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8. La nuova vita di Juliet

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Fissava la tazzina che aveva tra le mani. Guardava le ultime gocce di thè.

Juliet stava lasciando la sua casa. La sua infanzia. Suo padre.

E riusciva a pensare che, mentre Louise era seduta accanto a lei sul comodo sofà, Andie non c'era.

Lou le prese la tazzina dalla mano, posandola sul tavolino davanti a loro.

«Perché?» disse.

«Cosa?» fece Juliet.

«Perché... lasci la tua casa? Per uno stupido riccone che con te si è comportato da bastardo?»

Juliet non rispose.

«A chi importa di quel sogno? Lascia perdere, torna alla vita di prima, è uno stupido sogno!»

«Non è uno stupido sogno!» ribatté l'altra, voltandosi a guardarla. «Significa qualcosa!»

«Juliet, quando ti guardo vedo la mia migliore amica triste di lasciare la propria casa! Se vuoi davvero scoprire cosa significa non dovresti esserlo!»

Julirt si alzò, uscendo dalla villa. Sentì i passi di Louise seguirla.

La padrona di casa si diresse nel roseto, e si lasciò cadere sul prato dalla morbida erba. Lou la guardò dall'alto.

«Perché?» sussurrò di nuovo, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.

Juliet respirò il profumo delle rose gialle. Simboleggiavano la solarità, la felicità, la gioia perfetta. A lei lo aveva spiegato suo padre. Stava lasciando i ricordi di lui. Era sicura, però, che, se fosse stato ancora in vita, l'avrebbe assecondata.

Un maggiordomo raggiunse Juliet e Louise. Fece un inchino, mentre la prima si sedeva, e disse:

«Signorina Lowe, mi dispiace interrompervi, ma i vostri bagagli sono pronti e sono stati caricati in carrozza.»

Lei si alzò, pulendo la gonna. Guardò Lou, che l'abbracciò.

«Mandami una lettera con l'indirizzo, domani vengo per un tè» le disse Louise, sorridendo.

Juliet annuì. La strinse forte, poi si diresse verso la carrozza. Al seguito c'erano moltissimi cavalli e un'altra carrozza. C'erano tutte le persone che lavoravano per Juliet.

Non li avrebbe lasciati senza lavoro solo perché quello scemo di Jonhatan Gellerson la faceva trasferire da lui per vedere quanto durava lontana da casa. Arrivarono in poco tempo.

Quando Juliet scese dalla carrozza, vide Eliane Gellerson e il figlio in piedi, davanti al portone della grandissima villa. Jonathan Gellerson sgranò gli occhi quando vide il seguito che la futura moglie si era portata.

Si voltò velocemente verso la madre, ma lei gli intimò di tacere con uno sguardo gelido. A Juliet venne subito da sorridere, ma riuscì a trattenersi.

Jonathan Gellerson veniva sgridato dalla madre come se fosse un ragazzino...

Appena varcò la soglia del portone, dopo aver fatto un lieve inchino ai Gellerson, Juliet capì di aver appena iniziato la sua nuova vita.

Sorrise, mentre alzava le gonne per avere maggiore movimento.

~•~

Gina strinse di più i lacci del vestito. Juliet fece un profondo respiro, per quanto il corsetto lo permettesse.

Erano passati due giorni dall'arrivo dai Gellerson, e Jonathan Gellerson non aveva fatto altro che evitarla.

Lei lo capiva. E non le interessava. No. Perché anche lei lo evitava.

Quella sera c'era a cena un'amica di Eliane Gellerson.

Quest'ultima aveva prestato a Juliet un suo abito, verde chiaro e color panna, dicendo che il guardaroba della ragazza dovesse essere rifornito.

Quando Gina terminò, lei la ringraziò, e uscì dalla sua camera, sfiorando con le dita la treccia in cui i suoi capelli erano acconciati.

L'amica di Eliane Gellerson, una certa Harriet Perils, era già arrivata. Parlava animatamente con Jonathan Gellerson, gesticolando in modo irritante. Eliane Gellerson, invece, sorseggiava del vino, seduta su un divano, mentre ascoltava la conversazione tra l'amica e il figlio.

Juliet si schiarì la gola per annunciare il suo arrivo.

La signora Perils fece un leggero inchino, e la ragazza la imitò, poi la donna si avvicinò a Juliet, sorridendo.

Avrà avuto l'età di Eliane Gellerson, e portava i capelli biondi corti.

«E così voi siete la fidanzata di Jonh!» esclamò. «Che emozione! Io sono la sua madrina! Oh, siete davvero bella, un fiore!»

«Grazie» disse la ragazza, leggermente a disagio.

Poco dopo venne servita la cena, e si sedettero tutti al grande tavolo.

La signora Perils continuava a parlare, e Juliet la fissava sorridendo e annuendo di tanto in tanto, anche se non l'ascoltava davvero. Si era fermata al punto in cui raccontava del divorzio dal suo terzo marito. La ragazza era sicura che, in seguito, avrebbe avuto i muscoli della bocca indolenziti.

Quando sentì pronunciare le parole "Juliet e Jonathan" prese a interessarsi alla conversazione.

La donna parlava di come sarebbe stato il loro matrimonio. E, poi, la signora Perils disse qualcosa che fece desiderare a Juliet di sparire sotto il tavolo, o da qualsiasi altra parte dove non avrebbero potuto vederla.

«Juliet, John, immagino che voi stiate aspettando con ansia il matrimonio, non è così?» iniziò la signora Perils. «Intendo, il "dopo-matrimonio", no? Voglio dire... Juliet, tu» la ragazza non ricordava esattamente quando avevano passato a darsi del "tu", «starai aspettando con tantissima ansia ed emozione quel momento per poter rimanere incinta, no? Per avere una gravidanza, sbaglio?»

Juliet stava letteralmente per sentirsi male.

Jonathan Gellerson, che, prima di quel bombardamento di parole, stava bevendo tranquillamente il vino rosso dal suo calice, prese a tossire, mentre diventava paonazzo. La madre andò subito in suo soccorso, battendogli una mano sulla schiena, preoccupata. Juliet non seguiva quello che stava succedendo.

Pensava che scavare una gigantesca buca nel pavimento della villa dei Gellerson, in cui sotterrarsi per sempre, sarebbe stato più facile che avere un figlio, e, quindi, una relazione sessuale con Jonathan Gellerson.

E nel suo petto si posizionò un macigno. Cosa si aspettavano tutti? Che dopo il matrimonio i due sposi avrebbero avuto un figlio?

Eliane Gellerson se lo aspettava di sicuro. E cosa pensava Jonhatan Gellerson, il futuro marito?

Il macigno divenne più pesante. Era la consapevolezza.

Quella stupida. Juliet doveva accettare tutto ciò?

Sì.

Doveva scoprire cosa significasse il suo sogno, prima del matrimonio. Poi, ci avrebbe pensato.

Il peso che Juliet portava sembrò alleggerirsi, mentre, in un battito di ciglia, lei si ritrovava nel suo nuovo letto, senza ricordare di aver salutato la signora Perils.

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