei confronti del Serpeverde. Lui, che era nato per serviredalla parte del male, aveva voltato le spalle a quella causa, per passare dallaloro.
Stavaavvenendo una profonda trasformazione nell'animo del Grifondoro ed un giornoHarry avrebbe ringraziato lo stesso Malfoy per avergli innescato la miccia delcambiamento.
-Harry, va tutto bene?
IlBambino Sopravissuto si destò dalle sue riflessioni e portò lo sguardo sullapersona al suo fianco.
-Sì, Theodore. Stavo solo... pensando.
IlSerpeverde scrutò gli occhi verdi di Harry e dopo alcuni istanti annuì. Presein mano la piuma e tornò a prendere appunti. Il Grifondoro riportò lo sguardosulla sua pergamena e sembrò accorgersi in quel momento della macchiad'inchiostro. Con un incantesimo non verbale la fece scomparire e si accinse aseguire la lezione della McGranitt.
-Non sentirti in colpa per quello che è accaduto. Hai fatto del tuo meglio ealla fine tu e Draco siete riusciti a rompere il maleficio. -
Harryalzò lo sguardo dal foglio per fissarlo negli occhi castani di Nott. IlSerpeverde gli sorrise e continuò a parlare.
-È grazie a voi se oggi noi siamo qui seduti a studiare in tranquillità, sapendoche c'è un futuro ad attenderci fuori da queste mura. Fa male a tutti la vistadi quei banchi vuoti, ma nessuno di noi pensa che sia colpa tua. Non sei statotu ad ucciderli, ma quella pazza di Bellatrix. -
IlBambino Sopravissuto contrasse la mascella.
-È vero, non li ho uccisi io, ma è dura accettare la realtà. Solo adesso mirendo conto di quanto sono stato avventato e incosciente. Ho ancora tanto daimparare.-
Theodoreannuì.
-Bene, allora reagisci. Impegnati e diventa uno di loro. Diventa Auror.
Edindicò con un cenno della testa due uomini che stavano di guardia all'ingressodel'aula. Il capo degli Auror O'Connell era stato irremovibile sulla questionedella sicurezza ed aveva lasciato trenta dei suoi agenti migliori in piantastabile ad Hogwarts. Il comando del distaccamento era stato affidato a JarrettMacKanzie, che aveva ricevuto l'ordine di restare al Castello fino allachiusura dell'anno scolastico.
Harryrifletté sulle parole del Serpeverde e più ci pensava e più quell'idea glipareva avere un senso. Nel frattempo Nott aveva ripreso a prendere appunti. IlGrifondoro seguì la mano destra sul foglio e notò una fedina d'oro biancoall'anulare di Theodore. Senza bisogno di voltarsi, sapeva che Pansy, sedutaalle sue spalle accanto a Ron, ne indossava una identica.
Diriflesso lo sguardo gli cadde sul proprio polso e la presenza del braccialettodi Hélène gli scaldò il cuore. Le maglie erano larghe, senza decorazionipacchiane e un unico ciondolo pendeva a metà. La lettera H di Harry ed Hélène.
Sì,sarebbe diventato un Auror. Per proteggere i suoi cari ed imparare dai suoierrori.
But then I climbed the hills
And saw the mountains (Mountains)
I hollered help 'cause I was lost
Then I felt the strong wind
And then a small voice sayin'
The storm is over
Pansy Parkinson studiava la sua fedina d'oro bianco con farepensoso. Era trascorso ormai un mese dallo scontro con i Lestrange e in un modoo nell'altro, tutti loro avevano ripreso le loro vite. Il dolore per la mortedi Millicent Bulstrode e di Tracey Davis continua ad essere però una ferita maicicatrizzata. Theodore le aveva rivelato che la povera Tracey era stata uccisada uno dei tanta Mangiamorte incappucciati, che non aveva avuto un minimo dipietà nei suoi confronti. Proprio lei, che come la maggior parte di loro, erafiglia di Mangiamorte. E lo stessa sorte sarebbe dovuta toccare anche a Daphne.Se non fosse stato per l'intervento provvidenziale di Jarrett MacKanzie, anchela giovane Greengrass sarebbe dovuta essere una vittima di quello scontro,uccisa per mano di un uomo, che aveva preso le sembianze di suo padre. Pansy,come tutti i maghi Purosangue che avevano avuto un legame con il Lato Oscuro,conosceva molto bene la famiglia Greengrass. E sapeva che non era prudentemettersi contro uno dei suoi membri o si sarebbe pagato l'affronto con la vita.Erano una famiglia meno antica dei Malfoy o dei Black, ma non per questo eranoda sottovalutare. Erano spietati e pericolosi, persino più temibili deiMangiamorte, poiché non si facevano scrupoli con nessuno, pur di perseguire iloro interessi.
Pansy era stata un paio di volte a casa di Daphne e si era sempresentita intimidita da tutte quelle guardie appostate ai vari accessi. Ma ciòche l'aveva turbata di più era stato conoscere il padre di Daphne: NorwoodGreengrass. Era un uomo di bell'aspetto, alto e con capelli scuri ben curati,ma ogni traccia di positività veniva eclissata quando lo si guardava negliocchi. Erano azzurri come quelli di Daphne, ma dentro di essi non c'era spazioper buoni sentimenti. Si trattava di iridi dure e spietate. Il padre di Pansyaveva raccontato alla figlia che persino Voldemort si sentiva a disagio nelguardarlo negli occhi, proprio perché in quello sguardo non c'era spazionemmeno per il folle fanatismo tipico dei suoi seguaci, ma vi era solo freddo calcolo.
Pansy sospirò. Poteva immaginare molto bene cosa aveva spintoDaphne a chiudersi in se stessa, ma aveva bisogno di parlarle. La suaimprovvisa decisione di sposare Blaise l'aveva lasciata senza parole. Sapeva,come tutti a Serpeverde, che loro due erano promessi, ma aveva creduto che allafine non si sarebbero mai uniti in matrimonio, visto che entrambi sirifiutavano di dover sottostare alle regole dei loro genitori. Invece oraDaphne e Blaise avevano deciso di mettere la testa a posto e giravano per ilCastello sempre in coppia. Erano diventanti talmente inseparabili, da farconcorrenza a Draco ed Hermione, o addirittura a lei e Theodore!
"Qui qualcuno non me la racconta giusta.", pensò la mora Slytherined accavallò le gambe, in un gesto naturale. Sedeva in uno dei divani in pelledella sala comune di Serpeverde ed attendeva l'arrivo della coppia del momento.
Proprio in quel mentre sentì alcune voci avvicinarsi all'ingressoe quando vide Blaise e Daphne varcare insieme il passaggio, si alzò in piedi discatto.
-Daphne! Eccoti finalmente.
La bionda, sciolse la mano da quella di Blaise e scrutò perplessal'amica.
-Mi stavi cercando, Pansy?
-Sì. Ho un disperato bisogno di un consigliofemminile.
Disse la mora e lanciò uno sguardo significativo a Blaise, chealzò le mani in segno di resa.
-Ok, ho capito, levo le tende!
Poi si chinò su Daphne e le diede un bacio a fior di labbra.
-Ci vediamo dopo. Io vado a cercare Theo, chesicuramente si starà struggendo d'amore per la sua insensibile fidanzata! -
Pansy alzò un dito medio in risposta a quell'affermazione.
-Per Salazar, Pansy, come sei diventata maleducata!
-Sparisci!
Sibilò a denti stretti. Lo Slytherin ridacchiò e si defilò nelcorridoio che portava ai dormitori maschili. Una volta sole, la Parkinson siaccomodò sul divano e Daphne la imitò.
-Di che si tratta, Pansy?
La mora ghignò, all'espressione tranquilla dell'amica.
-Daphne, Daphne. Mi devo sinceramente preoccupare seti sei bevuta la mia cazzata! A quanto par la cosa è più seria di quanto temessi.-
La bionda sbatté le palpebre più volte.
-Sono convinta che tu mi stia nascondendo qualcosa. Eho ragione di credere che c'entri Ron Weasley. -
Gli occhi di Daphne a quel nome si velarono di un'ombra difreddezza.
-Weasley? Cosa può avere a che fare quel Grifondorocon me?
Pansy le rivolse uno sguardo intenso.
- Daphne, smettila di fingere con me. Ti conosco molto bene e soche mi stai nascondendo qualcosa. Ho saputo da Hermione che lui ti ha baciataun paio di giorni prima del Ballo del Giglio. Inoltre vi ho sentito parlare lasera della cerimonia e mi è sembrato che entrambi foste molto presi dal vostrodiscorso.-
Daphne sostenne ancora lo sguardo dell'amica, ma la suadeterminazione iniziava a vacillare.
-Avanti, siamo amiche da una vita e sai che puoifidarti di me. – Sussurrò Pansy, addolcendo lo sguardo. – Non riesco a capireper quale ragione ti sei chiusa a riccio con me. Non posso far niente peraiutarti. Dalla fine dello scontro non permetti a nessuno di noi di avvicinarsialla vera te stessa. Mi spieghi cosa è successo con Weasley per ridurti così?-
La bionda spostò i suoi occhi azzurri sul camino di marmo.L'elegante struttura era il punto di raccolta di tutta Serpeverde, proprioperché era l'unica fonte di calore in mezzo alla fredda umidità deisotterranei. Visto il tempo primaverile, il focolare era spento da diversigiorni ormai. Già, come il suo cuore. Spento e desolato come il basamento dipietra.
-Sono andata a letto con Weasley.
Pansy strabuzzò gli occhi per lo stupore.
-Che cosa? Quando?
Daphne sorrise amara, poi si passò una mano fra i lunghi capelli.Lo sguardo era perso altrove, nei meandri della sua mente.
-La notte prima dello scontro con i Lestrange.
Il silenzio di Pansy la incoraggiò a proseguire.
-Io... non so... -
Sussurrò la bionda, incespicando nelle parole. Poi si fermò eprese un lungo respiro. Aveva bisogno di parlare con qualcuno e Pansy eral'unica che avrebbe potuto capirla.
-Non so con precisione quando sia nato il miointeresse per Ron. Forse è iniziato con questa storia del ComitatoOrganizzativo del ballo, che ci ha portato a lavorare tutti insieme.-
Rivelò e Pansy rimase colpita dal leggero rossore che le si formòsulle guance.
-Poi beh, ci sono stati vari episodi che mi hannopermesso di guardare Ron sotto un'altra luce e che mi hanno lasciata moltoconfusa.-
Daphne raccolse le gambe al petto, appoggiando le scarpe suldivano, e posò il mento sulle ginocchia.
-Quando lui mi ha baciata, mi sono infuriata, perchécapivo la futilità di quell'attrazione e sapevo che non avrei dovutopermettergli di avvicinarsi così tanto. Ho cercato di respingerlo più volte neigiorni successivi. Ho provato anche ad ignorarlo, ma la notte prima dellabattaglia, sono caduta in tentazione e abbiamo finito per fare l'amore.-
Pansy spalancò gli occhi a quelle ultime parole. Abbiamo fatto l'amore. Amore, non sesso.Che Daphne si fosse davvero innamorata di Weasley?
-Io e Ron siamo completamente diversi, eppure mi sonopresa una bella sbandata per lui. A volte il destino ha uno strano sensodell'umorismo, non trovi?-
-Allora perché Daphne? Perché adesso stai con Blaise?
La bionda tornò a fissare il focolare spento.
-La mia famiglia sa tutto.
E fu come se l'aria intorno a loro si fosse congelata.
- Non ho idea di come lo abbiano scoperto, ma sanno che io e Ronabbiamo avuto una breve relazione. E tu sai bene di cosa sono capaci.-
Sì, Pansy lo sapeva. Se solo Daphne avesse osato uscire alloscoperto con Weasley, suo padre non ci avrebbe pensato due volte a toglierlo dimezzo. Daphne lesse la comprensione negli occhi della mora e annuì.
-Ora capisci perché l'ho rifiutato? Non potevometterlo in pericolo. I Greengrass non conoscono pietà e quando Gibbon, sottofalse sembianze di mio padre, ha detto che loro sapevano, ho tremato di paura. Avevogià fatto la mia scelta, ma quell'ultimo monito è stato decisivo.-
La mora osservò l'amica e la vide sospirare.
-E così hai scelto di salvare la vita a Ron,sacrificando il tuo cuore.
Daphne annuì, tornando a guardare Pansy.
-Sopravvivrò e anche lui ci riuscirà. È meglio saperlovivo e con il cuore spezzato, piuttosto che sotto una lapide.-
Dopo un attimo di silenzio, la mora parlò.
-Blaise lo sa? Sa di Ron e del perché hai accettato disposarlo?
Daphne scosse la testa.
-Sono stata una vigliacca. Non ho avuto il coraggio diconfessarglielo. Posso capirti se mi biasimi. Mi sono comportata daopportunista. Ho lasciato Ron e mi sono fidanzata con Blaise, che è l'unicapersona che la mia famiglia non ostacolerebbe. Forse è sbagliato approfittaredella buona fede di Blaise, ma lui è una figura importante della mia vita e nonposso separarmene. Senza di Blaise, non riuscirei mai a voltare pagina.-
Pansy annuì. Le posò la mano sul braccio e le sorrise.
-Non ti biasimo Daphne. Penso però che anche Blaise meritidi sapere la verità. Son convinta che questo non gli farà cambiare idea su dite, ma gli devi la sincerità. Siete stati sempre molto uniti e sarà con lui chepasserai il resto della tua vita, perciò abbi fiducia e raccontagli tutta lastoria.-
Daphne la guardò negli occhi in silenzio, un po' incerta.
- Vedrai, un passo dopo l'altro, anche la sfida più grande, tisembrerà una bazzecola, una volta affrontata.-
Già. Un passo dopo l'altro. Senza affrettare il tempo, malasciando che il suo normale scorrere curasse le ferite del suo cuore.Lasciando che il suo normale scorrere le desse la forza di affrontare una nuovavita.
The storm is over now
And I can see the sunshine
Somewhere beyond the clouds
I can feel Heaven, yeah
Heaven is over me
Come on and set me free
Blaise Zabini fissò truce il suo migliore amico. Vestiva la divisidella squadra di Serpeverde e stringeva il manico della scopa nella manodestra.
-Ripetimi ancora per quale ragione mi trovo qui.
Draco Malfoy alzò gli occhi al cielo per l'esasperazione. Eranonegli spogliatoi e fuori, nello Stadio di Quidditch, si sentiva il gran boatodelle tifoserie.
Alzò un dito lungo e flessuoso.
-Primo: perché te l'ho chiesto io e anche Theo haaccettato, ma non sta facendo tutta questa tragedia greca. -
Blaise non sembrò troppo convinto e Draco alzò un secondo dito.
-Secondo: perché dobbiamo onorare la memoria diMillicent Bulstrode e di Tracey Davis, le migliori cacciatrici che Serpeverdeabbia mai avuto. -
A quella dichiarazione, i membri della squadra abbassarono ilcapo. Non era stato facile riprendere gli allenamenti nel clima di lutto cheera seguito dalla fine della battaglia. In quell'ultimo mese la grinta deigiocatori aveva faticato a risorgere dalle ceneri, al punto che Draco avevapensato di ritirare Serpeverde dal Torneo, ma alla fine era stata la volontà diricordare le due cacciatrici scomparse a dare fiducia alla squadra. E la vogliadi sfrecciare in cielo a cavallo delle loro scope e giocarsi il tutto per tuttoper vincere era tornata.
-Terzo:perché dobbiamo portarci a casa quella cazzo diCoppa e non mi basterà fregare il boccino da sotto il naso di Potter, se la miasquadra non farà punti sugli anelli. E questo vale anche per te, Harper. Se icacciatori dello Sfregiato riusciranno a smarcarsi, dipenderà tutto da te.-
Disse Draco, voltandosi verso il suo portiere. Il ragazzo, alto emassiccio, frequentava il sesto anno e si era rivelato un acquisto niente malefino all'anno precedente. Ma da quando Grifondoro aveva reclutato HélèneMacKanzie come cacciatrice, non c'era più stata una partita alla pari. Quellapiccola Mezza-francese aveva la capacità di trovarsi sempre nei posti menoopportuni, smarcata e in posizione di tiro. La sua abilità aveva dato deigrossi grattacapi ai capitani delle tre squadre avversarie e nessuno erariuscito a contrastare il suo attacco.
-Tornando a te, Blaise. Quarto ed ultimo punto,ascolta bene, perché non lo ripeterò mai più: tu sei qui perché sei un ottimogiocatore di Quidditch, nonostante tu non abbia mai voluto entrare a far partedella squadra ufficiale.-
Blaise sbuffò. Rivolse uno sguardo blu profondo al suo miglioreamico, poi assentì col capo. Nott, in piedi al suo fianco, parlò.
-Ok, Capitano. Facciamoli a pezzi!
Draco ghignò divertito.
-Non sai quanto ti vorrei prendere in parola, Theo. Mase lo facessi, poi Hermione mi costringerebbe ad andare in bianco fino allafine dei miei giorni.-
La squadra al completo rise alla battuta del capitano. El'atmosfera si alleggerì considerevolmente. Draco tornò serio e li invitò aformare un cerchio.
-Bene, ragazzi. Questa sarà la mia ultima partita comeCapitano di Serpeverde e ci tengo a dirvi che è stato un grande onore indossarequesta divisa e giocare con voi. Siete la migliore squadra che la nostra Casapotesse avere e so che anche oggi non mi deluderete. Mancano tre minuti allanostra più difficile sfida. Tutto si decide oggi. Perciò ora scenderemo in capoallo scopo di vincere la Coppa del Quidditch e giocheremo come una squadra unita.Fatemi sentire fiero ancora una volta di essere un Serpeverde! -
Un grido liberatorio si levò dai presenti, poi ognuno prese lapropria scopa e con Draco in testa, la squadra di Quidditch di Serpeverde uscìdagli spogliatoi.
Lavoce di Dean Thomas risuonò in tutto lo stadio, grazie ad un incantesimo diamplificazione e riuscì a sovrastare le urla degli spettatori.
-Buongiornoa tutti, studenti e professori e benvenuti alla finale di Coppa del Quidditch diHogwarts! Quest'oggi le squadre che si contenderanno il titolo saranno Serpeverdee Grifondoro. E sono sicuro che la partita si prospetterà molto agguerrita.-
Un boato si propagò sugli spalti, ribalzando tra le tifoseriedelle due Case rivali.
-Senza troppo indorare la pozione, ecco scendere in campo lasquadra di Serpeverde, capitaneggiata dal Caposcuola Draco Malfoy, cercatoredella squadra e fidanzato ufficiale di Hermione Granger!-
Draco stava camminando sull'erba ben curata del campo ovale,procedendo in testa al gruppo, e quando sentì quell'ultima informazione sullasua storia con Hermione, lo sguardo saettò pericoloso verso Thomas. IlGrifondoro però aveva già pagato la sua avventatezza. Lo vide tenersi la nucafra le mani, dopo aver ricevuto un sonoro cazzotto da parte di Hermione.
-Accidenti, Hermione, che mano pesante! Ora capisco come hai fattoa sottomettere Malfoy.
Un coro di risate si levò dagli spettatori, mentre laprofessoressa McGranitt prendeva Thomas per un orecchio e lo invitava adattenersi ad una cronaca sobria.
Draco seguì Hermione con lo sguardo e quando la Grifondoro sedettein tribuna, le rivolse una strizzata d'occhio. Nonostante la grande distanza,riuscì a vedere che gli stava sorridendo. Poi la ragazza si indicò la sciarpa eDraco ghignò soddisfatto.
-Non penso che Harry e Ron saranno contenti del tuoregalo.
Commentò Blaise, riferendosi alla sciarpa verde e argento cheHermione portava al collo.
-Lo spero vivamente. Così mentre Weasley fisseràsconvolto la mia Mezzosangue, tu e Theo ne approfitterete per segnare più puntipossibile.-
Blaise rise divertito e scosse la testa.
-Sei proprio il degno Principe di Slytherin.
-Lo prendo come un complimento!
Dichiarò il Capitano, poi la sua attenzione fu attrattadall'ingresso della squadra avversaria. Ed un boato si levò dagli spalti diGrifondoro.
-Edecco che dagli spogliatoi entra in campo la squadra di Grifondoro! Il nostroCapitano Harry Potter cammina in testa, seguito dal team al completo. Achiudere la fila la nostra adorata Hélène MacKanzie, cacciatrice di punta efidanzata ufficiale di Harry! Scusi, professoressa, ma ho dovuto rispettare lapar condicio!-
Si schermì Dean all'occhiata minacciosa della McGranitt.
Nel frattempo la professoressa Sprite era giunta in campo perarbitrare la partita. Accanto a lei vi era il baule contenente le quattro palleda Quidditch. Ad un cenno dell'insegnante, Dean cedette la parola al presideSilente, che si alzò in piedi.
-Miei cari studenti e professori. La partita di Quidditch sta periniziare, prima però, dedichiamo un minuto di silenzio in memoria di MillicentBulstrode e Tracey Davis, le due cacciatrici di Serpeverde venute a mancarenello scontro di un mese e mezzo fa.-
Il silenzio calò nello stadio. Draco abbassò il capo, come tutti ipresenti. I membri della sua squadra portavano la fascia nera del lutto sulbraccio destro. Per un istante pensò a quanto fosse paradossale la situazione.Proprio Serpeverde, da dove proveniva la maggior parte dei Mangiamorte cheavevano provocato lo scontro, era stata una delle Case più danneggiate intermini di vittime.
-Grazie, che inizi la partita e che vinca il migliore!
I giocatori salirono a cavallo delle scope e presero quota alfischio di Madama Bumb. Subitodopo venne aperto il baule e i Bolidi sfrecciarono in aria, pronti a disarcionarele loro vittime. Il Boccino d'oro li seguì, schizzando via in uno sfarfallio diali.
Ela partita ebbe inizio.
The storm is over
(The storm is over now)
And I can see the sunshine
(Somewhere beyond the clouds)
I can feel Heaven, yeah
(Heaven is over me)
Won't you come and set me free
Won't you set me free
Heilà,
Ciao a tutti sono tornata finalmente!!
In realtà sono tornata venerdì sera dal viaggio ma... sono tornata con l'influenza. Sono stata malissimo, ora grazie al cielo sto meglio. Dunque volevo dirvi che manca un solo capitolo alla storia e l'epilogo finale che metterà fine a tutto 😣😣
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e delle storia in generale.
Grazie a tutti quelli che leggono, votano, commentano e aggiungono alla lista di lettura la storia.
alla prossima
Bye bye
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