Capitolo 22 - Benvenuti al Ballo del Giglio
Erano le sette di mattina e un tavolo tondo troneggiava in mezzo alla Sala Grande. Le pareti erano decorate con festoni di foglie verdi, gialle e rosse, in completo connubio con le stagioni. In fondo alla stanza, nel punto solitamente occupato dal tavolo degli insegnanti, si ergeva il palco per il complesso musicale.
Hélène MacKanzie si avvicinò al tavolo e prese posto, subito seguita da un assonnato Harry Potter.
Hermione aveva insistito per organizzare un'ultima riunione prima di dedicarsi ai preparativi finali. Il Bambino Sopravissuto crollò sulla sedia con un espressione da gufo dormiente. Incrociò le braccia sul tavolo e si appoggiò con la testa, rischiando di sfracassare la montatura degli occhiali.
- Harry, per cortesia! Non fare lo stupido. Alza quella testa!
Lo rimproverò Ginny Weasley, sedendosi accanto al moro.
- Non... mi... scocciare... ho sonno e mal di testa...!
Grugnì il Bambino Sopravissuto, voltando il capo alla rossa.
La sera prima i ragazzi di Grifondoro avevano avuto la brillante idea di organizzare un festino tra musica da discoteca e fiumi di alcol. Il pretesto era stato la vigilia del Grande Evento. Avevano subito iniziato a festeggiare, ma con l'avanzare della serata ne era venuto fuori un alcol-party da sballo, considerato il quantitativo di liquori e burro birre che erano circolati in Sala Comune . In quel gran caos di musica a tutto volume e bevande "impegnative", i membri Grifondoro del Comitato Organizzativo si erano esibiti in balli sfrenati su dei cubi improvvisati. Harry si era beccato una sbronza colossale e aveva ballato tutta la sera a petto nudo, con il maglione arrotolato in testa e una bottiglia di birra Babbana stretta in mano. La parte più esilarante era giunta quando aveva rubato la gonna della divisa di Hélène dal suo dormitorio e se l'era messa addosso.
Ron non era stato da meno. Si era spogliato del tutto, restando solo in boxer e aveva improvvisato una sorta di lap-dance usando Lavanda Brown come palo.
Alle due di notte il festino era arrivato a livelli ingestibili ed era stato in quel momento che Hermione aveva fatto ritorno in Sala Comune, dopo aver salutato Draco. Un caos allucinante l'aveva accolta e tra persone quasi in coma etilico e sballati persi, nessuno era stato in grado di spiegare il motivo dei festeggiamenti.
- Ho bisogno di un caffè...
Sibilò Ron Weasley, sedendosi accanto alla sorella Ginny. I postumi della sbornia lo avevano ridotto ad uno straccio umano.
- Detto fatto Ron, ecco a voi la colazione.
Esordì Hermione Granger facendo ingresso in sala Grande con il resto della truppa. Lei e Daphne stavano facendo levitare due vassoio carichi di cibo, mentre Pansy e Luna avevano in custodia le bevande. Dietro di loro seguivano Nott, Blaise, Neville e Draco intenti a trasportare dei pesanti scatoloni.
Un quarto d'ora dopo, il team al completo aveva fatto colazione e la Caposcuola di Grifondoro illustrò il programma della giornata.
- Mio Dio, spero di uscirne viva.
Bisbigliò Ginny quando la riccia ebbe terminato di elencare i vari compiti.
- Non ti preoccupare Ginny, siamo una squadra. E questo vale per tutti voi. Se avrete bisogno di aiuto durante la giornata, non dovrete fare altro che comunicarcelo.-
E la Caposcuola di Grifondoro guardò tutti compagni con serietà.
- Sì, come no! In mezzo al casino che si scatenerà da mezzogiorno in poi, sarà già tanto se riusciremo ad andare al cesso, figuriamoci comunicare con voi altri!-
Commentò Blaise con schiettezza, esprimendo il dubbio di tutti i presenti.
- E invece la comunicazione fra noi non sarà un problema. – rispose Pansy, prendendo la parola – io ed Hermione abbiamo pensato giusto ieri di adottare questi.-
E con un colpo di bacchetta, dodici piccoli specchietti comparvero di fronte ai rispettivi ragazzi. Harry sbatté le palpebre stupito e lanciò un'occhiata significativa ad Hermione.
- Questa trovata non mi è nuova.
Disse il moro, prendendo in mano lo specchio più vicino. Era simile a quello che Sirius gli aveva regalato al quinto anno, con la differenza che il suo, dalla morte del padrino, non aveva più funzionato.
Hermione scrutò il volto del migliore amico e prese un lungo respiro.
- Sì, Harry questi sono degli specchi comunicanti. In genere sono soltanto due, ma ho applicato un incantesimo che permette a tutti noi di usarli e di tenerci in contatto. Perciò non sarete alla mercé di voi stessi, ma potrete rivolgervi ai membri del Comitato Organizzativo in qualsiasi momento.-
- Questo mi consola. Vorrà dire che nei momenti di pausa mi divertirò ad insultare un po' il Furetto.-
Ironizzò Harry con un sorriso sadico.
- Fottiti Sfregiato!
Ribatté il biondo staccando gli occhi dal suo tedioso lavoro. Stava controllando l'interminabile lista di invitati che avrebbe poi dovuto affidare a Daphne e Pansy.
- Ragazzi, calma. – li redarguì Hermione, poi tornò a rivolgersi a tutti – ricapitolando: Pansy e Daphne fra un'ora andranno all'ingresso del Castello ad accogliere gli invitati e ci resteranno tutta la mattinata, poi io e Draco le sostituiremo fino alle quattro. Nel frattempo Harry, Blaise, Theodore ed Hélène si occuperanno di allestire la Sala Grande, mentre Ginny, Ron, Luna e Neville sistemeranno la zona ristorante sul tetto. Non scordatevi di istruire a dovere gli elfi e quando avrete disposto le decorazioni sui tavoli, fatemelo sapere, così verro a lanciare l'incantesimo illusorio. -
I ragazzi annuirono. Ogni cosa era stata studiata nel minimo dettaglio e sapevano quanto fosse importante che tutto funzionasse alla perfezione.
- In fine, Blaise e Theodore, vi ricordo che i Magorium Boys arriveranno alle due e la vostra presenza è indispensabile.-
- Tranquilla Hermione, è tutto sotto controllo.
Rispose Theodore con la sua voce pacata.
Pochi minuti dopo il tavolo era scomparso e i ragazzi erano in piedi al centro della stanza.
- Bene. A questo punto entra in atto l'ultima fase dell'organizzazione, che è forse la più importante e delicata. So che posso fidarmi di voi e che siete la migliore squadra che io e Draco potessimo reclutare, perciò penso sia giusto ringraziarvi per la collaborazione e per il costante impegno. - disse Hermione, regalando un sorriso radioso ai compagni di scuola. – Ok, non ho altro da aggiungere se non che ci vediamo all'una qui in Sala Grande. Buon lavoro a tutti!-
E detto ciò, i componenti del Comitato Organizzativo si separarono, diretti ognuno alla propria occupazione.
- Se arriveremo interi a fine giornata, giuro che mi ubriacherò!
Esclamò Hermione sentendosi sulle spalle il peso di quella lunga giornata.
Draco le rivolse un ghigno malizioso.
- Molto bene Mezzosangue, ed io avrò il piacere di versarti da bere!
La Grifondoro lo fulminò e gli diede un pugno sulla spalla. Il biondo rise in risposta e continuò a passarle piccoli mazzi di gigli bianchi. La giovane li intrecciava con la magia per poi disporli come decorazione lungo il corrimano delle scale.
La giornata trascorse velocemente e all'ora di pranzo si trovarono tutti in Sala Grande. Daphne e Pansy, reduci dalla prima ondata di ospiti erano completamente stremate e con la pazienza ridotta ai minimi storici. Si sedettero a tavola insieme al resto del Comitato Organizzativo che stava iniziando a banchettare.
- IO ODIO I BABBANI! Non capisco per quale ragione debbano esserci anche loro!
Esclamò la Parkinson al limite dell'isteria.
- Hai tutto il mio appoggio, Pansy. Sono degli esseri inutili e scocciatori.
Commentò Draco da bravo Slytherin, mentre sorseggiava del vino rosso di alta qualità.
Hermione gli rivolse un'occhiataccia ma preferì non raccogliere la provocazione.
Dopo pranzo arrivarono i Magorium Boys e le ragazze dovettero sostenersi a vicenda per non svenire davanti al sex symbol del gruppo. A quel punto Draco aveva allontanato di malagrazia Hermione dai tentacoli di Chris, trascinandola all'ingresso di Hogwarts. Lì i due Caposcuola avevano avuto il loro bel daffare, considerando che il flusso di ospiti in arrivo aumentava con l'approssimarsi del tardo pomeriggio.
Erano ormai le quattro quando Hermione tirò un sospiro di sollievo. Avevano appena ricevuto il nuovo Ministro della Magia, Edmund Pilcher. L'uomo era sulla cinquantina e aveva iniziato il suo mandato da pochi mesi dopo una valorosa carriera come Auror. Era accompagnato dalla sua scorta privata, composta appositamente da tre Auror scelti. Le tre guardie lo seguivano ovunque con occhi vigili e sospettosi.
Il Ministro Pilcher, di natura molto ciarliero, si era protratto in lunghi convenevoli che avevano finito per stordire i due Caposcuola. E quando il preside Silente era arrivato in loro soccorso, prelevando il ministro e la sua cricca con mille elogi e ringraziamenti, Draco aveva ringraziato Salazar Serpeverde per la sua infinta pietà.
- Il Ministro Pilcher è una piaga umana. Non la smetteva di parlare.
Si lamentò Hermione quando fu sicura che il gruppetto fosse molto lontano.
- Bah... la tipica immagine del politico. Tutto fumo e niente pozione.
Commentò il biondo, rivolgendo un'occhiata annoiata oltre il portone aperto.
- A che punto siamo? Ne mancano ancora molti?
Chiese la giovane, spiando sulla lista che Draco teneva in mano. Il biondo scorse l'elenco con rapidità e spuntò la voce del Ministro. L'incantesimo che vi aveva apposto gli permise di identificare subito chi mancava ancora all'appello. E l'unico nome che apparve in evidenza ebbe il potere di fargli correre un brivido lungo la schiena.
- Mancano soltanto due persone. I tuoi genitori.
Non fece in tempo a terminare la frase, che una carrozza si fermò sul piazzale di fronte e una coppia di signori scese a terra. E si trattava proprio dei coniugi Granger.
- Mamma, papà! Siete arrivati finalmente!
Esclamò Hermione e corse loro incontro. Roger Granger accolse la figlia fra le sue braccia, quasi sollevandola da terra.
- Bambina mia! Che bello rivederti!
Disse l'uomo, guardandola con ammirazione. La figlia sorrise radiosa e strinse in un abbraccio la madre, che le rispose con una fresca risata.
- Hermione, tesoro, è stato un viaggio lungo ma ne è valsa la pena. E finalmente posso vedere con i miei occhi il Castello. È magnifico.-
- È già. Il preside Silente ha fatto modo che Hogwarts sia visibile anche ai non maghi.
Nel frattempo Draco osservava la scena, immobile all'ingresso.
- Povero Furetto... ma guarda chi c'è là davanti: i genitori di Herm. E così è arrivato anche il tuo turno! Mi sto gustando il piatto della vendetta con molta soddisfazione...-
Proferì Harry Potter, passando in quel mentre accanto a Malfoy. Tra le braccia reggeva uno scatolone e aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro. Il ragazzo si voltò e lo trafisse con uno sguardo furente.
- Fottiti Sfregiato!
- Oh, no, Malferret! Sei tu quello fottuto!
E se ne andò sghignazzando, lasciando l'ultimo erede dei Malfoy ad ardere per la rabbia.
Ma Draco si costrinse a domare il suo istinto omicida verso Potter e tornò a guardare il trio oltre il portone. I genitori di Hermione erano ancora fermi sul piazzale. Ascoltavano la voce della figlia come rapiti, rivolgendole sorrisi sinceri.
Senza poterselo impedire il pensiero andò alla sua famiglia. Pensò a quanto fosse diverso il rapporto che lui aveva con i suoi genitori. Suo padre Lucius non gli aveva mai regalato un sorriso o un gesto d'affetto. Erano cose da donnicciole e da lui aveva solo ricevuto elogi proferiti con voce fredda. Sua madre Narcissa era stata l'unica persona a trasmettergli amore nella sua infanzia. Ma non appena Draco aveva fatto ingresso ad Hogwarts, suo padre aveva proibito alla donna di dimostrargli affetto, perché considerava quei sentimenti imperdonabili debolezze. E un Malfoy non può permettersi di mostrare il fianco.
Hermione accompagnò i genitori fino alla porta, arrivando vicino a Draco. Rivolse uno sguardo sereno al giovane e lì presento.
- Mamma, papà, lui è Draco Malfoy.
- Piacere Draco, io sono Roger.
Il signor Granger strinse la mano al ragazzo e Draco ebbe l'occasione di guardarlo da vicino. Il padre della Mezzosangue era un uomo alto con un fisico asciutto. Capelli castani e occhi verdi screziati di marrone. Portava un paio di occhiali dalla montatura austera e un qualcosa in lui fece pensare a Draco che fosse una sorta di Medimago.
- Ciao Draco, io sono Jane. Mia figlia mi ha parlato tanto di te. Finalmente ti conosco e devo dire che sei più affascinante dal vivo!-
Disse la donna ed Hermione arrossì violentemente per l'imbarazzo, fulminando la madre con lo sguardo. Draco invece guardò la signora Granger con ammirazione. Hermione era quasi l'esatta copia della madre. La somiglianza era sconvolgente. Era alta come lei e il fisico era allo stesso modo ben proporzionato. I tratti del viso erano quasi identici e soprattutto quegli occhi dorati erano oltremodo ammalianti.
- Piacere mio, signora Granger.
Draco le fece un inchino da perfetto gentiluomo e le depose un leggero bacio sul dorso della mano. La donna rimase piacevolmente colpita e si concesse una risata allegra.
- Mio Dio, che galante.
Gli occhi si illuminarono felici, rendendo la somiglianza con la figlia ancor più marcata. L'unica pecca erano i capelli, sempre ricci ma biondi come il grano maturo.
Hermione notò lo sguardo sbalordito di Draco e si sentì leggermente impacciata.
- Beh, Draco. Se non ti dispiace io accompagno i miei genitori ai loro alloggi. Ci vediamo alle sette nella sala Comune di Grifondoro.-
- Ok, Mez..Hermione. A dopo. – si corresse il biondo e rivolse un cenno del capo ai coniugi Granger. – Col vostro permesso.-
E si congedò, sparendo lungo il corridoio.
Hermione Granger chiuse il rubinetto della doccia e si allungò verso l'accappatoio. Lo indossò ed uscì dal bagno privato, lasciandosi alle spalle una nuvola di vapore. Tornata in camera, raggiunse il suo letto e si sedette.
Erano le sei e ormai mancava pochissimo al Ballo. Al solo pensiero di ciò che l'aspettava, il suo cuore inizio a martellare in petto, come se avesse dovuto affrontare un compito in classe. Non era spaventata, ma terribilmente emozionata e sì, anche elettrizzata.
Non le sembrava vero che quei cinque mesi di assiduo lavoro e impegno fossero trascorsi così in fretta. Quanta tensione, quanti sacrifici e quanta determinazione c'erano volute per organizzare tutto quanto.
I membri del Comitato, dopo un inizio segnato da inimicizie reciproche, si erano uniti e avevano lavorato gomito a gomito per realizzare al meglio il loro compito. E la serata era in fine giunta. Più velocemente di quanto si fosse aspettata. E ancor più rapidamente era trascorsa la giornata. Gli invitati erano arrivati, tutto era stato preparato e progettato nei minimi particolari.
Ed ora lei era lì. Seduta sul letto. E tra meno di un'ora sarebbe dovuta entrate in scena.
Sentì lo stomaco serrarsi in una morsa per la tensione, nel momento in cui il suo cervello realizzò che era veramente giunto il momento.
Incredibile. Di già.
Gli occhi vagarono agitati per la stanza e si posarono sulla rosa di Draco. Era ancora fresca e perfetta ed il lungo gambo era immerso nella poca acqua contenuta dentro l'ampolla di vetro. Si avvicinò al comodino dove si trovava la rosa. Allungò le dita fino a sentire sui polpastrelli la carnosità dei petali vellutati.
Rossi come il colore della passione.
Una sensazione di calore si diffuse dalla base dello stomaco, imporporandole le guance. Passione.
Come quella che sentiva ardere dentro ogni volta che pensava a lui. Draco Malfoy.
E rosso come amore.
Come quello che aveva capito di provare e da cui non riusciva a mettersi in salvo. Era irrimediabilmente innamorata di Draco Malfoy. Ed ogni bacio che il giovane le rubava, non faceva altro che alimentare quel sentimento dirompente e indistruttibile.
- Ma lui non mi amerà mai.
Pensò con amarezza. Scosse la testa, cercando di allontanare i pensieri tristi e si alzò.
- Mia cara Hermione, è giunto il momento di farsi bella!
Disse a se stessa, raggiungendo il suo armadio. Lo aprì e ne estrasse un abito ancora avvolto dalla carta di sartoria. Lo liberò dall'involto e lo posò con delicatezza sul letto. Era argenteo. Come gli occhi di lui. Come la sua Casa.
"Sono proprio innamorata", considerò con rassegnazione. Indossando ancora l'accappatoio, si sedette al tavolo da toletta e iniziò a truccarsi e pettinarsi con precisione. Mezz'ora più tardi aveva quasi terminato.
- Hermione! Ehi, mi senti? Sono Pansy!
La ragazza sobbalzò per lo spavento. Posò la matita per gli occhi e raggiunse in pochi passi la sua divisa scolastica. La gonna era abbandonata sull'ampio letto a baldacchino. Infilò una mano nella tasca e ne estrasse lo specchietto comunicante. Sulla superficie liscia era comparso il volto ben truccato di Pansy.
- Eccomi! Dimmi tutto!
Gli occhi neri della Serpeverde brillarono di malizia alla vista della Grifondoro tutta in tiro. Incurvò in un sorriso le labbra su cui aveva passato un rossetto color borgogna.
- Complimenti Hermione, sei uno schianto. Draco ci resterà secco! In senso positivo, intendo! Comunque, ti ho contattata per informati che tutti gli ospiti sono arrivati nella zona ristorante. Aspettiamo il vostro regale ingresso!-
Hermione ringraziò la nuova amica e un'occhiata all'orologio le rivelò che mancavano solo cinque minuti alle sette.
Draco Malfoy arrivò di fronte al ritratto della Signora Grassa. La donna era intenta a cantare con la sua voce potente e non si degnò nemmeno di guardarlo.
- Ehi, vecchia balena stonata! Io devo entrare!
La Signora Grassa lo fissò indignata, diventando rossa come un'aragosta.
- Come osi insultarmi, ragazzino! Io sono una grande cantate d'opera..
- Non me ne frega un cazzo, vecchia. Fammi entrare!
- Non ci penso neanche. Tornatene nel tuo covo di Serpi!
Rispose su tutte le furie il ritratto. La donna incrociò le braccia sul petto, fissando il biondo con aria di sfida. Malfoy ghignò cinico e con voce melliflua riuscì a piegarla.
- Mi dispiace ma io devo entrare e so la parola d'ordine. Ippogrifo.
La donna lo guardò allibita e fu costretta a rivelare il passaggio.
Draco entrò nella Sala Comune di Grifondoro. Era completamente deserta. A quell'ora tutti quanti erano sul tetto del Castello e attendevano il loro arrivo.
Si guardò distrattamente attorno, pregando che la Mezzosangue non lo facesse aspettare un'eternità. Erano le sette esatte e quando l'orologio sul camino batté l'ora, udì il rumore di un uscio aprirsi. Lo sguardo corse subito verso le scale del dormitorio femminile e un rumore di tacchi annunciò l'arrivo della sua dama.
Dopo pochi istanti Hermione Granger comparve sulla rampa e Draco rimase incantato. Era stupenda.
I capelli erano raccolti sulla nuca in un concio elaborato e alcuni boccoli cadevano eleganti ad incorniciare il viso. Indossava un vestito di seta senza spalline, aderente sul seno e sul busto che cadeva poi morbido fino ai piedi. Ma ciò che colpì di più il ragazzo fu il colore dell'abito. Argento. Come i suoi occhi. Come la sua Casa.
Hermione scese le scale con il cuore in gola per l'emozione. Draco era terribilmente affascinante. Indossava uno smoking da uomo che toglieva il fiato. I capelli biondi erano liberi dal gel e ricadevano sulla fronte in maniera provocante. Gli occhi grigi osservavano Hermione con tale intensità da sembrare argento fuso.
Quando lei gli fu di fronte, Draco rimase immobile a fissarla. La bocca improvvisamente riarsa. Sembrava incapace di proferire parola.
- Beh, sono così terribile? Non hai detto una parola.
Commentò la giovane in evidente imbarazzo.
- Sei stupenda. Mi hai stregato.
Sussurrò il biondo con la voce roca per l'emozione. Poi le prese il volto fra le mani e la baciò d'impeto sulle labbra. In un primo momento Draco aveva pensato di darle un semplice bacio casto, ma il contatto con le labbra invitanti di lei, lo mandò completamente fuori rotta e si trovò a baciarla con passione crescente. Come un naufrago che si appigli allo scoglio per non affogare. Ed Hermione lo assecondò, catturandogli le labbra con ardore. Un brivido di eccitazione le percorse la spina dorsale subito seguito da un barlume di lucidità.
- Ferma, Draco! Dobbiamo andare.
Il biondo mugolò in protesta, cercando di riprendere possesso della sua bocca. Ma Hermione gli pianto le mani sul petto ampio e lo scostò da sé a malincuore.
- Draco.. è ora.
- E va bene. Ma non finisce qui.
Rispose il giovane, con la voce ancora trasfigurata per la passione. Lo sguardo determinato di Hermione lo costrinse a tornare alla realtà. Si sistemò la giacca e i capelli poi porse il braccio alla ragazza.
- Allora andiamo, mia Regina.
- Con piacere, mio Re.
Disse la Grifondoro, posando la mano nell'incavo del gomito di lui. Poi la coppia si mosse e uscì dalla Sala Comune.
Percorsero insieme i lunghi corridoi fino ad arrivare di fronte alle scale. Iniziarono così a salire i due piani ed Hermione osservò soddisfatta le decorazioni di gigli intrecciati lungo il corrimano. Quando furono in cima alla rampa, Pansy e Theodore, che stavano accanto all'ingresso, li videro e rimasero impressionati. La mora fu la prima a parlare.
- Accidenti, siete una coppia mozzafiato!
- Cavoli, Hermione, sei uno schianto!
Disse Nott quasi in simultanea. Hermione gli rivolse un sorriso radioso, mentre Draco lo fulminava piccato.
- Bene, faccio un cenno a Silente e lo show potrà iniziare.
Li informò Pansy. Incrociò lo sguardo del preside e gli fece intendere che erano pronti. L'anziano uomo, seduto a tavola sul fondo della terrazza, annuì e si alzò in piedi.
Tutti i presenti, comodamente seduti ai loro posti attorno ai numerosi tavoli tondi, rivolsero lo sguardo al Preside.
- Miei cari genitori e ospiti illustri, vi do il mio benvenuto ad Hogwarts.
Esordì l'uomo, subito seguito da un caloroso applauso del pubblico.
- Come ben sapete, questa sera siamo tutti riuniti per celebrare il cinquantenario del Ballo del Giglio. Nel rispetto della tradizione però, non vi presenterò la coppia che sta entrando con il titolo che gli spetta, poiché la vera cerimonia ufficiale avverrà più tardi in Sala Grande e in tale momento sarà propizio un altro discorso. Perciò vi invito cortesemente a voltarvi verso le scale ed accogliere coloro che hanno permesso che il Ballo del Giglio tornasse ad essere realtà. Sto parlando degli organizzatori di questa magnifica serata che sono la signorina Hermione Granger e il signor Draco Malfoy!-
E uno scroscio di battimani si propagò nella fresca serata primaverile. Hermione strinse leggermente la mano sul braccio di Draco ed insieme scesero i cinque gradini che li separavano dal terrazzo.
Tutti i presenti li osservarono ammirati ed Hermione per un attimo si sentì in soggezione. Poi lanciò un'occhiata furtiva a Draco e ne rimase colpita. Camminava con un portamento perfetto, altero e fiero come suo solito, guardando di fronte a se con espressione rilassata. La ragazza sorrise leggermente e raddrizzò la schiena, godendosi le attenzioni dei presenti lungo il loro incedere.
Quando raggiunsero il tavolo del Comitato Organizzativo, Draco si avvicinò alla sedia di Hermione, la scostò indietro e l'aiuto a sedersi, da perfetto gentleman.
Blaise approvò il gesto con un ampio sorriso e ammiccò verso Daphne che annuì.
- Cos'era quello sguardo d'intesa?
Domandò Hermione con curiosità.
- Oh, niente. Stavamo constatando che il nostro Draco è finalmente cresciuto.
Rispose la bionda con ironia, come se stesse parlando di un proprio figlio.
- Risparmiati queste cazzate Daphne.
Sbottò Draco con un'occhiata ammonitrice. La bionda Slytherin fece un'alzata di spalle e si dedicò ad osservare la platea di ospiti. La terrazza era stata incantata con maestria e sembrava infinita. Delle lanterne magiche erano disposte a piccoli intervalli lungo la balaustra e ardevano di un fuoco perpetuo, la cui fiamma cambiava sempre di colore. Rosso, argento, giallo, blu, oro, verde, nero, bronzo.
Tutti i tavoli erano occupati e un costante chiacchiericcio si levava dai commensali. Gli studenti di Hogwarts erano vestiti in maniera impeccabile e Daphne notò con soddisfazione che avevano seguito le disposizioni sugli accessori. La maggior parte dei ragazzi portavano dei fiori all'occhiello che richiamavano i colori delle loro Case, mentre le femmine si erano sbizzarrite in braccialetti, collane, fermagli, spille e quant'altro. Era tutto perfetto.
- Complimenti Luna per l'idea dei centrotavola, sono adorabili.
Affermò Hélène, osservando ammirata l'oggetto in questione. Si trattava di un particolare intreccio di foglie verdi e fiori di prato che formavano una sorta di cestino. Al suo interno una candela bianca spandeva una luce suggestiva e la fiamma era azzurra, come l'inverno. Alla base della candela vi erano un paio di ricci di castagne dischiusi e alcune spighe di grano. Un perfetto connubio delle stagioni.
- Grazie Hélène, sembra un po' bizzarra ma ha il suo senso.
Rispose la Lovegood con uno dei suoi mesti sorrisi. Sul capo portava una sorta di coroncina fatta di foglie autunnali, che era in perfetto pendant con la sua creazione.
E mentre terminava la frase, il preside Silente richiamò l'attenzione generale.
- Miei cari ospiti, colgo l'occasione per proporre un brindisi. Come avrete di certo notato, le decorazioni di quest'evento, richiamano il tema principale che è il "Connubio delle Stagioni", simbolo del rinnovarsi dei valori di uguaglianza e di solidarietà. Ciò vuole essere un messaggio da tramandare sempre e non solo occasionalmente. Ringrazio tutti i presenti di essere qui e vi auguro una piacevole serata. Cin cin!-
E levò il calice, subito imitato dai presenti. Al tavolo del Comitato Organizzativo, i ragazzi fecero tintinnare le flute di spumante fra di loro, scambiandosi sguardi d'intesa.
Uno stuolo di elfi vestiti da maggiordomi con tanto di impeccabili guanti bianchi, comparvero sull'ampia terrazza, sotto lo sguardo stupito dei Babbani che non avevano mai visto quelle creature. I camerieri iniziarono a servire, disponendosi attorno ai tavoli, così come era stato spiegato loro da Ginny e Pansy. Le due ragazze in questione li osservarono quasi trattenendo il fiato e si concessero un sospiro di sollievo quando constatarono che tutto filava liscio.
- Tranquille ragazze, è tutto perfetto.
Disse Ron, poi si lasciò tentare dall'antipasto che un elfo aveva appena servito sul suo piatto. E la cena iniziò.
Era giunto il momento.
Gli ospiti stavano aspettando solo lei.
Hermione Granger prese un gran respiro. Era in cima alla rampa di scale del primo piano. La gradinata scendeva di fronte a lei, finendo esattamente di fronte alla porta della Sala Grande, i cui battenti erano spalancati. Dalla sua posizione riusciva ad udire il rumore delle voci eccitate dei presenti e vedeva Draco, fermo alla base delle scale, in attesa del suo ingresso.
"Dio, ti prego, non farmi inciampare." Pensò fra sé, con il cuore in gola. Nascose il leggero tremito delle mani, raccogliendo in parte il vestito, quel tanto che bastava per non farla inciampare e che lasciava in mostra i piedi calzati in argentee decolté. Come le aveva spiegato Diana MacKanzie, mosse il primo passo e Draco si volse subito verso di lei.
Era bello da togliere il fiato ed Hermione deglutì a fatica. Gli occhi grigi di lui la seguivano in ogni suo movimento. E che occhi. Come pozze di argento fuso. Poteva quasi toccare quei sentimenti che lui le stava trasmettendo.
Erano sentimenti dolci e puri, quasi disarmanti per la loro schiettezza. Come se non esistesse nessun'altro al di fuori di loro due. Ed Hermione si sentì disperatamente attratta dal suo sguardo. Voleva raggiungerlo subito, gettarsi tra le sue braccia e baciarlo fino a rimanere senza fiato. Ma non poteva. Così si costrinse a mettere un piede di fronte all'altro, con lentezza, come da protocollo, continuando a scendere verso di lui. Verso il suo Re. Verso il suo amore.
Quando gli fu quasi accanto, Draco le tese la mano ed Hermione fece scivolare la sua sul palmo di lui. Il biondo si avvicinò e le depose un leggero bacio sul dorso. Poi sollevò lo sguardo ed Hermione si sentì sopraffare.
Fuoco indomito. Piombo fuso. Dolce tortura e dannazione eterna. Tutto questo in una sola occhiata.
- Incantato, mia Regina.
Sussurrò, con la sua voce morbida. Lei non disse nulla, ma i suoi occhi dorati parlarono a sufficienza. E Draco le fece dono di un lieve sorriso, poi prese la mano di lei e la poso sull'incavo del braccio.
Con una punta di dispiacere, i due dovettero interrompere la loro conversazione di sguardi per voltarsi verso la platea.
E c'erano tutti quanti, in piedi, ben vestiti che li guardavano incantati. La sala non era mai stata così piena. Di fronte a loro il passaggio era libero e portava dritto al palco rialzato, dove il preside Silente li osservava sorridente, con accanto Diana e Alexander MacKanzie. La donna indossava un sontuoso abito da cerimonia e sul capo portava un bellissimo diadema.
Hermione prese un altro lungo respiro e Draco la incoraggiò a procedere. Insieme iniziarono a percorrere il tratto che li separava dal palco e quando passarono accanto ai ragazzi del Comitato Organizzativo, videro Blaise e Ginny sorridere orgogliosi ai rispettivi amici. Hermione rimase colpita cogliendo con lo sguardo Pansy mentre si asciugava una lacrima. Quante cose erano cambiate in quei mesi. Quelli che un tempo erano stati i suoi acerrimi nemici, si erano rivelati essere delle persone di fiducia e di gran cuore. Osservò Theodore, che teneva a braccetto Pansy. Grande e grosso com'era, incuteva un certo timore, ma conoscendolo aveva scoperto quanto fosse buono e comprensivo ed ora capiva perché Draco lo rispettasse così tanto. Vide Daphne passare un fazzoletto alla mora e constatò che anche lei si era commossa. Persino la bionda Slytherin era stata una rivelazione per Hermione. In apparenza fredda e inavvicinabile, si era rivelata una ragazza determinata e sincera. Lo sguardo scorse rapido sul resto del gruppo. Il fidato amico Harry, la nuova compagna Hélène, poi Ron, Luna e Neville.
La Regina del Ballo sorrise loro e tornò a rivolgere lo sguardo davanti a sé. In pochi passi arrivarono di fronte al palco. Diana Rowanley MacKanzie scese i gradini e si posizionò di fronte alla coppia. Hermione si fece avanti, mentre Draco rimase fermo in attesa. Un brivido di trepidazione si diffuse tra gli invitati. Poi Diana sorrise ad Hermione, fissandola con i suoi magnifici occhi azzurri. Con studiata lentezza, si tolse il diadema dal capo e lo posò sulla testa della Grifondoro, leggermente chinata.
Un applauso emozionante si levò dal pubblico ed Hermione sorrise radiosa. Diana le depose un leggero bacio sulla fronte poi Alexander la raggiunse e Draco si fece avanti. L'anziano uomo tolse la spilla che portava sulla giacca e l'appuntò sullo smoking del Serpeverde. Raffigurava un giglio bianco sostenuto da due mani intrecciate.
- È con grande onore che presento a tutti voi la Regina del Ballo del Giglio, Hermione Granger, Grifondoro e Nata da Babbani. E il Re, Draco Malfoy, Serpeverde e Purosangue. E in simbolo di unità e fratellanza fra tutti i Maghi, essi apriranno le danze nel tradizionale Valzer del Giglio!-
Dichiarò Alexander MacKanzie a gran voce e un altro scroscio di applausi risuonò spontaneo. Poi la melodia del valzer si diffuse nella stanza e gli invitati si fecero più indietro, liberando lo spazio adibito a pista.
Hermione si volse verso Draco con espressione tesa. Il biondo la prese per mano e le regalò un sorriso di incoraggiamento.
- Non ti preoccupare, andrà tutto bene.
Le sussurrò e lei annuì impercettibilmente. Poi lui si posizionò davanti a lei, con la schiena ben dritta, il braccio sinistro curvato e leggermente in avanti. Prese la mano di Hermione fra la sua e fece scivolare la destra sotto la scapola di lei. Avvicinò il bacino a quello di lei, arrivando a combaciarvi alla perfezione. E visti da fuori sembravano una cosa unica.
Draco fissò i suoi occhi in quelli di Hermione, cercando di infonderle calma e fiducia. La ragazza mantenne lo sguardo e come di consueto, il mondo circostante cessò di esistere. C'erano solo loro due su quella pista. Draco introdusse il giro con una leggera presa sulla mano ed insieme iniziarono a danzare. Volteggiarono per tutta la sala sotto lo sguardo ammirato dei presenti.
Era impossibile non percepire la complicità della coppia. Ogni passo era perfetto ed armonioso e gli occhi dell'uno erano prigionieri dell'altra.
Draco la guidava lungo la pista con grande maestria ed Hermione lo seguiva, descrivendo figure armoniose.
Tutti li osservavano senza fiatare, stregati dalla loro bravura.
Ginny non aveva smesso un attimo di sorridere. Li guardava ed era felice. Non sembrava neanche possibile che quei due giovani in perfetta armonia fossero Draco Malfoy ed Hermione Granger, la nemesi per antonomasia. Ma la vita era anche questo.
Imprevedibilità.
La piccola di casa Weasley aveva sempre creduto nella mano del destino. Ed ora assisteva rapita a ciò che il destino aveva deciso di combinare e gli era riconoscente. Perché aveva permesso ad Hermione di aprire il suo cuore all'amore, al vero amore, che aveva preso le sembianze della persona più inimmaginabile di Hogwarts.
E in quell'occasione il destino si era mascherato, aveva assunto il nome e i connotati di una tradizione centenaria, si era fatto chiamare Ballo del Giglio, ma la sua abilità non si era per questo ridotta.
Hermione continuava a fissare gli occhi argentei di Draco. Nulla aveva importanza se non quello sguardo ammaliante. La mente era svuotata da ogni pensiero, mentre si lasciava guidare da Draco e dalle note del valzer. Il cuore batteva forte in petto e la presa salda di lui era l'unica cosa che le impediva di tremare come una foglia per l'emozione.
Non era tesa per la presenza del pubblico, bensì per i sentimenti che quegli occhi argentei le stavano trasmettendo. Perché per la prima volta non c'era una maschera di indifferenza a celarli.
In quello sguardo c'erano solo lui e la sua anima.
Nessun muro freddo e insondabile.
Solo lui.
Draco Malfoy.
La desiderava. Hermione lo percepiva come se glie lo stesse dicendo a voce. Ma non era solo quello. Non si trattava solo di desiderio carnale.
C'era un sentimento. Un sentimento vero e genuino nel suo cuore. Quel qualcosa che Hermione non osava nemmeno immaginare, per timore di illudersi. Quel sentimento che ormai lei aveva ammesso con se stessa e che invece sembrava ancora combattere nell'animo di Draco.
Amore.
Una parola di sole cinque lettere, che aveva il potere di far tremare il mondo intero.
Era forse amore quello che leggeva negli occhi di lui? O si stava solo ingannando?
Non sapeva trovare una risposta. L'unica cosa di cui era certa era che si sentiva terribilmente emozionata.
Poi la musica cessò e la coppia si fermò al centro della pista.
Ed il mondo tornò ad esistere, rivelando la sua presenza con una pioggia di applausi.
Hermione a malincuore fece per interrompere il contatto visivo, ma Draco non glie lo permise. La strinse più forte a sé e d'impeto la baciò.
Hermione spalancò gli occhi incredula. Non si trattava di un sogno.
Draco la stava baciando davanti a tutta la scuola. Chiuse gli occhi commossa e rispose alle sue labbra. Era un bacio dolcissimo, che non aveva alcuna pretesa di carnalità. Ma sembrava dichiarare un sentimento molto più profondo.
E diversi fischi di approvazione si levarono dalla folla in giubilo.
Albus Silente si concesse una risata calorosa, in piedi accanto ai coniugi MacKanzie.
- Che mi venga un colpo, quel Malfoy ha davvero tirato fuori gli attributi!
Esclamò Alexander piacevolmente stupito.
Diana gli rivolse un'occhiata altezzosa.
- Mezzosangue, stiamo parlando di un Serpeverde, è ovvio che sappia distinguersi!
L'uomo scosse la testa rassegnato. Sua moglie non sarebbe cambiata mai. E dopotutto era della gelida Serpeverde Purosangue che lui si era innamorato. Le cinse la vita con una braccio, regalandole un bacio leggero sulla tempia.
- Cazzo, non pensavo che Malfoy avesse le palle per farlo!
Commentò Harry Potter accanto ad Hélène e Ginny. Blaise, che l'aveva sentito, gli si accostò con un'espressione che la diceva lunga.
- Eh sì, Harry. Finalmente Draco ha capito che non aveva senso rifugiarsi dietro ai suoi stupidi pregiudizi! -
Era felice per lui. Sapeva cosa volesse dire per Draco una simile dimostrazione pubblica e non poteva che esserne orgoglioso.
Nel frattempo la musica tornò a risuonare nella Sala Grande e la pista fu invasa da coppie di ballerini. Al centro, Draco ed Hermione si fissavano in silenzio. Immobili.
- Tu sei completamente pazzo.
Sussurrò la Grifondoro, scrutando negli occhi argentei di lui.
Un ghigno seducente si disegnò sulle belle labbra del Serpeverde.
- Sì, sono pazzo. Di te.
Hermione non credeva alle sue orecchie. Era forse una dichiarazione quella?
Draco mantenne lo sguardo fisso nei suoi occhi dorati. Glie l'aveva detto. Non sapeva come, ma aveva rivelato alla Mezzosangue una parte dei suoi sentimenti. Perché lui ormai non poteva più fare a meno di lei. Voleva Hermione, ma non solo il suo corpo. Lui voleva tutto, anche il suo cuore, perché la metà di esso batteva furiosa nel suo petto e ora che aveva trovato il suo complemento non gli dava pace.
- Hermione..
Esordì il biondo, diventando visibilmente teso, ma non riuscì a proseguire la sua frase perché in quel momento fu interrotto.
- Hermione, Draco, è una gioia vedere che la magia del Ballo del Giglio ha agito ancora. Sono davvero felice per voi!-
Disse Alexander MacKanzie, comparendo al loro fianco insieme alla moglie Diana. Stavano ballando sulle note del valzer e in un volteggio furono accanto alla coppia.
Hermione divenne rossa per l'imbarazzo, non sapendo cosa rispondere.
- Hermione, mia cara, mi concederesti questo ballo?
Domandò Alexander con i suoi modi galanti.
La ragazza sbirciò il volto di Draco e vedendo che non si opponeva, accettò di buon grado. L'ex Grifondoro le prese la mano con delicatezza, appoggiando l'altra sulla sua schiena e le introdusse il giro, facendola volteggiare nella pista. Diana osservò il marito scomparire nella mischia di ballerini e lanciò un'occhiata made in Slytherin al biondo.
- Hai intenzione di stare lì impalato ancora per molto?
Draco sollevò un sopracciglio alla domanda affettata della signora. Senza controbattere, si offrì di farle da cavaliere e la condusse nella pista da ballo.
Hermione pensò a quanto fosse strano danzare con qualcuno che non fosse Draco. Si era ormai abituata ad averlo come cavaliere e nonostante stesse ballando correttamente, non si sentiva completamente a suo agio.
Con Draco era diverso.
- In questo momento vorrei tanto avere la tua età Hermione.
Confessò Alexander, facendola destare dai suoi pensieri.
- Per quale ragione, signor MacKanzie?
L'uomo sorrise, rivelando un volto che in passato era stato molto affascinante.
- Perché sarebbe stato divertente vedere la reazione gelosa del tuo fidanzato mentre ti invitato a ballare. Quando avevo diciassette anni nessuna ragazza poteva resistermi, modestamente!-
- Fidanzato..? Ma noi non siamo fidanzati...
Dichiarò la giovane, dispiaciuta per quell'affermazione così crudelmente vera.
L'uomo rise, scuotendo leggermente la testa.
- Beata gioventù e beata ignoranza!
Hermione aggrottò le sopracciglia perplessa.
- Te lo dissi ieri ed oggi te lo ripeto: ascolta il tuo cuore Hermione. Lasciati guidare dalla sua voce. - Disse Alexander e proprio in quell'attimo Draco e Diana gli passarono accanto. -Ed ora ti restituisco al tuo cavaliere, vero Draco?-
- Allora le renderò sua moglie.
Rispose il biondo con un ghigno malizioso. Alexander rise divertito e con un movimento sciolto liberò la giovane, che tornò tra le braccia di Malfoy. Diana si riappropriò del marito e i due si allontanarono, descrivendo figure armoniose per la pista.
- Che cosa ti ha detto quel vecchio Mezzosangue? Vi ho visto parlare.-
La voce di Draco suonò leggermente apprensiva alle orecchie di Hermione. La ragazza lo scrutò negli occhi incuriosita.
- Niente di particolare. Si lamentava di non aver più la nostra età.
Il biondo la fissò intensamente e un leggero lampo passò nei suoi occhi.
- Meglio così, Mezzosangue. C'è già troppa gente che ti guarda famelica questa sera.
- Perché Draco, sei geloso?
Domandò e lui distolse un attimo lo sguardo.
- Come potrei non esserlo. Possibile che tu non l'abbia ancora capito?
E tornò a fissare quei bellissimi occhi ambrati. E ciò che vide fu stupore seguito da tenerezza e calore. La sua Mezzosangue era unica.
L'unica Regina del suo cuore.
Spinto da un bisogno irrinunciabile, si chinò nuovamente su di lei e le catturò le labbra in un altro bacio. Hermione gli rispose pronta, cingendogli il collo con le braccia.
Che tutti vedessero! Non le importava un bel niente. Voleva solo baciarlo e perdersi fra le sue braccia, che in quel momento la stavano stringendo possessive.
Poi Hermione schiuse gli occhi ed incontrò uno sguardo bollente, come lava colata. Il cuore iniziò a battere più forte in petto, mentre un calore piacevole le si diffondeva dalla base dello stomaco. Poi un lampo di comprensione illuminò gli occhi di entrambi. Draco la prese per mano, continuando a fissarla negli occhi. Hermione annuì e insieme si fecero strada fra la folla di gente. Superarono compagni di Casa, gli amici del Comitato Organizzativo, alcuni conoscenti, ospiti illustri, ma nessuno dei due prestò attenzione a loro. Superarono la porta della Sala Grande e si trovarono in corridoio.
Lì Draco la trattenne per il braccio, la fece voltare e affondò di nuovo nella sua bocca, baciandola fin quasi a toglierle il fiato. La spinse contro il muro con impeto.
Hermione gli si strinse addosso, percependo in quel contatto una necessità indispensabile, come respirare. Si aggrappò avida alle sue labbra, accogliendo la sua lingua con ardore.
Diversi minuti dopo si staccarono, con il fiato corto per l'eccitazione. Gli occhi di entrambi appannati per il desiderio.
Non c'era tempo per pensare al Ballo, a ciò che si sarebbero chiesti gli altri non vedendoli tornare, agli ospiti da salutare, agli amici con cui festeggiare. Non c'era tempo per nient'altro che non fossero loro due.
Con quella consapevolezza nel cuore, si presero per mano e scomparvero alla vista di tutti, voltando l'angolo del corridoio.
Heilà, come state ?
Sono felicissima ed emozionatissima di aver postato questo capitolo oggi. Finalmente mi sono liberata di un interrogazione pesante e per il momento sono leggermente più libera. Mi scuso tantissimo per il ritardo.
Ritornando al capitolo, aw è uno dei miei preferiti, molto piccante 😉😉
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima.
Bacioniiiii
Grace
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