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Capitolo 1. Un ballo in ballo

Quel tardo pomeriggio la pioggia scendeva delicata su Hogwarts. Da lontano il Lago Nero rispecchiava il grigio del cielo. Il soffiare del vento increspava la superficie creando delle piccole onde.
Un giovane studente, seduto sul muretto del porticato, osservava la scena con un'espressione assorta in volto.
I crini biondi erano mossi dalla corrente e una sottile scia di fumo usciva dalla sigaretta che teneva fra le dita. La pelle diafana e perfetta del viso e due occhi grigi come lame di acciaio scrutavano l'orizzonte.
Draco Malfoy diede un tiro alla sigaretta e sorrise amaro.
Che destino beffardo.
Non riusciva ancora a credere che la sua vita fosse cambiata in maniera così drastica. Prima di quell'estate, lui era stato sempre fedele ai suoi principi. Agli ideali della sua famiglia, impostigli fin dalla nascita e che non aveva mai messo in discussione. Aveva giurato fedeltà al Signore Oscuro, a Colui-che-non-deve-essere-nominato e aveva pagato il prezzo di tale abnegazione sulla sua pelle. Come quel maledetto Marchio Nero che gli avevano impresso con la forza. Era sempre lì, tatuato sul suo avambraccio sinistro come ogni Mangiamorte che si rispetti.
Il teschio con un serpente annodato che gli esce dalla bocca. Era stato suo padre a puntare la bacchetta sul braccio e a pronunciare la formula Morsmordre.
Quante cose erano accadute dopo quel giorno.
Ormai del tanto temuto Lord Voldemort non restava neanche un granello di polvere. Morto definitivamente e per mano del Bambino Sopravvissuto, il famoso Harry Potter.
La battaglia era giunta al culmine una notte di luglio al Ministero della Magia, dopo un tentativo di trarre in scacco i protettori del Mondo Magico: il Trio dei Miracoli, capeggiato da Harry Potter, l'Ordine della Fenice e tutti gli Auror votati alla causa. Una trappola che si era rivelata fatale sia per il suo stesso creatore, Lord Voldemort, sia per i suoi seguaci Mangiamorte.
E Draco Malfoy aveva tradito.
Era passato dalla parte dei "buoni".
Lui, un anima dannata per l'eternità, si era aggrappato a quello spiraglio di luce, offerto da Albus Silente, e si era tirato fuori dal buio. Aveva compiuto una scelta coraggiosa, rinnegando il suo stesso sangue.
"Scelta coraggiosa? Ma non prendiamoci per il culo!" pensò Draco, ghignando a se stesso. Era stato un codardo perché aveva preferito buttarsi alle spalle il suo retaggio. Lui che a quella causa non aveva mai veramente creduto. Lui che avrebbe preferito vivere tranquillo, senza doversi schierare con quello o quell'altro ancora. Vivere la sua vita senza che gli fosse imposta da nessun altro. Per questo aveva accettato l'aiuto del Preside. Aveva voltato le spalle alle famiglie Purosangue più antiche di Inghilterra, in cambio di un'esistenza senza troppi scossoni. Ma così non era stato. Adesso quei pochi Mangiamorte che non erano ancora stati rinchiusi ad Azkaban, lo avrebbero voluto morto. Era inutile aggiungere che tra i "Buoni" non fosse il benvenuto.

Hermione Granger uscì dalla biblioteca con una consistente pila di libri tra le braccia.
Percorse il corridoio un po' affaticata dal peso della cultura e si trovò a passeggiare lungo il porticato.
Il tempo era grigio e terribilmente inglese.
Si fermò qualche istante a contemplare il paesaggio. L'aria era densa di elettricità e il profumo di temporale era ovunque. In sottofondo il rumore incessante della pioggia e di improvviso udì il rombo di un forte tuono. Trasalì per lo spavento.
Se c'era una cosa che metteva veramente paura ad Hermione Granger, erano i temporali. Molto di più della sua paura di volare o di presentarsi impreparata ad un compito. L'aria di inizio settembre le fischiava attorno ai capelli, facendoli sembrare una criniera leonina. Come se non fosse sufficiente avere i ricci più ribelli di tutta Hogwarts!
Continuò a procedere con passo spedito, pensando alle quattro pergamene di Pozioni da consegnare tre giorni dopo. Ovviamente i compiti per l'indomani erano stati fatti due giorni prima e ricontrollati almeno cinque volte.
Con la coda dell'occhio scorse un qualcosa che la fece distrarre dai suoi pensieri.
A circa dieci metri di distanza, qualcuno stava fumando, fregandosene completamente dei divieti appiccicati un po' ovunque. Forte del suo nuovo incarico di Caposcuola, Hermione partì con passo marziale, pronta a riprendere lo studente indisciplinato.
- Ehi, tu! Cosa pensi di fare? Non hai letto i cartelli? È vietato fumare sotto il porticato. E oltre a contravvenire ad una regola di Hogwarts, danneggia gravemente la salute di chi sta intorno.. -
E mentre proseguiva con la sua ramanzina, in una perfetta imitazione della McGranitt, giunse di fianco al soggetto incriminato, che scocciato si voltò e le mostrò la sua identità.
Il discorso le morì in gola mente realizzava di aver di fronte il Caposcuola di Serpeverde, Draco Malfoy.
- Cosa hai da starnazzare tanto Granger? Vai a rompere le palle a San Potter o a Lenticchia. Io faccio quello che mi pare. - Rispose Malfoy, con fare altero.
Diede un altro tiro alla sigaretta, consapevole della provocazione.
-Ti sbagli Malfoy! Il fatto che anche tu sia un Caposcuola non ti autorizza a violare le regole come ti pare e piace. Anzi, dovresti essere d'esempio per la tua Casa. Spegni quella sigaretta immediatamente! -
Esclamò, rivolgendogli uno sguardo determinato. E altrettanto determinato era Malfoy a non dargli quella soddisfazione. Soprattutto perché nessun poteva dare a lui degli ordini. Non ci era riuscito nemmeno il Signore Oscuro, figuriamoci una piccola Mezzosangue Zannuta e impertinente!
- Io non prendo ordini da una lurida Mezzosangue.
Scandì lapidario e in un attimo gli occhi ambrati di lei e quelli argentei di lui si scontrarono, trasmettendo l'odio e il disdegno reciproco.
Hermione incassò l'insulto, come se l'avesse colpita una lama. Odiava quella maledetta parola. Significava solo disprezzo. Era un modo per additate i Sangue Sporco come lei, nati da genitori Babbani. Persone che secondo Lord Voldemort e i Mangiamorte non sarebbero dovute mai esistere.
- Ed io non intendo farmi mettere i piedi in testa da un Mangiamorte rinnegato.
Sputò con rabbia. La reazione fu istantanea.
Di scatto Malfoy le arrivò a un soffio dal viso con espressione minacciosa. Gli occhi argentei dardeggianti di rabbia.
- Non osare rivolgerti a me con questo tono, sporca Mezzosangue!-
Hermione si sentì crescere dentro una rabbia feroce e incontrollabile. Era a un passo dal ridurlo a un mucchietto di cenere bionda.
Ma prima che sotto quel porticato potesse scatenarsi l'inferno, una mano provvidenziale comparve a separarli.
- Buona sera Granger.- disse Blaise Zabini con cortesia, entrando nella sua visuale.
Hermione sobbalzò e lo fissò sorpresa di trovarlo lì. Il bel moro di casa Slytherin teneva una mano premuta contro il petto di Malfoy per evitare che i due Caposcuola si scannassero.
- Andiamo Draco. - aggiunse perentorio verso il biondo.
Malfoy si lasciò sfuggire un verso in segno di irritazione e distolse lo sguardo da Hermione. Si voltò e senza dire altro le due Serpi se ne andarono.

Draco Malfoy attraversò la sala comune di Salazar Serpeverde spaventando con lo sguardo tutti i primini presenti. Aprì con foga la porta della sua camera singola da Caposcuola. Si sentiva le mani prudere dalla rabbia e afferrò il primo oggetto che gli capitò a tiro. Lo scaraventò con violenza contro una parete riducendolo in mille pezzi.
Nel frattempo Blaise, che lo aveva seguito, chiuse la porta alle sue spalle e con un colpo di bacchetta insonorizzò la stanza.
Rimase a guardare lo sfogo dell'amico, aspettando il momento giusto per parlare.
- Per quale cazzo di motivo mi hai fermato!- sibilò il biondo senza voltarsi.
- Per evitarti un madornale errore.
Rispose Blaise pacato. Gli occhi blu intenso che lo scrutavano senza timore. Quegli stessi occhi che avevano fatto innamorare mezza Hogwarts. Occhi di una persona calma e riflessiva, che sembrava non aver nulla a che fare con i suoi compagni di Casa.
- Quella sudicia Mezzosangue ha osato insultarmi. Dovevo fargliela pagare.
- Ovvio. Così poi saresti finito nei guai. Il tuo ragionamento non fa una piega.
Ironizzò il moro, scuotendo la testa.
- Non cominciare con le tue filippiche Blaise. Ne ho già abbastanza di tutto il resto.
Blaise continuò a guardare l'amico voltato di spalle e sospirò. Si passò una mano fra i morbidi riccioli scuri come la notte.
- Forse il problema è che tu non capisci le reali conseguenze delle tue azioni. In questo momento è come se tu fossi sul filo di un rasoio e un passo falso può rovinarti. Una litigata con la Granger può solo farti cadere dal lato sbagliato. Non è conveniente inimicarsi il Trio Miracoli. -
Rimasero a lungo senza proferire parola. Poi Draco si voltò e interruppe il silenzio in modo brusco.
- Vattene Blaise! Lasciami solo.
Il suo sguardo era truce e al limite della pazienza. Zabini, senza aggiungere altro, prese la porta e uscì dalla stanza del Caposcuola.

Hermione Granger fece ingresso nella Sala Comune di Grifondoro con un diavolo per capello, anche se il diavolo in questione era più conosciuto come Furetto Malferret.
Superò un gruppo di ragazze del terzo anno immerse nella lettura di "Strega Oggi"su uno dei divanetti intorno al camino. Raggiunse il tavolino più vicino e ci buttò sopra la pila di libri che teneva fra le braccia. Lo scoppio fu così secco da far sobbalzare Ronald Weasley, che si era addormentato sulla poltrona lì accanto. Il rosso sbatté gli occhi stupito e incrociò uno sguardo molto furioso.
Poco distante da lì, Harry Potter aveva sollevato il naso da "La gazzetta del Quiddich" giusto il tempo di notare l'aura di malumore che aleggiava intorno alla sua migliore amica.
- Herm, che succede? Va tutto bene?
Domandò il Bambino Sopravissuto.
Hermione si voltò di scatto nella sua direzione e con un ringhio sommesso riprese la marcia verso la sua camera singola. Entrò e si chiuse la porta alle spalle.
Ron Weasley rivolse un'occhiata perplessa al suo amico di sempre.
- Ma cosa le prende? Sembra capace di incenerire il mondo con un solo sguardo.
Harry si grattò distrattamente la testa poi decise di andare a sondare il terreno. Con un incantesimo di levitazione, superò le scale trabocchetto del dormitorio femminile e giunse fino alla camera da letto della Caposcuola.
Aprì la porta e si trovò di fronte Hermione che camminava avanti e indietro, borbottando come una teiera.
- Maledetta Serpe! È il degno erede di Salazar Serpeverde! Odioso Furetto!
Harry ascoltava sempre più perplesso. Se non aveva capito male la sua amica ce l'aveva con un serpente e con un furetto. Che fosse andata a fare un giro nella Foresta Proibita? Poi, il neurone che fino a quel momento era rimasto in standby, si accese è gli balenò in testa una semplice equazione: Serpe più Serpeverde più Furetto uguale Draco Malfoy.
- Herm, è successo qualcosa con Malfoy? Ti ha dato fastidio?
Chiese già sul punto di prendere la strada verso i sotterranei dove si rintanava la serpe in questione. Non vedeva l'ora di affondare un bel pugno in quella faccia altezzosa.
Hermione si fermò al centro della stanza e sbuffò sonoramente.
- Niente di quello che pensi Harry! È solo un imbecille borioso che non sa dove stia di casa l'educazione. -
- Di chi stiamo parlando?
Domandò Ron, comparendo sulla soglia con aria curiosa. Varcò l'ingresso e la sua naturale grazia lo fece inciampare contro il massiccio baule che stava ai piedi del letto.
- Dannazione Herm! Ma cosa c'è dentro questo coso? Mi sono rotto un piede.
Esclamò il ragazzo, diventando rosso in volto per il dolore. Iniziò a saltellare per la stanza finché non raggiunse la sedia della scrivania, su cui si lasciò andare a peso morto.
- Chi stava gridando a quel modo?
E un'altra testa rossa comparve sull'uscio. Non appena riuscì a individuare il colpevole, la ragazza commentò.
- Ron non ti smentisci mai! Mi domando come hai fatto a stare con Hermione che è così diligente e precisa, mentre tu sei proprio un caso perso!-
Ginny Weasley, la sorella minore di Ron, si fece strada e si accomodò sul letto di Hermione.
- Sei sempre più simpatica sorellina! 'Mione ti può garantire che sono stato un fidanzato modello, non è così? -
La Grifoncina sollevò un sopracciglio contrariata.
- Per quanto mi risulta parlavi di Quiddich tutto il tempo e non facevi altro che enunciarmi le tue doti in battaglia. Se questo lo chiami comportarsi da fidanzato perfetto, non oso pensare cosa faresti da sposato!-
Ginny scoppiò a ridere divertita e Harry accennò un risolino sotto i baffi. Preferiva non concedersi una risata aperta di fronte ai due ex fidanzati. Soprattutto perché era amico di entrambi e non voleva offendere nessuno dei due, prendendo la parte di uno.
- Scommetto che non eri bravo nemmeno a letto!
Commentò Ginny diretta, con un sorriso malizioso.
Ron diventò paonazzo ed Hermione non poté trattenersi dal ridere.
- Piccola Ginny, che cosa ha appena pensato la tua giovane mente?
La canzonò, ben sapendo che la sorella di Ron non era certo ignorante sull'argomento. Anzi, tutt'altro. Se non fosse stato per lei, Hermione si sarebbe trovata ancor più impacciata ad affrontare la sua prima volta con Ron.
Ginny approfittò del silenzio per infierire sul fratello.
- Hai visto, Ron? Hermione non si esprime. Sai come si dice in questi casi? Chi tace acconsente!-
- La vuoi smettere di tirarmi in ballo? Non ci sono solo io in questa stanza.
Borbottò Ron, massaggiandosi il piede dolorante. Il suo più grande punto debole era il senso di protezione verso la sorella minore. Le era talmente affezionato da non rispondere nemmeno alla provocazioni e su questo Ginny marciava con gusto.
- Mi viene naturale con un maestro dei disastri come te. - commento la piccola di casa Weasley, poi rivolta alla Caposcuola - Piuttosto Hermione, mi spieghi cosa è successo? Sei entrata nel dormitorio come una furia. Hai forse preso un brutto voto con Piton?
Hermione stava per risponderle che no, Piton non c'entrava ma che la questione riguardava proprio il suo pupillo Malfoy, quando Seamus Finnigan comparve dietro le spalle di Harry, con una grossa cassa di legno tra le mani.
- Ciao ragazzi, volete provare del succo di zucca irlandese? Mia madre me ne ha spedito una cassa intera.-
E la appoggiò sul pavimento.
- Seamus, forse è il caso che la sposti contro la parete. Lì è un po' in mezzo, qualcuno potrebbe inciamparci sopra...-
Harry non fece in tempo a finire la frase che Neville Paciock fece il suo ingresso e centrò in pieno la cassa, rischiando di rompersi l'osso del collo una volta per tutte. Il giovane imbranato finì steso a pelle d'orso sul pavimento di Hermione, diventando viola di vergogna. Uno scroscio di risate esplose nella stanza e persino la Caposcuola si scordò il motivo della sua irritazione, sentendosi contagiata dall'ilarità generale.
- Neville, sei sempre il solito impacciato. Mi chiedo come hai fatto ad affrontare schiere di Mangiamorte ed esserne rimasto incolume.-
Esclamò Hermione, asciugandosi una lacrima che le era sfuggita dal troppo ridere.
- Se la cassa da fastidio, allora apriamo un paio di quelle bottiglie. Succo di zucca per tutti!
Disse Ginny, su di giri e insieme a Seamus si accinse ad aprire la cassa e passare le bevande agli amici. Hermione assunse un espressione preoccupata, vedendo quella presa d'iniziativa così inaspettata.
- Ragazzi non esagerate. Non manca molto all'ora di cena e finirete per rovinarvi l'appetito!
- Dai Herm, smetti per una volta di fare la Caposcuola e unisciti a noi!
Rispose il Bambino Sopravvissuto, stappando il suo succo di zucca con un colpo di bacchetta. Hermione sospirò e con una bottiglia in mano si mise a sedere sul letto.
Intorno a lei un clima piacevole di affiatamento e amicizia. E loro erano quegli stessi ragazzi che quell'estate avevano dimostrato un coraggio da leoni, combattendo contro esperti di magie oscure a suono di Expelliarmus e di Stupeficium. E nonostante le brutte esperienze di guerra, erano tutti lì, a sorridere e scherzare insieme, pronti a concludere il loro ultimo anno come studenti di Hogwarts.
"Sono veramente fortunata ad averli come amici", pensò Hermione.

Il soffitto incantato della Sala Grande riecheggiava il cielo cupo di quel giorno di pioggia. Centinaia di candele sospese in aria producevano una luce soffusa.
Le quattro tavolate di Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero si stavano riempiendo di studenti, richiamati dall'orario di cena.
Hermione Granger raggiunse il posto che occupava da ormai sette anni, con gli immancabili Ron Weasley ed Harry Potter a fianco.
Nell'ultimo anno la giovane Grifondoro era sbocciata. I ricci crespi e indomabili si erano col tempo rilassati in boccoli gestibili, i lineamenti del volto erano aggraziati e gli occhi ambrati guardavano espressivi e determinati davanti a sé. Il corpo si era adattato alle forme femminili, addolcendo l'immagine generale da inguaribile So-tutto-io.
Stava ridendo ad una battuta di Ginny, che le sedeva di fronte, quando scese il silenzio nella Sala.
In quel momento il Principe di Serpeverde, ultimo erede dei Malfoy, varcò l'ingresso con la sua corte. L'immancabile Pansy Parkinson appesa al braccio come una sanguisuga, seguivano Blaise Zabini, la bellissima Daphne Greengrass e Theodore Nott. Vincent Tiger e Gregory Goyle brillavano per assenza. Da quando si era conclusa l'era di Lord Voldemort, le famiglie di Mangiamorte sopravvissute ad Azkaban si erano trovate di fronte a un bivio. Erano state obbligate a scegliere tra continuare a vivere in mezzo ai maghi "impuri" e ai Babbani o finire i loro giorni in esilio, molto lontano dal Regno Unito. Le famiglie Tiger e Goyle, grandi sostenitrici del Signore Oscuro, avevano così preferito l'esilio alla vergogna di mischiarsi con persone indegne.
Draco Malfoy percorse il tratto che lo separava dal suo tavolo con passo fiero e altero. Tutta la popolazione femminile presente rischiò il collasso tra sospiri di ammirazione. Per tutte loro sarebbe sempre stato il più bello di Hogwarts.
La divisa verde-argento di Serpeverde formava un piacevole contrasto con i capelli biondo pallido. Il fisico statuario non lasciava spazio a pensieri decenti. Una provocazione in ogni linea del corpo e due occhi attraenti e pericolosi come laghi di argento fuso.
- Malfoy è un figo da paura. Se non fosse per il suo caratteraccio, ci farei volentieri un pensierino.
Bisbigliò Ginny, incantata dal fascino del Serpeverde.
Hermione, che non poteva negare di essere rimasta impressionata dal suo regale ingresso, spalancò gli occhi scandalizzata.
- Ginny! Ma ti rendi conto di chi stiamo parlando? Hai presente Malferret-me-le-sono-sbattute-quasi-tutte-e-non-ho-un-cuore-nel-petto?-
La rossa guardò l'amica con disappunto.
- Non sono d'accordo. Sono sicura che Malfoy abbia un cuore come tutti noi.
- Lo credo bene, altrimenti sarebbe già morto!
- Hermione, sto parlando sul serio. - Esclamò Ginny - quello che intendo dire è che forse il nostro bel Principe di Serpeverde non ha ancora trovato la persona giusta.-
Hermione sollevò un sopracciglio in segno di dubbio.
- Persona giusta? E cosa mi dici della Parkinson? Sono sempre insieme, stesso carattere gelido, entrambi Purosangue, quindi razzisti, stesso vizio di passare con facilità da una persona all'altra. Direi che sono perfetti insieme.-
Ginny scosse la testa, nuovamente in disaccordo. Non riusciva a capire come l'amica, tanto brillante nello studio, fosse così impreparata nelle materie di cuore. Poi pensò che come unica esperienza le era capitato suo fratello Ron e la loro storia non era riuscita a sopravvivere all'inizio della scuola. Decisamente c'era tanto da insegnarle.
- No Herm, ti sbagli. È proprio perché sono così uguali, che non potrebbe funzionare. Per una persona come Malfoy andrebbe bene una ragazza che sappia tenergli testa e riesca a domare quel suo essere così Serpe! Pensandoci, ci vorrebbe un tipo come te. Anzi, ci vorresti proprio tu!-
Hermione, che nel frattempo stava bevendo un bicchiere d'acqua, per poco non si strozzò.
- Ginny sei impazzita? Il succo di zucca che hai bevuto prima era stato drogato? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Io non mi metterò mai con Malfoy. Non può esistere un modo per farci comportare da persone civili, figuriamoci poi stare insieme ad un subdola serpe doppiogiochista!-
La rossa fece per rispondere quando dal tavolo dei professori, su una piattaforma rialzata rispetto agli studenti, il preside Albus Silente decise di richiamare l'attenzione generale.
Si mise di fronte al pulpito da cui teneva discorso per le grandi occasioni. La barba lunga ben pettinata, gli occhiali a mezza luna sul naso affilato e una veste turchese degna di mago Merlino in persona.
- Cari Studenti, gradirei avere la vostra attenzione per una decina di minuti, prima di lasciarvi alla cena come di consueto.-
Il brusio che si udiva in sottofondo, cessò dopo diverse occhiate significative dei Direttori delle Case.
- Come ben sapete, quest'estate è stata scritta un'importante pagina di Storia del Mondo Magico. Un mago potente e malvagio è stato definitivamente sconfitto e il suo esercito vinto. Dopo questi anni bui, finalmente c'è aria di speranza intorno a noi. Oggi vi vedo qui ad Hogwarts, seduti ai vostri tavoli come d'abitudine e il mio cuore non può che essere colmo di felicità, sapendo che grandi maghi e streghe nasceranno da queste Case, con la consapevolezza di cosa comporta prendere la strada del Lato Oscuro e combattere una grande guerra.-
Fece una pausa significativa, rivolgendo uno sguardo intenso alla Sala.
- È proprio per ricordare che siamo tutti parte di una grande famiglia e che non vi è distinzione tra razze, che quest'anno verrà mantenuta una tradizione da onorare una volta ogni 50 anni. Una tradizione carica di significato ancor più per voi ragazzi che alla vostra giovane età avete già visto molto del Mondo Magico e della natura umana.-
Hermione si sporse di più sul tavolo, per sentire meglio il discorso. Con le ultime parole, Silente aveva catturato l'attenzione di tutti.
- Ciò di cui vi sto parlando non è altro che il memorabile Ballo del Giglio. Pochi di voi ne hanno sentito parlare e a beneficio di quei molti che ne ignorano la natura, ve ne spiegherò i tratti principali.-
Il vecchio Preside sorrise benevolo, osservando i suoi studenti da sopra gli occhiali da lettura. Intravide la signorina Granger interloquire con la minore dei Weasley e si chiese con sincerità se anche questa particolarità di Hogwarts fosse nota alla studentessa.
- Il ballo del Giglio nasce più di 500 anni fa. Il suo nome deriva dal fiore stesso, il giglio, che secondo il significato dei Fiori Magici, è simbolo di unione e solidarietà. Questo ballo ha come scopo quello di valorizzare l'armonia tra le Case e la tolleranza reciproca, al di là dei soliti pregiudizi razziali. La tradizione vuole che la notte del solstizio di primavera sia dato un ballo nel Castello e a simbolo di integrazione ed equilibrio, un ragazzo e una ragazza debbano aprire le danze. Entrambi provenienti da due diverse Case, uno Purosangue e l'altro nato con sangue Babbano e meritevoli in quanto a rendimento scolastico e carattere personale. La scelta degli studenti spetta al Consiglio degli Insegnanti.-
E fece un cenno in direzione del corpo docenti che sedeva dietro di lui.
- Perciò, dopo un'attenta riflessione, il Consiglio si è espresso e sono stati scelti i due studenti, che saranno inoltre incaricati di preparare l'evento, decidendo il tema del ballo e componendo una squadra di lavoro per essere aiutati.-
Un brusio si diffuse nella Sala a testimonianza della stupore generale. Dopo altre occhiate di avvertimento da parte dei Direttori, il silenzio riprese forma.
- Come è noto a tutti oramai, le due Case che da secoli si distinguono per antagonismo sono quella di Serpeverde e Grifondoro. Ed è proprio da queste Case che sono stati scelti due studenti del settimo anno. Perciò ora pronuncerò i nomi dei ragazzi a cui chiedo di alzarsi in piedi.-
Fece una pausa ad effetto che catalizzò l'attenzione di tutti. Tra gli studenti di Gryffindor e Slytherin la tensione per l'attesa era palpabile.
- Per la Casa di Godric Grifondoro è stato scelto il nominativo di... Hermione Granger, Caposcuola e prima del suo corso.-
Un applauso si levò spontaneo nella Sala Grande, mentre la giovane incredula si alzava in piedi, lanciando sguardi stupiti ai suoi amici. Ginny in risposta le fece l'occhiolino.
- Lo sapevo che avrebbero scelto te. Ora mi chiedo a quale Serpe toccherà farti da Cavaliere. Se parliamo di merito scolastico la scelta si circoscrive a Blaise Zabini e Draco Malfoy. Sentiamo cosa hanno deciso i vecchi pazzi...-
Sussurrò la rossa, rivolta all'amica. Nel frattempo Ron e Harry assunsero due espressioni da sicari, assottigliando lo sguardo verso il tavolo di Serpeverde. Chi avrebbe osato avvicinarsi alla loro Regina di Gryffindor?
- Ragazzi, ancora un attimo di pazienza per cortesia. - disse il Preside Silente, facendo tornare il silenzio, poi proseguì - Molto bene. Complimenti signorina Granger, come sempre è la migliore. Tornando a noi, per la Casa di Salazar Serpeverde, la scelta è stata molto ardua, poiché due studenti erano all'altezza del compito, ma come vi ho già spiegato, uno solo può essere scelto. Per tale ragione, il Consiglio ha deliberato per... il signor Draco Malfoy.-
Questa volta fu solo il pubblico femminile ad applaudire, mentre dal tavolo di Serpeverde furono in pochi ad accompagnare il gesto. Inutile dire che il tradimento di Malfoy non era passato inosservato. Seppure i suoi compagni di Casa continuassero a considerarlo leader indiscusso, il rispetto che vi era stato negli anni passati era andato ad intaccarsi. La maggior parte dei ragazzi seduti a quel tavolo avevano genitori rinchiusi ad Azkaban o costretti a vivere nell'umiliazione e il rancore aleggiava tra le loro fila.
Draco Malfoy aveva spalancato gli occhi allibito, all'annuncio del Preside.
- Ma che cazzo blatera il vecchiaccio? È forse impazzito? Io mi rifiuto!
Protestò, non accennando a muoversi dal posto.
- Signor Malfoy, la prego cortesemente di alzarsi in piedi come la signorina Granger.
Lo incitò Silente, vedendo il giovane ancorato al tavolo.
Il biondo stava per rispondere che non glie ne fregava un cavolo di alzarsi in piedi e tanto meno di lavorare su qualsiasi cosa in cui c'entrasse la Granger, quando si sentì toccare il braccio destro.
- Forza Draco, fai come ti ha chiesto Silente. Non sei nelle condizioni migliori per fare una scenata pubblica. Inoltre ti ricordo che è meglio non avere delle grane con la Granger, quindi comportati da persona civile.-
Disse Blaise in veste di fedele amico di sempre. Draco lo fissò negli occhi.
- Blaise, sappi che questa me la legherò al dito.
Il moro gli sorrise, immune alla minaccia e Draco Malfoy si levò in tutta la sua altezza.
- Molto bene, signor Malfoy. Ora vogliate entrambi raggiungermi.
Li incoraggiò il preside facendo segno con la mano.
Hermione, ancora sconvolta dalla notizia, si diresse verso il palco con passo rigido. Non riusciva a immaginare Malfoy come suo Cavaliere nemmeno nei suoi peggiori incubi. E per di più avrebbero dovuto collaborare per sei lunghi mesi. Nessuna punizione valeva tanto quanto quella tortura. Pensò alla strizzata di occhio che le aveva rivolto Ginny, subito dopo la nomina del Serpeverde e le venne una gran voglia di affatturarla. Magari con un bel Aguamenti giusto per cavarsi la soddisfazione. Era come se con quel discorso, la rossa avesse lanciato una maledizione ai due Caposcuola.
Hermione giunse al pulpito di Silente e si fermò. Dal lato opposto stava arrivando Draco con volto impassibile. Gli occhi color ghiaccio fissi in un punto imprecisato. Con passi lenti e misurati raggiunse anche lui il palco. I due si scambiarono un rapido sguardo per poi volgerlo in altre direzioni.
Silente sorrise ad entrambi, poi si rivolse al pubblico di studenti.
- Miei cari ragazzi, ecco a voi il Re e la Regina del Ballo del Giglio. Sono sicuro che entrambi sapranno stupirci e svolgere un lavoro degno delle loro capacità.-
Poi si volse verso i due studenti. Draco sembrava totalmente indifferente alla questione, fissava il fondo della sala, con aria quasi annoiata, mentre Hermione aveva assunto un'espressione determinata da vera Caposcuola di Grifondoro. La schiena ben dritta e le braccia lungo i fianchi.
"Qualcosa mi dice che saranno una piacevole sorpresa per tutti noi"pensò il vecchio Preside, poi si rivolse ai due.
- Questo è quanto. Vi auguro buona fortuna per la riuscita dell'evento e sappiate che in caso di bisogno i Direttori delle vostre Case, ovvero il professor Piton e la professoressa McGranitt, saranno sempre disponibili.-
Disse, indicando il tavolo dei docenti, dove i due insegnanti sedevano in rispettoso silenzio. Piton fissava la scena con disgusto mentre la McGranitt era piuttosto turbata.
- Vi ricordo inoltre che potrete radunare un gruppo di vostri compagni affinché vi aiutino nella riuscita dell'evento. E ora possiamo iniziare la nostra cena. -
Batté le mani e le quattro tavolate per magia furono imbandite di cibo.

Hermione camminava lungo il corridoio, riflettendo su quanto era accaduto un'ora prima in Sala Grande. Era riuscita a liberarsi di Ginny, Ron ed Harry dicendo che doveva passare dalla McGranitt per discutere dei M.A.G.O. In realtà aveva mentito e lo aveva fatto perché sentiva un gran bisogno di starsene da sola.
Al solo pensiero di dover trascorrere tutto quel tempo con Draco Malfoy le veniva l'orticaria. Tra tutte le persone meritevoli che c'erano, quei pazzi di professori erano andati a scegliere proprio la sua nemesi. Sarebbe stato un miracolo se non si fossero uccisi a vicenda, figuriamoci poi fare qualcosa di costruttivo insieme.
Decisamente la Grande Battaglia doveva aver danneggiato i neuroni del corpo insegnanti di Hogwarts. Nessuna persona sana di mente avrebbe preso una simile decisione.
Ok, Malferret, nonostante il suo stile di vita, era sempre stato un ottimo studente. Era l'unico in grado di prendere Eccezionale in Pozioni, mentre lei da sei anni non riusciva a superare Oltre Ogni Previsione. Era consapevole di non essere mai andata a genio a Piton, per colpa della sua antipatia nei confronti di Harry e sospettava che i voti di Malfoy in quella materia fossero così alti proprio perché era il suo pupillo. Ma ciò non toglieva che la situazione creatasi fosse al limite dell'assurdo.
Voltò l'angolo sovrappensiero e si scontrò contro qualcosa di duro. Superato lo shock della botta, sentì borbottare un carrellata di insulti e si riprese all'istante.
Di fronte a lei l'oggetto delle sue riflessioni che la fissava minaccioso.
- Cazzo fai Mezzosangue! Mi hai quasi sfondato il petto con la tua testa di marmo.
- Come ti permetti Malfoy! Eri tu quello che andava di corsa, come se avesse avuto un esercito di Dissennatori alle calcagna.-
- Dissennatori un cavolo! È tutto il giorno che mi stai fra i piedi. Levati Granger, non ho tempo da perdere con te! -
Hermione sentì il sangue salirgli alla testa dalla rabbia. Ma come osava quel maledetto trattarla come uno zerbino.
- Modera i termini Malfoy. Io non sono una di quelle oche di Serpeverde che ti porti appese al braccio.
- Io invece ti parlo come mi pare e non osare darmi degli ordini, te l'ho già detto questo pomeriggio e non lo ripeterò mai più.-
Hermione lo fissò dritta negli occhi con sfida.
- Perché? Altrimenti cosa mi fai? Io non ho paura di te.
Draco d'improvviso la sbatté contro il muro, avvicinando gli occhi furiosi ai suoi. Imprigionata tra lui e il muro si sentì meno spavalda. Si rese conto che Malfoy avrebbe potuto fare veramente qualsiasi cosa ed ebbe paura. Lungo il corridoio non c'era anima viva e questo non giocava a suo favore. Hermione tremò, invasa dal suo sguardo di ghiaccio. Draco si sentì sopraffare da quegli occhi ambrati e le sue intenzioni vacillarono. Il tempo si fermò per un attimo, mentre entrambi si fissavano in silenzio. La Grifondoro scrutò gli occhi di lui e vi lesse per un attimo disperazione e solitudine. Fu solo per un secondo, poi la solita maschera impenetrabile scese a celare i suoi sentimenti, ma questo bastò a turbarla.
- Io non sono Potterino e tanto meno la Donnola. Non pensare di rivolgerti a me in questo tono e di passarla liscia. Tu non sai con chi hai a che fare. Non sai niente di me. Niente! -
Gli sibilò ad un soffio dall'orecchio. Poi si staccò brusco e si allontanò di nuovo. Lasciandola impalata in mezzo al corridoio deserto.

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