Capitolo 13 - Baci di natale
La professoressa Minerva McGranitt osservò i suoi alunni del settimo anno con aria severa. Per quell'ultima lezione dell'anno di Trasfigurazione, aveva richiesto la presenza delle quattro Case. La stanza abituale era stata allargata di modo da contenere tutti quegli studenti. Fuori dall'alta finestra in stile gotico, il sole creava spettacolari giochi di luce, riflettendosi sulla neve adagiata un po' ovunque.
- Fra pochi minuti la lezione sarà finita ed inizieranno ufficialmente le vacanze di Natale. A tale proposito ci tengo a ricordarvi che continuerete ad essere studenti di Hogwarts anche fuori da queste mura, perciò vi invito a mantenere un comportamento consono all'educazione ricevuta a scuola. -
E li trapassò tutti con lo sguardo, facendo sentire ognuno di loro un potenziale colpevole di malefatte. Si sistemò gli occhiali sul naso e quando fu soddisfatta delle espressioni attente dei suoi studenti, rilassò il volto.
- Per il resto auguro un Buon Natale a voi e alle vostre famiglie. Utilizzate queste due settimane di vacanze per riposare senza però trascurare gli studi.-
E detto ciò li accomiatò. Gli studenti si alzarono in piedi in un gran brusio con il sottofondo tipico di sedie spostate.
Hermione Granger si avviò alla porta con Ron ed Harry al fianco. Il rosso di casa Weasley stava raccontando le ultime novità sul fratello Charlie, quando fu distratto dal passaggio di Malfoy e di Blaise, che gli avevano tagliato la strada senza troppe cerimonie.
- Ehi, Malfoy! Guarda dove cammini.
Esclamò Ron con disappunto. Il biondo Serpeverde si fermò e si volse verso il ragazzo.
- Weasel non ho tempo da perdere con uno straccione come te.
- Come osi!
Proruppe il rosso, scattando in avanti per la frustrazione. Ma una presa salda sul suo braccio lo trattenne dall'attaccar briga con Malfoy.
- Lascia perdere Ron. Andiamo.
Disse Harry Potter, imprimendo maggior forza alla mano. Ron lo fissò incredulo.
- Parli sul serio o sei sotto imperius?
- Harry ha ragione Ron, è meglio lasciar stare.
Aggiunse Hermione che gli era accanto. Ron passò lo sguardo tra i due amici allibito. Prima di poter dire qualcosa, la voce della McGranitt catturò la loro attenzione.
- Signor Malfoy e signorina Granger, ho bisogno di parlare con voi. Vi aspetto nel mio studio.-
I due Caposcuola si scambiarono un rapido sguardo interrogativo. L'espressione di Hermione sembrava quasi dire "Che cosa vuole ancora da noi?" e quella di Draco "Non chiederlo a me. Sei tu la cocca della Befana."
- Dobbiamo andare. Harry, Ron, ci vediamo dopo in Sala Comune.
Harry le rivolse un sorriso, annuendo con il capo mentre Ron continuava a fissare i Caposcuola con sguardo sconcertato. I due in questione scomparvero dietro la porta dell'aula e a quel punto Ron non seppe più trattenersi.
- Mi spieghi che cazzo sta succedendo?
- A cosa ti riferisci?
Gli chiese il moro, non capendo dove volesse andare a parare.
- Ovvio sto parlando di Malfoy!
Esclamò Ron, enfatizzando le parole con ampi gesti della mani. Harry gli restituì un'occhiata perplessa.
- Per quale diavolo di ragione tu ed Hermione avete iniziato a difenderlo?
- Io non sto difendendo nessuno. Ho pensato che fosse meglio non reagire alla provocazione perché c'era la McGranitt in aula.-
Rispose Harry e si mise in cammino verso l'uscita.
- Non me la racconti giusta! C'è dell'altro e tu me lo stai nascondendo.
- Ron stai diventando paranoico.
- Va bene. Non vuoi dirmelo. Cosa mi dici di Hermione? Non ti preoccupa che lei stia passando più tempo con quella Serpe Maledetta che con il suo ragazzo?-
Domandò Ron scandalizzato. Harry si fermò per guardare l'amico. Erano arrivati in corridoio e uno sciamare continuo di studenti lo stava attraversando per tutti le direzioni.
- Herm e Corner non stanno più insieme da due settimane Ron.
Per poco la mascella del rosso non toccò terra per lo stupore.
- Che cosa? Non me ne ero accorto! E tu come lo sai?
Harry stava per rispondergli che era abbastanza evidente, visto che Corner non si faceva più vedere al fianco di Hermione da una quindicina di giorni, ma fu distratto da una persona che stava arrivando dietro alle spalle di Ron.
- Salut! Cosa ci fate qui ragazzi?
Domandò una voce familiare dal leggero accento francese.
- Ciao Hélène. Hai finito le lezioni?
Chiese il moro, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Ron sbuffò. Ogni volta che la giovane MacKanzie era nei paraggi, il volto di Harry si illuminava per la gioia. Diventava un fantoccio tutto gentilezze e moine e al rosso mancava poco che venisse da vomitare per lo schifo. Per fortuna accanto ad Hélène comparve Ginny che riuscì a spezzare in parte l'aria da cretino innamorato che Harry aveva dipinto in volto.
- Ciao a tutti. Hermione non è con voi?
Harry scosse la testa in risposta a Ginny.
- È stata chiamata a colloquio dalla McGranitt insieme a Malfoy.
- Molto bene!
Rispose soddisfatta la rossa. Il fratello maggiore la fissò perplesso. Ginny si accorse della sua espressione smarrita e decise di illuminarlo.
- Vedi Ron, dato che le mie previsioni su lei e Michael si sono rivelate esatte, non posso che fare il tifo per Malfoy, sperando che quei due riescano a trovare un piano di intesa.-
- Impossibile Ginny. Lei e Malfoy sono come il giorno e la notte. Due mondi completamente diversi. Adesso li vedi vicini solo perché sono costretti a lavorare al Ballo, ma una volta finita questa storia, vedrai che riprenderanno ad insultarsi e a tenersi a distanza di sicurezza.-
Intervenne Harry, spiegando la sua tesi con convinzione.
- Non sono della tua stessa idea Harry. Questa cosa la dissi una volta proprio ad Hermione a adesso la ripeto anche a te: "Tu pensi che sia impossibile far incontrare il giorno e la notte e invece io ti dico che ti sbagli. Si incontrano tutti i giorni all'alba e al tramonto e anche se per pochi minuti, in quegli attimi sono una cosa sola."-
- È molto saggio. Davvero un'osservazione bella e romantica.
Disse Hélène, che era rimasta piacevolmente colpita dal discorso dell'amica.
Ron scosse la testa infastidito.
- Non capisco come possiate pensare che uno come Malfoy voglia far coppia con qualche ragazza. A lui interessa solo scoparsele tutte e quando verrà il momento si sposerà con una Purosangue della sua risma e avrà tanti figli Mangiamorte e razzisti come lui. Fine della storia. -
- Adesso stai esagerando Ron. Malfoy non è un Mangiamorte.
Sentire quelle parole uscire dalla bocca del suo migliore amico, fu come riceve uno schiaffo in pieno volto.
- Ecco! Lo stai facendo di nuovo! Hai preso le parti di Malfoy.
- Ho solo detto la verità. Se Silente non dubita di lui, perché dovremmo farlo noi? Ti sembra che abbia fatto qualcosa di male in questi mesi?-
Disse Harry, guardando l'amico dritto negli occhi.
- No. Ma questo non significa che sia degno di fiducia. Potrebbe colpirci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo. Mi stupisco che proprio tu ti sia fatto convincere.-
Il Bambino Sopravissuto non gradì affatto quella risposta e serrò la mascella per il disappunto. L'aria tra i due ragazzi si fece un po' tesa e Ginny decise di intervenire per calmare gli animi.
- Ragazzi, chi se ne importa di Malfoy. Domani è la vigilia e a Natale dobbiamo essere tutti più buoni. Perciò Ron, da bravo fratello maggiore, vieni con me e aiutami a trasportare il mio baule.-
E prese a braccetto il rosso con determinazione. Ron sbuffò e con riluttanza abbandonò il sentiero di guerra. Si rivolse alla sorella e commentò.
- Perché voi donne non riuscite ad accontentarvi di un paio di cose, invece di portarvi dietro l'intero baule di vestiti?-
I due Weasley presero il corridoio alla loro destra e sparirono in mezzo a quell'andirivieni di studenti. Harry sospirò e scosse leggermente il capo.
- Hélène, che ne diresti di fare un paio di tiri a Quiddich?
La ragazza lo scrutò con i suoi occhi verdi acqua e gli sorrise in risposta.
- Non sapevo che fossi così masochista. Ti diverti tanto a farti battere?
Harry spalancò gli occhi indignato.
- Che cosa? Adesso ti faccio vedere io!
E Hélène rise divertita e si diede alla fuga, inseguita da un Harry Potter fintamente offeso.
Draco Malfoy superò i cancelli di Hogwarts e salì sulla carrozza che lo attendeva. L'interno mostrava l'eleganza e la ricchezza tipica della sua famiglia. I sedili ben rifiniti in materiali pregiati e le pareti decorate ad arazzo. Con un incantesimo riscaldò l'interno e si accomodò a sedere. Lasciò vagare lo sguardo oltre il finestrino senza pensare a nulla in particolare. Percorse con la vista i profili del Castello. Le grandi arcate con mura alte e svettanti contornate da torri e torrette e la neve che lo avvolgeva come una candida sciarpa. Senza rendersene conto, si trovò a pensare a quel che era accaduto un paio di ore prima, quando era stato convocato dalla McGranitt con la Mezzosangue.
Al solito la professoressa di Trasfigurazioni li aveva fatti accomodare su quelle scomode sedie che minavano alla salute della sua nobile schiena. .
- Ho una domanda da porvi che è di assoluta importanza per il Ballo del Giglio.
Aveva iniziato, passando lo sguardo dall'uno all'altra.
- Come ben sapete, la tradizione vuole che il Re e la Regina del Ballo aprano le danze davanti all'intera scuola. -
Draco a quel punto aveva lanciato uno sguardo ad Hermione e l'aveva vista impallidire. Aveva capito che la Granger era turbata dall'idea di ballare davanti a tutti quanti. Ormai la conosceva a sufficienza per intuire quanto la sua mania di perfezione fosse stata messa a dura prova.
- So che il signor Malfoy è un ottimo ballerino. Ha dato dimostrazione della sua bravura in diverse occasioni, ma lei signorina Granger, temo che non sia molto ferrata in materia. E capirà che per la buona riuscita dell'evento e necessario provvedere a questa mancanza.-
Una frase memorabile che Draco avrebbe sempre ricordato ad Hermione negli anni a venire, ma questo i due giovani ancora non lo sapevano.
In quel momento il ragazzo, se non fosse stato per la sua fama di Principe di Serpeverde, avrebbe voluto ridere in faccia alla McGranitt. Si limitò invece ad un ghigno divertito, godendosi le gradazioni di rosso sempre più intense passare sul volto della Mezzosangue.
- Scusi se la interrompo professoressa, ma vorrei informarla che io e Malfoy abbiamo già affrontato la questione e attualmente ci esercitiamo insieme per migliorare le mie capacità.-
La McGranitt si era schiarita la voce con imbarazzo, sentendo la risposta affettata della sua studentessa preferita.
- Molto bene. Perciò non mi resta molto altro da aggiungere.
La Granger aveva annuito, tornando ad un colorito più naturale.
- Al fine di valutare a pieno la vostra armonia nel danzare insieme, il preside Silente ha stabilito che a fine Febbraio, in una data ancora da definire, sarete convocati per ballare di fronte a noi insegnanti. Spero che per quel giorno saprete dimostrare la vostra abilità di coppia, conquistandovi l'approvazione di tutti.-
La McGranitt si era poi dilungata per una decina di minuti, continuando a ribadire l'importanza della sintonia fra i due ballerini e altri concetti che lo stesso Draco aveva illustrato alla Mezzosangue durante le loro prove di ballo. Infine li aveva congedati, augurando nuovamente Buon Natale ad entrambi.
Una volta soli, la Granger aveva iniziato a sbuffare come una teiera.
- Non ci posso credere! Mi ha messa davvero in imbarazzo sottolineando molto esplicitamente quanto sono negata per le danze classiche. Non me lo sarei mai aspettata dalla McGranitt! -
Draco aveva ghignato divertito, beccandosi uno sguardo tagliente dalla ragazza.
- E non ti ci mettere anche tu!
- Calma Mezzosangue. La vecchia Befana voleva essere sicura che tu non facessi una brutta figura davanti a tutti. -
- Io non posso permettermi di fare delle figuracce! Vi siete forse dimenticati che io sono Hermione Granger? Per Merlino!-
E il ragazzo l'aveva osservata con interesse. Gli occhi ambrati erano animati da frustrazione e Draco si era trovato a pensare quanto fosse attraente quando era arrabbiata. I capelli ricci ondeggiavano armoniosi ad ogni suo movimento e l'uniforme la fasciava alla perfezione. Il suo sguardo l'aveva accarezzata per tutto il corpo e si era soffermato sulle belle gambe che erano insolitamente inguainate in un paio di collant. Quel particolare aveva finito per intrigarlo in maniera inspiegabile, così aveva agito d'impulso. L'aveva spinta contro il muro e si era avvicinato al suo volto.
- Io non ho dimenticato chi sei.
La ragazza lo aveva fissato senza fiatare e Draco a quel punto l'aveva baciata. Aveva catturato le sue labbra con l'intento di staccarsi subito dopo, ma poi si era sentito sempre più attratto da quella morbidezza, da non riuscire a fermarsi. Le aveva passato la lingua sul labbro superiore, con studiato languore e la ragazza non aveva saputo resistergli. Aveva dischiuso la bocca, lasciandogli libero accesso. Così si erano scambiati un bacio profondo e infuocato, risvegliando in entrambi un irrazionale desiderio. Lei gli aveva passato le braccia intorno al collo, affondando le dita in quei capelli di seta e Draco l'aveva spinta di più contro il muro, facendo aderire il suo corpo a quello di lei. L'aveva sentita fremere per il contatto e aveva continuato a baciarla, fino a toglierle il fiato. Poi, lentamente avevano aperto gli occhi e si erano fissati a lungo, prigionieri dei reciproci sguardi.
- Buon Natale Hermione.
Le aveva sussurrato Draco ad un soffio dalle sue labbra, poggiando la fronte contro la sua. Poi si era staccato da lei, l'aveva osservata a lungo per poi allontanarsi. Si era incamminato, senza aggiungere nessun altra parola. Quando stava per voltare l'angolo, la voce di Hermione gli era giunta alle orecchie ben chiara.
- Buon Natale anche a te Draco.
E un sorriso sincero si era dipinto sulle sue labbra.
La Sala Grande era magnifica la notte della Vigilia. Il soffitto trapuntato di stelle si alternava a tratti a delle nevicate magiche, lasciando i presenti piacevolmente colpiti.
Le quattro tavolate tradizionali erano scomparse. Al centro della sala vi era un unico tavolo ovale attorno al quale erano seduti professori e alunni. Tutti insieme come in una grande famiglia e senza distinzione di Casa.
Hélène MacKanzie sorrise radiosa guardandosi attorno. Alla sua destra sedeva Harry Potter, con la sua pettinatura domata dal gel, che aveva fatto innamorare stuoli di ragazze. A sinistra il mezzo-gigante Hagrid, che con la sua mole occupava lo spazio di quattro persone. Di fronte a lei, il buon vecchio preside Silente le sorrise da sopra i suoi occhiali a mezza luna.
- Che cosa ne dici Hélène? Ti piace Hogwarts a Natale?
Domandò Hermione Granger, seduta accanto ad Harry. Quella sera i suoi ricci erano raccolti per metà sulla nuca, mentre il resto di loro ricadeva in una cascata di boccoli sulla schiena.
- È molto bella. Sono rimasta senza parole.
Rispose Hélène con sincerità.
- Scommetto che l'Albero di Natale ti è piaciuto.
Disse Colin Canon, seduto al lato opposto del tavolo. Nonostante fosse coetaneo di Hélène, il tempo non sembrava essere passato per lui e conservava ancora i tratti e le espressioni di un bambino.
- Sì, è davvero unico! Non avevo mai visto un abete incantato porgere i regali di persona, facendo anche l'inchino. -
- Di certo è molto suggestivo però se non si è abbastanza veloci a spostarsi, si finisce coperti di aghi dalla testa ai piedi.-
La neo Grifondoro scoppiò a ridere, immaginandosi la scena.
Harry la osservò rapito. Hélène era davvero bellissima. I capelli castani e lisci ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi verdi acqua erano leggermente truccati da un filo di matita. Indossava in maniera elegante un vestito bordeaux in lanina e una vistosa collana Babbana scendeva fino a metà petto, nascondendo in parte la scollatura generosa.
Il Bambino Sopravissuto distolse lo sguardo dal decolté della sua Cacciatrice rosso di imbarazzo. Si accusò mentalmente di essere un porco. Fin dal suo ingresso in Sala Grande, Hélène aveva messo a dura prova gli ormoni di Harry, che aveva cercato di pensare ad altro per evitar di fare spiacevoli figuracce in pubblico.
- Ragazzi, vi propongo un brindisi.
Disse il preside Silente, richiamando l'attenzione di tutti. Professori e studenti lo guardarono, levando i calici quasi in contemporanea.
Il vecchio uomo sorrise bonario a tutti quanti, facendo rilucere quei bellissimi occhi cerulei. La barba bianca folta e ben curata lo faceva sembrare un vero Santa Claus.
- È una gioia vedervi seduti qui a tavola, sapendo che i tempi duri di Guerra e sofferenze sono ormai un capitolo chiuso. -
A quel discorso Hermione sentì una leggera stretta al cuore e vide Harry sbattere gli occhi in fretta. Sia lei che il Bambino Sopravissuto erano a conoscenza di un paio di fatti che sembravano dimostrare il contrario. La ragazza si stupì di come il preside Silente fosse ancora all'oscuro di tutto. O forse era una finzione.
- Siete tutti giovani e con un futuro fiorente davanti a voi. Avete visto e appreso cose che difficilmente avreste imparato in altre circostanze, ma proprio queste esperienze vi hanno permesso di maturare con maggiori consapevolezze. Senza troppo indorare la pillola, termino qui il mio discorso e auguro a tutti voi un Buon Natale!-
E tutti brindarono insieme, facendo tintinnare fra loro i calici.
Come se avessero aspettato quel gesto, decine di piatti e vassoi carichi di pietanze comparvero sul tavolo tra lo stupore ammirato dei presenti.
Draco Malfoy si domandò per quale ragione aveva accettato di raggiungere sua madre e sua zia Andromeda in Yorkshire. E soprattutto per quale motivo non aveva considerato che avrebbero potuto esserci anche sua cugina Ninfadora e il professor Lupin.
- Allora Draco, come procede l'organizzazione del Ballo del Giglio?
Gli chiese sua cugina, che quella sera aveva dei capelli rosso fuoco in tono con il Natale.
Draco alzò i suoi occhi color ghiaccio dal piatto e rispose scocciato.
- Bene.
- Dora mi ha spiegato che sarai il Re del Ballo insieme ad Hermione Granger.
Intervenne Narcissa Malfoy, bella e altera come il figlio.
- Sì, madre, è così. Dovremo aprire le danze insieme.
- Toglimi una curiosità Draco, come se la cava Hermione a danzare? È davvero perfetta in tutto o anche lei ha un tallone d'Achille? -
Chiese Lupin scherzoso, facendo l'occhiolino al giovane Malfoy. Draco ghignò leggermente e bevve un sorso di vino rosso dal suo calice.
- Anche la So-tutto-io Granger ha un punto debole. Il ballo classico non è il suo forte.
Remus si concesse una risata divertita, mentre Tonks lo fulminava in disaccordo.
- Non mi sembra carino burlarsi di una persona che non è presente e non può difendersi. Non è corretto.-
- Stiamo parlando di Hermione, cugina. Lei si sa difendere benissimo da ogni accusa.
A nessuno dei presenti sfuggì il nome di battesimo della Caposcuola di Grifondoro, ma ognuno fece finta di non aver sentito. Narcissa però non poté impedirsi di scrutare il figlio con attenzione e per la prima volta si accorse di una luce diversa nei suoi occhi. Non era più una statua di ghiaccio insensibile ad ogni emozione, ma si mostrava finalmente come una persona in grado di provare dei sentimenti. E così quel cambiamento che era in atto in suo figlio, era merito della Mezzosangue amichetta di Harry Potter. Di certo non si sarebbe mai immaginata che Draco un giorno perdesse la testa per una sangue sporco.
"Al cuor non si comanda", pensò Narcissa fra sé. Ed era la verità. Anche lei lo aveva provato sulla propria pelle. Si era innamorata perdutamente di suo marito Lucius fin dal primo giorno in cui l'aveva visto. L'aveva sposato per amore e l'aveva sempre appoggiato in ogni sua scelta fino all'ultimo giorno. E suo marito era morto da eroe, salvando Draco, il loro unico figlio ed erede, pur sapendo che aveva tradito l'Oscuro Signore, a cui Lucius aveva dedicato la sua vita.
- Figlio, ti dispiacerebbe versarmi un po' di vino?
Draco annuì con il capo e con estrema eleganza riempì il bicchiere della madre. Vestiva in maniera impeccabile. Una camicia grigio cenere e un paio di pantaloni neri di alta sartoria.
L'anello dei Malfoy scintillava all'anulare destro. Harry Potter glie lo aveva restituito un paio di giorni prima, senza fare commenti o frecciate.
Il pendolo suonò la mezzanotte. Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks sedevano al tavolo già sparecchiato, conversando di tempi passati, mentre Remus Lupin e Ninfadora Tonks scartavano ammirati i regali per il loro futuro bambino. Draco era seduto su una poltrona accanto al camino con un bicchiere di Whiskey Incendiario in mano. Fissando il suo sguardo fra le fiamme, si chiese cosa stesse facendo lei. Hermione Granger. La donna che tormentava i suoi pensieri giorno e notte. La Mezzosangue dagli occhi dorati che bramava da troppi giorni.
La immaginò ad Hogwarts in sala Grande, intenta ad aprire i regali dei suoi amici. Rievocò la sua espressione dolce e spensierata, il gesto involontario di spostare dei riccioli ribelli dietro alle orecchie, il suo modo di stringere il labbro inferiore fra i denti per la concentrazione. Voleva vederla. Accarezzare il suo volto e perdersi nella morbidezza delle sue labbra. Quelle labbra che lo facevano impazzire ogni volta che le assaggiava. La voleva stringere fra le sue braccia e possederla. Voleva farla sua e sapeva che un giorno ci sarebbe riuscito. L'attrazione fisica tra loro era quasi palpabile. Ma a differenza di tempo prima, si trovò a pensare che non voleva cederla a nessuno dopo averla avuta. Sarebbe stata solo la sua Mezzosangue. E di nessun altro.
Harry Potter sorrise ad Hermione Granger, mentre la vedeva scartare il suo regalo di Natale. La Sala Comune era popolata da una decina di Grifondoro e la mezzanotte era passata da pochi minuti. Hermione ed Hélène sedevano sul tappeto di fronte al camino ed erano circondate da pacchi avvolti in carta colorata. Harry le osservava ben comodo sulla sua poltrona preferita. La riccia strappò via gli ultimi pezzi di carta che ancora celavano il regalo e proruppe in un esclamazione di gioia.
- Harry! Non dovevi... come hai fatto a trovarlo?
E balzò in piedi. Lo abbracciò di slancio felice come una pasqua. Tornò a sedersi in terra, stringendo fra le mani un grosso libro. Lo aveva già letto, ma aveva sempre desiderato possedere una copia originale del manoscritto. Si trattava della Divina Commedia di Dante Alighieri. Aprì il libro con mano tremante e lesse ciò che il suo occhio esperto aveva già intuito.
- Questa è l'edizione a stampa del 1555 a cura di Ludovico Dolce. Harry, ma è introvabile. È un pezzo da collezione.-
Il Bambino Sopravissuto le rivolse un sorriso enigmatico.
- Ho le mie conoscenze al Ministero della Magia.
Hélène MacKanzie sbirciò il libro da sopra la spalla di Hermione. Anche lei era appassionata di lettura, ma mai al livello della Caposcuola di Grifondoro. Aveva sentito parlare di quel tizio italiano e dei suoi viaggi malati attraverso l'inferno, il purgatorio e il paradiso. A Beauxbatons aveva persino visto una copia depositata nella biblioteca, ma non si era nemmeno avvicinata per leggerne la trama. Si trattava di un genere che proprio non la attirava.
Hermione posò a terra il libro con riverenza poi prese un pacchetto alla sua destra e lo allungò al Bambino Sopravissuto.
- Questo è il mio regalo, spero che ti piaccia.
Harry lo prese e lo scartò in pochi attimi. Si trattava di un paio di parastinchi in pelle di drago di ultima generazione. Hélène li fissò con ammirazione mentre il moro sorrideva entusiasta.
- Hermione sono fantastici! Grazie, ne avevo proprio bisogno.
La riccia gli sorrise di rimando e fu il turno di Hélène di scartare il regalo di Hermione e viceversa. Mezz'ora dopo, erano rimasti solo loro tre in Sala Comune. Hermione decise di salutare i due amici e si ritirò nella sua camera da Caposcuola, facendo levitare accanto a sé i suoi regali.
Rimasti soli, tra i due calò il silenzio. Hélène guardò Harry un po' in imbarazzo senza saper bene cosa fare. Il Bambino Sopravissuto le rivolse un sorriso impacciato poi si decise ad agire. Si alzò in piedi e la ragazza fece lo stesso. Harry estrasse dalla tasca dei pantaloni un piccolo pacchetto e lo porse ad Hélène.
- Questo è per te. Aspettavo che fossimo soli per dartelo.
Hélène arrossì leggermente e fece comparire un pacchetto sulla sua mano.
- E questo è il tuo regalo di Natale.
I due giovani si scambiarono i pacchetti e li scartarono in silenzio. Hélène spalancò gli occhi quando aprì la scatoletta e vi trovò un braccialetto in oro rosso. Alzò lo sguardo e incrociò un'espressione identica alla sua. Anche Harry aveva ricevuto un bracciale però in oro bianco. Entrambi identici, differivano solo per il colore. Le maglie larghe senza decorazioni pacchiane e un unico ciondolo che pendeva a metà. Si trattava di una lettera. La H.
H come Harry ed Hélène.
- Sai, ho pensato che fosse carino visto che è l'iniziale del tuo nome...
Si giustificò il Bambino Sopravissuto. Hélène gli sorrise.
- Ti dispiacerebbe aiutarmi a indossarlo?
Il ragazzo annuì e glie lo allacciò al polso. La giovane prese il bracciale che aveva regalato a lui e compì lo stesso gesto.
- Io invece l'ho comprato perché sono le nostre iniziali. Il mio nome e il tuo in una lettera sola.-
Gli disse con sincerità, guardandolo fisso in quegli occhi verde smeraldo.
Harry sentì un piacevole calore al cuore e le strinse la mano che aveva indugiato sul suo polso. La osservò rapito. Era bellissima. Si avvicinò lentamente al suo volto, continuando a fissare quegli occhi meraviglioso. Poi in un attimo accadde. La baciò e mai una cosa gli era parsa più giusta. Baciò con dolcezza le sue labbra tenere e si staccò dopo un tempo che gli sembrò infinito.
- Temevo che non l'avresti mai fatto.
Gli sussurrò Hélène ad un soffio dalla sua bocca. Allungò una mano ad accarezzargli il volto virile. Percorse il profilo della guancia fino alla mandibola. Harry socchiuse gli occhi, beandosi di quel tocco leggero e delicato. Le dita di lei passarono sulle sue labbra, saggiandone la morbidezza così in contrasto con la ruvidità mascolina della sua pelle. Harry le prese la mano nella sua e le baciò la punta delle dita. A quel punto Hélène non seppe trattenersi e gli catturò le labbra in un bacio. All'inizio fu delicato poi, man mano che i due iniziarono a prendere confidenza, si fece più esigente e in pochi attimi si trovarono a dischiudere le labbra, insinuando le proprie lingue in modo da farle incontrare. Hélène gli allacciò le braccia al collo, rispondendo al bacio con passione ed Harry sentì la propria eccitazione crescere prepotente. Senza poterselo impedire, iniziò a percorrere la gamba di lei avvolta nei collant con movimenti sinuosi. Accarezzò i suoi fianchi per tornare a scendere fino alla coscia, in un gesto quasi ipnotico.
Hélène si sentì percorrere da brividi di passione e si scoprì a volere di più. Si staccò dalla bocca di lui e iniziò a baciargli il collo, scendendo fino alla clavicola. Harry a quel punto perse il controllo e prese nuovamente possesso della sua bocca, intrufolando subito la sua lingua. Con gesti lenti e misurati abbassò la scollatura del suo vestito sulla spalla e vi depose una scia di piccoli baci per poi tornare a torturarle le labbra. La voleva. Sentiva il desiderio spingere urgente contro i suoi pantaloni e si fece più audace. Percorse la sua gamba fino al bordo del vestito e fece scivolare la mano al di sotto, ma un ultimo sprazzo di lucidità lo fece rinsavire, staccandosi d'improvviso da lei.
- Scusa. Non avrei dovuto. Sono un porco.
Ma Hélène lo guardò con un espressione risoluta in volto.
- Non ti fermare, ti prego. Anche io lo voglio.
E in punta di piedi si avvicinò al suo volto. Lo baciò senza lasciargli il tempo di protestare e a quel punto Harry si abbandonò all'istinto. La sollevò da terra, prendendola in braccio e percorse in pochi passi la strada che lo separava dalla sua camera da letto. Aprì la porta e una volta dentro, la mise giù.
Hélène gli sorrise, allacciando il suo sguardo a quello del ragazzo.
- Mi piaci Capitano.
- Anche tu mi piaci Hélène e vorrei gridarlo al mondo intero.
E la baciò con dolcezza. Poi la ragazza tornò a circondargli il collo con le braccia e decise di approfondire il bacio in maniera più seducente. Harry accolse l'iniziativa con entusiasmo e l'eccitazione tornò a guidare i suoi gesti. Scese a baciarle il collo, la gola e le abbassò ancor di più la scollatura, fino a scoprirle i seni. Rimase incantato dalla loro perfezione. Erano piccoli e sodi e li baciò con delicatezza. Poi tornò a guardare Hélène. Lei ricambiò il suo sguardo un po' rossa d'imbarazzo e qualcosa nei suoi occhi gli fece capire che quella sarebbe stata la sua prima volta.
- Hélène sei davvero sicura? Se non te la senti mi fermo subito.
- Vai avanti. Voglio che sia tu, perché è di te che mi sto innamorando.
Gli sussurrò la giovane e ad Harry si gonfiò il cuore per l'emozione.
Prese a baciarla di nuovo e fece scorrere la mano leggera sul suo corpo. Hélène esplorò le sue spalle larghe e forti, palpò i muscoli che risaltavano da sotto il maglione e sentì di volere di più. Lo aiutò a togliersi il maglione e con mano un po' incerta gli sbottonò la camicia. Harry percepì la sua titubanza e la strinse più forte a sé. La baciò con passione e delicatamente la fece stendere sul letto.
Prese il suo vestito per i bordi e dolcemente glie lo sfilò dalla testa. Poi le prese le mani e le avvicinò alla cintura dei pantaloni.
Lei lo guardò spaesata, ma lo sguardo rassicurante che lesse negli occhi di Harry, le diede coraggio e con decisione allentò il passante della cintura. La aprì e abbassò la cerniera dei pantaloni. Il Bambino Sopravissuto trattenne il respiro quando sentì le mani di Hélène raggiungere i suoi slip e sfiorare la sua eccitazione pulsante.
Hélène arrossì, ma decisa spinse i pantaloni verso il basso, facendoglieli scivolare dai fianchi. Harry si liberò delle scarpe e la ragazza fece lo stesso. Poi lui tornò a guardarla.
Era bellissima.
Riprese a baciarle il corpo, cercando di infonderle tranquillità. Baciò con riverenza i capezzoli rosei, mentre con una mano scese agli slip della giovane. Hélène sussultò leggermente quando sentì le dita di Harry sulla sua femminilità ancora riparata dal tessuto.
- Ah...
Gemette la ragazza ed Harry si fece più audace. Spostò il pizzo e la accarezzò. Hélène spalancò gli occhi per la sorpresa e subito un piacere sconosciuto la invase, mentre le dita di Harry continuavano a prodigarsi in carezze voluttuose.
Un altro ansimo della giovane, suonò alle orecchie del ragazzo come un invito irrinunciabile. Allontanò la mano da lei e si sfilò gli slip. Non poteva attendere oltre.
Hélène, al contatto con la virilità di lui, arrossì e si irrigidì.
- Stai tranquilla... andrà tutto bene...
Le sussurrò Harry con voce dolce e le catturò le labbra in un bacio. Poi l'aiutò ad aprire di più le gambe e si sistemò meglio. E lentamente iniziò ad entrare in lei, senza smettere di baciarla. Quando raggiunse la barriera, affondò deciso e la ruppe. Hélène si inarcò verso di lui, spalancando gli occhi per il dolore. Una lacrima le inumidì la guancia e subito Harry la asciugò con un bacio dolce. Rimase fermo, lasciandole il tempo di abituarsi alla sua presenza. Poi iniziò a muoversi con cautela e lei iniziò a provare un leggero piacere, oltre la nebbia del dolore verginale. Con lentezza iniziò ad assecondare i movimenti di lui ed aprì gli occhi. Lo sguardo tenero che incontrò le scaldò il cuore e si sporse per baciarlo.
E in quel momento sentì ogni remora abbandonarla e si lasciò andare alle sensazioni fisiche che si impadronivano di lei a ondate di piacere sempre più potenti. Il ritmo degli affondi si fece più frequente e al culmine Harry gemette roco, raggiungendo l'orgasmo. Diede un'ultima debole spinta e per la prima volta Hélène vide il mondo riempirsi di mille esplosioni di colori e gridò.
Dopo, si addormentarono abbracciati nel letto e una piccola goccia di rubino risaltava solitaria nel candore del lenzuolo.
Heilà,
Ciao a tutti
Volevo ringraziare tutte le persone che leggono la storia e che mi hanno convinta a non cancellarla. Grazie grazie grazie.
Godetevi questo capitolo che è uno dei miei preferiti. Alla prossima.
Bacioniiiii
Grace
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