Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

49. posso morire per te

(smut)

Minho avvicinò il proprio volto a quello di Jisung e fece incontrare le loro labbra. Lo baciò piano, con dolcezza, mentre gli accarezzava una guancia con la mano, che lentamente fece scendere sul suo collo e poi sul suo busto ancora coperto dal maglione. Jisung rabbrividì, le dita che scivolavano sulla schiena del ragazzo sopra di lui, il cuore che batteva velocemente nel petto, un peso costante sul basso ventre.

Minho spostò le mani sotto il suo maglione, accarezzando dolcemente la pelle bollente del minore, le loro labbra che si cercavano e si mordevano. Prese i bordi dell'indumento fra le dita, allontanandosi dal volto dell'altro e guardandolo per cercare un'approvazione. Jisung alzò le palpebre, le iridi lucide per il desiderio, e annuì piano, le guance rosse e le labbra gonfie. Minho gli tolse il maglione e lo fece cadere a terra, rimanendo a guardare il petto nudo del ragazzo sotto di lui, le dita che lo sfioravano dolcemente. «Sei bellissimo» sussurrò.

Jisung arrossì di fronte allo sguardo intenso dell'altro, ai suoi occhi che sembravano volerlo mangiare. «Tu di più» mormorò. Alzò le mani verso il volto di Minho, facendo incontrare di nuovo le loro labbra. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza: di lui, delle sue iridi scure che brillavano come due stelle quando lo guardavano, delle sue mani sul suo corpo.

Continuarono a baciarsi mentre esploravano l'uno il corpo dell'altro con le mani, Minho che lo accarezzava e si prendeva cura di lui e della sua eccitazione mista a paura, perché era la sua prima volta. Le dita del maggiore si fermarono sui suoi capezzoli, che pizzicò leggermente. Un gemito uscì dalle labbra di Jisung, che alzò leggermente il bacino, sorpreso da quel tocco così semplice che però aveva scatenato dentro di lui una serie di brividi. A causa di quel movimento i loro bacini si scontrarono ed entrambi sospirarono.

Jisung, timidamente, spostò le mani verso l'inguine del maggiore, cominciando a slacciare il nodo della tuta, gli occhi incastrati in quelli di Minho, che sorrideva. Gli tolse i pantaloni, lasciandoli cadere accanto a loro sul letto, poi il maggiore fece lo stesso con i suoi jeans. Jisung guardò il corpo scultoreo del ragazzo di fronte a lui e deglutì, sentendosi improvvisamente piccolo. Non l'aveva mai visto completamente nudo – anche se ancora indossava i boxer –, ma si innamorò, ancora una volta, del suo corpo tonico e curvilineo.

Alzò gli occhi sul volto di Minho, a pochi centimetri dal suo, la sua mano che accarezzava il suo collo, e si perse a osservare le sue iridi scure e il suo sorriso dolce, rivolto solo ed esclusivamente a lui.

«Come ti senti?» gli chiese Minho, i capelli umidi appiccicati alla sua fronte, i suoi occhi che osservavano ogni dettaglio del volto che aveva davanti.

Jisung sorrise. «Bene» rispose, ed era la verità. Certo, era un po' timoroso riguardo quello che stava per succedere, in fondo era la sua prima volta. Però non aveva mai desiderato qualcuno come in quel momento, e sapeva che Minho avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo stare bene. Si fidava di lui.

Minho annuì. «Menomale» sussurrò, unendo nuovamente le loro labbra in un bacio dolce.

Jisung chiuse gli occhi e le sue mani tornarono sulla schiena del maggiore. Questa volta le fece scendere più in basso, andando a posarle sul suo sedere per fargli abbassare il bacino. Le loro intimità, dure ed eccitante, si scontrarono, gemiti che riempivano il silenzio dell'appartamento, le gambe di Jisung che circondavano i fianchi del maggiore. Minho cominciò a muoversi sopra di lui, facendo strusciare i loro bacini, i denti che mordevano le labbra del minore, le cui mani erano incastrate fra i suoi capelli umidi, che tirava per sentirlo di più. E mentre si toccavano e si assaggiavano in questo modo, le loro lingue si scontrarono, le mani di Minho sul volto del minore, sulle sue spalle, il suo petto contro il suo, respiri affannati che si incontravano a metà strada.

Jisung sentiva l'eccitazione e il desiderio crescere dentro di lui, creare un nodo sempre più fastidioso e insopportabile all'altezza dell'inguine. Le sue mani scesero lungo i fianchi di Minho, sulla sua pelle che rabbrividiva quando incontrava i suoi polpastrelli, fino a giungere all'elastico dei boxer. Sentì il maggiore fermare i propri movimenti del bacino e aprì gi occhi, incontrando il suo sguardo lucido. Sorrise leggermente, mentre le sue dita alzavano l'elastico dei boxer e la sua mano circondava il membro duro di Minho, che lasciò uscire un gemito strozzato dalle sue labbra, la fronte contro quella del ragazzo sotto di lui. Jisung percepì il suo corpo andare in fiamme quando sentì quel mugolio di piacere.

Portò anche l'altra mano sui boxer, che lanciò da qualche parte nel monolocale. Le sue dita circondarono il membro di Minho e cominciò a muoversi per dargli piacere, i respiri pesanti del maggiore contro la sua spalla, le sue labbra che gli lasciavano baci bagnati sulla pelle delicata del corpo.

Poi anche la mano del maggiore raggiunse la sua, di erezione. Dopo averla massaggiata attraverso la stoffa dei boxer, lo sguardo lucido fisso in quello ricolmo di desiderio dell'altro, glieli tolse lasciandoli cadere accanto a sé. Imitò i suoi movimenti e fece scontrare di nuovo le loro labbra con forza, i loro nasi che si sfiorarono a causa dell'agitazione di entrambi.

Minho fermò i suoi movimenti, allontanando il volto da quello di Jisung, gli occhi fissi nei suoi, il petto che si alzava e si abbassava velocemente. «Sei ancora sicuro di voler andare oltre?» gli chiese, l'espressione preoccupata.

Jisung annuì piano, fermando anche i propri, di movimenti. «Tranquillo.»

Minho annuì e gli lasciò un bacio sulla fronte sudata, spostandogli i capelli da davanti gli occhi. «Okay. Allora devo prepararti» disse. Si allungò sul letto, le gambe che circondavano ancora il bacino del minore, e aprì il cassetto del comodino, tirando fuori un pacchetto di preservativi e la bottiglietta di lubrificante.

Jisung deglutì, osservandolo mentre, seduto sulle sue gambe, faceva cedere del lubrificante sulle dita. Minho alzò la testa. «Posso?» gli chiese.

Jisung annuì e sobbalzò leggermente quando sentì le dita di Minho abbassarsi verso la sua entrata, massaggiandola piano. Il maggiore si allungò verso di lui, lasciandogli un dolce bacio sulle labbra. «Entro» lo avvertì.

Jisung si morse il labbro inferiore e inarcò leggermente la schiena quando sentì il primo dito entrare dentro di lui. Minho lo baciò ancora e rimase fermo, affinché lui si rilassasse e si abituasse a quella presenza estranea. Dopo qualche secondo Jisung annuì piano e, concentrato sulle morbide labbra del maggiore, sentì il suo dito muoversi fuori e dentro di lui, prima lentamente, poi sempre più veloce. Portò le mani fra i capelli di Minho, tirandoli leggermente, mentre i gemiti lasciavano le sue labbra e sentiva il piacere crescere e tramutarsi in brividi continui.

Dopo un po', sentì un secondo dito entrare. Morse il labbro inferiore di Minho per la sorpresa e il dolore iniziale, e la sua mano fermarsi. «Troppo presto?» gli chiese il maggiore, preoccupato.

Jisung scosse il capo, le unghie piantate sulle sue spalle. «No, no, va bene» sussurrò, il respiro affannoso. «Puoi andare» aggiunse e un gemito si bloccò nella sua gola quando sentì un'altra scarica di brividi salire lungo la spina dorsale. Inarcò la schiena, portando la testa all'indietro, le labbra di Minho sul suo collo, le sue dita che si muovevano velocemente dentro di lui.

Deglutì, tirando leggermente i capelli del maggiore quando iniziò a lasciargli baci bagnati nel petto, per poi succhiare uno dei suoi capezzoli. «C-ci sono» sussurrò Jisung, il petto che si alzava velocemente.

Minho alzò la testa e annuì, le labbra gonfie a causa di tutti i baci e morsi che avevano ricevuto. Afferrò il preservativo che aveva lasciato sul materasso e aprì la busta, per poi farlo scendere lungo la propria lunghezza. Si mise altro lubrificante sulle dita, per poi distribuirlo intorno al proprio membro duro.

Jisung guardò i suoi movimenti con il cuore in gola. Non desiderava altro che sentirsi completamente legato a lui, percepire i loro corpi diventare una cosa sola, ma sentiva una leggera ansia prendere la forma di un peso sulla bocca dello stomaco. Si morse il labbro inferiore e cercò di tranquillizzarsi. Aveva tremendamente paura che potesse fare male, e poi di sbagliare e deludere Minho. Insomma, lui era stato con chissà quanti ragazzi, aveva molta più esperienza di lui. Magari, nel vederlo così impacciato, non avrebbe più voluto vederlo.

«Ji» lo chiamò Minho, riportandolo alla realtà. Jisung abbassò lo sguardo sul suo viso. «A che cosa pensi?»

Arrossì. «A niente» mentì, perché non voleva sembrare più patetico di quanto già non fosse.

Minho alzò un sopracciglio. «Non mi sembrava» replicò e, quando Jisung distolse lo sguardo, sospirò. «Sai che puoi dirmi tutto, vero? E adesso è fondamentale. Dobbiamo parlare, Ji. Se c'è qualcosa che ti turba, devi dirmelo, perché voglio solo che tu stia bene, soprattutto adesso.»

Jisung si morse il labbro inferiore e ricordò la promessa di poco prima. «Uhm, pensavo al fatto che ho paura faccia male...» cominciò, arrossendo. «E poi... insomma, hai avuto così tanti ragazzi e io-»

«Ji» lo interruppe Minho, lo sguardo serio. «Siamo solo io e te, non voglio che tu pensi a nessun altro. Solo io e te, e basta. Nient'altro conta in questo momento. E poi, sì, farà male, ma solo all'inizio. Stai tranquillo, okay? E se non te la senti più, possiamo fare altro» lo rassicurò, abbassandosi per lasciargli un dolce bacio sulle labbra. Lo guardò con un sorrisetto. «Hai capito?» gli chiese ancora.

Jisung ricambiò il sorriso e annuì. «Ho capito. Ma ti voglio lo stesso» replicò, le guance rosse.

Minho arrossì a quelle parole. «Anche io ti voglio» ammise, facendo scontrare nuovamente le loro labbra, mentre infilava due dita nell'apertura di Jisung, che sospirò. «Va meglio, vero?»

Il minore annuì. A quel punto, Minho prese un cuscino e lo sistemò sotto la schiena di Jisung. «Così dovrebbe fare meno male» spiegò.

Jisung annuì e provò a rilassarsi, seguendo i movimenti di Minho, che allargò delicatamente le sue gambe, le sue braccia ai lati del suo busto, e si posizionò in mezzo ad esse. Avvicinò il proprio membro all'entrata di Jisung, gli occhi fissi in quelli del minore. Si abbassò per baciarlo mentre, lentamente, entrava dentro di lui.

In un primo momento Jisung provò solo un dolore talmente forte da mozzargli il respiro nel petto. Spalancò gli occhi e affondò le unghie nella pelle morbida della schiena del maggiore, sorpreso. Minho rimase fermo, la fronte contro quella del minore, lo sguardo che analizzava la sua espressione. Jisung appoggiò la testa sulla sua spalla, cercando di abituarsi a quella presenza così diversa dalle dita che lo avevano preparato poco prima.

Dopo qualche secondo il dolore si attenuò e Jisung riprese a respirare normalmente, allentando la presa sulla pelle del maggiore. Alzò la testa per guardarlo, un'espressione dispiaciuta sul viso. «Ti ho fatto male?» gli chiese, preoccupato.

Minho ridacchiò leggermente. «È incredibile come tu adesso ti stia preoccupando per me» commentò, scuotendo il capo. «Sto bene, tranquillo. Tu, invece? Fa ancora male?»

«Molto meno» rispose.

«Posso provare a muovermi un po'?»

Jisung annuì piano e circondò le spalle del maggiore con le braccia, sorridendo quando lo sentì fare lo stesso. Minho cominciò a muovere il bacino lentamente, cercando di farlo abituare. Faceva ancora un po' male, ma sentiva il dolore diminuire a ogni spinta e il piacere scorrere nel suo sangue. Dopo poco, Jisung lasciò cadere la testa all'indietro, le mani fra i capelli di Minho, che, dopo essersi assicurato che stesse bene, aumentò gradatamente la velocità e la forza delle spinte.

Jisung era sicuro di non aver mai provato niente del genere. Gemeva, le dita che tiravano i capelli di Minho o graffiavano la sua schiena, la sensazione di non sapere dove finisse lui e iniziasse il maggiore, di essere finalmente diventati una sola persona, di essersi trovati. I suoi gemiti si fecero più forti quando il maggiore cominciò a toccare ripetutamente la sua prostata, scariche di brividi che percorrevano il suo corpo a ogni colpo, la fronte di Minho appoggiata sul suo petto sudato, le sue mani che stringevano con forza la sua vita stretta.

«Ji, sto per venire» lo avvertì Minho, alzando la testa.

Jisung annuì. «Anche io dovrei avere poco, credo» mormorò.

Minho circondò il suo membro con la mano, pompando la sua lunghezza e cercando di sincronizzarla con la velocità delle sue spinte. Fu il primo a venire. Ciononostante, continuò a muoversi con le poche forze che gli rimanevano, le gambe che tremavano, fino a quando il seme di Jisung non si riversò fra le sue dita, cadendo sulla pancia del minore, diventato tutto un fremito. A quel punto, uscì da dentro di lui e si lasciò cadere sul suo petto, il mento appoggiato sulla sua spalla.

Jisung fissava il soffitto, ancora incredulo e stravolto dal piacere appena provato, mentre accarezzava i capelli di Minho. «Ti è piaciuto?» gli chiese quest'ultimo, la voce che traspariva un po' di insicurezza.

Jisung alzò leggermente il capo e gli sorrise. «Se tu non te ne fossi accorto, direi di sì» rispose. «Grazie, Minie, per esserti preso cura di me» aggiunse poi.

Minho sorrise e si allungò verso di lui fino a far sfiorare i loro nasi, lo sguardo luminoso. «Non devi ringraziarmi per questo» mormorò. «Ti amo», poi chiuse gli occhi e lo baciò.

Mai come in quel momento Jisung avrebbe voluto avere la forza di rispondergli, ma aveva ancora troppe cose da aggiustare prima di poterlo amare come doveva. Perciò, si rifugiò dietro le parole di qualcun'altro, che sapeva l'altro avrebbe compreso. «Posso morire per te» sussurrò sulle sua labbra.

Minho sorrise, le guance rosse, e gli diede un ultimo bacio profondo. «Che ne dici di una bella doccia, mh? Per toglierci di dosso questa roba» propose, indicando i loro busti sporchi di sudore e sperma.

Jisung ridacchiò. «Un'altra?» gli chiese. «Hai ancora i capelli umidi.»

«Senza capelli!» esclamò Minho e, dopo aver passato velocemente un fazzoletto sulla loro pelle per pulirla alla bell'e meglio, si alzò, trascinando Jisung in bagno tra una risata e l'altra.

.

a.a.
DITEMI SE È CRINGE o imbarazzante. e non so perché è venuta così lunga la scena smut, dato che mi imbarazzo al solo pensiero di dover scrivere qualcosa del genere- :D

uhm, manca un capitolo alla fine. cioè, prossimo capitolo = ultimo. mi viene da piangere

sempre vostra,
GiuGiu

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro