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A un cuore in pezzi
Nessuno s'avvicini
Senza l'alto privilegio
Di avere sofferto altrettanto.
(Emily Dickinson)

Natale era alle porte, ma non lo avremmo festeggiato. Era passato quasi un anno dal giorno che aveva cambiato inesorabilmente le nostre vite. In realtà, il triste e misterioso accaduto aveva scioccato l'intera comunità. Concerti e manifestazioni erano stati dedicati ad Alex, come per evitare che venisse rimossa dalla memoria comune. Vedere il suo luminoso sorriso stampato su poster giganti in giro per la città era stato come rivivere il dolore della sua scomparsa, non che fosse mai realmente passato. Continuavo a vivere in apnea, al buio e al freddo. Solo lei sarebbe riuscita a ridarmi la felicità.
A volte chiudevo gli occhi, stringendoli fortissimo, immaginavo il suo ritorno, pieno di gioia e commozione. Riuscivo a sentire il calore di quell'abbraccio che avrebbe segnato la fine di quell'incubo, la luce in fondo al tunnel.

Era stato un anno difficile, il peggiore della mia vita. Bastava un ricordo, un profumo o una canzone per farmi crollare. La reazione più esagerata la avevo avuta quando un insegnante mi aveva chiamata Alex. In quel momento ero corsa in bagno e avevo pianto smodatamente. Guardandomi allo specchio una forte consapevolezza mi aveva  raggiunta, non avrei mai potuto superare quella tragedia. Io ero identica a lei, un promemoria di dolore per me e tutti quelli che mi circondavano.
Quello stesso giorno, ero tornata a casa, avevo afferrato un paio di forbici, finendo per tagliare i miei lunghi capelli. Il risultato fu a dir poco disastroso e fui costretta a rivolgermi a una parrucchiera. Il mio era stato solo un vano tentativo di assomigliarle di meno, come se fosse bastato a dimenticarla. Mi ritrovai, così, con un caschetto cortissimo e il cuore, ancora, spezzato.

Le indagini erano andate avanti senza produrre risultati. L'auto di mio padre era stata rinvenuta in una cittadina distante circa cinquanta chilometri, ma di mia sorella nemmeno l'ombra, sembrava essere stata inghiottita dal vuoto. Nessuno degli abitanti della zona aveva dichiarato di saperne qualcosa. Tutto ciò mi sembrava impossibile, doveva aver pur lasciato qualche traccia. Nessuno di noi aveva il coraggio di pensare al peggio, il fatto che qualcuno le avesse potuto fare del male mi avrebbe mandata in delirio. Avevo fatto dei sogni al riguardo senza avere, però, mai il coraggio di condividerli con qualcuno.
Il fatto di non avere sue notizie era, forse, la parte più dolorosa, vivevamo nell'incertezza, come se avessimo seppellito una bara vuota, ma, allo stesso tempo, colma di dolore.

La situazione a casa peggiorava ogni giorno di più. Nonostante i miei genitori avessero riacquisito le loro ordinate e formali sembianze, il dolore che si celava dietro la perfetta messa in piega di mia madre e la cravatta ben annodata di mio padre era incommensurabile. Il calore familiare che aveva, da sempre, animato casa nostra sembrava essere stato spazzato via da un vento gelido e doloroso. A tavola, unico momento che condividevamo, a regnare era il silenzio. Mamma sfogliava annoiata l'ultimo numero di Vogue UK, mentre papà scrutava concentrato il suo Financial Time. Le nostre vite erano diventate come rette parallele, ognuno si rifugiava nel proprio dolore, come se condividerlo potesse rendere tutto più vero e atroce.
I miei genitori, talvolta, non avevano nemmeno il coraggio di guardarmi, troppo uguale a lei, quella felicità, ormai, perduta. Capivo il loro comportamento, ma ciò non voleva dire che non mi ferisse. Io avevo bisogno di loro, io non ero scomparsa, io ero ancora lì.

Grace aveva cercato, in ogni modo, di distrarmi e tirarmi su di morale, ma, ormai, ero un caso perso. Apprezzavo veramente il suo modo di starmi vicino, anche quando ero scorbutica e intrattabile, ma non ero in grado di dimostrarlo. Ormai, non ridevo più ai suoi racconti, mi limitavo ad annuire.
Eravamo così diverse da quelle due bambine che giocavano allegre a rincorrersi.

Con il passare dei giorni aveva smesso di cercarmi, non mi scriveva più per sapere come stavo, forse non le importava più. Aveva iniziato ad ignorarmi persino a scuola, come se temesse un nostro confronto.

Fortunatamente avevo fatto la conoscenza di un'altra ragazza, Rachel Simmons. Avevamo quattro corsi in comune e spesso confrontavamo i nostri appunti. Si era trasferita da Liverpool quell'estate, si sentiva, anche lei, come un pesce fuor d'acqua.

Rachel, era una di quelle persone in grado di farmi sorridere l'anima. Era così diversa da me, forte ed indipendente. Avevo spesso la sensazione di non essere abbastanza per lei, temevo che si sarebbe stancata di me e dei miei drammi.
Ogni giorno mi aspettava davanti al cancello di casa, a bordo del suo fuoristrada rosso fiammante, regalo del suo ricco patrigno, per poi accompagnarmi a scuola.
Nonostante i suoi diciotto anni, sembrava una donna matura, in strada nessuno riusciva a tenerle testa come, d'altronde, succedeva nella vita di tutti i giorni. I suoi lunghi capelli scuri svolazzano per tutto l'abitacolo, simili alle onde del mare.
Era una vera e propria forza della natura, un uragano inarrestabile.
Il nostro era, ormai, diventato un rito. Ogni giorno, aspettavo con ansia di incontrarla, per me, la libertà aveva quel sapore: Rachel, il suo fuoristrada e una vecchia canzone dei Beatles.

Era stato con lei che avevo fatto il mio primo tiro di sigaretta, la mia prima serata in discoteca e tante altre piccole esperienze. Non mi aveva mai forzato a fare niente, ero semplicemente io ad essere cambiata. Cercavo conforto in ogni piccola cosa, alla perenne ricerca di un antidoto che curasse il dolore causato dall'assenza di Alex.

When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me
Speaking words of wisdom, let it be
And in my hour of darkness she is standing right in front of me
Speaking words of wisdom, let it be
Let it be, let it be, let it be, let it be
Whisper words of wisdom, let it be
And when the broken hearted people living in the world agree
There will be an answer, let it be
For though they may be parted, there is still a chance that they will see
There will be an answer, let it be
Let it be, let it be, let it be, let it be

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