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20. La prima parte di verità

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Era tutto pronto per l'arrivo di Claire Gellerson, la cugina di Jonathan che desiderava tanto conoscere Juliet.

Quest'ultima si era messa in ghingheri per fare buona impressione. Aveva indossato un abito color cipria, con le maniche a sbuffo e la gonna che cadeva leggera lungo le gambe. La scollatura non era pronunciata, e la vita era alta, con un nastro che la circondava e si chiudeva con un fiocco dietro la schiena.

Quell'abito piaceva molto a Juliet, e, guardandosi allo specchio, notò che le donava particolarmente. Si sentiva davvero bella. Gina le acconciò i capelli scuri in una treccia, e poi fu pronta. Era incerta sui guanti, non sapeva se indossarli, ma alla fine decise di evitare.

All'orario stabilito, il campanello suonò, e Juliet scese rapidamente le scale. Jonathan ed Eliane la aspettavano di fronte al portone d'ingresso. Non appena la fidanzata lo affiancò, lui fece un cenno verso il maggiordomo, che aprì il portone.

Davanti a loro apparvero una giovane donna accompagnata da uno chaperon. La donna aveva i capelli ricci e castani, che le sfioravano le spalle. Portava un cappello azzurro con una retina davanti agli occhi chiari e un fiocco. Indossava un abito azzurro dalle maniche lunghe, con il colletto alto e il pizzo bianco che usciva dall'orlo. E aveva dei guanti bianchi. Era molto bella.

Juliet si tastò le mani intrecciate dietro la schiena, e si pentì di non aver indossato i guanti. Adesso, guardando Claire Gellerson, non si sentì più tanto bella.

La cugina di Jonathan la guardò e le sorrise. Entrò e le prese le mani tra le sue.

«Juliet Lowe» sospirò, con voce melodiosa, che le si addiceva completamente. «Quanto desideravo conoscervi!»

Juliet si sentì un po' in imbarazzo.

«Oh, ehm, grazie» disse, incerta. «Anche io volevo tanto conoscervi. È davvero un piacere. Volete accomodarvi in salotto?»

Claire Gellerson la seguì con un sorriso, e Jonathan ed Eliane accolsero lo chaperon della giovane donna, prima di recarsi anche loro in salotto.

«So che vi sposate, state preparando il necessario?» chiese Juliet, prendendo posto sul divanetto di fronte a quello su cui era seduta Claire Gellerson.

«Certo» rispose lei. «Mi piace poter preparare ogni cosa con largo anticipo, così da poter evitare qualsiasi problema indesiderato. E voi?»

«Be', in realtà dell'organizzazione del mio matrimonio se ne sta occupando vostra zia.»

«Come credevo! Dovete sapere, Juliet, che alla vostra futura suocera piace oltremodo poter avere avere ogni cosa sotto controllo.»

«Immagino che abbiate preso da lei questo tratto del carattere, signorina Gellerson.»

«Vi prego di chiamarmi Claire» disse lei, sfilandosi i guanti e rivelando un brillante anello di fidanzamento all'anulare sinistro.

Jonathan e la madre giunsero in salotto. Lui si sedette accanto alla futura moglie, lei vicino alla nipote.

«Spero che la vostra conoscenza sia interessante per entrambe» disse Jonathan, sorridendo.

«Sembra che lo sia» rispose Juliet, e Claire Gellerson annuì.

«Anche secondo me.»

«Allora vi lasciamo da sole» disse Eliane, alzandosi e congedandosi, seguita subito dopo dal figlio.

«Vi piace questa dimora?» chiese Claire Gellerson.

«Sì, è molto bella.»

«Voi... avete grandi ispirazioni per il futuro, Juliet?»

«Be'... ho delle aspirazioni, ma non so se possono essere definite grandi» rispose lei.

«E perché?»

«Perché sono le normali aspirazioni di qualsiasi altra donna.»

«Sentiamo» disse Claire Gellerson, sistemando la schiena tra i cuscini, abbandonando la sua posa rigida.

«Voglio una famiglia» disse Juliet, guardando gli occhi chiari della giovane donna davanti a lei.

«Ci siete vicina, allora. Vi state per sposare.»

«Già.»

«Siete molto innamorata di mio cugino... non è così?»

Juliet esitò prima di dare una risposta.

«È così.»

Ci fu qualche minuto di silenzio. Poi Juliet decise di porre a Claire Gellerson la domanda che la tormentava; era sicura che lei avrebbe potuto aiutarla.

«Sapete, dovendo sposare Jonathan» esordì, cercando di trovare le parole giuste, «mi piacerebbe sapere una cosa in particolare su di lui.»

«E perché non chiederlo direttamente a lui?» replicò l'altra.

«Perché non credo che sia un un argomento che il mio fidanzato voglia riportare alla memoria» ammise Juliet, prima di fare un lungo sospiro. «Chi era Agatha?»

Claire Gellerson alzò lievemente le sopracciglia, ma non sembrò scossa dalla domanda.

«È naturale che mio cugino non vi abbia parlato di lei» disse.

Il cuore di Juliet tremò. Stava per scoprire chi fosse Agatha.

«Agatha era la sua fidanzata.»

Juliet si aspettava che continuasse a parlare, invece Claire Gellerson tacque, così la prima prese la parola:

«Che cosa è successo?»

«Non lo so. Non lo sa nessuno. Un giorno è uscita da sola di casa e non è più tornata.

«Non potete capire il dolore di Jonathan. L'amava come mai aveva amato una persona. Sapete, stavano per sposarsi. Povera ragazza.»

«Quanto tempo fa è avvenuto tutto ciò?»

«Agatha è scomparsa tre anni fa. Aveva solo diciotto anni, e Jonathan appena venti. La vita di mio cugino è cambiata per sempre. Non lo riconoscevo più. E immaginate il dolore di mia zia, ovviamente non grande quanto quello di Jonathan, a vedere la vita del suo unico figlio essere distrutta per sempre. Da allora Jonathan ha smesso di cercare il vero amore, fino a quando... be', fino a quando non siete arrivata voi.»

Claire Gellerson si zittì. Juliet aveva il cuore in gola.

«Aveva parenti?» chiese, con voce flebile.

«Una madre e una sorella» rispose l'altra. «Sono cadute nella disgrazia più totale. Agatha era di origini molto umili. Una volta sposato Jonathan, avrebbe potuto aiutare la sua famiglia e consentire loro una buona casa dove abitare e il minimo indispensabile per vivere. Mio cugino era completamente d'accordo con lei, con il fatto di poter usare i soldi per aiutare la famiglia della sua fidanzata.»

«Ma... come si sono conosciuti, viste le origini di lei?» chiese ancora Juliet.

Ormai il discorso era stato preso, chiuderlo tenendosi i propri dubbi sarebbe stata una follia, data la curiosità di Juliet e la voglia di conoscere quella triste storia.

«Un ballo di beneficenza. C'ero anch'io. Jonathan è rimasto subito attratto da lei. Non ne conosco il motivo, dato che quella sera lei non indossava nemmeno un abito che potesse definirsi grazioso. Però, ora che ci penso, voi le somigliate molto. Aveva la vostra stessa curiosità e bontà d'animo di cui mi ha parlato mio cugino.»

Juliet non ne rimase stupita. Ricordava la lettera di Jonathan indirizzata al padre, in cui aveva scritto che la evitava perché gli ricordava Agatha. Forse era per questo che ultimamente lui sembrava più cortese e carino nei suoi confronti? Che si stesse davvero innamorando di lei?

Con tutte le probabilità, nei tre anni precedenti Jonathan era stato con tante donne per cercare di dimenticare Agatha, non per trovare il vero amore di nuovo. Effettivamente, era sembrato strano che lui si fosse messo a nudo così presto. Più cose Juliet scopriva, più si rendeva conto che attorno ai Gellerson c'era un passato tutt'altro che felice e luminoso.

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