Capitolo 3 - Il tema del ballo
Erano le otto meno dieci di martedì sera e al settimo piano del castello, di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll", Draco Malfoy aspettava la Caposcuola di Grifondoro, fumandosi una sigaretta in tutta tranquillità. Era dell'idea che prima sarebbe iniziata quella buffonata e prima si sarebbe conclusa.
Era arrivato in anticipo per due semplici ragioni. La prima era che odiava essere in ritardo e la seconda, la più gustosa, era la soddisfazione di vedere la faccia della Mezzosangue mentre si rendeva conto che lui l'aveva anticipata.
Non fece in tempo a dare un altro tiro alla sigaretta che dal lato opposto comparve Hermione Granger. Sembrava quasi che si fosse sentita chiamare in causa.
- Malfoy quante volte devo ripeterti che non si fuma all'interno del Castello?
Si lamentò la giovane, arrivandogli di fronte con una cartella piena di fogli tra le braccia.
Draco si staccò dal muro, si avvicinò alla giovane e le soffiò una boccata di fumo in faccia.
- Rilassati Mezzosangue. Ci siamo solo io e te.
Le bisbigliò a un soffio dal viso. Poi fece scomparire la sigaretta con un incantesimo non verbale. Hermione arrossì per la vicinanza di poco prima ma si diede subito un contegno. Passò tre volte davanti al muro, pensando intensamente a una stanza dove poter lavorare al ballo e una porta apparve di fronte a loro.
Hermione la aprì ed entrarono entrambi. La stanza era calda e accogliente. Di fronte a loro, a ridosso del muro un fuoco allegro crepitava in un camino. Due comode poltrone erano sistemate lì accanto. Una rossa e oro e l'altra verde e argento.
Una parete era interamente occupata da una libreria piena di tomi di ogni forma e genere. Al centro della stanza vi era un tavolo circolare in mogano con quattro sedie che davano l'aria di essere comode.
- Non male Granger.
Commentò Malfoy, andando a stravaccarsi sulla poltrona in stile Serpeverde.
- La mia idea non era esattamente questa. Scommetto che c'è anche il tuo zampino.
Rispose la giovane, osservando perplessa un mobiletto da bar un po' snob. Il biondo alzò le spalle e andò a servirsi qualcosa da bere.
Hermione raggiunse la libreria e passò un dito sui dorsi dei libri che aveva di fronte. Fu poi incuriosita dalla presenza di un annuario molto vecchio. Lo prese tra le mani ed andò ad accomodarsi sulla poltrona rossa e oro.
- Quest'annuario è di una cinquantina di anni fa.
- Bah. Un pezzo da museo che potrebbe interessare solo a te.
Criticò il biondo, comparendole accanto con un calice di vino rosso.
Hermione lanciò un'occhiata di disapprovazione alla bevanda alcolica, poi tornò a fissare il libro e girò le prime pagine. La sua attenzione fu attratta da un titolo scritto a mano.
- "Il ballo Del Giglio". Si tratta dell'evento che dobbiamo organizzare noi.
- Bene, di chi sarebbe quest'annuario? Se fosse di uno dei poveri sfigati a cui e toccato organizzare, potrebbero esserci delle idee da copiare.-
- Ti ricordo Malfoy che cinquant'anni fa Silente era presente al Ballo. Non possiamo proporgli la stessa cosa, se ne accorgerebbe subito.-
Protestò la ragazza, poi tornò a decifrare la calligrafia molto arzigogolata e lesse:
"Caro Alexander,
grazie per avermi insegnato a sognare.
Grazie per essermi stato accanto nei momenti più bui.
Grazie per avermi aperto gli occhi sulle mie stupide convinzioni da Purosangue e di avermi mostrato un futuro diverso da quello che credevo.
Organizzare il ballo insieme è stata l'esperienza più bella della mia vita, perché abbiamo imparato ad amarci.
Ti amo mio stupido Mezzosangue.
Tua per sempre,
Diana"
- Com'è romantico.
Bisbigliò Hermione, arrossendo per l'emozione che si librava da quelle righe.
Draco emise un verso di disappunto, mentre dentro di sé sentì che qualcosa l'aveva scosso. Un campanello di allarme si accese nella sua mente e si ripromise di stare attento al fascino dei Mezzosangue. Quella cretina Purosangue si era persino abbassata ad innamorarsi di uno di loro. Lui non si sarebbe mai permesso di disonorare in tal modo il suo nome.
- Se il tuo programma per la serata prevedeva di sfogliare uno stupido annuario, avresti potuto avvertirmi, così mi sarei risparmiato di venire e sentire queste idiozie.-
Commentò acido il Serpeverde, bevendo un sorso di vino.
Hermione si riscosse dai suoi pensieri e chiuse di scatto il libro. Lo lasciò sulla poltrona e si mise a sedere attorno al tavolo.
- Va bene Malfoy. Siediti e vediamo di buttar giù qualcosa di intelligente.
- Non darmi ordini Mezzosangue.
Rispose l'altro, più per abitudine che per convinzione vera e propria. Si accomodò sulla sedia di fronte a lei e appoggiò il calice sul tavolo.
Hermione aprì la cartella e tirò fuori un cumulo di pergamene vuote. Glie ne passò un paio e gli porse una piuma per scrivere.
- Come prima cosa, penso sia il caso di decidere i membri della nostra squadra di lavoro. Avevi già in mente qualcuno della tua Casa?-
Draco sbuffò e si mise a pensare ai probabili candidati.
- Ok, visto che la faccenda sta richiedendo l'uso di tutta la tua massa cerebrale, inizio io. Ho deciso di scegliere Ginny, Ron, Harry, Luna Lovegood e Neville.-
E mentre lo diceva, segnava i nomi dei ragazzi su una pergamena.
- Perché la Lovegood? È una Corvonero.
- Nulla mi vieta di scegliere studenti di altre case. E poi lei è abbastanza strana da poter fare al caso nostro. Potrebbe venirsene fuori con delle idee niente male.-
- Fai come ti pare. Comunque per me scrivi Blaise, Daphne, Theodore Nott e Pansy.
- Pansy? E cosa te ne fai di lei? Sa solo starnazzare come un oca!
Protestò la Grifondoro, in disaccordo.
- Rinuncio alla Parkinson se tu rinunci alla Lovegood.
- Io non rinuncio a Luna!
- Perfetto. Perciò io mi tengo Pansy.
I due si fissarono in cagnesco per un attimo, con occhi dardeggianti di astio.
- Bene - borbottò Hermione tra i denti - da quando li mettiamo al lavoro? Da subito?
- Non mi sembra il caso. La soluzione migliore è farli iniziare quando avremo già buttato giù qualche idea! Non sarà comunque facile giungere ad un accordo fra noi due, figuriamoci se ci mettiamo undici teste.-
- Per una volta, sono d'accordo con te Malfoy.
- Mi sembra giusto. Un Malfoy ha sempre ragione.
Si vantò il biondo, tornando a concentrare la sua attenzione sul calice di vino. Si accorse di averlo già vuotato e con un incantesimo di appello, richiamò la bottiglia.
- Malfoy, non ti sembra di esagerare con tutto quel vino?
Domandò la Grifondoro puntigliosa. Di certo non aveva intenzione di lavorare con un alcolizzato. Non era trascorsa neanche mezz'ora e il Serpeverde era già al suo secondo bicchiere. Non osava chiedersi a quanti sarebbe arrivato entro la fine della serata.
- Non rompere Mezzosangue. E comunque questo vino e una bevanda raffinata che racchiude anni di tradizione Purosangue. Non va confuso con quelle porcherie che bevete voi Babbani.-
- Ah, sì certo. Immagino che il vino dei Purosangue, a differenza di quello Babbano sia fatto con il vostro sangue e non con della banale uva.-
Ironizzò Hermione, scuotendo la testa.
- Molto divertente Granger.
Sibilò Draco, lanciandole uno sguardo altezzoso.
- Tornando a cose serie, cerchiamo di decidere il tema del ballo!
- Bah, che ne so... l'inizio della primavera.
Buttò là il biondo. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato.
- La primavera? E noi ci vestiamo da fiori e arbusti?
Malfoy ghignò. E lei capì che si trattava di quanto più vicino ad un sorrisetto divertito.
- Tu saresti perfetta travestita da platano picchiatore. Sei una rompiscatole pignola come quel maledetto albero e non ti sfugge una mosca. Peggio della McGranitt.-
- Ah sì? Tu invece faresti una gran figura come edera. Ogni tua parola è velenosa e infida come quel rampicante!-
Lo accusò Hermione. I due si fissarono punti sul vivo, poi la ragazza decise di passare oltre e riprese il discorso interrotto.
- Pensiamo ai valori che dobbiamo cercare di trasmettere.
- Il vecchio ha parlato di solidarietà, integrazione e altre simili stupidaggini.
Rispose Draco schifato al solo pensiero.
Hermione passò sopra al commento finale. Si sistemò un ricciolo ribelle dietro all'orecchio, con espressione assorta.
- Non sono altro che gli ideali stessi di Hogwarts ed è anche il significato del fiore.
Borbottò tra sé, scrivendo quelle parole sulla pergamena.
- Granger stai dicendo delle ovvietà. Mi aspettavo di più dalla migliore studentessa della scuola.-
- Se non ricordo male, Silente ha parlato di "due migliori studenti". Perciò se secondo te io non sono all'altezza, vedi di tirar fuori qualcosa di intelligente.-
Commentò piccata la ragazza.
- Io ho già contribuito e tu mi ha subito bocciato l'idea, perciò arrangiati.
Affermò con supponenza. Hermione per poco non gli scagliò contro un Cruciatus.
- Malfoy sei davvero insopportabile! Non fai altro che portarci a bisticciare.
- Sei tu che mi irriti Mezzosangue. Mi viene naturale risponderti a tono.
- Va bene. Basta. Tregua! Se andiamo avanti così, non ne verremo a capo neanche usando tutta la notte.-
Sentenziò Hermione decisa. Era ora di farsi venire delle buone idee.
Draco si alzò in piedi. Aprì l'unica grande finestra, lasciando entrare l'aria fresca della sera. Si accese una sigaretta e si appoggiò con la schiena al bordo. La Caposcuola di Grifondoro stava per ribattere, quando il biondo la zittì con un'occhiata ammonitrice.
- Mi aiuta a riflettere. Se devo spremermi le meningi per questa stronzata e meglio che inizi a tollerare le mie abitudini. Fattene una ragione.-
Il silenzio calò nella stanza. Hermione si rilassò contro lo schienale della sedia, massaggiandosi gli occhi stanchi.
Dopo poco si alzò anche lei in piedi e raggiunse la finestra, fermandosi ad una certa distanza da Draco. Gli lanciò uno sguardo di sottecchi e lo vide aspirare una boccata di fumo, per poi soffiarlo fuori dalla finestra. Stupita dall'atto, dovette riconoscere quel gesto di cavalleria. Sapendo quanto lei fosse cocciuta sulla faccenda sigarette, Malfoy aveva aperto la finestra per rispetto nei suoi confronti.
Hermione si affacciò, tenendo i gomiti premuti sul davanzale. Un aria pura e carica di profumi le solleticò il volto. Chiuse gli occhi, concentrandosi sugli odori della natura. L'erba tagliata da poco, la trementina degli abeti e tanti altri profumi.
- Se non ti piace l'inizio della primavera, allora perché non mettere insieme estate, autunno, inverno e primavera. In segno di unione tra le diversità. In fondo cosa c'è di più diverso delle stagioni?-
Disse Malfoy, interrompendo il silenzio. Si voltò verso Hermione e proseguì. Parlò senza quasi vederla, come se il suo fosse un discorso rivolto a nessuno in particolare.
- Si susseguono inesorabili dall'inizio del mondo e in alcune occasioni sembrano convivere nello stesso giorno, come a mostrare quanto in realtà appartengano alla medesima essenza. Non è forse quello che cercate di predicare voi Mezzosangue? -
Hermione rimase letteralmente a bocca aperta. Di tutto si aspettava, tranne quell'acuta osservazione da lui,ultimo erede dei Malfoy, Purosangue doc fino al midollo.
- Che succede Granger? Il tuo gatto ti ha mangiato la lingua?
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Certo che non si smentiva mai! Sempre quel maledetto viziaccio di provocarla.
- No, ero stupita. Non immaginavo che sotto quella paglia bionda ci fosse un cervello funzionante. -
- Paglia bionda? Meglio non parlare della stoppa che ti ritrovi tu!
E le indicò la criniera di riccioli che erano stretti in una coda alta. Hermione rinunciò a raccogliere la provocazione, preferendo raggiungere il tavolo e prendere appunti.
- Il tema del ballo sarà: il connubio delle Stagioni. Mi piace.
- Merito mio Granger.
Commentò il biondo, poi spense la sigaretta e la fece scomparire. Tornò a sedersi sulla poltrona verde e argento, mettendosi comodo.
- Non stressarmi per almeno dieci minuti. Devo riprendermi dallo sforzo mentale.
Hermione lo osservò passarsi una mano fra i crini biondi. Poi il ragazzo si rilassò contro l'imbottitura e chiuse gli occhi.
La Grifondoro si accomodò sulla poltrona libera e riprese fra le mani l'annuario. Lo sfogliò, lasciandosi conquistare dalle foto magiche in bianco e nero.
Le immagini ritraevano quattro classi di studenti, tutti premuti per entrare nella foto. Anche se non era possibile distinguere i colori delle Case, intuì a colpo d'occhio quali fossero gli appartenenti a Serpeverde. Espressioni altere e superbe, tratti aristocratici e neanche un accenno di sorriso. Scorse l'allora giovane professoressa McGranitt accanto ad un gruppo di studenti e capì che si trattava della Casa di Grifondoro. Poco più a destra il preside Silente, con qualche ruga in meno ma già anziano, nella sua veste da Mago Merlino.
Voltò pagina e un'istantanea catturò la sua attenzione. Era stata scattata in riva al Lago Nero, all'ombra di un albero. Nella foto un ragazzo con i capelli scuri, molto carino e dal sorriso dolce, abbracciava una ragazza bellissima, capelli appena un po' più chiari, forse castani, occhi insondabili e tratti nobili che rivelavano il suo lignaggio di Purosangue.
"Eccoli. Devono essere loro due. Alexander e Diana" pensò Hermione. La sua ipotesi fu confermata da una didascalia sotto la foto.
"Alexander Fitzroy MacKanzie, Grifondoro, settimo anno e Diana
Isabel Rowanley, Serpeverde, settimo anno. Sorpresi ad amoreggiare in privato dalla Gazzetta di Hogwarts."
Continuò a sfogliare l'annuario, alla ricerca di quella coppia che tanto aveva destato la sua curiosità. Li ritrovò insieme in Sala Grande, mentre impartivano istruzioni a un gruppo di ragazzi.
"Il Caposcuola MacKanzie e la Caposcuola Rowanley ai preparativi per il ballo del Giglio."
Poi arrivò alla fatidica sera del ballo. Diana era bellissima. Vestiva un abito da sera lungo fino ai piedi, i capelli acconciati sulla nuca e portava uno splendido diadema. Alle mani guanti di pizzo e una di queste era tenuta al braccio di Alexander. Dire che lui fosse una visione stupenda, era un eufemismo. Davvero affascinante nel suo completo da uomo, aveva un portamento magnifico e il sorriso dolce era solo per lei. Erano stati fotografati mentre facevano ingresso in Sala Grande.
Nella foto successiva, ballavano al centro della pista. La mano sinistra di lui appoggiata alla base della schiena di Diana. La mano destra di lei in quella di lui e si lasciavano trasportare dalle note della musica. Gli occhi espressivi parlavano d'amore.
"Il Re e la Regina del Ballo del Giglio nella tradizionale apertura delle danze."
Hermione sorrise alla foto, poi il suo sguardo, senza che se ne rendesse conto, cadde sul biondo Serpeverde di fronte a lei. Se ne stava ben adagiato sulla poltrona e ne dedusse che si fosse appisolato.
Le fiamme danzavano ipnotiche nel caminetto e si riflettevano sulla pelle diafana del giovane. Le ombre lambivano la fronte alta, le sopracciglia bionde e il naso ben disegnato, creando giochi di luce. La labbra sottili e provocanti erano rilassate, senza alcun ghigno a piegarle. Indossava una camicia azzurro chiaro che lo fasciava alla perfezione. Le spalle larghe e il fisico atletico. Spiò l'alzarsi e l'abbassarsi del petto al tempo con il respiro. Si chiese come facesse ad avere un corpo così ben proporzionato. Ora capiva perché più di mezza Hogwarts gli sbavava dietro senza ritegno. Era davvero molto affascinante ed ogni cosa in lui era un sabotaggio a danno dei freni inibitori. Era facile ammetterlo, soprattutto in quel momento che poteva osservarlo con calma, senza doversi preoccupare di rispondergli a tono. Proseguì la panoramica passando ai pantaloni scuri di buona fattura, senza soffermarsi troppo su zone imbarazzanti. Tornò rapida a guardare quelle bocca invitante e si accorse che aveva preso una forma diversa, atteggiata ad un ghigno.
- Granger, se continui a guardarmi così mi consumi!
Hermione divenne rossa per l'imbarazzo, sentendosi come un ladro colto con le mani nel sacco. Draco la osservò con interesse. Quando arrossiva diventava più attraente. Le guance le si tingevano di rosso e gli occhi ambrati sembravano più profondi ed espressivi.
La vide stringersi le labbra fra i denti, non sapendo come reagire e si sentì orgoglioso del suo commento. Per una volta Hermione Granger non aveva idea di cosa rispondere.
- Si è fatto tardi. È ora di rientrare in dormitorio. L'incontro è concluso.
Disse la Grifondoro, scattando in piedi come una molla. Mise a posto l'annuario, prese le sue pergamene e con un cenno salutò Malfoy. Ed in un attimo sparì dietro la porta.
Quella mattina la nebbia aleggiava su Hogwarts, accarezzando la collina e le mura del castello. Tutto sembrava avvolto da una sorda immobilità. Il silenzio fu interrotto dall'arrivo di una carrozza, trainata da Thestral. Quando si fermò di fronte ai cancelli della scuola, questi si aprirono, lasciando libero il passaggio fino al portone.
Di fronte all'ingresso della scuola, la professoressa McGranitt e il preside Silente attendevano pazientemente. La carrozza si fermò e una coppia scese a terra. Entrambi avvolti nei loro mantelli, per proteggersi dall'aria fredda del mattino.
- Preside Silente e professoressa McGranitt, che piacere rivedervi dopo tanti anni. Sembra passato un solo giorno dall'ultima volta che ho varcato questo portone.
Disse la figura più alta delle due. Si trattava di un uomo. La voce bassa e profonda. Si avvicinò ai due insegnanti e strinse loro la mano con affetto.
- Signor MacKanzie, il piacere è tutto nostro. Prego, accomodatevi.
Lì invitò il preside, facendosi da parte per farli entrare.
Hermione Granger si stiracchiò sul letto. Lentamente aprì gli occhi e lanciò uno sguardo alla finestra, come d'abitudine. Nebbia. Impenetrabile e uggiosa.
- Ma che bella giornata.
Borbottò, tirandosi a sedere sul letto. Si stropicciò gli occhi e si decise a uscire dalle calde coperte. Con passi lenti si diresse in bagno e iniziò a prepararsi.
Un quarto d'ora dopo stava scendendo in Sala Comune, quando fu raggiunta da Ginny.
- Buongiorno Cara! Com'è andata ieri sera?
- Insomma Ginny, non mi puoi fare delle domande così a bruciapelo a quest'ora del mattino!-
Protestò la Caposcuola, mentre cercava di sistemarsi i capelli con la bacchetta. Tutta fatica sprecata. Con quell'umidità non c'era verso di tenerli a bada. Erano gonfi e ribelli.
- Herm, non cambiare argomento. Voglio un riassunto dettagliato di tutto quello che è successo ieri sera!-
- Non ci siamo baciati e Malfoy non ha tentato di violentarmi, se è questo quel che vuoi sapere. Abbiamo lavorato sul tema del ballo e alla fine Malfoy se ne è venuto fuori con un'idea che ha convinto entrambi.-
Ginny sorrise furbesca alle ultime parole della riccia.
- Molto bene. Se riuscite a trovarvi d'accordo su qualcosa, è già un buon inizio.
- Ginny, smettila di farti dei castelli in aria. Mettitelo in testa. Non potrà mai succedere niente tra di noi. Niente. È come cercare di mettere insieme il giorno e la notte.
Protestò Hermione. Non ne poteva più di sentire quelle sciocchezze.
A quel punto la rossa Weasley le rispose molto seria, offesa dalle parole dell'amica.
- Non sottovalutare la forza dell'amore Hermione. Tu pensi che sia impossibile far incontrare il giorno e la notte e invece io ti dico che ti sbagli. Si incontrano tutti i giorni all'alba e al tramonto e anche se per pochi minuti, in quegli attimi sono una cosa sola. Ricordatelo. Niente è impossibile se c'è un vero sentimento a sostenerlo.-
E detto questo Ginny superò il ritratto della Donna Grassa e sparì lungo il corridoio, lasciando Hermione a riflettere sulle sue parole.
Draco Malfoy entrò in Sala Grande e con passo deciso raggiunse il tavolo di Serpeverde. Prese posto accanto a Blaise e si servì una tazza di caffè amaro.
- Buongiorno Draco, hai trascorso una piacevole serata?
- Niente di speciale, Blaise. Tu invece?
Rispose il biondo senza particolare interesse.
- Le solite cose. Ho trascorso la serata con una ragazza di Corvonero del sesto anno. Niente male. Te la consiglio.-
E ammiccò complice. Draco, che al mattino aveva bisogno di un'ora politica per riprendere le sue funzioni cerebrali, si limitò a rispondere con un verso gutturale.
Stava per addentare una fetta di torta appena sfornata, quando la sua attenzione venne distratta dall'ingresso del Trio Miracoli. La Granger camminava con al fianco lo Sfregiato e Lenticchia. Si soffermò più del dovuto ad osservare la Grifondoro. I capelli ribelli erano più arricciati del solito. Probabilmente era colpa del tempo umido. Il volto gentile e ben riposato. Un'espressione sicura già stampata in volto di prima mattina. Non sapeva cosa avrebbe dato per poterle cavare quell'aura di perfezione che si portava dietro. Tornò al suo aspetto, lasciando correre quel pensiero. La camicia bianca era slacciata al primo bottone, il cravattino rosso oro ben annodato ma non troppo preciso. Il maglioncino grigio evidenziava le forme del seno e Draco si chiese quale taglia portasse la So-tutto-io di Gryffindor. Il suo occhio esperto calcolò si trattasse di una terza, con basso margine di errore.
La gonna dell'uniforme era perfettamente stirata e portata leggermente più corta rispetto agli altri anni. Questo fattore permetteva di ammirare le gambe ben modellate di Hermione. Una volta di più Draco si trovò ad apprezzarle.
- Se non ti sbrighi, ti si ghiaccerà il caffè.
Gli sussurrò Blaise, consapevole della distrazione del Principe delle Serpi.
Draco distolse lo sguardo dalla Grifondoro e tornò alla sua colazione.
Il preside Silente, che fino a quel momento aveva brillato per assenza, comparve al tavolo degli insegnanti insieme ad una ragazza sconosciuta. Andò al pulpito per richiamare l'attenzione di tutti i presenti.
- Miei cari studenti, vi chiedo di interrompere per qualche attimo la vostra colazione per prestare attenzione a ciò che vi dirò.-
I ragazzi lo ascoltarono con attenzione.
- È con grande piacere che vi annuncio l'arrivo di una nuova studentessa qui ad Hogwarts. La signorina Hélène Diana MacKanzie. -
Un applauso si levò dall'intera sala, mentre gli studenti si scambiavano diversi sguardi di stupore. Era insolito vedere arrivare nuovi alunni a distanza di due mesi dall'inizio delle lezioni.
Hermione Granger rimase basita all'annuncio. Se non fosse che aveva trascorso la serata precedente a sfogliare l'annuario di Alexander MacKanzie, forse non ci avrebbe dato peso. Eppure le sue orecchie avevano sentito bene.
Il cognome e il secondo nome coincidevano alla perfezione. E come se non fosse sufficiente, la somiglianza con Diana Rowenley era evidente. Stessa struttura fisica, stessi tratti del viso. L'unica differenza erano gli occhi, probabilmente ereditati dalla madre. Fece un rapido calcolo a mente e giunse all'ovvia risposta. Quella ragazza era la nipote di Alexander MacKanzie e Diana Rownley.
Intanto la giovane fece un passo avanti e la popolazione maschile di Hogwarts si innamorò a prima vista. Hélène era magra e alta. Forme sinuose e aggraziate, capelli castani lisci e occhi verde acqua. Un viso affascinante, seppur serio e impassibile.
- La signorina MacKanzie è nata in Francia ed è vissuta lì per sedici anni. Ha frequentato la prestigiosa accademia di Beauxbatons. Ricordate? Si tratta della scuola che due anni fa ha partecipato al Torneo Tremaghi. A seguito di un lutto che ha colpito la sua famiglia, la signorina MacKanzie è tornata nel Regno Unito, patria della famiglia paterna ed oggi entrerà ad Hogwarts come studentessa del sesto anno. Ora procederemo allo smistamento.-
La McGranitt comparve accanto al preside trasportando il Cappello Parlante. Hélène fu fatta accomodare sul tradizionale sgabello e la professoressa di Trasfigurazione le mise il cappello in testa.
- Vediamo chi abbiamo qui. Oh, per Merlino, una MacKanzie di terza generazione. Ricordo molto bene dove smistai i tuoi parenti. Alexander MacKanzie a Grifondoro, Diana Rowenley a Serpeverde e per finire Jarrett MacKanzie a Tassorosso. Percepisco coraggio e ambizione in te. Ma qualcosa mi dice che la tua Casa non sarà Serpeverde...fammi pensare... Grifondoro!-
Esclamò il cappello e un boato si alzò dal tavolo di Gryffindor.
Hélène raggiunse il tavolo e prese posto per puro caso accanto a Ginny.
Harry e Ron, che erano già stati conquistati dal suo fascino, si presentarono immediatamente.
- Piacere, io sono Harry Potter. Hélène MacKanzie, giusto?
La giovane accennò un sorriso e rispose, esibendo un leggero accento francese.
- Sì, esatto. Puoi chiamarmi Hélène. Siamo dello stesso anno?
Ron intervenne, per evitare di rimanere escluso.
- Ciao Hélène! Io sono Ronald Weasley. Io ed Harry siamo al settimo anno, mentre mia sorella Ginny, che ti siede accanto, è tua coetanea.-
Ginny ne approfittò per presentarsi ed Hélène si mostrò molto cortese anche con lei. Poi fu il turno di Hermione.
- Piacere Hélène. Il mio nome è Hermione Granger, settimo anno. Sono la Caposcuola della nostra Casa e per qualsiasi necessità non esitare a chiedere.-
La neo-Gryffindor osservò la ragazza, rivolgendole uno sguardo insondabile, simile a quelli che le destinava Malfoy.
- Molto piacere, Hermione. Il preside Silente ha deciso che tu sarai la mia tutor per una settimana.-
Stava per iniziare la quarta ora di lezione. Gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Serpeverde entrarono nell'aula di Pozioni e presero posto. Harry Potter, seduto accanto a Ron ed Hermione, si chiese per quale ragione da ormai sette anni quella lezione prevedeva la loro Casa e Serpeverde insieme. Si trovò a pensare che il colpevole di tale abbinamento dovesse essere Piton. Dato che Hermione era la migliore di Grifondoro e al professore di Pozioni veniva il sangue alla testa ogni volta che lei rispondeva, l'unico modo per controbilanciare era avere Draco Malfoy, il suo adorato pupillo, a contendersi il posto nella sua materia.
Non fece in tempo a finire i suoi viaggi mentali, che la porta dell'aula si spalancò e il professor Severus Piton entrò con passo spedito, iniziando a parlare.
- Entro la fine della lezione voglio sul mio tavolo la pozione Mangia Fiamma. Disponetevi a coppie e guai se sentirò parlare di argomenti non pertinenti.-
Con un colpo di bacchetta, la lavagna si riempì di parole. Lì guardò tutti, riservando uno sguardo di disgusto ai Grifondoro. Con voce strascicata e bassa proseguì.
- Copiate gli ingredienti con precisione e tenete presente che questa pozione è di elevata difficoltà. Se il colore della pozione sarà diverso dal tipico color sabbia, nulla vi risparmierà dallo scrivere dieci pergamene su questo argomento.-
Harry e Ron ingaggiarono una muta lotta tra piccoli spintoni per poter lavorare con Hermione. Piton li intercettò con lo sguardo.
- Potter e Weasley, questo non è un ring di combattimento. Cinquanta punti in meno per Grifondoro. Per punizione farete coppia assieme.-
Sentenziò, facendo sghignazzare le sue amate Serpi.
- Signorina Granger, lei si metta al tavolo con il signor Malfoy.
Draco sollevò un sopracciglio interdetto. In effetti era rimasto senza compagno, dopo che Blaise, durante l'ora di Cura delle Creature Magiche, era finito dritto in infermeria in seguito ad un calcio da parte di Fierobecco. Questo però non autorizzava Piton ad affibbiargli la So-tutto-io Granger. Ce la faceva benissimo a lavorare da solo. Non bastava doverla sopportare due sere a settimana, adesso i professori iniziavano anche a fargli fare coppia di giorno. Inaudito.
Nel frattempo Hermione gli si sedette accanto di malavoglia.
- Granger mi stai sempre alle costole.
- Sappi che nemmeno io faccio i salti di gioia, Malfoy.
Bisbigliò, mettendosi a ricopiare gli ingredienti su una pergamena per appunti.
Piton si voltò verso di loro, lanciando un'occhiata ammonitrice.
- Vedi di non farmi fare brutta figura Malferret.
- Hai presente con chi stai parlando Mezzosangue? Io sono il miglior Pozionista di Hogwarts. Tienilo bene a mente.-
Rispose altezzoso il biondo. Poi andò all'armadietto a prendere gli ingredienti necessari.
Tornò dopo poco e rimase un paio di secondo a studiare gli ingredienti. Li guardava direttamente dalla lavagna. Non si era nemmeno preso il disturbo di copiarli su un foglio.
Hermione glie lo fece notare e lui le rispose supponente.
- Granger, non amo essere ripetitivo. Ricorda con chi hai a che fare.
E si mise a tagliuzzare un paio di radici di Mandragola. La Grifondoro prese una fiala di estratto di corteccia Magica e fece per versarla tutta nel calderone. Malfoy la bloccò a metà dose, stringendole il polso.
- Ahi! Ti ha dato di volta il cervello?
Draco la fissò con occhi di ghiaccio e sibilò.
- Non osare rovinare la pozione. Guai a te se ne aggiungi una sola goccia!
- Ma sei impazzito? Li leggi gli ingredienti? C'è scritto una fiala di estratto di corteccia Magica, non metà. -
Bisbigliò Hermione, rossa di irritazione. Ma cosa aveva al posto del cervello quella stupida Serpe? Forse della segatura!
- Questa è la ragione per cui non riesci a prendere E con Piton. Dopo sette anni non hai ancora imparato a riconoscere i trabocchetti? -
Rispose Draco a bassa voce. Hermione lo fissò in silenzio poi alzò le spalle.
- E va bene. Se viene fuori una schifezza, preparati a scrivere dieci pergamene sulla Mangia Fiamme. -
- Non sarà necessario. Dammi il tuo foglio.
E le prese la pergamena da sotto mano. Afferrò una piuma e iniziò a correggere le dosi, quasi fosse lui stesso il professore di pozioni. Hermione rimase allibita ad osservare quella distesa di cancellazioni. Possibile che avesse ragione la Serpe?
Dopo un paio di ore, la situazione generale era critica. Neville Paciock e Finnigan avevano fatto esplodere il loro calderone, rischiando di dar fuoco ai sotterranei del castello. L'intervento fulmineo di Piton aveva evitato la strage ma non una sonora batosta al punteggio dei Grifondoro. La pozione di Ron ed Harry aveva assunto la consistenza di una pastella e aveva iniziato a lievitare, riversandosi sul pavimento dell'aula. Nott e la Greengrass avevano creato una sorta di colla super potente, al punto da rimanere entrambi appiccicati al calderone. Pansy e Millicent Bulstrode si erano addormentate dopo aver inalato i fumi della pozione. Insomma, un disastro su tutta la linea.
Nell'aula erano rimaste soltanto tre persone. Piton seduto alla cattedra e, in fondo alla stanza, Hermione e Draco, ancora incolumi e intenti a lavorare.
- Bene. Aggiungi l'ultima foglia essiccata di Tranello del Diavolo...
Disse Draco, mentre Hermione seguiva le istruzioni, sbriciolandola con le mani dentro il calderone. La ragazza mescolò una volta in senso orario e due in senso antiorario, come le aveva insegnato Malfoy, poi si fermò.
I due studenti avvicinarono il volto per vedere meglio e la pozione gorgogliò un paio di secondi per poi assumere una bella tinta sabbia.
- Ce l'abbiamo fatta. Grande!
Esclamò felice la Grifondoro e Draco le rivolse un breve sorriso, pentendosi subito dopo. "Un Malfoy non sorride mai, ma si limita a ghignare maligno." Si ripeté tra sé, consapevole dello sguardo stupido della Granger.
- Versiamola in una fiala e consegniamo subito.
Le ricordò il Serpeverde, eseguendo di persona l'operazione di travaso. Si presentarono entrambi di fronte a Piton e gli porsero il loro compito.
Il professore di Pozioni li fissò sbalordito. Nessuno studente del suo corso era mai riuscito a completare la Mangia Fiamme.
Prese la fiala e la testò subito con un incantesimo non verbale. La pozione rispose positivamente alla prova del nove e l'insegnante passò lo sguardo dalla pozione ai due studenti.
- Signor Malfoy, Signorina Granger. Complimenti. La pozione è perfetta. Darò una E ad entrambi.-
Hermione non stava più nella pelle per la gioia. Avrebbe voluto urlare a squarciagola, ma si trattenne, rimanendo ben composta e seria. Poi Piton pronunciò una frase che mai era uscita dalla sua bocca.
- Inoltre Cento punti per Grifondoro e Serpeverde.
Fuori dall'aula Hermione sorrise radiosa e fece un inchino teatrale a Malfoy.
- Gran Maestro Pozionista, le chiedo umilmente perdono per aver dubitato di lei. Come posso sdebitarmi? - e tornò a guardarlo in attesa.
Draco ghignò e in pochi passi le si avvicinò. Hermione diventò seria di colpo, confusa da quella vicinanza. Rimasero entrambi immobili, talmente vicini da potersi sfiorare. Poi Draco le prese il mento fra le mani e per un attimo il tempo si fermò. Il cuore di Hermione iniziò a battere forte, mentre ogni parola le moriva in gola. Lui la scrutò a lungo negli occhi profondi, rimanendo ipnotizzato. Per pochi secondi, che sembrarono un'eternità, gli occhi ambrati di lei e quelli grigi di lui si persero l'uno nell'altro. Oro e argento si fusero in un unico sguardo. Poi Draco si avvicinò sempre di più, arrivando ad un soffio dalla bocca di lei. Hermione non si allontanò, rimanendo incatenata ai suoi occhi.
- Signorina Granger, il preside Silente l'attende nel suo ufficio.
I due si allontanarono di scatto, quasi si fossero scottati. Al capo opposto del corridoio la professoressa McGranitt, che aveva appena parlato, li osservava stupefatta.
Heilà Ciao ragazze,
eccomi qua con il nuovo capito de Il Ballo del Giglio! Prima di dimenticarmene, vorrei informarvi che la scrittrice si attiene nella descrizione dei luoghi, nei nomi delle pozioni e nei personaggi ai libri della zietta j.k rowling piuttosto che alla trasposizione cinematografica.
Torniamo alla storia. Allora, che ne dite di Hélène MacKanzie (il nuovo personaggio)? Lei è completamente inventata dall'autrice ed è molto orgogliosa di questo. È tutta farina del suo sacco.
Chissà, magari la sua figura e le sue origini aiuteranno la nostra amata coppia a superare i pregiudizi comuni...non dico altro!
Bacioniiiii
Grace.
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