Capitolo 19 - La prova
Ronald Weasley era a cavallo della sua scopa e stava difendendo gli anelli. Era l'unica persona sul campo da Quiddich in quel pomeriggio di metà febbraio. Aveva incantato la pluffa di modo che simulasse degli attacchi in porta.
Si lanciò verso il cerchio di destra, riuscendo a parare il tiro. La pluffa venne scagliata lontano per tornare poi alla carica. Ron, con il fiato un po' corto, si riportò al centro degli anelli. Lo sguardo era fisso sulla palla di cuoio e la mente era svuotata da ogni altro pensiero.
Allungò il braccio a parare un altro colpo e volse per un attimo gli occhi sugli spalti. E fu così che si accorse di avere una spettatrice.
Contrariamente a quanto avrebbe pensato fino a pochi giorni prima, non si trattava della ragazza che desiderava vedere in quel momento.
Hermione Granger lo guardava. Era seduta sulle tribune di Grifondoro, infagottata nel suo mantello e nella sciarpa rosso oro.
Ron fermò la pluffa con un colpo di bacchetta e direzionò la scopa verso gli spalti. In pochi attimi raggiunse Hermione e atterrò lì accanto.
- Ciao. Cosa ci fai qui?
- Ciao Ron. Sono venuta a parlarti.
Gli disse la ragazza, andando dritta al punto. Ron le si avvicinò, sovrastandola con la sua altezza. La osservò diffidente con i suoi brillanti occhi azzurri.
- Di cosa vuoi parlarmi?
- Suvvia Ron. Non startene in piedi, siediti accanto a me. Mi sta venendo il torcicollo a guardarti dal basso!-
Il rosso annuì e si accomodò accanto alla compagna di Casa, dopo aver posato la scopa.
- Ecco, ora sono seduto. Di che si tratta?
Hermione sospirò, poi si volse a guardarlo negli occhi.
- Si tratta di te e di Harry. Sono preoccupata per il vostro rapporto di amicizia. Puoi spiegarmi che cosa è successo? Sono giorni che non vi parlate!-
Ron distolse lo sguardo.
- Non è successo niente, Hermione.
- A me sembra proprio il contrario, invece. Se fosse così ora tu non saresti qui solo ad allenarti, ma ci sarebbe Harry con te.-
Precisò la giovane, puntandogli uno sguardo accusatorio addosso.
Ron alzò le spalle e si mise a fissare gli anelli della porta.
- Perché non vuoi parlarne, Ron? Io, te ed Harry siamo sempre stati inseparabili. Tutti quanti ci dipingono come un treppiedi. E lo sai cosa accade ad un treppiedi che perde una gamba? Non ha più equilibrio e cade in terra.-
- A me pare che riusciate a stare in piedi anche in due.
Commentò il rosso, con poca convinzione.
- Non è così Ron e lo sai benissimo anche tu.
Disse Hermione, fissando il ragazzo negli occhi. Il giovane sostenne lo sguardo e sospirò.
- La questione non è così semplice perché sei coinvolta anche tu, 'Mione.
- Io? Spiegati meglio.
Ron si passò una mano fra i capelli rossi, in evidente imbarazzo.
- È per via di Malfoy.
- Draco? Che cosa c'entra lui?
Il ragazzo la fissò poi annuì lievemente.
- È proprio questo il punto. Da quando Malfoy è diventato solo Draco?
Hermione arrossì d'improvviso.
- Beh... perché dobbiamo lavorare insieme al Ballo e perché sarà il.. il mio cavaliere...
- 'Mione, per piacere. Non sono stupido. Credi che non me ne sia accorto? Ho visto come lo guardi e vi ho osservati ballare insieme al matrimonio di Lupin. Quello che c'è fra di voi va ben oltre il rapporto tra compagni di progetto.-
- Sei per caso geloso?
Domandò la Grifondoro con cautela.
Ron scosse la testa senza esitare.
- No. Non lo sono. Forse avrei potuto esserlo fino a poco tempo fa, ma ora non più. Adesso c'è un'altra persona nei miei pensieri.-
Hermione spalancò gli occhi stupita. Si sentì sciocca nel aver pensato che Ron le morisse ancora dietro, dopo tutto quel tempo.
Gli rivolse un sorriso debole.
- Sono contenta per te, Ron. Ma allora mi spieghi qual è il problema?
Ron distolse lo sguardo dall'amica.
- Io non mi fido di Draco Malfoy. Il suo ruolo nella Grande Battaglia è stato troppo enigmatico.-
Commentò il giovane, rivelando finalmente la questione.
- Il voltafaccia a Voldemort non mi ha convinto neanche un po'. Io sono dell'opinione che lui stia tramando alle spalle di tutti e che non abbia mai abbandonato la causa. Per Merlino, lui è un Mangiamorte marchiato! Ma tu ed Harry invece non volete capire e lo avete persino accolto tra di voi. Forse vi scordate che Malfoy è un lupo travestito da agnello e non è la prima volta che la sua famiglia ci lancia dei tiri mancini!-
- Ron per l'ultima volta: Draco Malfoy non è un pericolo. Lui non c'entra niente con la causa di Voldemort!-
Disse Hermione, scandendo molto bene le parole.
- Come puoi saperlo? Non hai prove per dimostrare la sua innocenza!
Rincarò la dose il rosso, alzando il tono di voce.
- Mi bastano i fatti Ron! Tu forse non lo sai, ma gli scagnozzi di sua zia Bellatrix hanno cercato di fargli la pelle poco prima di Natale. Poi durante l'Epifania gli hanno ricordato la sua posizione delicata, facendo sì che lo stesso sangue di Draco scrivesse la frase "morte ai traditori". Questo ti basta?-
Ron la fissò basito. Non sapeva nulla di tutta quella faccenda.
- Bellatrix Lestrange è ancora viva?
- Sì, Ron. Adesso che si è ricongiunta al marito, sarà ancora peggio. Sono intenzionati a farla pagare a Draco, che li ha traditi.-
- Quindi è così... e questo Harry lo sa?
Bisbigliò il ragazzo.
- Harry sa soltanto dell'attacco avvenuto ad Hogsmeade perché in quell'occasione intervenne di persona per aiutare Draco. Ignora però l'episodio della scritta. Silente ci ha chiesto la massima riservatezza per non creare allarmismi.-
Ron rimase in silenzio, fissando il vuoto.
- Perché Harry non mi ha parlato di Hogsmeade?
- Non lo so Ron. Penso che si sia comportato così per non farci preoccupare. Non aveva detto niente neanche a me. Io l'ho saputo da Draco.-
Il rosso annuì soprapensiero. Finalmente riusciva a capire perché Harry difendesse Malfoy dalle accuse di tramare al buio. Il biondastro non era il carnefice, bensì la vittima.
- Adesso mi sono chiare molte cose.
Hermione gli sorrise comprensiva.
- Lo immaginavo. Perciò vedi, non ha senso che vi sia tutta questa tensione fra di voi. E ti prego, cerca di accettare Malfoy. So quanto possa dare sui nervi il suo modo di fare, ma lui è diverso da suo padre perché ha fatto una scelta coraggiosa. Non giudicarlo solo per le apparenze.-
Ron stette ad ascoltare l'amica. Aveva compreso di aver sbagliato e di essere corso a conclusioni affrettate. Dentro di sé si ripromise di non ripetere mai più lo stesso errore superficiale. Ma la cosa più stupefacente era sentire Hermione difendere Draco Malfoy con tanto coinvolgimento. Ad udirla, sembrava stesse parlando di un comunissimo ragazzo e non del Principe delle Serpi per eccellenza. Ma Ron sapeva di doversi fidare dei suoi amici e del loro giudizio.
- Ho capito, 'Mione. Vedrai, cercherò di rimediare.
Hermione Granger passeggiava in corridoio immersa nei suoi pensieri. Aveva salutato Ron da pochi minuti e in quel momento stava percorrendo una delle tante strade che portavano alla Sala Comune.
Erano passati tre giorni dal matrimonio del professor Lupin e da allora Hermione non aveva avuto occasione di incontrare Draco. Il giorno dopo la cerimonia, il preside Silente aveva concesso a tutti gli studenti un giorno di riposo. Era stata una notizia molto gradita, vista la notte di bagordi trascorsa. Il giorno seguente la classe di Grifondoro del settimo anno aveva avuto al mattino Incantesimi con Tassorosso. E come aveva disposto il preside Silente, gli studenti lavoravano a coppie miste. Hermione era la compagna di banco di Hannah Abbott e il loro rapporto non era dei migliori. Soprattutto se si considerava che la Abbott era la responsabile del club di Giornalismo, contro cui lei e Malfoy si erano scontrati per l'articolo scandalo di un mese prima. Hermione inoltre era parecchio mal disposta, perché in quell'occasione lei e Draco avevano ricevuto una sonora lavata di capo da parte della McGranitt, e niente era più imbarazzante di un rimprovero da parte della sua direttrice di Casa.
A pomeriggio invece era stata la volta di Storia della Magia con Corvonero ed Hermione faceva coppia con Luna Lovegood, che era parsa più lunatica del solito. Dopo mezz'ora di lezione, aveva iniziato a raccontarle un'improbabile guerra tra Trunciagattilidi e Rattospiodicioni, che aveva ridotto la pazienza di Hermione ai minimi storici. Se non fosse stata un membro del Comitato Organizzativo, probabilmente la Grifondoro non le avrebbe risparmiato una rispostaccia affettata riguardo alle sue assurdità, ma la Regina del Ballo aveva dovuto trattenere i commenti e fingere di ascoltarla con interesse.
Hermione sospirò. Quella mattina invece ad Antiche Rune aveva fatto coppia con il suo ex-ragazzo Michael Corner, visto che quella materia non era seguita da tutti, ma soltanto dai più appassionati. Fortunatamente la lezione era trascorsa senza momenti imbarazzanti fra i due. Ormai la loro breve storia sembrava acqua passata, ma Hermione continuava a sentirsi un po' in colpa nei confronti di Michael. Se Draco non le fosse entrato così tanto dentro l'anima, forse lei e il Corvonero sarebbero stati ancora insieme. O forse no. Nessuno poteva saperlo.
Quel pomeriggio invece avrebbe dovuto esserci Difesa Contro le Arti Oscure con i Serpeverde, ma la lezione era stata sospesa perché il loro professore era in congedo matrimoniale. Così gli studenti di Grifondoro e Serpeverde si erano trovati con il pomeriggio libero.
Hermione continuava a percorrere i corridoi, persa fra i suoi pensieri. Si sentiva molto confusa. Non sapeva come interpretare il regalo di Draco, di appena tre giorni prima. La rosa rossa magica che le aveva regalato era molto speciale. Hermione si era documentata in biblioteca e aveva scoperto che quel tipo di fiore necessitava di pochissima acqua e che sopravviveva per un anno esatto. Questo perché, in teoria, al giungere della successiva festa di San Valentino, l'innamorato avrebbe dovuto regalare un'altra rosa, per rinnovare la promessa d'amore.
Ma Hermione faticava a credere che Draco potesse provare dei simili sentimenti per lei. Probabilmente le aveva donato il fiore senza conoscere questa sua particolarità. Era molto più sensato pensare che lui provasse attrazione fisica per lei. E questo orami era più che evidente ad entrambi. Era diventato quasi impossibile trovarsi da soli nello stesso luogo e non finire per baciarsi. Draco la desiderava ed Hermione lo sapeva molto bene, perché anche lei desiderava lui. Ma non si trattava solo di fisicità. Ciò che lei avrebbe voluto da Draco era una sorta di utopia, perché mai e poi mai il Principe di Serpeverde si sarebbe abbassato ad amare una banale Mezzosangue. Forse soltanto se il sole avesse iniziato a sorgere da ovest.
Ed Hermione si era innamorata proprio di lui. Il suo cuore glie lo gridava in maniera quasi dolorosa, ma la sua mente tentava disperatamente di far tacere quella voce.
Perché se l'avesse ascoltata si sarebbe persa per sempre.
Perché se l'avesse ascoltata si sarebbe fatta calpestare il cuore da un ragazzo che non l'amava, ma che voleva solo il suo corpo.
Perché se l'avesse ascoltata, in quel momento sarebbe stata già fra le sue braccia.
Non fece in tempo a terminare quel pensiero, che si trovò spinta con violenza contro il muro e sovrastata da un'alta figura. Hermione riuscì giusto a vedere due occhi grigi come il cielo in tempesta, prima di sentire due labbra calde ed esigenti catturare le sue. Il suo corpo fu come attraversato da una piacevole scarica elettrica.
E le riconobbe. Inconfondibili.
- Draco...
Sussurrò, ma il biondo non le consentì di parlare oltre e la imprigionò in un bacio famelico. Le mordicchiò il labbro inferiore in una dolce tortura per poi posarle un lungo bacio sulle labbra. Con una leggera pressione la invitò ad dischiudere la bocca e vi affondò la lingua. E fu come perdersi. Le lingue si intrecciarono più volte e si rincorsero con foga. Hermione gli circondò il collo con le braccia e le dita corsero ad accarezzare i suoi morbidi crini biondi. Draco le fece scivolare una mano sulla schiena e la strinse maggiormente a sé. Continuarono a baciarsi con passione sempre più crescente, poi si staccarono con il fiato corto e le labbra gonfie per i baci.
- Finalmente sono riuscito a salutarti come si deve, Mezzosangue.
Sussurrò Draco quasi sulla sua bocca.
- Tu sei pazzo. Qualcuno avrebbe potuto vederci.
Bisbigliò la ragazza con voce languida.
- Mezzosangue, così mi offendi. Io sono un maestro di discrezione. Sono stato molto attento.-
Disse il biondo con leggera supponenza. Appena terminato di parlare, una voce inaspettata giunse alle orecchie della coppia.
- Talmente attento da non esserti accorto della nostra presenza, Malferret!
Draco ed Hermione sciolsero l'abbraccio e si voltarono di scatto. A pochi metri di distanza vi erano Harry Potter ed Hélène MacKanzie.
- Sfregiato, che cazzo ci fai qui?
Esclamò alterato il Principe di Serpeverde.
- Quello che stai facendo tu!
I due Grifondoro erano vicini ad una vecchia armatura di cavaliere ed Hermione notò che la giovane MacKanzie aveva i capelli un po' arruffati. Per non parlare poi del maglione in disordine di Harry.
- Con tanto posto che c'è in questo castello, ti dovevi fermare proprio qui?
- Malfoy, ti ricordo che noi siamo arrivati prima di te. Semmai sei tu quello di troppo!
Ribatté Harry, raddrizzando sul naso gli occhiali da vista.
Draco lo fulminò indispettito. Stava per rispondere a tono, quando fu interrotto.
- Harry, stavo cercando proprio te. Ho bisogno di parlarti.
Disse Ron Weasley, comparendo nel corridoio, dopo aver svoltato l'angolo. Non indossava più la divisa da Quiddich, ma la solita uniforme scolastica compreso il mantello.
Harry lo fissò con espressione seria. Annuì lentamente, senza però rilassare il volto. Non si era scordato di essere ai ferri corti con il suo migliore amico.
- Harry, io vorrei scusarmi per il mio comportamento.
Draco scioccò la lingua scocciato.
- Bene, io me ne vado. Ci sono troppi Grifondoro in questo corridoio.
- No, resta anche tu Malfoy perché interessa anche te.
Proferì il rosso, rivolto al biondo di Serpeverde. Draco anche se controvoglia, rimase al suo posto, accanto ad Hermione.
- Harry, devo scusarmi con te per aver dubitato delle tue parole. Sono stato molto superficiale e non riuscivo ad accettare l'idea che Malfoy fosse dalla nostra parte. E soprattutto che tu lo difendessi. Poi una persona mi ha fatto aprire gli occhi, spiegandomi cosa è successo ad Hogsmeade e in che situazione si trova Malfoy...-
Draco ed Harry si voltarono nello stesso momento verso Hermione. La giovane, sentendo addosso due occhiatacce accusatorie, tossicchiò e stornò lo sguardo.
- Non sopporto di vedere il nostro rapporto d'amicizia ridotto in pezzi. Mi sono comportato da vero idiota!-
Il Bambino Sopravissuto sorrise all'amico e gli diede una pacca sulle spalle.
- Non ti preoccupare Ron. Amici come prima.
Il rosso annuì felice e guardò l'ultimo erede dei Malfoy.
- Non me ne frega una sega di quello che pensi di me Weasel! Se hai finito di farmi perdere del tempo, io me ne vado.-
E detto questo Draco girò i tacchi e sparì velocemente dietro l'angolo.
Hermione sospirò rassegnata e rivolse uno sguardo comprensivo a Ron.
- Cerca di capirlo Ron. Purtroppo è fatto così. La sua arroganza da Furetto non è semplice da piegare.-
Nello studio di Lestrange Manor un uomo consultava diversi tomi antichi, seduto all'ampia scrivania in mogano. Sul piano dello scrittoio svettavano numerose pile di libri dai nomi più strani ed inquietanti. Erano tutti volumi di Magia Oscura. Un paio di essi erano pieni di appunti scritti sui bordi ormai ingialliti dal tempo.
Rodolphus Lestrange alzò il volto da un tomo che ad Hogwarts sarebbe finito senza dubbio nella sezione libri Proibiti.
Con un'espressione concentrata dipinta sul viso affascinante, puntò la bacchetta davanti a sé e pronunciò un incantesimo di appello. Tre volumi fuoriuscirono dalla file ordinate di scaffali della sua biblioteca personale e atterrarono sulla scrivania. Rodolphus prese il più vicino a lui e iniziò a sfogliare le pagine. Arrivato al punto di suo interesse, tenne il segno con la mano e prese un diario per appunti pieno di note e di calcoli. Aggiunse alcuni commenti su una pagina e cambiò facciata. Eseguì una serie di calcoli a mente e li riportò sul foglio con rapidità impressionante. Ai tempi di Hogwarts era stato un talento naturale in Aritmanzia. E dopo tutto quel tempo, i numeri continuavano a piegarsi al suo volere e ai suoi progetti oscuri.
Sentì la porta alle sue spalle aprirsi. Riconobbe subito il profumo di lavanda e il passo lento di sua moglie. Aspettò che la donna gli fosse accanto e alzò lo sguardo dai suoi calcoli. I suoi occhi neri come la notte si posarono sulla figura provocante di lei. Bellatrix piegò le labbra in un sorriso malvagio, accarezzando con le dita le pergamene e i libri.
- Ti ho portato un calice di vino. Ho appena aperto una bottiglia di "Sangue di Dama". Te la manda Tiger come dono per il tuo ritorno. Viene dai suoi vigneti.-
E gli porse il bicchiere. Rodolphus lo accostò alle labbra e bevve un lungo sorso.
- Adoro il vino Purosangue.
Commentò con approvazione. Con un colpo di bacchetta richiamò un tavolino dal fondo della stanza per posizionarlo accanto allo scrittoio. Vi depositò sopra il calice, tenendolo lontano dai suoi preziosi appunti.
- Come procede il lavoro?
Domandò Bellatrix. Rodolphus le circondò la vita con un braccio e l'attirò a sedere sulle sue ginocchia.
- Molto bene mia cara. Vedrai, questa volta moriranno tutti. E approfitteremo proprio del Ballo del Giglio per attaccare. Sono stati degli incauti a pubblicizzare così tanto quell'evento. Avrebbero dovuto pensare che non solo i buoni leggono i giornali.-
Bisbigliò l'uomo ad un soffio dal collo della moglie. Con la mano prese ad accarezzarle la schiena lasciata scoperta dal vestito scuro che indossava. La scavatura profonda si ricongiungeva appena sopra l'osso sacro.
- E tu ovviamente ti sei documentato molto bene sul Ballo del Giglio.
Sussurrò Bellatrix, godendo delle carezze del marito. Rodolphus intrufolò la mano sotto il tessuto del vestito per scendere ai fianchi torniti.
- Certo. E questo piano sarà impeccabile. Sarebbe dovuta essere la nostra arma segreta per sconfiggere Harry Potter e i suoi leccapiedi, se non fosse stato per quello stupido di Lucius Malfoy. Accantonò la mia idea, sfruttando la maggiore simpatia del nostro Signore Oscuro per lui e lo convinse a tendere un'insulsa trappola al Ministero della Magia.-
Disse l'uomo con risentimento. Bellatrix assottigliò gli occhi per la rabbia.
- Quella trappola che fu fatale per tutti noi! E quel lurido traditore di mio cognato è persino morto, salvando la vita di quella feccia di mio nipote. Ho sempre pensato che mia sorella Narcissa fosse una debole come Andromeda, ma non immaginavo che anche suo marito fosse così spregevole.-
- Vedrai, laveremo con il sangue la colpa dei Malfoy. E sarà il loro ultimo erede a pagare e a soccombere insieme ad Harry Potter e tutta Hogwarts.-
Pronunciò, facendo luccicare i suoi occhi da fanatico. Poi le sue labbra si posarono sul collo della moglie e iniziarono a baciarlo con ardore.
- Rodolphus, hai ben pensato al problema della perdita di energia? Sappiamo entrambi che si tratta di un incantesimo oscuro e pericoloso.-
- Sì. Ho pensato a tutto. Nel momento in cui evocheremo la cupola, ci saranno dei punti del perimetro in cui il contributo di energia sarà maggiore e potrebbe ridurre alla morte chi sta richiamando l'incantesimo. Ho fatto dei calcoli ben precisi a riguardo e se tu ed io ci troveremo in un certo punto, esattamente uno opposto all'altra, non ci accadrà niente.-
Bisbigliò e spostò la cascata di ricci bruni sulla spalla destra della moglie, di modo da poter continuare a baciarle il collo.
Bellatrix mugugnò nel momento in cui la mano libera del marito risalì la gamba sinistra, approfittando dello spacco, e raggiunse il suo interno coscia.
- Chi metterai nei punti in cui verrà risucchiata maggiore energia?
Rodolphus sorrise maligno sulla sua pelle, per tornare poi a dedicarle le sue cure.
- Coloro che sono fuggiti quando il nostro Signore Oscuro è stato sconfitto. Ad esempio Rookwood, Macnair, Dolohov e Rowle.-
- Hai ragione mio caro. Loro meritano una doppia punizione, perché non hanno compiuto il loro dovere con mio nipote Draco.-
Sussurrò e le sfuggì un gemito quando l'uomo toccò la sua intimità con mani esperte. Rodolphus le morse voluttuosamente la spalla e Bellatrix inarcò la schiena. La mano del marito la stava portando al limite del piacere, come solo lui sapeva fare.
La mora si alzò di scatto, si voltò e si sedette a cavalcioni sull'uomo.
- Adesso va meglio. Adoro guardare i tuoi lineamenti seducenti.
Proferì Bellatrix, poi lo baciò. Le lingue si rincorsero fameliche, mentre le mani di entrambi si prodigavano in carezze sensuali e bollenti. La donna gli sbottonò la camicia e glie la fece scivolare dalle spalle. Percorse l'ampio petto e le spalle con desiderio, muovendo il bacino in una muta tortura dei sensi. Rodolphus la liberò dal suo abito provocante, mentre lei si accingeva ad aprirgli la cintura e i pantaloni. E in pochi attimi si lasciarono consumare dalla passione, unendosi in un amplesso felino.
Fuori la sera era calata da un'ora. Febbraio volgeva ormai al termine, lasciandosi alle spalle i mesi di nevicate intense. Hermione Granger raggiunse la porta della Sala Docenti, camminando al fianco di Draco Malfoy.
Entrambi vestivano le uniformi scolastiche, anche se l'orario delle lezioni era terminato da tempo. Hermione arrivò di fronte all'uscio e bussò.
- Mi auguro che questa cazzata finisca in fretta.
Borbottò Draco con la sua solita finezza.
- Avanti.
Sentirono pronunciare da dentro, riconoscendo subito la voce del preside Silente.
Hermione abbassò la maniglia ed aprì la porta. Quando furono entrati, la Grifondoro si guardò attorno curiosa. Al posto delle solite scrivanie dei docenti vi era uno spazio vuoto, mentre sul fondo della sala vi era un lungo banco dietro cui erano seduti tutti i professori. Poco lontano vi era un tavolo su cui era appoggiato un grammofono molto grande. Silente aveva preso posto al centro del banco degli insegnati e li guadava con un sorriso bonario. Accanto a lui un meraviglioso giglio bianco, il cui gambo era immerso in un vaso di vetro. Lo accarezzò delicatamente e tornò a guardare i due ragazzi.
- Prego, ragazzi, venite avanti. Come ben sapete oggi testeremo la vostra preparazione in vista del Ballo del Giglio.-
Hermione annuì con il cuore in gola per l'agitazione.
- Mezzosangue, sta calma.
Bisbigliò Draco perché solo lei sentisse. La Grifondoro prese un bel respiro e cercò di rilassarsi.
- Non dovete vedere questo momento come un esame. Sentitevi liberi di ballare come sapete fare e lasciatevi trasportare dalle note della musica.-
Piton, che sedeva accanto a Silente, a quelle parole per poco non vomitò sul tavolo. La McGranitt invece rivolse un sorriso rassicurante ai suoi alunni e con un colpo di bacchetta fece partire la musica.
Draco si mise di fronte ad Hermione e cercò di calmarla con lo sguardo. Le prese la mano nella sua e posizionò la destra appena sotto la sua scapola.
- Non pensare a nulla e lasciati guidare.
Le sussurrò il biondo con dolcezza e le imprigionò gli occhi nei suoi. Poi con un leggero movimento del bacino, introdusse il giro ed Hermione lo seguì. Ed iniziarono a descrivere figure armoniose sulla pista da ballo mentre i professori li osservavano colpiti.
Il preside Silente sorrise entusiasta. La magia del Ballo del Giglio aveva fatto il suo dovere. La complicità che si percepiva fra la coppia era ammirevole. Non sembrava neanche possibile che fino a quasi sei mesi prima quei due giovani si insultavano e disprezzavano a vicenda. Mentre ora erano lì, a ballare un valzer inglese, completamente dimentichi dei presenti. Si guardavano negli occhi con un'intensità disarmante e danzavano come fossero stati un'unica cosa.
La musica terminò e la Regina di Grifondoro e il Re di Serpeverde si fermarono.
Un applauso spontaneo nacque dal tavolo degli insegnanti e li ridestò dalla loro alchimia di sguardi. Sciolsero la postura di ballo e si voltarono verso il corpo docenti.
Silente batteva le mani con entusiasmo e parlò per tutti i presenti.
- Bravi. Una danza meravigliosa. Draco, sei stato un ottimo insegnante per Hermione. Avete ballato con grande armonia. Sono sicuro che farete una bellissima figura il giorno del Ballo del Giglio. Avete tutta la nostra approvazione.-
Hermione arrossì lievemente e ringraziò, mentre Draco si limitò a sbuffare annoiato.
- Potete andare.
E i due Caposcuola salutarono e uscirono dalla stanza.
In pochi minuti tutti i docenti si alzarono da posto e tornarono alle loro abituali occupazioni. Nella sala professori rimasero soltanto il preside Silente e la McGranitt.
Quando anche Severus Piton si chiuse la porta alle spalle, la donna parlò.
- Devo riconoscere di aver sbagliato Albus. Tu ci avevi visto giusto fin dall'inizio. Ancora non mi sembra vero che il signor Malfoy e la signorina Granger abbiano superato la prova.-
Silente le rivolse un sorriso mesto e accarezzò con tenerezza il giglio bianco.
- Vedi, Minerva, son convinto che ognuno di noi nasca per tracciare un preciso percorso nella sua vita. E al contrario di suo padre, Draco non è venuto al mondo per seguire le orme del male. -
Disse il preside, mettendosi comodo sulla sedia.
- Fin dal primo giorno ho percepito nei suoi occhi una grande solitudine e un bisogno disperato di affetto. Draco si è sempre atteggiato a persona razzista e indifferente, quando in realtà la sua era una maschera per proteggere sé stesso. Poi è arrivata lei, Hermione, che gli ha tenuto testa fin dal primo incontro. Quei due erano destinati ad incontrarsi e ad amarsi, Minerva. Proprio per dimostrare al mondo intero che non esistono distinzioni tra Purosangue e Mezzosangue.-
La professoressa McGranitt sorrise di rimando.
- Ora che siamo soli, puoi dirmelo Albus. Che genere di prova hai sottoposto ai ragazzi? Non penserai certo di fregare proprio me!-
Silente spalancò i suoi limpidi occhi azzurri e proruppe in una risata divertita.
- Certo che no, Minerva. Tu mi conosci troppo bene! Si tratta della prova tradizionale nata con lo stesso Ballo. Vedi questo meraviglioso giglio? È stato lui il giudice della prova.-
La professoressa di Trasfigurazione aggrottò la fronte, accentuando le rughe.
- Che significa?
- Semplice. Il giglio che è in questo vaso ha una proprietà particolare. Viene da una speciale serra che vanta centenari di tradizione e nasce proprio allo scopo di verificare che vi sia sintonia fra il Re e la Regina del Ballo.-
- Interessante.
Commentò la donna, accarezzando con lo sguardo il bel fiore.
- Sì, infatti. Prima di iniziare la prova, io ho tracciato un cerchio invisibile sul pavimento con un incantesimo non verbale. Il giglio testa l'affinità fra la coppia di studenti che sta ballando all'interno del perimetro. Se i sentimenti sono positivi e c'è intesa, il fiore mantiene le sue sembianze naturali, mentre se vi è discordanza e disprezzo fra i due, il giglio appassisce fino a rinsecchirsi.-
Proferì il vecchio mago. La McGranitt annuì e pensò ai due ragazzi.
- Sta succedendo di nuovo, Minerva. Dopo cinquant'anni il Ballo del Giglio è tornato con la sua magia ed è nato l'amore fra due persone così diverse e opposte. E questo è forse il momento più opportuno, per dare speranza al futuro di questo mondo tormentato.-
Terminò Silente. Si alzò dal tavolo e prese il vaso di vetro in mano. Il giglio ondeggiò al cambio di inclinazione, spandendo il suo dolce profumo nell'aria.
- E fra due settimane Diana Rowanely e Alexander MacKanzie torneranno a varcare i nostri cancelli, la Purosangue e il Mezzosangue che fecero scandalo per la loro unione.-
Disse la professoressa di Trasfigurazione. Silente assentì con il capo ed estrasse la bacchetta. Con un semplice incantesimo restituì alla stanza il suo aspetto abituale.
La McGranitt si avvicinò all'uscita e attese che il preside la raggiungesse. Silente batté le mani, spegnendo tutte le luci. Prese l'anziana donna a braccetto e si chiusero la porta alle spalle.
Heilà Ciao tutti
Scusate se non ho aggiornato martedì ma la mia connessione faceva schifo e non ho potuto. Spero di farmi perdonare oggiornando oggi e sabato.
Dunque manca veramente poco al capitolo del ballo del Giglio. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi piace.
alla prossima
Bacioniiiii
Grace
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