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7. Penso che lo sposerò

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Juliet superò, correndo, una cameriera che portava degli asciugamani puliti e profumati in bagno, e rischiò di farglieli cadere dalle braccia.

Non si scusò neanche, andava di fretta. Arrivò al portone d'ingresso.

Un maggiordomo la fece uscire, facendo un inchino e aprendole il portone.

C'era Louise ad aspettarla.

Iniziarono a camminare nel giardino, e si fermarono all'altalena.

Juliet si sedette sul prato, e Louise occupò l'altalena.

«Cosa devi dirmi?»

La giovane Lowe sospirò.

«Sposerò Jonathan Gellerson» annunciò

«Intendi il figlio di Eliane Gellerson?»

«Sì.»

«Perché? Era tra i pretendenti? Non è quello a cui hai versato il vino addosso?»

«Sì, è lui. Era tra pretendenti, ma non lo sposerò perché mi piace. Di certo non è brutto, ma lo sposerò perché ho fatto un sogno...»

Louise guardò con curiosità l'amica.

«C'era una vecchia, e mi ha detto che se non sposerò Jonathan Gellerson ci saranno ripercussione terribili sul mio destino.»

«È solo un sogno, Juliet» disse l'altra.

«Tu non ricordi che quello che sembrava solo un sogno mi comunicò che mio padre sarebbe morto due mesi dopo? Be', poi è successo davvero» mormorò Juliet.

Louise tacque, e l'amica riprese a parlare:

«Voglio scoprire di più su questa faccenda, e non voglio che accada qualcosa di brutto, quindi penso che lo sposerò.»

Lo avrebbe sposato, se era questo che il futuro aveva programmato per Juliet.

In fondo, nessuno può sfuggire al proprio destino.

~•~

Scese le scale lentamente, avvolta in un semplice abito ceruleo.

Juliet entrò nel salone, e si inchinò.

Anche Eliane e Jonathan Gellerson si inchinarono. Lei era felice, si notava, lui guardava Juliet come se lo avesse tradito.

E, in parte, lo aveva fatto. Tennero una discussione a proposito di varie cose.

Si sarebbero sposati due mesi dopo, dovevano preparare tutto, e avrebbero vissuto insieme già da quel momento, prima del matrimonio.

Juliet propose che avrebbe potuto far trasferire Jonatban Gellerson a casa sua.

Eliane Gellerson le sorrise.

«Certam-»

«No» la interruppe il figlio, con decisione.

Alzò gli occhi su Juliet.

«La signorina Lowe abiterà nella nostra villa» disse, con un tono di voce che non ammetteva repliche. «Oppure è un problema, per voi?»

La stava chiaramente sfidando. Voleva vedere se alla fine si sarebbe decisa a non sposarlo. Voleva vederla crollare e ammettere che quel matrimonio sarebbe stato un disastro.

Ma lei doveva scoprire cosa significasse quel sogno. Non aveva niente da perdere.

«Per me va bene, nessun problema» rispose Juliet, tirando fuori un sorriso più falso di quello che Andie rivolgeva agli uomini che non le interessavano.

Andie.

A pensare a lei, lo stomaco le si strinse. Che le succedeva?

Da un giorno all'altro era cambiata, era diventata più fredda e distaccata.

Juliet le aveva mandato una lettera, la scorsa mattina, chiedendole se quest'oggi avrebbe voluto passeggiare per la città. Non le aveva neanche risposto, e il suo maggiordomo era sicuro che la lettera fosse stata consegnata all'indirizzo giusto.


«Allora perfetto!» esclamò Eliane Gellerson, sorridendo, mentre Jonathan Gellerson continuava a guardare la futura sposa.

«Credevo sarebbe stato un problema» disse lui.

«No, non lo è» replicò Juliet.

«Credevo che sarebbe stato difficile per voi lasciare questa dimora» continuò. «La vostra infanzia l'avete passata qui, vostro padre...»

«John!»

Eliane Gellerson lo guardava furibonda.

Lui bevve un sorso di tè.

Stava per dire qualcosa che non avrebbe dovuto? Cosa ne sapeva del signor Lowe?

«Scusatelo, signorina Lowe, vostro padre era un mio grande amico» disse Eliane Gellerson, in fretta. «Mi dispiace molto per quello che gli è... accaduto.»

Juliet non disse niente. Guardava Jonathan Gellerson, che aveva abbassato gli occhi.

Cosa stava per dire? Voleva farla cedere, ricordandole che quello era il luogo dove conservava ricordi di suo padre?

Be', non ci sarebbe riuscito.

«Il tempo di prendere tutte le mie cose e mi trasferirò da voi» disse Juliet.

«Perfetto» concluse Jonathan Gellerson, mentre la madre sorrideva.

Se ne andarono poco dopo. Juliet comunicò a tutti i domestici che si sarebbe trasferita.

Iniziarono a preparare tutto per la partenza. Lei decise che sarebbero venuti tutti con lei. Al diavolo qualsiasi obiezione che quello schifoso di Jonathan Gellerson avrebbe fatto. Non poteva lasciare che perdessero il lavoro solo perché lei doveva andare via.

Juliet salì in camera sua.

Si sedette alla scrivania e prese la penna tra le mani, fissando il foglio di pergamena vuoto che aveva davanti.

Intinse la punta della penna nell'inchiostro e iniziò a scrivere.

Cara Andie,

come stai? Mi manchi. Perché non vieni più a fare qualche passeggiata? Ad osservare le vetrine delle botteghe più belle? Che ti succede?
Vorrei comunicarti che mi sposo.
Tra due mesi. Con Jonathan Gellerson.
Non posso spiegarti perché in questa lettera, lo farò se ci vedremo di persona. Ti do appuntamento per domani pomeriggio, all'orario che preferisci, qui, prima del mio trasferimento a Villa Gellerson. Verrà anche Louise. Saluteremo questa villa com'è giusto che sia. Se vieni, mi troverai nel roseto. Spero davvero che tu venga. Ti voglio bene.

Con affetto,
Juliet

Posò la penna, e rilesse quello che aveva scritto. Oh, Andie. Quanto le mancava la sua amica. Fece spedire la lettera.

Lei viveva poco fuori Londra, ma non ci voleva molto tempo per raggiungere la sua dimora.

Juliet si augurò che stesse bene, poi raggiunse di nuovo la sua camera, e si sdraiai sul suo comodo letto, senza neanche cambiarsi.

Avrebbe dormito lì per l'ultima volta, ne era consapevole.

Abbracciò il cuscino, respirando il suo intenso profumo di lavanda.

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