10. Vero amore
💐
«Juliet non lo deve assolutamente sapere, chiaro?» questo è quello che Eliane Gellerson disse, mentre la ragazza si attaccava del tutto alla porta.
«Che c'è di male? Perché non posso dirle nulla?» questa era la voce di Jonathan Gellerson.
«Perché è pericoloso! Cosa ne sai tu di quel che lei potrebbe pensare?»
«Se vi fa stare più tranquilla, madre, non dirò niente riguardo questo argomento.»
«Grazie al cielo, John, hai deciso di finire questa discussione. Adesso vai, è tardi.»
Juliet si spostò velocemente dalla porta e corse dal lato opposto a quello in cui sapeva che Jonathan sarebbe andato, per arrivare alla propria camera, che, purtroppo, era nello stesso corridoio di quella della ragazza. Juliet arrivò subito alla sua stanza, ed entrò quando sentì dei passi. L'aveva scampata.
~•~
Quella notte Juliet non riuscì a dormire. Così fece una lista di tutto quello che doveva scoprire:
1. Il sogno
2. Agatha
3. Eliane e signor Gellerson
4. Segreto Eliane e Jonathan
5. Andie.
Ecco qua. Doveva riuscire a scoprire tutto prima del matrimonio, entro meno di due mesi. Ce l'avrebbe fatta.
Qualche giorno dopo, Juliet entrò in biblioteca, dopo la colazione. Prese un libro che aveva iniziato la volta precedente e sprofondò nella comodissima poltrona accanto alla finestra. La biblioteca era davvero grande. Le pareti erano caratterizzate da diversi affreschi, ma era quasi impossibile vederli, perché gli alti scaffali li coprivano. C'erano due finestre. Vicino ad entrambe c'erano due poltrone, e c'era un divano davanti ad un bel camino, spento in quel momento.
Juliet leggeva con tanta passione e coinvolgimento, e non si accorse di non essere più sola.
«Cosa leggete, signorina Lowe?»
Jonathan Gellerson si accomodò sulla poltrona dirimpetto a quella della ragazza, che alzò lo sguardo dal proprio libro.
«Orgoglio e Pregiudizio, signor Gellerson.»
«Preferisco Jonathan, signorina Lowe» disse, tenendo i suoi occhi fissi in quelli di Juliet.
«E io preferisco Juliet» replicò lei, tornando a leggere, anche se sapeva che era maleducazione, quando un'altra persona era con lei.
Ci fu silenzio per qualche secondo, in cui Juliet nascose il suo leggero imbarazzo nel libro.
«Juliet...»
La ragazza sentì un brivido correrle prepotentemente lungo la schiena, quando lui pronunciò il suo nome, ma forse era solo dovuto a qualche spiffero, dato che erano vicino alla finestra. Ad ogni modo, Juliet memorizzò il numero della pagina e chiuse il libro, alzando lo sguardo su Jonathan.
«Sì?»
«Secondo voi esiste il vero amore?»
Eccola. Una semplice domanda. La semplice domanda. Quella semplice domanda.
Juliet inspirò, e le venne voglia di accavallate le gambe, come faceva quando era sola, ma non era una posizione adatta ad una giovane donna, come le aveva detto diverse volte Eliane Gellerson.
Non sapeva dove guardare. Guardava la finestra, il suo abito, gli scaffali della biblioteca, il pavimento, il libro che aveva tra le mani, ma non i suoi occhi.
«Non lo so» si decise a rispondere Juliet.
Vide Jonathan sistemarsi meglio sulla poltrona e guardarla stupefatto, con gli occhi leggermente sgranati e le sopracciglia alzate.
«Che intendete dicendo che non lo sapete?»
«Non lo so, voglio dire... io non lo so... non so come spiegare, semplicemente non lo so...»
Dannazione. Che stupido gioco di parole. Non sapeva come rispondere, non sapeva se esistesse davvero il vero amore... Dio! Era così difficile?
Jonathan le faceva uno strano effetto. Juliet lo vide inarcare di più le sopracciglia.
«E voi, invece?» chiese lei, concentrando l'attenzione su di lui e non sulla sua stupida risposta.
«Sì.»
«Sì?»
«Sì, Juliet.»
«Intendete che voi credete che...?»
«Sì.»
«Oh» fece la ragazza.
Era rimasta piuttosto stupita. Non pensava che lui credesse nel vero amore.
«Cosa c'è che non vi convince?» chiese Jonathan.
«Be', io... io non pensavo che la vostra risposta fosse affermativa...»
«E perché?»
«Non lo so...»
«Non lo so? È questa la vostra risposta a tutto?»
«È la verità!» esclamò Juliet. «Non vi trovo una persona da vero amore, sarà che... che... insomma, che... oh, non posso dirlo!»
Lui la guardò a lungo.
«Prego» disse Jonathan, aprendo il palmo della mano.
«Io non... oh, va bene, sembrate un donnaiolo!»
Ecco, l'aveva detto. Si aspettava di vederlo arrabbiarsi, invece lui sorrise, e si appoggiò allo schienale della poltrona.
«Perché lo sono. Vi è mai venuto in mente che il bisogno di passare la notte insieme a una donna sia dettato dal fatto che non ho nessuno? Poi siete arrivata voi, e questa mia... attività, per così dire, si è fermata. Devo portare onore e dignità alla donna che sposerò, anche se contro il mio volere.»
Quella dichiarazione stupì Juliet ancora di più. Non credeva che dietro la maschera di Jonathan si trovasse un animo così nobile. Si sentì improvvisamente in colpa. Lui avrebbe potuto trovare l'amore della sua vita se lei non si fosse messa in mezzo. In fondo, Juliet non voleva sposarlo per amore, ma per un interesse personale, legato a ciò che voleva scoprire. Ovviamente lui restava sempre antipatico e arrogante, ma aveva capito una piccola parte della storia che si celava dietro di lui.
Juliet aveva distrutto un sogno. Jonathan, però, sembrò riprendersi subito da ciò che aveva detto, e parlò nuovamente, mentre la ragazza taceva per i sensi di colpa.
«Sarà la mia sfida dimostrarvi che il vero amore esiste» disse. «E allora avrete una valida risposta da dare a questa domanda. Se riesco a portare a termine questa sfida prima del matrimonio, io farò di voi quello che voglio per un giorno. Altrimenti... deciderete voi cosa fare per la mia sconfitta.»
Si alzò dalla poltrona.
«La mia vincita consiste nel fare in modo che voi non riusciate a dimostrarmi quello che pensate?» chiese Juliet, trattenendolo ancora un attimo.
«Esattamente.»
«E se perdete potrò fare quello che voglio?»
«Sì.»
Jonathan fece un leggero inchino, poi si voltò e uscì dalla biblioteca.
Juliet doveva vincere. Se avesse vinto, avrebbe potuto chiedergli tutto quello che volevo sapere su di lui, su sua madre, su suo padre, e sulla misteriosa Agatha.
💐
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro