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27. maybe tomorrow you'll know

lunedì 23 novembre

Minho guardò la macchina di Jimin confondersi nel traffico di Seoul, immobile davanti all'ingresso del condominio, con l'adrenalina che ancora scorreva nelle sue vene. Mancava poco orma alla gara, al momento in cui avrebbe dovuto fronteggiare se stesso e, soprattutto, Dae-Ho, colui che l'aveva mortificato e allontanato dall'unica cosa che lo rendeva veramente felice, l'unica cosa che lo faceva sentire se stesso. Con un sospiro tremante entrò all'interno del condominio e prese l'ascensore, cercando di allontanare le paure dalla sua mente e di concentrarsi sul presente, su quello che poteva fare in quei giorni per perfezionare la coreografia ed essere più forte psicologicamente. Temeva che non sarebbe più stato in grado di alzarsi se fosse caduto un'altra volta.

Non appena entrò all'interno dell'appartamento, mentre si prendeva cura dei suoi gatti, prese il cellulare e scrisse alla sua persona speciale il luogo dove avrebbe danzato. Poi, dopo un primo attimo di esitazione, aprì Kakaotalk e cercò nel gruppo con i suoi amici il numero di un'altra persona che in poco tempo era riuscita a farsi spazio nel suo cuore.

ji <3

ji, sono minie

ci sono riuscito! non ho fatto
nemmeno un errore oggi durante
gli allenamenti :D

Si alzò dal pavimento, prendendo in braccio i due gatti e portandoli sopra il letto. «Ora papà si fa la doccia» disse loro, lasciando un bacetto sulla testa di ognuno.

Si rinchiuse in bagno e fece partire il getto della doccia, sospirando sollevato quando sentì l'acqua calda scivolare sul suo corpo e portarsi dietro il sudore e la fatica. Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi, e cercò di non pensare alla gara imminente. I suoi pensieri, tuttavia, decisero di soffermarsi su un altro problema spinoso: la sua situazione sentimentale. Era sicuro di starsi innamorando del ragazzo-scoiattolo (almeno, provava le stesse cose descritte nei libri e su Google); allo stesso tempo, però, era consapevole di provare per Jisung qualcosa che andava oltre la semplice amicizia. O, comunque, era perfettamente cosciente delle reazioni del suo corpo quando Jisung gli prestava attenzione, ben diverse da quelle che provava quando era con Chan, Hyunjin e gli altri suoi amici e, allo stesso tempo, simili a ciò che gli faceva provare il ragazzo-scoiattolo.

Chiuse il getto d'acqua e cominciò a insaponarsi i capelli con rabbia. Le uniche cose diverse nel rapporto di Minho con i due ragazzi era la realtà dell'uno e la non fisicità dell'altro, e il fatto che non era ancora sicuro di cosa provasse per Jisung - mentre era certo di starsi innamorando del ragazzo-scoiattolo. Nelle recenti uscite di gruppo capitava spesso che loro due si chiudessero in una bolla e cominciassero a parlare delle loro cose, dimentichi di chi gli stava intorno. Avevano, poi, moltissime cose in comune (così come con il ragazzo-scoiattolo): entrambi amavano gli anime, la musica e i film. E poi, aspetto fondamentale, Jisung lo ascoltava sempre quando aveva bisogno di parlare con qualcuno della danza e delle sue coreografie e, pur non sapendone molto, cercava di aiutarlo.

Minho sospirò e uscì dalla doccia, circondando il proprio corpo con l'accappatoio. Jisung e il ragazzo-scoiattolo erano così simili, ma allo stesso tempo così diversi. Di uno, Minho poteva sentire il profumo, assaggiarne gli abbracci, guardarne gli occhi e i lineamenti del volto; dell'altro conosceva le parole, la gentilezza, l'impetuosità, la sua tendenza a preoccuparsi sempre troppo. Poteva vivere Jisung fisicamente, del ragazzo-scoiattolo l'anima - o, comunque, ciò che gli permetteva di vedere.

Quando lasciò cadere l'accappatoio a terra e una serie di brividi scossero il suo corpo, si vestì velocemente e con la stessa fredda si asciugò i capelli. A quel punto, provando a eliminare dalla sua testa le due persone che parevano essersi messe d'accordo per incasinare ancora di più la sua vita, uscì dal bagno e si lanciò nel letto, stando attento a non infastidire i gatti che sonnecchiavano sopra le coperte. Afferrò il cellulare e non poté fare a meno di sorridere quando vide la risposta di Jisung ai suoi messaggi precedenti.

ji <3

davvero?? sono così contento
per te!

non vedo l'ora che arrivi
domenica, sai?

così mi fai arrossire ahah

è solo la verità. :)

Minho aggrottò le sopracciglia nel vedere il punto alla fine della frase. È una moda?, si chiese.

ji <3

che tu sappia, posso venire
dietro i camerini prima che tu
salga nel palco?

non ne ho idea, ma posso
chiedere a jimin

perché?

voglio augurarti buona fortuna
come si deve, e sono sicuro che
anche hyunjin e channie vorranno
farlo.

come tutti gli altri, dopotutto.
alla fine, senza nemmeno sapere
come, siamo diventati un gruppo
unito.

ti faccio sapere domani, ok?

ma grazie <3 è un bel pensiero

nah, non è niente di che...

invece sì, zitto >:(

comunque, stavo pensando

paura.

???

tu che pensi, dico.

aish, ti odio

non ci credi nemmeno tu.

come vuoi >:(

a cosa stavi pensando?

domani potremmo andare
in uni insieme, che ne dici?
abitiamo vicini. posso passarti
a prendere con la moto oppure
venire a piedi :)

a me va bene.

preferisco andare a piedi, mi
piace passeggiare di prima
mattina. però vengo io da te,
se passi per casa mia poi devi
tornare indietro.

non è un problema, ji

tranquillo, vengo io. aspettami
sotto casa tua alle 7.45.

con largo anticipo

non si sa mai cosa potrebbe
succedere lungo la strada.

va bene, va bene

a domani, allora.

a domattina! buonanotte,
sperando che non sia la nostra
prima e ultima passeggiata
mattutina uwu

che scemo. buonanotte. <3

Minho appoggiò il telefono accanto a sé e fece qualche grattino dietro l'orecchio a Soonie, il suo posto preferito. Si assomigliano più di quanto pensassi, rifletteva, mentre aspettava una risposta che tardava ad arrivare dal ragazzo-scoiattolo. Quella situazione stava iniziando a diventare strana, sopratutto per lo stato mentale di Minho che, se aveva di nuovo trovato la sua ragione di vita, non era per questo meno proccupato a causa dei suoi "problemi di cuore". Sembrava che la vita volesse impedirgli di essere tranquillo per una volta.

Finalmente, Il suo cellulare squillò.

quokka_
attivo ora

?

è il posto in cui mi esibirò
domenica. se sei libero, potresti
venire

giuro che non ti cercherò (anche
perché ci saranno un sacco di
persone, e dubito di avere una vista
di falco che mi permetterà di vedere
i tuoi orecchini a forma di piuma)

chi ti dice che, se dovessi venire,
li metterei?

perché non dovresti?

certo che a volte sei proprio stupido.

se non voglio farmi riconoscere,
è inutile indossarli quando frequento
posti in cui so che ci sei.

è vero, non ci avevo mai pensato

ancora, però, non ho capito perché
non vuoi che io sappia chi sei

ti rovinerei la vita.

non penso proprio

fidati.

è ancora per quella storia?
quante volte devo dirti che
non sei un peso?

dici così ora.

e continuerò a dirlo

verrò. ma non mi troverai.

mi spezzi il cuore così

smettila di fare il drammatico.

sono sincero

allora smettila di scrivermi.

non posso

non so come aiutarti, a questo
punto.

nemmeno io so come aiutarmi

risolvo un problema, ne compaiono
altri mille

aish, vivere è così difficile

mi dispiace.

oh, non sei tu il problema,
non lo sarai mai :)

c'entra altro

posso esserti d'aiuto?

stavolta credo di no, ma grazie
lo stesso <3

è una cosa che devo risolvere
da solo

va bene. per qualsiasi cosa, io
sono qui, nel nostro posto sicuro.

lo so :)

comunque, ho iniziato un nuovo
anime.

senza prima avvertirmi!?

eri agli allenamenti e io mi stavo
annoiando.

prima di continuarlo, fammi
almeno recuperare!

l'ho già finito. era corto.

TRADITORE >:(

[...]

domenica 29 novembre

best boys

mini
domanda: come ci organizziamo
per le macchine?

perché parliamo di andare a
vedere minho, ma nessuno sa
ancora come arrivarci là

lixi
uh, hai ragione

io non ho la patente, i'm sorry

channie
io posso prendere una macchina

binie
io l'altra

posso portare jisung, jeongin e
seungmin, dato che passo davanti
casa loro

ji <3
io vado con minho.

hyuni
ma minho non va là prima?

sì, ma viene con me, almeno
mi fa compagnia :)

lixi
che bello vedere jisung che si
fa nuovi amici, vero bin-hyung?

binie
potrei piangere

ji <3
non siete i miei genitori. >:(

satan's child
nano-hyung, a me va bene
venire con te

binie
non credo di essere così sicuro di
volerti portare, marmocchio

Minho spense il telefono e lo appoggiò sul tavolo della cucina. «Jisung, hai finito di rovistare nella mia dispensa?» domandò al ragazzo che da un quarto d'ora stava cercando qualcosa da mangiare.

«Non ci credo che non hai nemmeno un dolce!» esclamò Jisung, voltandosi verso di lui con gli occhi spalancati. «Chiami Jeongin "figlio del diavolo", ma tu non sei molto diverso da lui!»

Minho scoppiò a ridere. «Solo perché non mangio dolci?» gli domandò, alzandosi per raggiungerlo. Si appoggiò con la spalla al frigo, mentre osservava il minore spostare tutte le buste di cibo che riempivano la sua dispensa: aveva gonfiato le guance e aggrottato le sopracciglia per la concentrazione. È così carino, si ritrovò a pensare Minho, arrossendo.

Jisung annuì con vigore. «"Solo"» ripeté, facendo le virgolette con le dita. «Guarda che non è poco! Impara a riempire la dispensa di schifezze se vuoi essere mio amico» disse, mettendo su il broncio e arrendendosi. Aveva controllato tre volte, ma non c'era nemmeno l'ombra di quello che poteva assomigliare a del cioccolato.

Minho rise. «Mi stai obbligando a invitarti più spesso a casa mia?» gli chiese.

Jisung roteò gli occhi. «Non lo faccio per vedere te, ma loro» rispose, poi si inginocchiò allargando le braccia. «Venite piccini miei, lo zio vi fa tante coccole!» disse a Soonie e Doongie, che gli si avvicinarono e iniziarono a strusciarsi sulle sue gambe facendo le fusa. «Li amo!»

Minho si inginocchiò accanto a lui. «Mi sembra di intuire che anche loro ti amino» disse, guardando Jisung.

Jisung si voltò verso di lui sorridendo maliziosamente. «Come si fa a non amarmi?»

«Quando fai così è molto semplice» replicò Minho, dandogli un buffetto sulla fronte scoperta. Anche se sì, è impossibile non farlo, pensò, arrossendo, e si alzò per cercare di aumentare la distanza fisica fra loro. «Mi preparo, tra poco è ora di andare.»

Jisung lo seguì e si sedette sul suo letto con le gambe incrociate. «Cosa ti metterai stasera?» gli chiese, curioso.

«Non lo so. Ci pensa Jimin ai vestiti. Io devo occuparmi dei capelli e del trucco» spiegò.

«Oh, ho capito. Hai bisogno di una mano?»

«No, ormai ci sono abituato. Ma grazie.»

Minho aprì l'armadio e tirò fuori una pochette che conteneva i pochi trucchi che di solito usava per quegli eventi, insieme a qualche brillantino da attaccare intorno agli occhi per creare qualche punto luce. «Vado in bagno.»

«Io ti aspetto qui con Soonie e Doongie!»

Minho ridacchiò nel vedere Jisung così preso dai suoi gatti e si chiuse in bagno. Guardò il cellulare e si morse il labbro inferiore nel non vedere nemmeno una notifica di Instagram. Mettendo da parte l'imbarazzo, decise di scrivergli; non sopportava più la sua mancanza, nonostante avesse avuto Jisung intorno tutto il giorno. Si sentiva uno stupido a pensare di avere bisogno di entrambi, ma era la verità. Parevano completarsi a vicenda e questo lo terrorizzava, perché temeva di starli idealizzando, di star vivendo un mondo immaginario ben lontano dalla realtà.

quokka_
attivo quattro ore fa

come sta andando la tua
giornata?

Minho non fece in tempo a iniziare a pettinarsi, che il suo telefono squillò.

quokka_
attivo ora

ehy.

per ora tutto bene. scusami
se non mi sono fatto sentire,
ma sono un po' impegnato.

sono contento che stai bene :)

e non ti preoccupare! sono in
compagnia anche io

ah sì?

sì, jisung è venuto a casa mia
dopo scuola e mi accompagna
prima al teatro

sono contento. :)

quindi immagino che la tua
giornata stia andando bene, giusto?

assolutamente sì

e ora che stiamo parlando ancora
meglio!

sottone.

hai ragione

comunque, dato che sei impegnato,
sei sicuro di riuscire a venire?

verrò sicuramente, non ti
preoccupare.

ci sarò, per te, stavolta non
solo con la mia collana.

grazie <3

ma non fare le corse, ok? se non
puoi non è un problema, dico sul
serio

voglio esserci, lino. verrò a tutti
i costi, voglio vederti ballare più
di ogni altra cosa.

d'accordo... ti ringrazio ancora

non c'è bisogno che mi
ringrazi per così poco.

così poco? è praticamente solo
grazie a te se questa sera salirò
su quel palco

mi hai salvato la vita, piccolo

esageri sempre...

comunque ora ti devo lasciare.
ci sentiamo dopo, va bene?

tienimi aggiornato.

certo! anche tu

a dopo piccolo <3
visualizzato

Minho sorrise e appoggiò il telefono sopra il lavandino, cominciando a sistemarsi i capelli. Decise di tirarli indietro lasciando qualche ciuffo davanti ai lati della fronte. Aveva appena iniziato a truccarsi, quando sentì la musica arrivare dal salotto. Aggrottò le sopracciglia e aprì la porta del bagno, spalancando gli occhi: Jisung, appoggiato alla finestra accanto al letto, stava cantando e la sua voce melodiosa arrivava dritta al cuore del suo unico spettatore segreto.

Con le mani tremanti Minho socchiuse la porta del bagno e rimase fermo qualche secondo ad ascoltare Jisung, cercando di regolarizzare i battiti del proprio cuore e il respiro, improvvisamente accelerati. Quando, in un certo senso, si fu abituato a quella straordinaria compagnia, finì di truccarsi: mise un filo di correttore per illuminare il contorno occhi e nascondere le leggere occhiaie che li contornavano, poi intensificò il suo sguardo con dell'ombretto marrone scuro. Mise due brillantini sotto la rima inferiore delle ciglia, esattamente al centro. Si guardò allo specchio un'ultima volta e, sperando con tutto se stesso di essere abbastanza bello, uscì dal bagno.

Sorrise nel vedere Jisung ballare per casa tenendo in braccio Soonie e Doongie. Sentendosi osservato si voltò e i suoi occhi si illuminarono nell'incontrare lo sguardo di Minho. Cominciò ad avvicinarsi a lui, lasciando tornare i gatti con le zampe per terra. «When you know, you know, It kinda makes me laugh, runnin' down that path, When you're good, it's gold» cantava, mentre guardava Minho negli occhi con quel sorriso che - ne era convinto - lo avrebbe mandato all'ospedale prima o poi.

«Maybe tomorrow you'll know» continuò Jisung, fermandosi a pochi passi dal maggiore.

Minho lo guardò, come incantato, e per un momento sentì l'impulso di baciarlo. Non sapeva dove e quando quel pensiero intrusivo fosse nato, ma, sebbene si fosse già convinto di non assecondarlo, appoggiò una mano sulla sua guancia. «Sei... sei bravissimo» sussurrò, la voce carica di emozione.

Vide il viso di Jisung illuminarsi, i suoi occhi brillare come fossero due stelle, mentre la canzone continuava - sebbene adesso sembrasse più lontana, mentre i loro sguardi erano incastrati l'uno all'altro, come due anelli della stessa catena. Le labbra di Jisung si piegarono in un dolce sorriso. «E tu sei bellissimo» rispose.

Minho sentì il viso andare a fuoco sotto il suo sguardo intenso e abbassò gli occhi. «Sono truccato, ci credo» replicò, allontanando la mano dal volto di Jisung.

«Lo sei sempre.»

Minho pensò di star per svenire. Gli sembrava che il cuore potesse scoppiargli nel petto da un momento all'altro. «P-penso che dovremmo andare» sussurrò guardando l'orario nel cellulare.

Jisung annuì e si inginocchiò per salutare Soonie e Doongie. «Ciao piccoli. Zio Ji si prenderà cura di papà Minie, state tranquilli» li rassicurò, dando un bacio sul musino di entrambi. Quando alzò la testa, vide il maggiore sorridergli con dolcezza e arrossì. «Hai uno sguardo strano» disse, mentre si allontanava da lui per prendere il giubbotto e il cappello.

«Che tipo di sguardo?» gli domandò Minho ridendo, mentre faceva la stessa cosa e prendeva anche il borsone con i vestiti di ricambio in casi Jimin o i suoi amici lo avessero invitato da qualche parte dopo la gara.

«Era strano e basta.»

Minho rise. «Va bene, Ji. Sei pronto?»

«Non vedo l'ora. Tu?»

Il maggiore sorrise e lo guardò. Jisung era lì, accanto a lui, e in qualche modo era sicuro che se fosse crollato per i fantasmi che lo stavano tormentando da quella mattina, sarebbe stato al suo fianco. Non sapeva perché, ma quel ragazzo gli dava una sensazione di sicurezza. Era come uno scoglio a cui, quel pomeriggio, invitandolo a casa sua, non aveva fatto altro che aggrapparsi per non cadere in mille pezzi. «Sono sempre pronto. E sto bene. Adesso sto bene. Per ora, almeno» si corresse, incespicando con le sue stesse parole.

Jisung sorrise e appoggiò una mano sul suo petto, proprio sopra il ciondolo della collana che gli aveva regalato il ragazzo-scoiattolo. «Ci sono io se dovessi crollare» lo rassicurò.

Minho lo guardò scendere le scale. Sembrava aver capito tutto. Con lui non c'era bisogno di parole: bastava uno sguardo. Si chiese se un giorno sarebbe riuscito ad aiutarlo come lui stava facendo in quel momento. Il suo cuore si stringeva in una morsa dolorosa ogni volta che gli occhi di Jisung erano assenti, tristi e, soprattutto, stanchi, come la prima volta che lo aveva visto.

«Che fai? Sei diventato una statua?» gli domandò Jisung, guardandolo dalla fine della prima rampa di scale.

Minho si riscosse dai propri pensieri e sorrise. «Sì, scusami. Pensavo a quanto sono felice di averti nella mia vita» confessò e superò il minore senza avere il coraggio di guardarlo in faccia dopo quella confessione piccola ma intensa.

a.a.
mancano 3 capitoli alla fine della prima parte.

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